INTO THE WOODS: IN PUNTA DI FIABE IN MUSICAL IL REGISTA ROB MARSHALL (CHICAGO, MEMORIE DI UNA GEISHA, NINE, PIRATI DEI CARAIBI-OLTRE I CONFINI DEL MARE) INTONA UN'ALTRA PELLICOLA 'ALL-STAR', TRA CUI LA STREGA MERYL STREEP, IL LUPO JOHNNY DEPP, LA CENERENTOLA ANNA KENDRICK, LA MOGLIE DEL PANETTIERE EMILY BLUNT E MOLTI ALTRI ANCORA
THE BEST OF 'CINEMA SOTTO LE STELLE' (Cinema all'aperto - Estate 2015) - Dal 2 APRILE - RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by SCOTT FOUNDAS (www.variety.com)
"La storia è una rivisitazione di diverse fiabe amatissime, ed è divertente nonostante esamini temi complessi come le conseguenze dei propri desideri, il rapporto tra genitori e figli, lâaviditĂ , lâambizione e, piĂš di tutto il resto, lâamore incondizionato e il potere dellâanimo umano... Il Bosco della nostra storia è universale, e simboleggia molte cose. Ă il luogo in cui si va per inseguire i propri sogni, fronteggiare le proprie paure, perdersi, ritrovarsi, crescere e imparare ad andare avanti. Fa tutto parte della vita. E allora ogni volta ritorniamo nel Bosco, in continuazione, 'Into the Woods'... In molti modi, credo che 'Into the Woods' sia una fiaba rivolta alla generazione del XXI secolo, post-11 settembre. Quando la scrissero, Sondheim e Lapine erano molto in anticipo sui tempi. Sapere che non siamo soli in questo mondo instabile è confortante, ci offre una luce di speranza".
Il regista Rob Marshall
"'No One Is Alone' spiega al pubblico che ce lâabbiamo fatta. Ă di questo che parla lo spettacolo. Nessuno è da solo: in qualche modo siamo tutti connessi, ognuno di noi è responsabile delle azioni degli altri. Ă qualcosa in cui credo fermamente, e vale la pena parlarne".
L'autore dello spettacolo teatrale in musical di Broadway Stephen Sondheim
(Into the Woods; USA 2014; Musical Fantasy; 125'; Produz.: Lucamar Productions/Marc Platt Productions/Walt Disney Pictures; Distribuz.: The Walt Disney Pictures Italia)
Soggetto: Basato sul musical teatrale di Stephen Sondheim e James Lapine. O, per meglio dire: soggetto di James Lapine, ispirato allo spettacolo di Broadway Into the Woods firmato dal celebre Stephen Sondheim.
PRELIMINARIA - Dal Musical al Grande Schermo:
⢠Il musical âInto the Woodsâ ha debuttato per la prima volta il 5 novembre del 1987 al Martin Beck Theatre di Broadway. Lâallestimento, in scena con 764 rappresentazioni, vinse tre Tony Awards: migliori musiche, miglior libretto e miglior attrice protagonista in un musical. Fra gli altri premi, il musical ricevette cinque Drama Desk Awards, incluso quello per il miglior musical. âInto the Woodsâ è andato in scena in tutto il mondo, incluso un tour statunitense nel 1998, un allestimento nel West End di Londra nel 1990 e dei revival a Broadway e Londra, oltre a una versione televisiva, una registrazione su DVD e un concerto in occasione del decimo anniversario.
⢠Lâadattamento cinematografo riprenderĂ i brani tratti dal musical teatrale, tra cui âChildren Will Listen,â âGiants in the Sky,â âOn the Steps of the Palace,â âNo One Is Aloneâ, âAgonyâ e molti altri.
⢠Il pluripremiato team produttivo vede coinvolti anche il direttore della fotografia Dion Beebe (Collateral, Chicago, Nine), premiato con lâOscarÂŽ grazie al lavoro svolto in Memorie di una Geisha, sempre diretto da Marshall; lo scenografo Dennis Gassner (Skyfall, Quantum of Solace), premio Oscar per Bugsy; e la costumista Colleen Atwood (Memorie di una Geisha, Chicago, Alice in Wonderland), vincitrice di tre Oscar.
