RABBIT HOLE: NICOLE KIDMAN E AARON ECKHART AL CENTRO DI UN RITRATTO DI FAMIGLIA INTENSO, AMARAMENTE ONESTO E SORPRENDENTEMENTE UMORISTICO CON L'OBIETTIVO DI SOPRAVVIVERE ALLA PIU' ATROCE DELLE CIRCOSTANZE
Dal V. Festival Internazionale del Film di Roma (28 Ottobre - 5 Novembre 2010 - Nomination all'OSCAR per la 'MIGLIOR ATTRICE' (NICOLE KIDMAN) - RECENSIONE - Dall'11 FEBBRAIO
Soggetto: Basato sull'omonima pièce teatrale con cui David Lindsay-Abaire ha vinto il Premio Pulitzer.
PRELIMINARIA:
Il dramma di Lindsay-Abaire è andato in scena per la prima volta a New York nel 2006. Si trattava di un’opera totalmente estranea alle corde di un artista che era noto per le sue incursioni picaresche nella commedia demenziale, con testi come Fuddy Meers e Kimberly Akimbo. Tuttavia, sebbene Rabbit Hole esplori il tema ben più serio di una giovane famiglia sconvolta da un incidente fatale e sia palpabilmente più reale di ogni altro testo di Lindsay-Abaire, la vicenda non si sviluppa in una direzione convenzionale. Senza cedere minimamente al sentimentalismo, Lindsay-Abaire fa di Becca e Howie Corbett una coppia piena di umorismo e ironia, tanto intelligenti da capire che il loro amore non trionferà in modo catartico e drammaticamente hollywoodiano sul lutto che li ha colpiti, per quanto essi lo desiderino. Invece, la loro vicenda si incentra sul modo in cui la gente comune affronta la tragedia - con stranezza, testardaggine, sarcasmo, alla ricerca disperata del perdono e della riconciliazione che giungono inaspettati e che fanno andare lentamente e dolorosamente avanti, verso una vita alterata, ma alla quale si resta, nonostante tutto, aggrappati.
Il titolo della pièce (Rabbit Hole - La tana del Bianconiglio), che richiama la caduta di Alice nel Paese delle Meraviglie in un mondo straordinario, sconosciuto, dove accadono eventi impossibili, evoca l’esperienza surreale del lutto, che fa sentire chiunque la provi come uno straniero in terra straniera. Lindsay-Abaire non ha dato vita soltanto a una coppia reale travolta e scaraventata via dal proprio mondo, ma ne ha fatto due opposti emotivi polari: la riservata e controllata Becca vuole andare avanti da sola, mettere da parte il passato e tenersi tutto dentro; mentre il più estroverso ed
espressivo Howie si aggrappa ai ricordi, alle amicizie e alla speranza di rivitalizzare il suo matrimonio. Inoltre il testo crea intorno alla coppia un cast di personaggi pittoreschi e bizzarri che nonostante tutto aiutano i due genitori 'a tornare a casa'. Personaggi centrali della vicenda sono la sorella stravagante di Becca, Izzy, che tocca tutti i nervi scoperti di sua sorella quando le annuncia di essere incinta; la madre di Becca, Nat, che parla continuamente, ma solo raramente dice la cosa giusta; e Jason, il ragazzo adolescente la cui vita viene sconvolta quando investe incidentalmente il figlio dei Corbett con la sua auto e da quel momento diventa disperso in una terra di nessuno, esattamente come i due protagonisti. Tutti restano impietriti e attoniti dalla situazione, eppure, insieme, riusciranno a godere, seppure con difficoltà , di alcuni momenti di umorismo e grazia, quasi a voler ricordare che la vita ha ancora molto da offrire.
Sandi Carroll (Abby ) Sara Jane Blazo (madre di Jason ) Benjamin Sachs (ragazzo)
Musica: Anton Sanko
Costumi: Ann Roth
Scenografia: Kalina Ivanov
Fotografia: Frank G. DeMarco
Montaggio: Joe Klotz
Effetti Speciali: Edward Drohan IV
Casting: Sig De Miguel e Stephen Vincent
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
Sinossi:
IN BREVE:
Becca (Nicole Kidman) e Howie (Aaron Eckhart) sono due coniugi che hanno appena perso il figlio di 4 anni, morto in un incidente d'auto. Il film racconta come marito e moglie cerchino di superare il lutto aiutati dalla madre e dalla sorella di Becca.
