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JOAQUIN PHOENIX-IO SONO QUI: PER IL SUO DEBUTTO DIETRO LA MACCHINA DA PRESA CASEY AFFLECK SCEGLIE IL GENERE DOCUMENTARIO
Dalla 67. Mostra del Cinema di Venezia - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - In DVD
(I'm Still Here; USA 2010; Biopic documentaristico-musicale; 108'; Produz.: They Are Going to Kill Us Productions; Distribuz.: (internazionale) Magnolia Pictures)
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Titolo in italiano: Joaquin Phoenix - Io sono qui
Titolo in lingua originale:
I'm Still Here
Anno di produzione:
2010
Anno di uscita:
2010
Regia: Casey Affleck
Sceneggiatura:
Casey Affleck e Joaquin Phoenix
Cast: Joaquin Phoenix (se stesso) Antony Langdon (Anton) Carey Perloff (regista) Larry McHale (se stesso) Casey Affleck (se stesso) Jack Nicholson (se stesso) Billy Crystal (se stesso) Danny Glover (se stesso) Bruce Willis (se stesso) Robin Wright (se stessa) Danny DeVito (se stesso) Jerry Penacoli (se stesso) Susan Patricola (se stessa) Patrick Whitesell (se stesso) Nicole Acacio (se stessa)
Musica: Marty Fogg
Fotografia: Casey Affleck e Magdalena GĂłrka Bonacorso
Montaggio: Dody Dorn
Scheda film aggiornata al:
12 Dicembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
I'm Still Here è il ritratto di un tumultuoso anno nella vita dell'attore Joaquin Phoenix. Con incisiva impronta, il documentario segue la nomination all'Oscar quando egli annuncia il suo ritiro dalla sua carriera di successo nell'autunno del 2008 per reinventarsi in veste di musicista hip hop. Il film vuole essere il ritratto di un artista giunto ad un crocevia fondamentale della sua vita ed esplora i concetti del coraggio di osare e di reinventarsi sul piano creativo-professionale, cosÏ come i vari aspetti di una vita trascorsa interamente sotto i riflettori e dunque sotto lo sguardo del pubblico.
SHORT SYNOPSIS:
I'm Still Here is a portrayal of a tumultuous year in the life of actor Joaquin Phoenix. With remarkable access, the documentary follows the Oscar-nominee as he announces his retirement from a successful film career in the fall of 2008 and sets off to reinvent himself as a hip hop musician. The film is a portrait of an artist at a crossroads and explores notions of courage and creative reinvention, as well as the ramifications of a life spent in the public eye.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
IL âVAFFANCULO YEARâ DELLâATTORE ASPIRANTE MUSICISTA HIP HOP JOAQUIN PHOENIX TRADOTTO IN DOCUMENTARIO DAL COGNATO ATTORE CASEY AFFLECK AL SUO DEBUTTO NELLA REGIA
âLa vita è un viaggio circolare, lâinizio è vicino alla fineâ, il che vale anche per il viceversa, però. CosĂŹ almeno ci auguriamo per la crisi creativa e personale che sembra aver attanagliato lâacclamato attore Joaquin Phoenix (Il gladiatore, Two Lovers), convinto che la recitazione e lo star system lo soffocassero nella libertĂ di espressione e sul piano personale e che la musica del genere hip hop potesse rispondere in tempi ragionevoli alla sua sete di affermazione svincolata da compromessi âistituzionalizzatiâ. Ma questo potrebbe essere solo un suo problema se non fosse per il fatto che in questa oscura parentesi esistenziale non sembra essersi mai liberato dallâinevitabile laccio al collo di personaggio pubblico. Con la differenza che se prima era osannato come attore adesso è deriso sia come |
musicista che come essere umano al top della trascuratezza. Eâ quanto ci racconta, in un apprezzabile confezione da âbiopic-documentoâ, lâattore Casey Affleck esordiente come regista e inconsapevole interprete del suo stesso prodotto: in conferenza stampa ha confessato candidamente di di non neppure ricordare di essere finito sulla sua stessa pellicola. Operazione coraggiosa, che congiunge momenti esilaranti ad altri intrisi di triste patetismo, a volte sposati tra loro in medesime sequenze: è ad esempio il caso dellâintervista televisiva di Letterman nello showbiz per eccellenza.
Dalla camera a mano della cinepresa di famiglia con il piccolo Phoenix alle prese con un tuffo da una cascata in pieno Panama, agli spettacolini canori con i piccoli della famiglia, Casey Affleck raggiunge in fretta lâanima del suo docu-fiction biografico raggiungendo lâanno di crisi di un soggetto cui guarda con palpabile affetto (C. Affleck è anche il cognato di J. Phoenix). E guardando a questo |
suo spaccato nel segno del poco genio e della tanta sregolatezza (droga, sesso, aggressivitĂ , manie di persecuzione ed igiene precaria 'docent'), ci viene spontaneo assimilarne lo spirito vissuto del Voglio una vita spericolata alla Vasco Rossi, anche se un poâ fuori tempo massimo, o magari, per altri versi, al Vaffanculo Day di Beppe Grillo che in questo caso potrebbe funzionare come Vaffanculo Year di Joaquin Phoenix. La sua sgangherata ricerca di sĂŠ affoga nella mediocritĂ musicale e in una corsa ad ostacoli in cui trova muri forse ben piĂš duri di quelli che credeva di doversi lasciare alle spalle con lâannuncio ufficiale dellâabbandono della sua carriera attoriale. Quel che si trova a vestire, suo malgrado Joaquin Phoenix, è una nuova icona ancor piĂš scomoda della prima, tradotta nella barzelletta di Hollywood dallo stesso entourage anche strettamente amicale, sia esso proveniente dal mondo dellâentertainment in celluloide che da quello musicale. |
Un percorso sofferto che Casey Affleck provvede anche a sdrammatizzare in vari modi facendoci sorridere senza sminuire la portata sostanzialmente poco edificante di questa profonda crisi esistenziale. Tanto che in Iâm Still Here si potrebbe per certi aspetti leggere una sorta di corollario al Somewhere di Sofia Coppola. Senza dubbio suona come una sorta di avviso di chiamata, o di sveglia, per ricordare allo spettatore e allo stesso Joaquin Phoenix che un artista non può vivere senza potersi esprimere nella sua arte, qualunque essa sia. Qualcuno dovrebbe dirgli che neppure lâarte può sopravvivere senza compromessi e che gli estremi, lâabbrutimento non giovano a nessun genere di creazione artistica. Ci auguriamo che il finale non inneggi allâirreversibilitĂ della condizione quanto piuttosto alla necessaria purificazione per una rinascita.
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