Annette Crosbie (La madre del fornaio) Frances de la Tour (Il gigante) Richard Glover (Il maggiordomo) Joanna Riding (La madre di Cenerentola) Barrie Martin (Paesano)
Musica: Stephen Sondheim
Costumi: Colleen Atwood
Scenografia: Dennis Gassner
Fotografia: Dion Beebe
Montaggio: Wyatt Smith
Effetti Speciali: Stefano Pepin (supervisore effetti speciali); Justin Cornish, Matt Johnson e Brooke Lyndon-Stanford (supervisori effetti visivi)
Casting: Francine Maisler e Bernard Telsey
Scheda film aggiornata al:
23 Agosto 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Into the Woods è un film intenso e ricco di umorismo che rivede e intreccia , in chiave di musical, le celebri fiabe di Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Raperonzolo e Jack e il fagiolo magico, unendole fra loro con una storia del tutto nuova incentrata su un panettiere e sua moglie, sul loro desiderio di formare una famiglia e sul rapporto con la strega (Meryl Streep) che ha gettato su di loro un maleficio.
IN ALTRE PAROLE:
Il film Disney Into the Woods è una rivisitazione in chiave moderna delle piÚ amate fiabe dei fratelli Grimm, in cui si intrecciano le trame di alcuni racconti, per esplorare le conseguenze delle avventure e dei desideri dei personaggi. Questo musical intenso e ricco di umorismo rivisita le fiabe classiche di Cenerentola (Anna Kendrick), Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford), Jack e il fagiolo magico (Daniel Huttlestone) e Raperonzolo (MacKenzie Mauzy), unendole tra loro tramite una vicenda del tutto nuova incentrata su un panettiere e sua moglie (James Corden ed Emily Blunt), sul loro desiderio di formare una famiglia e sul rapporto con la strega (Meryl Streep) che ha gettato su di loro un maleficio.
IN DETTAGLIO:
Tanto tempo fa, in un Regno lontano, quando il Fornaio (James Corden) era solo un bambino, suo padre (Simon Russell Beale) fu scoperto a rubare dei fagioli magici nellâorto della Strega (Meryl Streep), sua vicina di casa. Come punizione per aver perso i preziosi fagioli, la Strega cadde vittima di un maleficio che rese il suo aspetto orrendo. La Strega maledisse a sua volta la famiglia del Fornaio, facendo sĂŹ che il Fornaio e sua Moglie non avrebbero mai potuto avere un bambino.
Anni dopo, quando il Fornaio e sua Moglie (Emily Blunt) scoprono la maledizione, essi si avventurano nel Bosco alla ricerca degli ingredienti necessari a spezzare il maleficio e a restituire alla Strega la sua bellezza. Tre giorni prima che la luna blu appaia nel cielo, un evento che occorre solo ogni cento anni, i due dovranno trovare quattro oggetti: una mucca bianca come il latte, capelli biondi come il grano, un cappuccio rosso come il sangue e una scarpetta pura come lâoro. Nel loro viaggio attraverso il Bosco, essi incontreranno: Cenerentola (Anna Kendrick), in fuga dal Palazzo con due scarpette dâoro; Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford), diretta verso la casa della Nonna e inseguita dal Lupo (Depp); la bella fanciulla Rapunzel (Mackenzie Mauzy), intrappolata dalla Strega in una torre senza porte; e il giovane Jack (Daniel Huttlestone), in viaggio verso il mercato per vendere la sua amata mucca, Biancolatte, cosĂŹ da placare la sua esasperata madre (Tracey Ullman). Ognuno di loro ha un desiderio da realizzare. La notte della luna blu si avvicina, e il Fornaio e sua Moglie, dopo aver rimediato gli ingredienti richiesti tramite furti, corruzioni e inganni, li consegnano alla Strega. Subito la maledizione è spezzata, e la Strega riacquista la sua bellezza. Il Fornaio e sua Moglie danno magicamente alla luce il bambino che tanto desideravano. Cenerentola si libera dalle grinfie della sua crudele Matrigna (Christine Baranski) e delle sorellastre Florinda e Lucinda (Tammy Blanchard e Lucy Punch), e sposa il suo Principe (Chris Pine). Rapunzel viene liberata dalla torre dal suo Principe (Billy Magnussen), e la gigantesca pianta nata dai fagioli che Jack ha ricevuto in cambio della sua mucca lâha condotto a ricchezze che superano i piĂš sfrenati sogni di sua madre.
