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LA CHIAVE DI SARA: 'SIAMO IL FRUTTO DELLA NOSTRA STORIA'. KRISTIN SCOTT THOMAS IN UN ALTRO POTENTE (ALMENO SULLA CARTA) SQUARCIO DRAMMATICO APPUNTATO SU UN PARAGRAFO DELLA MEMORIA STORICA POCO CONOSCIUTO
I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal 13 GENNAIO e in 155 sale dal 27 GENNAIO nella GIORNATA celebrativa DELLA MEMORIA
"L'idea di questo film è nata tre mesi prima dell'uscita di 'UV-Seduzione fatale'. Mi sono imbattuto nel libro di Tatiana de Rosnay e l'ho letteralmente divorato. Il suo intreccio è avvincente: oltre a raccontare il rastrellamento del Velodromo d'Inverno e i campi di concentramento del Loiret, li riesamina attraverso uno sguardo contemporaneo: dopo aver scoperto un segreto di famiglia, una giornalista americana che vive in Francia conoscerà meglio la storia del suo paese di adozione mentre la sua vita resterà sconvolta da qualcosa che all'inizio sembrava non riguardarla.
La storia esplora anche zone d'ombra di cui si è sempre parlato poco, come il comportamento dei testimoni dell'epoca, dei quali collaborazionisti e partigiani costituivano solo una piccola parte. La maggioranza delle persone semplicemente faceva finta di non vedere, cercando così di salvarsi la pelle; come la famiglia Tezac, che in linea di massima non ha fatto niente di male eppure si sente colpevole; o come i Dufaure, eroi quasi loro malgrado. Il libro rifugge da schemi manichei: ci sono i fatti e anche le conseguenze sulle generazioni future, e si è lontani dalle semplificazioni alle quali siamo abituati. Ha anche alcune affinità con la mia storia personale".
Il regista e co-sceneggiatore Gilles Paquet-Brenner
(Elle s'appelait Sarah; FRANCIA 2010; Drammatico storico di guerra; 111'; Produz.: Studio 37/Hugo Productions/TF1 Droits Audiovisuels/France 2 Cinéma con la partecipazione di Canal+/TPS Star/France Télévision con il sostegno della Région Ile-de-France in associazione con A Plus Image; Distribuz.: Lucky Red)
See SYNOPSIS
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Titolo in italiano: La chiave di Sara
Titolo in lingua originale:
Elle s'appelait Sarah
Anno di produzione:
2010
Anno di uscita:
2012
Regia: Gilles Paquet-Brenner
Sceneggiatura:
Gilles Paquet-Brenner e Serge Joncour
Soggetto: Tratto dall'omonimo best seller mondiale di Tatiana de Rosnay.
Cast: Kristin Scott Thomas (Julia Jarmond ) Mélusine Mayance (Sarah Starzynski ) Niels Arestrup (Jules Dufaure ) Frédéric Pierrot (Bertrand Tezac ) Michel Duchaussoy (Édouard Tezac ) Dominique Frot (Geneviève Dufaure ) Natasha Mashkevich (Mme Starzynski ) Gisèle Casadesus (Mamé ) Aidan Quinn (William Rainsferd ) Sarah Ber (Rachel ) Arben Bajraktaraj (M. Starzynski ) Karina Hin (Zoé) James Gerard (Mike Bambers ) Joseph Rezwin (Joshua) Kate Moran (Alexandra )
Musica: Max Richter
Costumi: Eric Perron
Scenografia: Françoise Dupertuis
Fotografia: Pascal Ridao
Montaggio: Hervé Schneid
Makeup: Linda Schwach
Casting: Gwendale Schmitz e Lina Todd
Scheda film aggiornata al:
01 Febbraio 2021
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Sinossi:
Parigi, ai giorni nostri. Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, sta facendo un'inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo D'inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento. Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara, una donna che aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per Julia era solo materiale per un articolo, diventa una questione personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad un mistero della sua famiglia. A 60 anni di distanza è possibile che due destini si incrocino portando alla luce un segreto che sconvolgerà per sempre la vita di Julia e dei suoi cari? A volte una verità che appartiene al passato comporta un prezzo da pagare nel presente...
SHORT SYNOPSIS:
One of the darkest moments in French history occurred in 1942 Paris when French officials rounded up over 10,000 Jews and placed them in local camps. Eventually over 8,000 were sent off to German concentration camps. As 10-year old Sarah and her family are being arrested, she hides her younger brother in a closet. After realizing she will not be allowed to go home, Sarah does whatever she can to get back to her brother. In 2009, a journalist named Julia is on assignment to write a story on the deported Jews in 1942. When she moves into her father-in-law's childhood apartment, she realizes it once belonged to the Strazynski family, and their daughter Sarah.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Quando una storia viene raccontata non può essere dimenticata, diventa qualcos'altro, la speranza di ciò che possiamo diventare". Il didascalico epilogo de La chiave di Sara, riallacciandosi all'altrettanto didascalico avvio con la voce fuori campo della protagonista adulta, vorrebbe avvalorare una pellicola indubbiamente necessaria dal punto di vista del soggetto, ma - e non possiamo evitarci con estrema amarezza di sottolinearlo - letteralmente 'rovinata' da una confezione sbagliata. E dire che c'erano due ottime premesse per una riuscita assicurata: un episodio poco conosciuto nel serbatoio, ahimé! senza fondo, davvero illimitato, della Shoah e un'attrice come Kristin Scott Thomas a bordo. La pellicola non poteva che decollare e invece...!
