ITHACA - L'ATTESA DI UN RITORNO: IL DEBUTTO ALLA REGIA DI MEG RYAN
I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - In Home Video Italia 2017
1942 - San Joaquin Valley in California, Ithaca. Il quattordicenne Homer Macauley (Alex Neustaedter) è determinato a diventare il migliore e il più veloce messaggero del telegrafo in bicicletta che nessuno abbia mai visto. Suo fratello maggiore è andato in guerra, lasciando a Homer il compito di accudire la madre vedova, la sorella maggiore e il fratellino di 4 anni. Mentre la primavera si trasforma nell'estate, Homer recapita messaggi d'amore, speranza, dolore e di morte alle brave persone di Ithaca. Ma un giorno Homer si troverà ad avere a che fare con un messaggio che lo cambierà per sempre.
Soggetto: Dal romanzo The Human Comedy di William Saroyan (in Italia La commedia umana, edito da Marcos Y Marcos)
PRELIMINARIA - trama del libro:
Homer è un ragazzino di quattordici anni pieno di entusiasmo. La famiglia Macauley, da cui proviene, è modesta: il babbo è morto e il fratello maggiore è partito per la Seconda guerra mondiale; eppure tutti si dedicano con energia a quel che va fatto: la mamma alle galline come all'arpa, la sorella agli studi e al pianoforte, e Ulysses è il fratellino più curioso del mondo. Homer, che di giorno frequenta il liceo, la sera si tuffa in bicicletta alla volta dell'ufficio del telegrafo, dove lavora come portalettere. Pochi giorni, e già si rivela come il messaggero più veloce della West-Coast. Entra così nel mondo degli adulti: il suo segreto è prendere sul serio le cose e i sogni per diventare qualcuno, anzi, capire di esserlo già .
Cast: Tom Hanks (Mr. Macauley) Meg Ryan (Mrs. Macauley) Sam Shepard (Willie Grogan) Jack Quaid (Marcus Macauley) Alex Neustaedter (Homer Macauley) Hamish Linklater (Tom Spangler) Gabriel Basso (Tobey George) Scott Shepherd (Corbett) Molly Gordon (Mary Arena) Christine Nelson (Bess Macauley) Spencer Howell (Ulysses Macauley)
Musica: John Mellencamp
Costumi: Amy Andrews
Scenografia: Stephanie Carroll
Fotografia: Andrew Dunn
Montaggio: John F. Lyons
Makeup: Ashley Fetterman (direzione); Rhonda Bareford e Katie Middleton
Casting: Tiffany Little Canfield e Bernard Telsey
Scheda film aggiornata al:
19 Aprile 2021
Sinossi:
In breve:
La storia è ambientata in una piccola cittadina della San Joaquin Valley in California, Ithaca, nel 1942. Il quattordicenne Homer Macauley (Alex Neustaedter) è determinato a diventare il migliore e il più veloce messaggero del telegrafo in bicicletta che nessuno abbia mai visto. Suo fratello maggiore è andato in guerra, lasciando a Homer il compito di accudire la madre vedova, la sorella maggiore e il fratellino di 4 anni. Mentre la primavera si trasforma nell'estate, Homer recapita messaggi d'amore, speranza, dolore e di morte alle brave persone di Ithaca. Ma un giorno Homer si troverà ad avere a che fare con un messaggio che lo cambierà per sempre.
Synopsis:
In a small town in California's San Joaquin Valley, 14-year-old Homer Macauley is determined to be the best and fastest bicycle telegraph messenger anyone has ever seen. His older brother ...