Ma, proprio quando sono tutti felici e contenti, una spaventosa e vendicativa Gigantessa (Frances De La Tour) scende dalla pianta di fagioli, portando distruzione nel Regno, nel villaggio e nella foresta incantata. Costretti ad affrontare le conseguenze dei loro desideri, i personaggi che hanno stretto amicizia nel Bosco dovranno unirsi e assumersi la responsabilitĂ delle proprie azioni per riuscire a sconfiggere la Gigantessa. Solo allora scopriranno il significato di ciascuna delle loro avventure.
SHORT SYNOPSIS:
A witch conspires to teach important lessons to various characters of popular children's stories including Little Red Riding Hood, Cinderella, Jack and the Beanstalk and Rapunzel.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
LA MODERNA FAVOLISTICA PER ADULTI SECONDO LA RICETTA 'LAPINE-SONDHEIM-MARSHALL'
Anche Into the Woods ha il suo mantra: 'I wish' - 'Io desidero' è l'espressione che ogni protagonista esprime piÚ e piÚ volte. Ed è anche il motivo con cui chiude, avvolto in una riflessione di natura spirituale che riecheggia come monito, mettendo in guardia sulle conseguenze. Il musical che Rob Marshall (Chicago, Nine), ha confezionato per il grande schermo, tratto a sua volta dal musical di Stephen Sondheim (firmatario anche delle musiche e dei testi del film) e James Lapine (anche sceneggiatore del film) per il teatro di Broadway, è un'ambiziosa rivisitazione in chiave moderna delle piÚ amate fiabe dei fratelli Grimm, in cui domina l'intreccio delle rispettive trame, mirato ad esplorare le conseguenze dei desideri dei vari personaggi: da Cenerentola (Anna Kendrick) a Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford), tallonata dal piÚ umoristico dei lupi (quello tradotto da Johnny Depp), da Jack
e il fagiolo magico (Daniel Huttlestone) a Raperonzolo (MacKenzie Mauzy). A far da collante tra loro, una new entry che vede protagonisti un panettiere e sua moglie (James Corden ed Emily Blunt), animati dal desiderio di formare una famiglia con la nascita di un figlio che invece non arriva. Presto scopriranno che la causa di tutti i loro mali si annida nel maleficio gettato su di loro dalla Strega, personaggio chiave che vede sulla scena Meryl Streep a lungo 'imbefanita' prima di un ritorno, per breve tempo, allo splendore di gioventÚ. Ruolo che peraltro le è valso una nomination agli Oscar 2015 come 'Miglior Attrice Non Protagonista'. I dettagli della trama pluriarticolata di Into the Woods, sono ottimamente tratteggiati in dettaglio nella Sinossi di questa stessa scheda film.
