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    Home Page > Movies & DVD > Diana - La storia segreta di Lady D

    DIANA - LA STORIA SEGRETA DI LADY D: A VESTIRE I PANNI DELLA PRINCIPESSA DIANA, UN MITO IMMORTALE SEMPRE PIU' AFFINE A QUELLO DI MARILYN MONROE, SARA' NAOMI WATTS ALL'ALTEZZA DELLA STORIA D'AMORE TRA LADY D E IL CHIRURGO DI ORIGINI PAKISTANE HASNAT KHAN

    Death Anniversary (31 Agosto 1997-31 Agosto 2020) - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by CHARLES GANT (www.variety.com) - Dal 3 OTTOBRE

    "... Si tratta forse della donna più famosa della nostra epoca. Sono nata in Gran Bretagna e la sua storia mi è rimasta nel cuore. L'eccitazione per le sue nozze, lo smarrimento vero per le sua scomparsa fulminea, tragica. Oh, affrontare Diana mi ha spaventata molto più dello tsunami, non ho mai avuto tanta paura in vita mia. Anche perché è un personaggio tutto sommato ancora presentissimo, ci sono i suoi figli, la storia è molto delicata... Ho parlato molto con persone che la conoscevano intimamente, ho letto tante biografie. Ma ogni volta, puntualmente, ne veniva fuori una donna diversa. Insomma, una contraddizione continua. Una grande confusione in testa. Chi era veramente Lady Diana? Così, alla fine ho buttato avanti il cuore, ho cercato di dare il mio meglio, recitando appunto con quel che sentivo nella mia pancia. Nel profondo di me stessa. Ho rischiato. Vedremo...".
    L'attrice Naomi Watts

    "Se vuoi raccontare la vita di un personaggio famoso, devi concentrarti su un periodo specifico e rileggerlo alla luce di un rapporto importante ma poco conosciuto della sua vita. Se alla fine Diana è diventata quella che tutti conosciamo, lo deve anche alla storia d’amore vissuta con Hasnat. Diana ha fatto molte cose importanti: basti pensare alla campagna di sensibilizzazione sulle vittime delle mine di terra, di cui è stata un’instancabile promotrice. E la sua vita affettiva ha avuto un peso determinante nel renderla più sicura di sé e più determinata. Senza Hasnat, non sarebbe mai diventata la donna che è stata nei suoi ultimi anni di vita".
    Il produttore Robert Bernstein

    "Parlando con lei - (nell'incontro con Diana agli 'Evening Standard Drama Awards', quando lei stessa gli consegnò un premio) - mi resi conto che non era affatto la ragazza sprovveduta che descrivevano i giornali: era brillante, spiritosa e intelligente. Quella conversazione di cinque minuti è stato il mio punto di riferimento, mi ha guidato mentre scrivevo il film. Ogni volta che dovevo scrivere una sua battuta, tornavo alla voce che avevo sentito quella sera... I momenti cruciali in un film come questo sono quelli privati, di solito fra due persone, quando non c’erano testimoni e nessuno può sapere cosa sia successo veramente. In queste scene ho dovuto creare, facendo leva sull’empatia e sull’immaginazione. E’ stata (questa) la cosa più difficile".
    Lo sceneggiatore Stephen Jeffreys

    (Caught in Flight; REGNO UNITO 2012; Biopic drammatico-romantico; 113'; Produz.: Ecosse Films/Le Pacte/Scope Pictures; Distribuz.: BIM Distribuzione)

    Locandina italiana Diana - La storia segreta di Lady D

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    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Diana - La storia segreta di Lady D

    Titolo in lingua originale: Caught in Flight

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2013

    Regia: Oliver Hirschbiegel

    Sceneggiatura: Jeffreys Steven

    Soggetto: Lo script del film si incentra sul seguente 'leit motiv': 'Una donna ferita che perseguita l'uomo che ama dopo la fine del loro rapporto'. Locations tra Pakistan, Angola, Francia Meridionale e Parigi.

    Cast: Naomi Watts (La principessa Diana)
    Naveen Andrews (Dr. Hasnat Khan)
    Cas Anvar (Dodi Al-Fayed)
    Douglas Hodge (Paul Barrel)
    Laurence Belcher (Principe William)
    Charles Edwards (Patrick Jephson)
    Harry Holland (Principe Harry)
    Prasanna Puwanarajah (Martin Bashir)
    Charlie Mossini (Trevor Rees-Jones)
    Juliet Stevenson (Sonia)
    Jonathan Kerrigan (Colin)

