LOCKE: NELL'INCONSUETO THRILLER 'ON THE ROAD' DI STEVEN KNIGHT IL PERSONAGGIO 'ON MAN SHOW' DI TOM HARDY
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dalla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica - Dal 30 APRILE
"È stata una gioia e una sfida realizzare Locke in modo completamente diverso. Girato in tempo reale, il film si inoltra in territori inesplorati della cinematografia per cui Hardy regge lo schermo da solo mentre la cinepresa non chiude mai occhio. L’autostrada di notte è in parte sfondo e in parte installazione artistica, mentre un cast d’eccezione interpreta le persone che Ivan ama e odia e che assistono al suo viaggio straordinario verso la disperazione e, infine, verso la redenzione. La vita di un uomo trasformata in mezzo serbatoio di benzina. Credo che il viaggio di Ivan Locke sia profondamente commovente ed estremamente compulsivo".
Il regista Steven Knight
(Locke; USA/REGNO UNITO 2014; Thriller drammatico; 85'; Produz.: IM Global/Shoebox Films; Distribuz.: Good Films)
Cast: Tom Hardy (Ivan Locke) Ruth Wilson (Katrina) Olivia Colman (Bethan) Andrew Scott (Donal) Ben Daniels (Gareth) Tom Holland (Eddie) Bill Milner (Sean) Alice Lowe (la sorella Margaret) Danny Webb (Cassidy) Lee Ross (PC Davids) Silas Carson (Dr. Gullu) Kirsty Dillon (la moglie di Gareth)
Musica: Dickon Hinchliffe
Costumi: Nigel Egerton
Fotografia: Haris Zambarloukos
Montaggio: Justine Wright
Casting: Shaheen Baig
Scheda film aggiornata al:
17 Maggio 2014
Sinossi:
IN BREVE:
Il film - girato in tempo reale per 90 minuti - racconta la storia di un uomo, Ivan Locke (Tom Hardy), con una famiglia perfetta, un lavoro da sogno e un domani che dovrebbe coronare il momento culminante della sua carriera. Ma una telefonata lo obbligherà a prendere una decisione che metterà tutto a rischio, dando vita a una tesissima corsa contro il tempo per salvare ciò che gli è più caro.
IN DETTAGLIO:
Ivan Locke si è dato molto da fare per crearsi una vita soddisfacente. Stanotte quella vita gli crollerà addosso. Alla vigilia della più grande sfida della sua carriera, Ivan riceve una telefonata che mette in moto una serie di eventi che faranno a pezzi la sua famiglia, il suo lavoro e la sua anima. La regia di Locke è un’esperienza cinematografica più unica che rara che mette letteralmente il pubblico al posto del passeggero a guardare la vita del guidatore che si dipana.
SHORT SYNOPSIS:
A man's life unravels during a 90-minutes race against time.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Devo dire che ci vuole del coraggio per portare sul grande schermo un film come questo Locke, un thriller girato in modo da dare l'impressione della ripresa in tempo reale, interamente di notte con il 'one man show' di Tom Hardy (lo psicopatico Bane de Il cavaliere oscuro-Il ritorno) nelle vesti di questo Ivan, il Locke del titolo, in un'auto diretta a Londra per far fronte ad una sconvolgente e inaspettata telefonata. Non era da tutti tenere per le briglie un ruolo del genere e Hardy, che qualcuno ha paragonato - forse in un conato di eccessivo entusiasmo, ma è questa solo la mia modesta opinione - al trasformismo inteso come 'seconda pelle' alla Robert De Niro, ha dato il meglio di quel che poteva.
Forse memore dello spielberghiano Duel, da manuale, il regista Steven Knight (lo sceneggiatore di Stephen Frears per Piccoli affari sporchi e di David Cronenberg per La
legate ad una epocale colata di calcestruzzo a cui non sarebbe dovuto proprio mancare e che invece è costretto a delegare, innescando un caleidoscopio di reazioni a catena, la cui anima si annida tutta in quelle telefonate, che una dopo l'altra ci fanno fare una conoscenza sempre meno epidermica dell'interessante personaggio che ci troviamo di fronte, un tipo tosto che sa piangere in silenzio e rispondere al telefono come si conviene, il più delle volte senza fare una piega, a dispetto del baratro che gli sta sconquassando la coscienza al punto da intavolare un'invettiva fuori tempo massimo con una figura di padre assente e precaria su più fronti quando era in vita. Invettiva che si rivela cruciale per mettere sempre più a fuoco le motivazioni che spingono il nostro protagonista così lontano da casa quando era atteso da moglie e figli per una buona partita e una cena a base
di salsicce e che condiziona così tanto quella scelta che ora lo sta trascinando fuori dai confini di quello che fino a quel momento aveva rappresentato il suo cerchio di sicurezza professionale e familiare.
Un interessante 'esperimento' sulla rivisitazione di un genere, di pari passo con il raggio di apertura dimostrato dallo stesso Tom Hardy per un ritratto introspettivo di non facile messa a fuoco, confortato unicamente dalla discreta complicità del gioco di luci riflesse e sfocate del minimalista paesaggio autostradale. Luci che si assimilano, con tocco artistico, alla soggettiva della sua sofferenza visiva, semplicemente più estroversa di quella interiore.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Good Films, Samanta Dalla Longa e Maria Rosaria Giampaglia (QuattroZeroQuattro)