Eppure, lo scintillante cast all-star, dalle invidiabili doti canore che li accomuna, i testi ben scritti e felicemente uniti in matrimonio con le
musiche, una voce fuori campo che ogni tanto sbuca a dar respiro a quello scheletro di sceneggiatura che sopravvive dalla partitura dominante di un classico musical, non rende le cose facili, nè troppo esaltanti, prima che la parte finale rimescoli le carte in maniera originale e che l'epilogo non restituisca pieno significato al tutto. Il montaggio alternato fitto e vorticoso in cui volteggiano i vari frammenti di ogni favola, rendono difatti il percorso farraginoso, con qualche motivo di ritorno di troppo, e con un incedere pesante, almeno finchÊ non si comincia ad intravedere il fil rouge che li va intrecciando tra loro intorno al nucleo centrale dei due coniugi fornai (Corden-Blunt). Non mancano i tratti autoriali in punta di citazione, come la scena dell'attacco di uno stormo di uccelli - quelli cui rivolge anche desideri e preghiere la Cenerentola di Anna Kendrick - agli occhi delle due crudeli sorellastre: come
non pensare a Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock?! CosÏ come non mancano tratti umoristici, non tanto legati alla sceneggiatura, quanto a qualche incongruenza del tipo di quelle che spiccano nella sequenza in cui Cenerentola resta bloccata sui gradini della scalinata di palazzo reale, cosparsi di pece dal principe nel tentativo di trattenerla dalla sua terza fuga. Quando funziona come colla e quando può camminarci sopra senza che succeda nulla, mentre canta le sue perplessità sulle sincere intenzioni del principe. D'altra parte è indubbiamente originale l'idea di far lasciare a Cenerentola di proposito la scarpetta nella pece per saggiare la bontà dell'amore del principe nei suoi confronti. Mai dubbio fu piÚ fondato, come vedremo piÚ avanti! E l'esperimento non sarà servito a granchÊ! E che dire poi della treccia di Raperonzolo?! Che viene recisa prima dalla furba fornaia e dopo - la treccia è piÚ lunga di prima - dalla
'madre-carceriera', la Strega Streep! Solo a questo punto avrĂ finalmente i capelli corti.
Beh, quisquilie, ma si fanno notare, soprattutto quando tutto quel 'trafficare' nel bosco si fa intenso ad oltranza. Già , il bosco! Il primo vero protagonista! Quella corsa ad ostacoli che è la vita! Il luogo dove ci si entusiasma, si spera, ci si avventura, ci si ferisce, si cade e ci si rialza, si cresce e si cambia dentro. Quale migliore metafora! L'intramontabile saggio Morfologia della fiaba (1928) del celebre linguista ed antropologo russo Vladimir Propp ne dà conto, com'è noto, in maniera piuttosto eloquente ed esaustiva. E quale migliore resa scenografica se non quella ottenuta con i piÚ suggestivi, fiabeschi, è proprio questo il caso di dirlo, scorci della campagna inglese, incluse le secolari querce del Windsor Great Park, come unico scenario di incontro dei nostri personaggi?!
Ma la 'ricetta Marshall' di Into the Woods include anche
due altri, insospettabili quanto cruciali, ingredienti: il senso di solitudine e di smarrimento che accompagna i protagonisti nel bosco, cosÏ come ogni uomo, donna, bambino o bambina, nei rispettivi percorsi di vita, e il senso di spiritualità e speranza che gradualmente li investe: No One Is Alone (Nessuno è solo) è per l'appunto anche il titolo di una delle canzoni piÚ toccanti e memorabili di 'Into the Woods'".
"A volte le persone ti lasciano a metà del bosco, non farti abbattere, nessuno se ne va per sempre, nessuno è solo... Fà attenzione a ciò che desideri. I desideri sono bambini. Fà attenzione alla strada che prendono. I desideri si avverano, non senza conseguenze. Attento agli incantesimi. Non solo sui bambini. A volte possono durare oltre ciò che vedi. E rigirarsi contro di te. Attento alle storie che racconti. Sono anch'esse incantesimi. I bambini ascolteranno". L'ultimo canto della fornaia di Emily Blunt,
al fianco del marito panettiere e del suo neonato nello spirito non potendo piĂš esserci fisicamente, incarna questo senso di spiritualitĂ e di speranza in grado di sgombrare l'orizzonte dal senso si smarrimento e di oppressione generati dalla solitudine.
Sui titoli di coda, schegge di sequenze personalizzate fanno da cornice ai protagonisti che cosÏ prendono commiato dal pubblico - in un evidente omaggio al teatro di Broadway da cui il musical Into the Woods prende forma - ma a chiudere il sipario sul grande schermo è nuovamente Anna Kendrick, alias Cenerentola, principessa per un giorno, e probabile neo compagna del panettiere per la vita, con l'ultimo verso del medesimo mantra: 'I wish', a dimostrazione del fatto che ogni essere umano non potrà mai smettere di sognare e di desiderare finchÊ avrà vita. Deve solo fare molta attenzione a quello che desidera ed immaginare quel che potrebbe seguire: è questo il messaggio
con cui James Lapine, Stephen Sondheim e Rob Marshall, ascrivono il musical Into the Woods alla sfera della moderna favolistica per adulti.