    Musica: Thomas Newman

    Costumi: Julian Day

    Scenografia: Kave Quinn

    Fotografia: Rainer Klausmann

    Montaggio: Hans Funck

    Makeup: Megan Chassay

    Casting: Reg Poerscout-Edgerton

    Scheda film aggiornata al: 02 Settembre 2020

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Il film ruota attorno alla storia d'amore segreta che Diana ha avuto tra il 1995 e il 1996 con il cardiochirurgo di origini pakistane Hasnat Khan, del quale si è detto essere stato 'l'amore della sua vita'. Khan ha mantenuto il silenzio fino al 2008, quando ha raccontato del loro amore - così profondo che sembra che Diana considerasse di convertirsi alla religione islamica - finito a pochi mesi dalla tragica scomparsa della Principessa. Un altro amore sfortunato, considerando che erastato il medico a proporre di troncare la loro storia, lasciandola con il cuore spezzato, al punto quasi da perseguitare l'ex amante. Voci vogliono che Diana avesse iniziato a frequentare Dodi Fayed per farlo ingelosire.

    IN DETTAGLIO:

    Undici anni dopo le loro nozze da favola, Lady Diana Spencer, Principessa di Galles, e il marito Carlo accettano la rottura del loro matrimonio e si separano definitivamente. Amata ossessivamente dal pubblico, ma allo stesso tempo odiata dalla cerchia della famiglia reale, per la giovane Diana inizia un periodo di profonda crisi. Fino a quando, durante una visita all'ospedale Royal Brompton per confortare un amico dopo un intervento, non conosce l'affascinante cardiochirurgo Hasnat Kahn, di origine pakistana. Nonostante i diversi tenori di vita, e nonostante l'ingombrante popolarità di Diana, i due finiscono con l'innamorarsi. Nel 1996, un anno dopo l'inizio della loro relazione, Diana ottiene il divorzio dal Principe di Galles. Finalmente libera, continua la sua storia d'amore con Hasnat al riparo dai pettegolezzi e si lancia in una serie di attività benefiche a favore delle popolazioni del Terzo Mondo. Ma dopo la sua campagna antimine in Angola del 1997, che l'aveva vista camminare con elmetto e giubbotto protettivo attraverso un campo bonificato, il suo nome campeggia su tutti i giornali e le riviste, scatenando l'invasione dei paparazzi. La relazione con Hasnat, fino ad allora segreta, viene scoperta e sbattuta in prima pagina su ogni quotidiano. Messo alle strette, ripudiando la drastica notorietà nella quale avrebbe da allora dovuto vivere, l'uomo decide di troncare la relazione con Diana, spezzandole il cuore. Durante l'estate, ansiosa di dimenticare e vincere la tristezza, ma anche per suscitare la gelosia del ex-fidanzato, Diana accetta l'invito del milionario Mohammed Al-Fayed per una crociera a bordo del suo yatch privato. Qui, ospite insieme ai due figli, Diana conosce il figlio di Mohammed, Dodi, e inizia con lui una nuova storia.

    SHORT SYNOPSIS:

    A story centered on Princess Diana's secret affair with heart surgeon Dr. Hasnat Kahn.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    UN ARBITRARIO RITRATTO FIN TROPPO DI MANIERA

    Con un'attrice del calibro di Naomi Watts (21 Grammi...) nelle vesti di Diana, come mai non si è ottenuto un risultato pari a quello raggiunto da Helen Mirren con The Queen? Anche in quel caso non mancavano precedenti televisivi e documentazioni varie come pezza di appoggio nell'analisi capillare del personaggio, ma alla regia c'era il mitico Stephen Frears - che proprio di recente ha fatto centro con una pellicola come la Philomena presentata all'ultima (la 70.) Mostra del cinema di Venezia. Per affrontare dunque di nuovo la persona/personaggio Diana Spencer, 'principessa del popolo' prima ancora che del Galles, non sulla carta ma di fatto, un'icona di simpatia mondiale, ci voleva davvero un buon motivo. E paradossalmente, almeno sulle prime, questo motivo non c'era. Secondo i piani della produzione, Diana - Storia segreta di Lady D, doveva essere il racconto degli ultimi suoi due anni

    di vita, quelli della sua trasformazione nell'accreditata donna moderna che sopravvive nella nostra memoria, ormai del tutto indipendente da ogni protocollo di palazzo reale, ormai divorziata da Carlo, e sempre più impegnata in cause umanitarie di vario genere nel mondo. Ma il regista tedesco Oliver Hirschbiegel (candidato all’Oscar per La Caduta), contattato per dirigere il film, 'aveva sentito parlare della principessa Diana, ma non conosceva la storia che i produttori volevano raccontare' e quando ha ricevuto la sceneggiatura, non aveva nessuna voglia di leggerla, perché per sua candida ammissione, "La storia della principessa Diana non mi interessava molto". Solo su sollecitazione del suo agente che ha tessuto le lodi dell’apprezzato drammaturgo Stephen Jeffreys (The Clink, The Libertine), al timone della sceneggiatura, ha permesso al riluttante Hirschbiegel di venire in contatto, con sua sorpresa, di un'appassionante storia d’amore, quella tra la principessa Diana e il cardiochirurgo di origine pachistana Hasnat Khan

    (Naveen Andrews de Il paziente inglese). Di qui la chiave di lettura del film, motivato dal mettere in risalto come 'la scoperta della vera felicità abbia poi permesso a Diana di impegnarsi con successo in campo umanitario'.

