HANSEL & GRETEL - CACCIATORI DI STREGHE: DALLA FAVOLA CLASSICA UNA NUOVA AVVENTURA DECLINATA SULL'ACTION MOVIE CON UN ASPRUZZATA DI HORROR. PROTAGONISTI JEREMY RENNER (HANSEL) E GEMMA ARTERTON (GRETEL)

Ricostruire in chiave pop il nostro bagaglio culturale è diventata la missione principale della cultura visuale degli ultimi tempi e riscoprire il mondo delle fiabe classiche un’ossessione che rischia di raschiare il fondo del barile se non si sta attenti e se non si propongono idee originali. Ad aprire il discorso la serie tv C’era una volta, che mescola i personaggi delle fiabe più classiche divise fra il loro mondo incantato e quello di una cittadina del Maine. Ma quel che contraddistingue quel lavoro, pur nei suoi numerosi difetti, è il rigore della scrittura seriale, la scelta stilistica delle vicende e il modo con il quale vengono mescolate le varie vicende. In questi ultimi due anni anche il cinema si è dato bellamente da fare in tal senso attraverso un paio di versioni di Biancaneve, poi è toccato a Cappuccetto Rosso, etc., etc. adesso sono Hansel & Gretel a dare

fiato agli schermi bui delle sale e portano il sottotitolo di Cacciatori di Streghe. I due protagonisti che hanno il volto adulto (e il talento bellamente sprecato, specialmente quello di lui) di Jeremy Renner e Gemma Arterton. Elementi fantasy coniugati con lo splatter che si riversano in un’operazione noiosa e stantìa che trova nel suo aspetto dark l’ennesima estetica costruita per un pubblico giovane.

L’unica nota positiva della pellicola è che perlomeno non spreca fiato in storie d’amore mielose o promesse di fedeltà eterna. E comunque visto l’andazzo da vampiri a streghe il discorso non cambia: è tutto un rimestare nel già visto, già sentito. I tasti di “copia” e “incolla” del computer degli sceneggiatori di queste produzioni (in questo caso lo stesso regista Tommy Wirkola) sono gli unici logorati sulle loro tastiere. Il film infatti è intriso di tutti i cliché tipici del genere, da una struttura narrativa confusa,

priva di qualsivoglia costruzione psicologica se non quella machista di personaggi dai contorni crudi e violenti, e anche lì privi di sfumature. Della fiaba non resta nulla, e forse è l’aspetto più interessante, perché il film con i suoi contorni da 'grand guignol' evita il pedale dei buoni sentimenti ed è tutto giocato su due protagonisti che hanno smesso da tempo di credere alle favole, consapevoli della triste sorte toccata a loro. Ma anche questo sa di già visto. La cattiveria di Hansel & Gretel è giocata con il tocco lieve della commedia, dell’ironia, ma anche quella resta bloccata in una banalità sconcertante. Tanto che forse la parola banale non rende la pochezza della questione. È tutto sangue e azione, che però risultano anch’essi noiosi come la storia che non prende piede da nessuna parte, eccetto per alcuni elementi che si configurano l’uno di seguito all’altro senza trovare una vera

e propria chiara linea della storia. L’unica fortuna è che non dura troppo, come invece va di moda nel cinema degli ultimi anni. Spiace sembrare ridondanti ma il film non lascia altra sorte al commento di chi scrive.