Secondo commento critico (a cura di SCOTT FOUNDAS, www.variety.com)
WOLVES HOWL, GIANTS ROAR AND A CAST OF FAIRY-TALE ALL-STARS SEEK ENLIGHTENMENT IN THIS SOLID, SATISFYING FILM VERSION OF STEPHEN SONDHEIM'S BELOVED BROADWAY MUSICAL.
âBe careful what you wish forâ warn the ads for âInto the Woodsâ â an apt summary of the movieâs theme, and also the mindset of many a Stephen Sondheim fan ever since it was announced that the composerâs popular 1987 Broadway musical was being turned into a film. But such fears are swiftly allayed by director Rob Marshall, who, um, marshals Sondheimâs cavalcade of fairy-tale all-stars on to the screen in a faithful, never particularly inspired, but supremely respectable version â one that outclasses Marshallâs prior âChicagoâ and âNine,â to say nothing of this seasonâs two-ton musical monstrosity, âAnnie.â Strong reviews and family appeal should earn Disney much more than a bunch of magic beans at the holiday box office, with a long
shelf life to follow.
It certainly took Hollywood long enough to see the forest for the trees where âInto the Woodsâ was concerned. A film version was first bandied about in the mid-â90s at Sony (with Goldie Hawn, Cher and Steve Martin among the potential cast), then put into development deep-freeze for the next two decades. During that time, âWoodsâ was revived twice on the New York stage (including director Timothy Sheaderâs brilliant open-air production in Central Park in 2012) and could be felt as an influence on the âShrekâ movies and (especially) Disneyâs âEnchanted.â But the announcement that Disney was finally making âWoodsâ still brought with it no shortage of anxieties (some fueled by a misquoted Sondheim interview): namely, that the Mouse House would sand down the less family-friendly elements of the show, including its lascivious pederast wolf, an episode of marital infidelity, and a second-act body count to
rival Sondheimâs own âSweeney Todd.â
For all those reasons and more, the chief virtue of this âInto the Woodsâ is a feeling of relief. Marshall hasnât made one of the great movie musicals here, but he hasnât bungled it, either â far from it. Aficionados who know the show by heart will fully recognize what they see here (and actually be able to see it, after the frantic, seizure-inducing editing of âChicagoâ and âNineâ), while new audiences will more than get the gist, a touch condensed and Disneyfied perhaps, but to little overall detriment. If so much as one tween viewer adds Sondheim to his or her iPod playlist alongside the likes of âLet it Go,â all will have been worthwhile.
Taking greater inspiration from âThe Uses of Enchantmentâ author Bruno Bettelheim than from Uncle Walt, Sondheim and book writer James Lapine (who also earns a screenplay credit here) pluck a dozen
or so characters from the iconic fairy tales of the Brothers Grimm, add in a few of their own invention, and set them on a tragicomic collision course in which âhappily ever afterâ comes with a litany of fine-print conditions.
The lineup includes a humble baker (the very appealing James Corden) and his wife (Emily Blunt), whose bake shop is frequented by a bratty, shoplifting Red Riding Hood (Lilla Crawford), and who live next door to a haggard old witch (Meryl Streep) with many axes to grind. Long ago, the witch abducted the bakerâs infant sister, Rapunzel (MacKenzie Mauzy), and cursed the baker himself with sterile genes â punishment for the sins of his estranged father (who stole magic beans from the witchâs garden, once upon a time). But the curse can be reversed, the witch announces, provided the baker and his wife procure the necessary ingredients in the span of
72 hours: a cow as white as milk, a cape as red as blood, hair as yellow as corn, and a slipper as pure as gold.