    Quel che si dice una partenza ambigua e un'arma a doppio taglio per la felice riuscita dell'impresa: in quanto tedesco, Hirschbiegel ha affermato di 'non sentirsi coinvolto nelle vicende interne inglesi', anche se poi ha tradotto in positivo questo aspetto, trovandolo favorevole per una maggiore chiarezza, priva di pregiudizi e di ogni preoccupazione legata alla ricostruzione storica. Preoccupazioni che invece avrebbero coinvolto fino in fondo un inglese. Ma d'altra parte, come si fa a pensare di fare un film il più autentico e realistico possibile senza prestar fede a questo genere di preoccupazioni? Ovvio che Hirschbiegel abbia fatto i compiti per casa e condotto le sue brave ricerche: libri, video, foto e le

    testimonianze delle 'diverse persone che conoscevano bene Diana'. E' lui stesso ad ammettere, ancora una volta, che 'la fonte più utile sono state le fotografie. Il suo sguardo, la postura, gli occhi, il modo in cui la gente la guardava sono eloquenti'. Ed ecco il primo grosso neo del film: Diana - Storia segreta di Lady D non va più in là di un ritratto in celluloide 'di maniera', talmente di maniera che alle volte risulta stucchevole, a dispetto di tutto l'impegno e la dovizia messa nel personaggio da Naomi Watts. Eh si, perché 'sguardo, postura ecc.' non fanno certo l'autentica essenza della vera Diana. Quanto poi all'intimità del rapporto interpersonale con Khan, di cui nessuno può sapere nulla nel dettaglio, se non fantasticare al riguardo - ma con quale diritto poi, e a che scopo?! - avrebbe giustificato un titolo altro, più appropriato e dignitoso, del tipo 'Ritratto immaginario

    di Diana Spencer, alias 'Lady D'. E questo a dispetto dei vari libri e articoli spulciati anche dallo stesso sceneggiatore Jeffreys, con Diana: l’ultimo amore segreto della principessa triste di Kate Snell (anche consulente del film) in prima linea, e Diana di Sarah Bradford in seconda, coronati dall'incontro con una delle 'guide' di Diana, Oonagh Shalney-Toffolo, sulle tracce della formazione del carattere, della personalità e per l'appunto della dimensione spirituale della principessa.

    Se in tutto questo si ricercasse un qualche tratto positivo, scartando dal didascalismo galoppante che cavalca l'intera pellicola fino alla banalizzazione edulcorata del finale - (orribile!) - alla stregua della più umile delle 'soup opera', fatta eccezione per qualche bella ripresa minimalista - i piedi della principessa hanno dominato molte delle riprese - si appunterebbe sulla scelta della regia di calcare la mano, allo scopo di sottolinearla ben bene, la pressione mediatica a cui Diana era sottoposta ovunque andasse,

    costantemente circondata da giornalisti e guardie del corpo. Un aspetto che dice molto e amplifica 'il senso di isolamento e di vuoto affettivo di Diana'. Diana, un'icona suo malgrado, soffocata da un 'paparazzamento' implacabile fino alla morte, almeno in parte provocata anche dal delirante vizio di forma che assume la voyeuristica macchina infernale, costantemente sulle orme di chi rappresenta un fenomeno mediatico, in modo da arrivare a succhiarne fatalmente ogni particella di linfa vitale. Questo naturalmente non è giornalismo, è il killeraggio mediatico che cavalca il vacuo scoop, quello che crede nell'illusorio 'possesso' della persona/personaggio attraverso le immagini rubate ad una privacy che dovrebbe essere sacrosanta. Arrogarsi il diritto di impossessarsi dell'anima di una persona in status di celebrità, anche sulla celluloide o, per meglio dire da ora in poi, in digitale, alle volte rischia di non aver nulla dell'omaggio e tanto meno dell'artistico, con buona pace delle citazioni di

    intriganti versi di Rumi, il noto poeta persiano del XIII secolo.