In a small town in California's San Joaquin Valley, 14-year-old Homer Macauley is determined to be the best and fastest bicycle telegraph messenger anyone has ever seen. His older brother has gone to war, leaving Homer to look after his widowed mother, his older sister and his 4-year-old brother, Ulysses. And so it is that as spring turns to summer, 1942, Homer Macauley delivers messages of love, hope, pain... and death... to the good people of Ithaca. And Homer Macauley will grapple with one message that will change him forever - from a boy into a man. Based on Pulitzer Prize-winning author William Saroyan's 1943 novel, The Human Comedy, ITHACA is the quintessential wartime tale of the Home Front. It is a coming-of-age story about the exuberance of youth, the sweetness of life, the sting of death and the modesty and sheer goodness that lives in each and every one of us.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Postino una volta, postino per sempreâ€
Se era già molto bello il romanzo di William Saroyan La commedia umana, il film derivato Ithaca, non solo non lo ha mai tradito ma ne ha colto il respiro nel senso più profondo del termine. Sembra di esserci in quella piccola cittadina della San Joaquin Valley in California, Ithaca, nel 1942, ricreata da una fotografia crepuscolare e patinata, improntata su chiaroscuri intensi, in modo del tutto naturale. Fotografia che sa farsi atmosfera reale di quei momenti drammatici vissuti in un silenzio doloroso. Tempi di arruolamenti, di lettere all’indirizzo di affetti sopravvissuti non si sa per quanto, di attese sature di respiri trattenuti, di dialoghi scarni, fatti di poche parole e quasi sospirate, come se si temesse di rompere il cristallo di una sfera che sembra saper porre solo domande, negando le agognate risposte. Tempi di una solidarietà fraterna inimmaginabile oggi: quando ancora un gesto,
una parola, uno sguardo faceva la differenza e sapeva dare conforto. E’ il piccolo grande miracolo ottenuto con Ithaca da una di quelle regie che proprio non ti aspetteresti. Non almeno per un film di questo genere! E questa regia reca la firma di una Meg Ryan che, varcata la soglia della recitazione, della commedia o del dramedy, si rivela qui straordinariamente matura e sensibile nel trasporre sul grande schermo una vera e propria perla narrativa. Perla così intimista da affidarsi alla soggettiva di un quattordicenne sbocciato prematuramente in adulto nel giro di una sola settimana. E questo quattordicenne è l’Homer Macauley di Alex Neustaedter (un volto per il cinema), l’uomo di casa dopo la morte del padre (il Mr. Macauley di Tom Hanks) e la partenza per il fronte del fratello Marcus (Jack Quaid). Una casa affollata, malgrado tutto, condivisa dalla vedova Kathy (la stessa Meg Ryan), la sorella
Bess sempre insieme all’amica Mary fidanzata di Marcus e il piccoletto Ulisse di soli 4 anni.
Mentre riserva per se stessa nel ruolo di madre una presenza sul campo minimalista, Meg Ryan regista fa un gran bel lavoro di cesello mostrando pure un ottimo senso della misura: non si attarda mai su nessun momento più del necessario e predilige il primo piano della sfumatura di un silenzio, di un volto pensante in penombra, di una visione, di un ricordo, o di uno scherzo della memoria che riesce a sublimare in modo lirico, mai melenso, piuttosto netto, pulito. E’ il caso del cameo di Tom Hanks (il capofamiglia deceduto), intenso e superbo nel suo silenzio, ammiccante un monito all'indirizzo della moglie, la cui sofferenza resta tutta interiore. Non vi sono esternazioni melodrammatiche. Non c’è spazio qui. Mai. Ci sono semmai esternazioni veraci, come il vomito di Homer alla consegna del suo primo telegramma o, in un successivo momento di smarrimento, una reazione che ci
è consentito di intravedere solo riflessa sul vetro di un quadro. Una reazione rappresa, raccolta da una macchina da presa che ha scelto di catturare sensazioni, emozioni, pensieri, seguendo la linea guida di una raffinata sottrazione, concedendosi solo occhiate fugaci, magari ad un’infanzia senza pretese, riunita nei cortili e bastante a se stessa. Ne esce un affresco asciutto e carico di grandi sentimenti che nulla hanno a che vedere con i sentimentalismi. Sentimenti speculari a gesti che oggi come oggi ci fanno sentire così piccoli e meschini mentre ci si lamenta per mancanze risibili. Così, cavalcando una bicicletta, armato di tutto l'ardore di gioventù, Homer si vede costretto ad inchinarsi al giogo di una vita ingiusta e crudele, che impone di diventare grandi più in fretta del previsto. E non ci sono deroghe. Ma ci si deve comunque rialzare e andare avanti. In che modo è un’altra storia, un fatto
personale da cui la macchina da presa di Meg Ryan sa come prendere le distanze: defilandosi dolcemente, mentre guadagna un campo lungo carico di tutta la discrezione e il rispetto necessari.
“Va tutto bene Homer, stai solo guardando il mondo da adulto per la prima voltaâ€
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer ufficiale (V.O.):
Perle di sceneggiatura
Il barista: "Non credevo che l'avrei fatto di nuovo. La guerra è dentro di noi, è dentro di me, è quello che siamo, fino alla fine"
Marcus (in una tra le varie lettere indirizzate al fratello Homer): "Cerca di ricordare che nessuno è separato dall'altro, lui è noi e noi siamo lui"
Homer: "Se mio fratello sarà ucciso da questa guerra sputerò sul mondo, sarò il più cattivo..."
Tom Sprangler a Homer: "Prova semplicemente a pensare che la parte migliore di una brava persona resta, resta per sempre"