It is that quest which leads the childless couple into said woods, and into contact with all manner of fellow travelers running to or away from something: the farm boy Jack (Daniel Huttlestone), reluctantly off to market to sell his beloved but milk-dry cow; Cinderella (Anna Kendrick), giving chase to a confounded Prince Charming (Chris Pine); and Little Red herself, weighing motherâs advice about strangers against the dandyish charms of a certain Mr. Wolf (a lip-smacking Johnny Depp, in slanted fedora and a kind of hirsute smoking jacket). For Sondheim and Lapine, these woods are as much a psychological space as a physical one â an existential crucible where innocence is lost, wisdom gained and the difficulty felt of walking a mile in someone elseâs
shoes, be they golden or giant-sized. Freed from the literal belly of the beast, Red Riding Hood sings that her lupine adventure made her feel scared, yes, but also excited, before concluding, âIsnât it nice to know a lot?/And a little bit not.â Meanwhile, after her own illicit wooded liaison, the bakerâs wife wonders, âIs it always âor?â/Is it never âand?ââ â one of those deceptively simple Sondheim lyrics that feels like a definitive expression of lifeâs unending compromise.
Marshall, whoâs never seemed to know quite what to do with a movie camera and an editing machine, is helped considerably here by the fact that âWoodsâ (unlike his previous musical films) has no major dances to flash-cut into incoherence. And where both âChicagoâ and âNineâ labored to present their musical numbers as fantasy sequences, lest multiplex-goers be alarmed by the sight of actors suddenly bursting into song, âWoodsâ harbors no such
concerns, embracing its theatricality down to the smallest details of costume and set design. (âThe trees are just wood,â Sondheimâs characters sing, but the ones in Marshallâs film, care of production designer Dennis Gassner, look closer to fiberglass.) Weâre a long â and probably wise â way here from the bigger-budget version of the film originally proposed, complete with elaborate creature effects from the Jim Henson workshop. The movie doesnât need the extra razzle-dazzle because the real magic is there in Sondheimâs music, which Marshall allows to come through mostly unimpeded (save for a few deleted reprises) in Jonathan Tunickâs marvelous original orchestrations, conducted by longtime Sondheim collaborator Paul Gemignani.
Both men also worked on Tim Burtonâs 2007 film version of âSweeney Toddâ (starring Depp as the eponymous demon barber), a stylistically bolder and more accomplished film than âInto the Woods.â If comparisons must be made, however, then âWoodsâ is the
better sung of the two, by a generally superb cast who catch the tricky tonal shifts from cheeky satire to pathos and back again. Decked out with a long gray mane and a face of Grand Canyon crags, Streep brings a most amusing petulance to the witch (whom Bernadette Peters played as more of a cloying Jewish mother in the original Broadway production). Pine makes for a hilariously preening, clueless Prince, as does Billy Magnussen as his equally charming and insincere princely brother (who longs for fair Rapunzel). Their witty duet, âAgony,â performed in the midst of a babbling brook, is one of the filmâs most dynamic numbers. But as onstage, the richest part here is that of the bakerâs wife, a loyal helpmeet who canât help but wonder if sheâs cut out for grander things, and who pays dearly for that curiosity. And Blunt (once again under Streepâs thumb,
as in âThe Devil Wears Pradaâ) has just the right nurturing yet wistful air to make the character heartbreaking in spite of (or rather, because of) her all-too-human flaws.
For the screen, Lapine has somewhat condensed the showâs second half, diluting the sense that the characters, having achieved their ostensible goals by intermission, still long for something more. Mostly, though, the second-act doozies are still here: the deaths, the betrayals and the buck-passing standoff with a very angry female giant (Frances de la Tour). All of that should send wise children and their parents out into the night mulling the complex nature of love and loss, taking responsibility for oneâs own actions, and the things both good and ill we pass on from one generation to the next. âAnything can happen in the woods,â goes one Sondheim lyric, and the same might be said of Hollywood musicals. Sometimes, by happy luck,
they manage to get one right.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano The Walt Disney Pictures e Giulia Arbace (Ufficio Stampa)