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    UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA: L'HANDICAP 'COME STRUMENTO PER RIVELARE LA FORZA INTERIORE DI UNA DONNA CHE PORTA ALLA RINASCITA'. QUESTA LA LEZIONE IMPARTITA DAL REGISTA JACQUES AUDIARD CON IL CONTRIBUTO DI MARION COTILLARD E DI MATTHIAS SCHOENAERTS

    'MIGLIOR FILM' al BFI London Film Festival 2012 - RECENSIONE - Dal 65. Festival del Cinema di CANNES - Dal 4 OTTOBRE

    "C’è qualcosa di veramente coinvolgente nella raccolta di racconti 'Ruggine e Ossa' di Craig Davidson: il quadro di un mondo vacillante, all’interno del quale dei percorsi individuali, dei destini semplici, si trovano enfatizzati dal dramma e dagli eventi. Una rappresentazione degli Stati Uniti come un universo razionale dove i corpi lottano per procurarsi un loro spazio, per tentare di stravolgere il destino che gli è stato riservato. Ali e Stéphanie non esistono nei racconti, e la raccolta di Craig Davidson sembra appartenere alla preistoria del progetto, ma la forza e la brutalità del racconto, la volontà che i personaggi vengano sublimati dal dramma e dal melodramma, ne sono il prodotto diretto. Fin dall’inizio del nostro lavoro di adattamento, ci siamo indirizzati verso una forma cinematografica che, in mancanza di una definizione migliore, chiamiamo 'espressionista', nella quale la forza delle immagini si mette al servizio del melodramma. Un’estetica brutale e contrastata. Questa forma ci ha guidato lungo tutta la stesura della sceneggiatura. Da questa forma deriva la storia d’amore che è la vera protagonista del film. Da questa forma prendono vita i nostri personaggi e la loro nobiltà nonostante la violenza del mondo di catastrofe economica in cui vivono".
    Il regista e co-sceneggiatore Jacques Audiard e Thomas Bidegain

    (De rouille et d'os; FRANCIA 2012; Drammatico; 120'; Produz.: Why Not Productions/Page 114/France 2 Cinéma/Les Films du Fleuve in co-produzione con Radio Télévision Belge/Francophone/Lumière/Lunanime; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana Un sapore di ruggine e ossa

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    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Un sapore di ruggine e ossa

    Titolo in lingua originale: De rouille et d'os

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Jacques Audiard

    Sceneggiatura: Jacques Audiard e Thomas Bidegain

    Soggetto: Tratto da Ruggine e Ossa di Craig Davidson (pubblicato in Italia da Einaudi)

    Cast: Marion Cotillard (Stéphanie)
    Matthias Schoenaerts (Alain Van Versch)
    Armand Verdure (Sam)
    Céline Sallette (Louise)
    Corinne Masiero (Anna)
    Bouli Lanners (Martial)
    Jean-Michel Correia (Richard)
    Mourad Frarema (Foued)
    Yannick Choirat (Simon)

    Musica: Alexandre Desplat

    Costumi: Virginie Montel

    Scenografia: Michel Barthélémy

    Fotografia: Stéphane Fontaine

    Montaggio: Juliette Welfling

    Effetti Speciali: Julien Poncet de la Grave (supervisore)

    Makeup: Alice Robert

    Casting: Richard Rousseau

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Stephanie, bellissima, fa l’addestratrice di orche. Un incidente le cambierà la vita. Con Alì troverà se stessa. Talvolta bisogna scavare fino alle ossa per arrivare al cuore.

    Tutto comincia al Nord. Ali si deve occupare di Sam, 5 anni. E’ suo figlio ma lo conosce appena. Senza casa, senza soldi e senza amici, Ali va a stare da sua sorella ad Antibes. Lì all’improvviso va tutto meglio, sua sorella li ospita nel suo garage, si occupa del bambino e c’è sempre il sole. Dopo una rissa in un locale notturno, il destino di Ali si incrocia con quello di Stéphanie. L’accompagna a casa e le lascia il suo numero di telefono. Lui è povero; lei è bella e molto sicura di sé. Una principessa. Sono l’una l’opposto dell’altro. Stéphanie addestra orche in un parco acquatico. Lo spettacolo notturno si trasforma in dramma e una telefonata nel cuore della notte li fa ritrovare. Quando Ali la rivede, la principessa è costretta su una sedia a rotelle: ha perso le gambe e molte illusioni. Ali aiuterà Stéphanie con semplicità, senza compassione, senza pietà. Lei tornerà a vivere.

    SHORT SYNOPSIS:

    Put in charge of his young son, Ali leaves Belgium for Antibes to live with his sister and her husband as a family. Ali's bond with Stephanie, a killer whale trainer, grows deeper after Stephanie suffers a horrible accident.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    SULLA SCIA DELL'ESPRESSIONISMO DI JACQUES AUDIARD, MARION COTILLARD METTE A NUDO ANIMA E CORPO INCONTRANDO L'APICE DI UNA POTENZA INTERIORE ASCIUTTA E SENZA ORPELLI CHE, NELLA SINERGICA COMPENSAZIONE, DOMINA L'ESPRESSIVITA' DEL BELGA MATTHIAS SCHOENAERTES.

