RECENSIONE - Dal Festival Internazionale del Film di Roma 2009 - Vincitore del Marc'Aurelio d'Oro - Miglior Film - Dal 2 LUGLIO
"Una storia d’amore, che tratta innanzi tutto e soprattutto di un amore proibito. Non essere d’accordo con gli altri va bene, ma non va bene giudicare gli altri sulla base del colore della loro pelle, della loro religione o del loro orientamento sessuale. E’ difficile amare tutti, eppure sono convinto che dovremmo provarci. So che può suonare strano, ma credo che dovremmo sforzarci di rispettarci di più reciprocamente. Se non sei d’accordo con qualcuno, o se ne va lui o te ne vai tu! La violenza è inaccettabile e fuori questione. E’ segno di scarsa intelligenza. Ma in un certo senso provo pena per gli estremisti di destra. Le persone che cedono alla violenza lo fanno per alienazione. Hanno provato a risolvere i loro problemi con altri metodi, ma hanno fallito, ed ora si sentono indifesi nella loro lotta contro il sistema. Quello è il momento in cui alcuni fanno appello alla violenza, e in quella situazione l’amore viene davvero messo alla prova".
Il regista e cosceneggiatore Nicolo Donato
(Brotherhood DANIMARCA 2009; drammatico; 90'; Produz.: ASTA FILM in co-produzione con FILM I VĂ„ST con il sostegno di THE DANISH FILM INSTITUTE e FILM FYN; Distribuz.: Lucky Red)
Cast: Thure Lindhardt (Lars) David Dencik (Jimmy) Nicolas Bro (Michael) Morten Holst (Patrick ) Claus Flygare (Ebbe) Hanne Hedelund (madre) Lars Simonsen (padre)
Musica: Simon Brenting e Jesper Mechlenburg
Fotografia: Laust Trier-Mørch
Montaggio: Bodil Kjærhauge
Scheda film aggiornata al:
12 Febbraio 2023
Sinossi:
Brotherhood è la storia di un amore pericoloso e della ricerca della propria identità .
Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l’esercito. Si scoprirà attratto dal movimento neo-nazista e da un membro del gruppo, Jimmy.
I due uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma il loro amore proibito dovrà scontare la punizione del gruppo di destra di cui fanno parte. Tuttavia, l’amore e l’attrazione sessuale tra i due sono così forti che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla loro relazione …
e la mescolanza di entrambi: i due protagonisti, Lars e Jimmy fanno entrambi parte di questo movimento, eppure si innamorano l’uno dell’altro con le inevitabili conseguenze che questo può comportare all’interno del proprio ambiente. Il primo, un ex-militare mandato via meschinamente dall’esercito per aver cercato di adescare due colleghi dopo una serata di bagordi, entra quasi per noia a far parte del gruppo estremista e non ne è mai del tutto convinto, mentre Jimmy è il braccio destro del capo del movimento e ha su di sè i segni delle proprie ideologie, marchiate a fuoco dall’inchiostro dei suoi tatuaggi.
Donato realizza una pellicola molto trascinante, dura, veritiera, ma, al contempo, imperfetta. Ma la sua è un’imperfezione dovuta ad un peccato di ingenuità , di spontaneità , cosa ormai purtroppo difficile da trovare nel cinema contemporaneo sempre più plastificato e precotto. Infatti, gli evidenti limiti della narrazione consistono in una mancanza di approfondimento
in fase di sceneggiatura delle motivazioni che hanno spinto i due giovani ad entrare in un gruppo di estrema destra, oltre che delle ideologie del gruppo stesso, che appare composto di personaggi privi di sfaccettature e relegati a semplici macchiette. Risulta, così, superficiale il mondo nazi ricostruito da Donato, che parimenti mette in evidenza efficacemente la mancanza di senso e realismo di queste dottrine. Questo aspetto viene altresì surclassato dalla bellezza e dalla tenerezza della storia d’amore virile, sincera e commovente che nasce fra i due uomini, il cui lirismo con cui viene messa in scena contrasta con la violenza e la crudezza dei pestaggi fatti proprio a giovani omosessuali che non denunciano i propri aggressori per paura che la loro “condizione” venga alla luce.
La passione che colpisce Lars e Jimmy è forte e incontrollabile, và al di là delle personali opinioni, entrambi vittime e carnefici delle
proprie alienazioni, delle proprie insicurezze che li portano a far parte di un gruppo che ciancica su una supremazia ariana in maniera becera e ignorante. L’ amore dei due protagonisti è vissuto, consumato in armonia, tenerezza e in tutta la sua spontaneità ; è reale, vivo e affidato volutamente ai sensi, mai alla razionalità delle parole. Al contrario viene subliminato tramite una fotografia più limpida e luminosa e una colonna sonora a dir poco meravigliosa. Così, Donato sottolinea l’autenticità dei sentimenti, che devono essere esplorati liberi da qualsiasi costrizione, senza la necessità di etichette o discernimenti di ipocrita moralità .
Fortemente imbrigliato in venature shakespeariane, Brotherhood- Fratellanza si affida alla forza narrativa del melodramma che si sviluppa con una semplicitĂ quasi disarmante e trascina lo spettatore coraggiosamente in un ritmo ricco di pathos. La forza della passione, che, siamo banali a dirlo, ricorda quella fra Ennis e Jack ne I segreti di
Brokeback Mountain, è magnetica e l’amore fra i due fa crollare ogni barriera, ogni paura, ogni tipo di intolleranza, ma il destino appare beffardamente a tentare di distruggere tutto quello che si è costruito. La grande forza della speranza intinta nel film lascia un segno difficile da cancellare e a differenza dell’opera di Ang Lee- che sdoganò definitivamente al cinema l’amore omosessuale- il finale ottimista vuole dimostrare che qualcosa deve necessariamente cambiare, che l’amore nella sua purezza può nascere sempre e ovunque.
Lascia pur sempre l’amaro in bocca il film di Nicolo Donato, che porta avanti una regia priva di virtuosismi, lineare, quasi piatta e insieme a due straordinari interpreti come Thure Lindhardt e David Dencik (anche coproduttori del film), perfetti nel dare in maniera equilibrata realismo, veridicità e soprattutto umanità ai propri personaggi, dimostra che la cinematografia nordeuropea ha qualcosa di nuovo e coraggioso da dire sviluppando storie e