Becca and Howie Corbett are a happily married couple whose perfect world is forever changed when their young son, Danny, is killed by a car. Becca, an executive-turned-stay-at-home mother, tries to redefine her existence in a surreal landscape of well-meaning family and friends. Painful, poignant, and often funny, Becca's experiences lead her to find solace in a mysterious relationship with a troubled young comic-book artist, Jason - the teenage driver of the car that killed Danny. Becca's fixation with Jason pulls her away from memories of Danny, while Howie immerses himself in the past, seeking refuge in outsiders who offer him something Becca is unable to give. The Corbetts, both adrift, make surprising and dangerous choices as they choose a path that will determine their fate.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
LO SGUARDO LAICO DI MITCHELL LASCIA L'ICEBERG DELLA TRAGEDIA SOTTESO EPPUR PALPABILE TRA LE RAPPRESE GRIGLIE INTENSAMENTE INTROSPETTIVE TESE NELLE PERFORMANCE DA OSCAR DEGLI INTERPRETI PROTAGONISTI, NICOLE KIDMAN ED AARON ECKHART. NON MANCANO RAFFINATEZZE DI REGIA CON UNO SCHIETTO, ASCIUTTO E PROFONDO EQUILIBRIO D'INSIEME
Quello che colpisce in questo film è la squisita cifra scelta per filmare l’universo interiore di due genitori sconvolti dalla massima delle tragedie: l’improvvisa morte del figlioletto di quattro anni in un fatale incidente. Una cifra che si affida fiduciosa all’abbraccio ruvido ma vigoroso di un realismo schietto che, d’altra parte, scarta nella maniera più assoluta da possibili scivolate in sentimentalismi di vario genere e grado. Così come pure scarta dalla crudezza sfacciata e/o compiaciuta di qualche piega nascosta insita in una simile tragedia, scoprendo invece le carte di un raro senso di rispetto e una variegata, talora contrapposta, profondità individuale nelle persone coinvolte. Tragedia che si
lascia intendere fin dalle prime battute senza esser mai manifestata, lasciandola sottesa tra le rughe di una realtà quotidiana alterata per sempre. La realtà individuale che ha incrinato irrimediabilmente un rapporto di coppia solidamente cementato e collaudato prima che la devastante infiltrazione ne indebolisse l’armatura. Ed è proprio l’approccio reattivo individuale, cui allude lo stesso titolo Rabbit Hole (la tana del coniglio intesa come rifugio personalizzato in cui ognuno cerca il proprio angolo di spazio e di tempo per leccarsi le ferite) l'anima del film.
Così se già l’omonima pièce teatrale con cui David Lindsay-Abaire ha vinto il Premio Pulitzer aveva imboccato una direzione anticonvenzionale nella cifra narrativa che affronta una delle realtà più devastanti che la vita possa riservare all’essere umano, la trasposizione cinematografica di Rabbit Hole da parte del giovane regista John Cameron Mitchell (Hedwig - La diva con qualcosa in più 2001; Shortbus, 2006), per alcuni aspetti
potrebbe quasi confondersi con certa cinematografia australiana o nord-europea di marca dano-svedese piuttosto che hollywoodiana. Eppure a brillare di luce propria in Rabbit Hole ci sono per l’appunto due astri hollywoodiani come Nicole Kidman (Becca, non a caso insignita di Nomination all’Oscar, la cui spiazzante e un po’ triste trasformazione fisionomica sull’onda liftante finisce fortunatamente per risultare strumentale all’intensità introspettiva del ruolo) e Aaron Eckhart (qui con Howie egregiamente in grado di tenere testa alla levatura della sua illustre partner).
D’altra parte, dell’anticonvenzionalità di un protagonismo non invadente, discreto, intessuto con un’ambientazione immagine riflessa di una nuova, segnata, quotidianità di persone comuni alle prese con quel che resta delle loro vite, ci parlano già i primi fotogrammi che contrappongono riprese dall’alto, mantenendo una rispettosa distanza dalla protagonista, ad altre con l’obiettivo estremamente ravvicinato su un qualcosa che lo spettatore deve scoprire poco a poco. Ed è proprio questo il registro
i più spiazzanti ed eloquenti in tal senso. Mentre tra le soluzioni cinematografiche più belle spiccano, unica concessione a rigurgiti della tragedia, lo straordinario montaggio per schegge raccolte tutte in un ralenti sostenuto, in assenza di sonoro e in ripresa mai centralizzata, come soggettiva di Becca/Kidman in auto intenta ad osservare Jason, il ragazzo involontariamente responsabile, con il cane, dell’incidente del figlio. Un raffinato saggio di cinematografia insieme all’elenco di cose che Becca propone al marito di fare, dopo aver entrambi toccato il fondo, mentre lo spettatore può vederle scorrere una ad una nei fotogrammi successivi che vanno a raccordarsi nell’unico finale possibile, saturo di tutto il carico di esaustività che un simile fardello può far sentire sulle spalle. A questo punto il macigno potrà anche diventare mattone… forse.
Rabbit Hole - trailer HD 1080p (versione originale)
Il giudizio della critica
The Best of Review
International Press
BEN BRANTLEY - "New York Times":
“Non ci si sente mai violentati da un brutale sentimentalismo che ci dice: 'Avanti, tesoro, piangi'. C’è troppa onestà , accuratezza e umorismo nei dettagli'".
"Entertainment Weekly":
“un nuovo dramma trascendente e profondamente toccante, che alterna mirabilmente l’ilarità al luttoâ€.