Si potevano scegliere diverse strade da
percorrere per narrare questo nuovo e, ripeto, necessario, racconto della memoria che porta sul podio della vergogna la polizia francese, con il compiaciuto consenso di buona parte di funzionari e cittadini. Un altro straziante rastrellamento, tra |
gli innumerevoli che la Storia già conosce, questa volta appuntato sul 16 luglio del 1942 al cosiddetto Velodromo d'Inverno, sede oggi occupata - "ironia della sorte" - dal Ministero dell'Interno. Rastrellamento di 13.512 ebrei variamente narrato sulla celluloide, recentemente dalla regista Roselyne Bosch con La Rafle (Vento di primavera, 2010, con Jean Reno) e, più indietro nel tempo da Joseph Losey con Mr. Klein (1976, pellicola che ha visto protagonista Alain Delon).
Un rigurgito del passato che ne La chiave di Sara torna a scrollare dal torpore dell'incoscienza il presente per consegnargli un inaspettato debito morale. Di per sé il duplice binario narrativo alternato avrebbe anche potuto essere percorribile: là dove la storia di Sara, avviata con l'infausto 1942 a Parigi prima di proseguire per oltre un decennio, si intreccia con la contemporaneità (ancora Parigi a partire dal 2009) condotta in soggettiva dalla giornalista americana Julia Jarmond (Scott Thomas), sposata ad |
un architetto francese - di un cinismo quasi surreale! - che, sui tragici frangenti di quella Storia, si ritrova a sbattere faccia e coscienza su più versanti!
E dire che di esempi peraltro di tutta eccellenza, sul registro della Shoah non ne mancano di certo. Ci basta citarne un paio per evitarci una litanìa di titoli ben noti: dalla punta dell'iceberg raggiunta da Steven Spielberg con Schlinder's List - che resta il suo capolavoro! - al Premio Oscar La vita é bella per il quale Roberto Benigni ha trovato un modo unico, direi irripetibile, di intreccio tra dramma e humour nero, proprio incorporando ottica e sensibilità di bambino, pur scartando mille miglia da un appeal emozionale gratuito con formule a rischio melò che, inevitabilmente, pongono degli argini, limitano e dunque inesorabilmente impoveriscono la reale portata di drammi già di per sé incontenibili e non facili da raccontare. Al contrario, la |
trasposizione in celluloide di Gilles Paquet-Brenner dal romanzo di Tatiana De Rosnay, cade a tal punto nella trappola emozionale da non saper più distinguere i momenti e i tempi per l''esternazione' e quelli per la 'misura', scadendo non di rado nel contraddittorio e concedendosi pure licenze narrative che un tema come questo consiglierebbe caldamente di evitare. Nel danno ci sta pure la scarsa verosimiglianza di alcuni episodi in seno alla storia: é praticamente impossibile che la guardia di vedetta non abbia visto la fuga delle due bambine, per giunta intrattenutesi a lungo con l'eroico e compassionevole soldato che le ha pescate in flagrante, così come piuttosto contraddittorio risulta il comportamento dei Dufaure. dalla sera (quando le cacciano senza pietà e in malo modo) alla mattina (calda accoglienza).
Fatta inoltre eccezione per Kristin Scott Thomas che si é tenuta nei ranghi del copione, cedendo il passo alla prioritaria ed impellente necessità |
di far uscire dall'oscurità l'ennesima vergogna storica, anche la recitazione, in generale, scompare dietro il grigiore di un 'caratterismo' preconfezionato quando non sostituito da inopportune esasperazioni cromatiche dei sentimenti. |
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Pressbook:
PRESSBOOK in ITALIANO de LA CHIAVE DI SARA
Links:
• LA CHIAVE DI SARA - INTERVISTA al regista e co-sceneggiatore GILLES PAQUET‐BRENNER (Interviste)
• LA CHIAVE DI SARA - INTERVISTA all'attrice KRISTIN SCOTT THOMAS (Interviste)
Galleria Fotografica:
Galleria Video:
La chiave di Sara - trailer
La chiave di Sara - trailer (versione originale) - Elle s'appelait Sarah
La chiave di Sara - clip 1
La chiave di Sara - clip 2
La chiave di Sara - clip 3
La chiave di Sara - clip 4
La chiave di Sara - clip 5
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