UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA: L'HANDICAP 'COME STRUMENTO PER RIVELARE LA FORZA INTERIORE DI UNA DONNA CHE PORTA ALLA RINASCITA'. QUESTA LA LEZIONE IMPARTITA DAL REGISTA JACQUES AUDIARD CON IL CONTRIBUTO DI MARION COTILLARD E DI MATTHIAS SCHOENAERTS
'MIGLIOR FILM' al BFI London Film Festival 2012 - RECENSIONE - Dal 65. Festival del Cinema di CANNES - Dal 4 OTTOBRE
Effetti Speciali: Julien Poncet de la Grave (supervisore)
Makeup: Alice Robert
Casting: Richard Rousseau
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
Sinossi:
Stephanie, bellissima, fa l’addestratrice di orche. Un incidente le cambierà la vita. Con Alì troverà se stessa. Talvolta bisogna scavare fino alle ossa per arrivare al cuore.
Put in charge of his young son, Ali leaves Belgium for Antibes to live with his sister and her husband as a family. Ali's bond with Stephanie, a killer whale trainer, grows deeper after Stephanie suffers a horrible accident.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
SULLA SCIA DELL'ESPRESSIONISMO DI JACQUES AUDIARD, MARION COTILLARD METTE A NUDO ANIMA E CORPO INCONTRANDO L'APICE DI UNA POTENZA INTERIORE ASCIUTTA E SENZA ORPELLI CHE, NELLA SINERGICA COMPENSAZIONE, DOMINA L'ESPRESSIVITA' DEL BELGA MATTHIAS SCHOENAERTES.
C'era tutta la materia prima per un melò. E c'era anche quella per un caleidoscopio di drammi ad incastro in stile Inarritu. Ma il tocco del regista francese Jacques Audiard (Il profeta) lavora in tutt'altro modo, secondo una sorta di comando del tipo 'indietro tutta': il suo è piuttosto un lavoro di cesello per sottrazione, incontrando nella riduzione ai minimi termini di ogni sorta di orpello, lo spicchio di verità che conta, quella essenziale al profilo di realtà , situazioni e personaggi. Audiard non si preoccupa perciò di corteggiare ad ogni costo il primo o primissimo piano, se non quando strettamente necessario e soprattutto puntato su dettagli per i quali non ha creato aspettativa alcuna. Il suo
è paradossalmente uno stile tanto prepotentemente 'espressionista' quanto asciutto, quasi 'arido', nordico: quello con cui riesce d'altra parte a far parlare dall'interno, con la voce altisonante di un insistito 'ralenti' - un vero e proprio leit motiv del film - immagini crude collocate nell'ovatta di un profondo e attonito silenzio, appena 'mascherato' dietro un'accurata e sofisticata ricerca musicale, linea guida leale e sincera per situazioni e personaggi che Audiard riesce a spiare da lontano, con uno sguardo disincantato e senza filtri, attraverso i tagli netti delle ferite inferte loro da destini poco inclini alla clemenza.
E' questo il genere di sguardo che Audiard, ispirato dai racconti Ruggine e Ossa di Craig Davidson, rivolge a due personaggi inediti in quanto non presenti nella fonte letteraria di riferimento: l'addestratrice di orche Stephanie (Marion Cotillard) e il disadattato Alain van Versch, meglio noto come Alì (Matthias Schoenaerts). Uno sguardo impietoso fin dalle prime
Audiard si affida così alla potenza delle immagini, come quelle che vedono protagonista Stephanie (Cotillard) in vari momenti all'indomani dell'incidente e della conseguente menomazione, per dare voce, corpo e anima a quanto impervio risulti il suo cammino nel ritrovare se stessa: immagini su cui spiccano alcuni momenti sulla spiaggia, il primo bagno, il togliersi le calze come preliminare per fare di nuovo i conti con la propria sessualità , il ripetere