    C'era tutta la materia prima per un melò. E c'era anche quella per un caleidoscopio di drammi ad incastro in stile Inarritu. Ma il tocco del regista francese Jacques Audiard (Il profeta) lavora in tutt'altro modo, secondo una sorta di comando del tipo 'indietro tutta': il suo è piuttosto un lavoro di cesello per sottrazione, incontrando nella riduzione ai minimi termini di ogni sorta di orpello, lo spicchio di verità che conta, quella essenziale al profilo di realtà, situazioni e personaggi. Audiard non si preoccupa perciò di corteggiare ad ogni costo il primo o primissimo piano, se non quando strettamente necessario e soprattutto puntato su dettagli per i quali non ha creato aspettativa alcuna. Il suo

    è paradossalmente uno stile tanto prepotentemente 'espressionista' quanto asciutto, quasi 'arido', nordico: quello con cui riesce d'altra parte a far parlare dall'interno, con la voce altisonante di un insistito 'ralenti' - un vero e proprio leit motiv del film - immagini crude collocate nell'ovatta di un profondo e attonito silenzio, appena 'mascherato' dietro un'accurata e sofisticata ricerca musicale, linea guida leale e sincera per situazioni e personaggi che Audiard riesce a spiare da lontano, con uno sguardo disincantato e senza filtri, attraverso i tagli netti delle ferite inferte loro da destini poco inclini alla clemenza.

    E' questo il genere di sguardo che Audiard, ispirato dai racconti Ruggine e Ossa di Craig Davidson, rivolge a due personaggi inediti in quanto non presenti nella fonte letteraria di riferimento: l'addestratrice di orche Stephanie (Marion Cotillard) e il disadattato Alain van Versch, meglio noto come Alì (Matthias Schoenaerts). Uno sguardo impietoso fin dalle prime

    battute che abbrancano l'arte dell'arrangio di Alì, improvvisamente caricato di una paternità cui non era affatto preparato e, successivamente, di Stephanie, lacerata profondamente da un'accidentale menomazione. Scorci di drammi personali che hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati, purché senza troppe esternazioni o edulcoranti, neppure quando si è in calo di zuccheri. Niente sconti, né concessioni, né troppi chiarimenti durante un percorso alquanto scarnificato soprattutto nella prima parte, irrorata in sottofondo dal mondo del lavoro, fatto di commesse in un supermercato (Anna, la sorella di Alì), di camionisti dipendenti (il cognato), di occupazioni a tempo determinato e di fortuna nello staff di sicurezza di locali notturni, o di vigilanza, nonché di 'integrazioni' più o meno sotterranee, più o meno illegali, non prive di tragiche conseguenze (il licenziamento di Anna), oltre che di allenamenti di boxe e di combattimenti su ring improvvisati, vivacizzati finanziariamente da scommesse clandestine (i giri di Alì).

    Così la tela di questo improbabile rapporto a lungo termine tra Alì e Stephanie, apparentemente 'dislessico', refrattario al consolidamento, si percepisce in tutta la sua ruvida e nodosa consistenza, finché non arriviamo ad apprezzarne la sottesa qualità, quella in grado di sviluppare un certo calore, ma non prima di esser passato sotto il giogo di personali e diverse sofferenze, gradualmente condivise, senza alcun genere di pietismo, in bilico tra il distacco e il ritrovamento, e sempre su mobili basi sabbiose.

    Audiard si affida così alla potenza delle immagini, come quelle che vedono protagonista Stephanie (Cotillard) in vari momenti all'indomani dell'incidente e della conseguente menomazione, per dare voce, corpo e anima a quanto impervio risulti il suo cammino nel ritrovare se stessa: immagini su cui spiccano alcuni momenti sulla spiaggia, il primo bagno, il togliersi le calze come preliminare per fare di nuovo i conti con la propria sessualità, il ripetere

    la gestualità ginnica che l'aveva vista fino a poco prima 'direttrice di un'orchestra acquatica popolata da orche', fino alla sequenza di una bellezza travolgente, che la vede al primo incontro postumo con l'orca al parco acquatico. Immagini che hanno per corollario una recitazione muta, totalmente interiorizzata - che regala a Marion Cotillard un 'bouquet' di tutta eccellenza - attraverso le quali Audiard può permettersi di compiere il miracolo di una rispettiva, interdipendente rinascita incrociata, credibile proprio perché nè celebrata nè incensata, ovvero mantenuta entro orlature contenute fino alla dissolvenza sui titoli di coda.

    Pressbook:

    PRESSBOOK di UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA

    Links:

    • Marion Cotillard

    • Matthias Schoenaerts

    • C'ERA UNA VOLTA A NEW YORK - INTERVISTA all'attrice protagonista MARION COTILLARD (Interviste)

    • Un sapore di ruggine e ossa (DVD)

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    Galleria Video:

    Un sapore di ruggine e ossa - trailer

    Un sapore di ruggine e ossa - trailer (versione originale sottotitolata in inglese) - De rouille et d'os

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'L'incontro'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'Opè'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'Combattimento'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'Che cosa sono per te'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'Mi piaceva essere guardata...'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'L'incidente'

    Un sapore di ruggine e ossa - clip 'Voglio fare il bagno anch'io'

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