    Secondo commento critico (a cura di CHARLES GANT, www.variety.com)

    The campy guilty pleasure suggested by the trailer to “Diana†proves a marketing mirage thanks to “Downfall†director Oliver Hirschbiegel’s sensitive direction of an overly earnest drama. While mostly swerving past the pitfall of tastelessness, this sincerely intended account of the last two years of Princess Diana’s life risks an even more perilous roadblock: dullness. Still, the tony credentials, including lead thesp Naomi Watts’s two Oscar nods, provide a handy alibi for upscale audiences eager to have their fill of royal rumpus, but anxious that “Diana†might merely be trash TV on a bigger budget.

    Hirschbiegel signals his bravura intentions from the get-go, with an artful, fluid tracking shot following Diana, boyfriend Dodi Fayed (Cas Anvar) and attendants down a Paris hotel corridor, before hurtling the camera backward and cutting to eerie CCTV footage inside the elevator. It’s a simple evocation of the imminent tragedy in the Pont de l’Alma underpass,

    from which lenser Rainer Klausmann’s camera can then hang respectfully back.

    The film rewinds two years to the couple’s meet-cute in a London hospital, where Diana is visiting the sick husband of her friend and acupuncturist, Oonagh Shanley-Toffolo (Geraldine James). There she encounters twinkle-eyed, Pakistan-born heart surgeon Hasnat Khan (Naveen Andrews), and very soon suggests that her locally convenient and open-all-hours Kensington Palace kitchen might prove a nice alternative to his workplace canteen. Cue perky scenes in which Diana’s attempts at healthy home cooking are wasted on a man with a penchant for Burger King, and who is revealed to be a wine-chugging, soccer-supporting jazz fan who happily lights up indoors. Well, it was 1995.

    While Hirschbiegel’s direction and a crack technical team class up the production, the same can’t always be said of Stephen Jeffreys’ script, which is belabored by clunky exposition and struggles to convincingly depict two real people

    actually in love. Watts’ at times deft impersonation of the doe-eyed beauty similarly never coheres into a full-fledged performance, or offers much insight into the enigma that lurks within. The decision to keep the rest of the royal family offscreen — only sons William (Laurence Belcher) and Harry (Harry Holland) are briefly glimpsed — may have intended to set the film apart from TV fare such as 1992’s “Charles & Diana: A Palace Divided,†or simply to keep the focus on the central relationship. But their conspicuous absence further undermines any sense of Diana as a rounded human being.

    Drawing on optioned source material “Diana: Her Last Love†by Kate Snell, the film satisfyingly shows the princess flourishing under Khan’s encouragement, gaining confidence in her growing role as a humanitarian campaigner. But the facts of the case hardly deliver the story beats ideally required by a romantic drama. In particular,

    the principal obstacle to any union — her beau’s trepidation at the impact of media attention on his important work — won’t satisfy viewers spoiled by the regular imaginings of Nicholas Sparks. Finally, Diana’s cynical last act, as depicted here — her manipulation of the media and Fayed to make Khan jealous — makes for a protagonist that’s hard to root for or much like. More generous viewers will keep in mind Diana’s less-than-equanimous mental state, as well as her earlier apology for being a “mad bitch stalker.â€

    Tech credits are pro, and David Holmes and Keefus Ciancia’s score earns points for its surprising restraint. Ample production coin permitted shooting in London, Mozambique and Pakistan, with Croatia doubling for other locales. Fans of Watts’ earlier work in “Mulholland Dr.†may experience a wry smile when Diana seems to become almost a different person thanks to the deployment of a wig, her

    alter ego even eliciting lustful looks from oblivious, admiring males in the gay heart of London’s Soho district.

    Bibliografia:

    Settimanale "F", n. 5, 6 Febbraio 2013, p. 21.

    Pressbook:

    PRESSBOOK Completo in ITALIANO di DIANA - LA STORIA SEGRETA DI LADY D

    Links:

    • Naomi Watts

    • Naveen Andrews

    • DIANA - LA STORIA SEGRETA DI LADY D - VIDEO-INTERVISTA all'attrice NAOMI WATTS (la principessa Diana) e all'attore NAVEEN ANDREWS (il cardiochirurgo Hasnat khan) (Interviste)

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    Galleria Video:

    Diana-La storia segreta di Lady D - trailer 2

    Diana-La storia segreta di Lady D - trailer

    Diana-La storia segreta di Lady D - trailer (versione originale) - Caught in Flight

    Diana-La storia segreta di Lady D - spot TV

    Diana-La storia segreta di Lady D - clip 'Siamo in tre in questo matrimonio'

    Diana-La storia segreta di Lady D - clip 'La principessa del popolo'

    Diana-La storia segreta di Lady D - clip 'Lo scoop'

    Diana-La storia segreta di Lady D - intervista video a Naomi Watts 'La principessa Diana' e Naveen Andrews 'Dr. Hasnat Khan' (versione originale sottotitolata)

    Diana-La storia segreta di Lady D - featurette 'Il look della principessa' (versione originale sottotitolata)

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