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    LETTERS TO JULIET: SULLA SCIA DELLA SHAKESPEARIANA GIULIETTA E DELL''AMORE-CORAGGIO' AMANDA SEYFRIED, VANESSA REDGRAVE, FRANCO NERO E UN'ITALIA DA CARTOLINA TRA LA NORDICA VERONA E LA SOLARE TOSCANA APPUNTATE SULLA BACHECA DEL ROMANTICISMO

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 25 AGOSTO

    “La cosa meravigliosa di questa tradizione (quella del cortile) e dell’amore in generale, è che ci vogliono credere tutti... La cosa che trovo più interessante, complicata ed universale, è ciò che concerne i rapporti fra le persone e le loro emozioni. Per alcuni è come se la loro vita fosse una scacchiera. Sono su un quadrato e si spostano in quello accanto a causa delle circostanze. Ma immaginate cosa significherebbe cambiare la propria vita solo in base al coraggio, e fare un importante salto senza essere spinto".
    Il regista Gary Winick

    (Letters to Juliet USA 2010; commedia romantica; 105'; Produz.: Applehead Pictures/Summit Entertainment; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Letters to Juliet

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Letters to Juliet

    Titolo in lingua originale: Letters to Juliet

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Gary Winick

    Sceneggiatura: Jose Rivera e Tim Sullivan

    Soggetto: Dal romanzo Lettere a Giulietta di Ceil e Lise Friedman.

    Cast: Amanda Seyfried (Sophie)
    Vanessa Redgrave (Claire)
    Franco Nero (Lorenzo Bartolini)
    Gael Garcìa Bernal (Victor)
    Christopher Egan (Charlie)
    Luisa Ranieri (Isabella)
    Marina Massironi (Francesca)
    Milena Vukotic (Maria)
    Lidia Biondi (Donatella)
    Marcia DeBonis (Lorraine)
    Daniel Baldock

    Musica: Andrea Guerra

    Costumi: Nicoletta Ercole

    Scenografia: Stuart Wurtzel

    Fotografia: Marco Pontecorvo

    Montaggio: Bill Pankov

    Effetti Speciali: Leonardo Cruciano Workshop

    Makeup: Carla Vicenzino

    Casting: Béatrice Kruger, Ellen Lewis e Cindy Tolan

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Una giovane coppia in viaggio in Italia legge un messaggio indirizzato a Giulietta scritto da una donna in cerca di un suo antico amore, incontrato proprio in Italia molti anni prima. La giovane decide così di recarsi in Toscana per ritrovare l'amore perduto della donna misteriosa.

    IN DETTAGLIO:

    La semplice percezione dell’amore romantico può spingere una persona a provare la sua vitalità, la sua risonanza e infine il coraggio che ci vuole per non giocare solo sul sicuro, per cambiare la propria vita. Questa è l’idea che alimenta la commedia romantica Letters to Juliet.

    Sophie Hall (Amanda Seyfried), aspirante scrittrice per rotocalchi, che assieme al suo ragazzo Victor (Bernal), vola da New York in Italia per godersi un po’ di tanto desiderato romanticismo. Mentre Victor non c’è a causa di alcuni affari, Sophia si ritrova a Verona nel famoso cortile di Giulietta Capuleti, dalla tragedia di Giulietta e Romeo, dove le visitatrici di tutto il mondo lasciano a Giulietta lettere di amori perduti o amori desiderati. La Seyfried trova una lettera scritta 50 prima a Giulietta da Claire Smith (Redgrave), alla ricerca di un giovane italiano che le faceva la corte quando era una teenager. Sophie decide di rispondere al messaggio lasciato da Claire, rimasto inspiegabilmente inevaso, e rimane molto sorpresa quando la sua lettera ispira questa, adesso nonna, a partire con lei per Verona in cerca del suo antico amore perduto (Nero). Accompagnate da Charlie (Egan), il nipote di Claire, il trio cerca per tutta la Toscana e prende atto che il coraggio che serve a tutti e tre è quello di avere a che fare con l’amore, e non è cosa semplice. Sophie è inizialmente molto entusiasta di imbarcarsi in questa avventura che vede come un’occasione d’oro per la sua carriera. E’ una giornalista concreta che vuole fare un salto di qualità e ha la netta sensazione che questa storia potrebbe costituire una svolta. Ma, facendosi coinvolgere da Claire in questa ricerca di una seconda occasione, si rende conto che la vera ragione che la porta ad inseguire questa storia è perché sta scappando dalle vicende della sua vita.

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Sul muro del balcone di Giulietta a Verona donne di tutto il mondo scrivono le loro lettere sulle loro pene amorose. Le sue segretarie, facenti parte di un club composto da volontarie, rispondono a tutte le lettere che vengono attaccate sul muro o vengono spedite.

    Una commedia romantica, che trae spunto da questa iniziativa e ovviamente dalla tragedia shakespeariana immortale di Romeo e Giulietta e che racconta di un amore antico e perso e un amore che sta per nascere. Passato e futuro si intrecciano tra i vicoli della nostra Verona e la campagna toscana e di positivo non c’è che lo splendido aspetto da cartolina di un’Italia da esportazione, che esiste solamente nell’immaginario del turista medio americano.

    La commediola di Gary Winick è un prodotto melenso e scialbo realizzato per un pubblico ingenuo e anestetizzato dove a spiccare sono una serie di difetti che si dipanano in moltissimi

    aspetti della sua realizzazione, a cominciare da una sceneggiatura mediocre, scritta da Jose Rivera e Tim Sullivan (autori dal passato ben più glorioso, il primo candidato agli Oscar per I diari della motocicletta, il secondo notato con i melodrammi britannici Il matrimonio di Lady Brenda e Monteriano - Là dove gli angeli non osano metter piede), e due protagonisti antipatici, insulsi, anonimi, biondo-slavati, privi di attrattive e mediocri in tutti i sensi possibili (il repentino successo di Amanda Seyfried da Mamma Mia! in poi resta un mistero inspiegabile, tra l’altro lanciatissima e impegnata in una serie di progetti di dubbio interesse l’abbiamo già sopportata recentemente nell’altrettanto pessimo Dear John, regia di Hallstrom su romanzo strappalacrime di Nicholas Sparks, e nel poco più che mediocre Chloe, thriller del talentuoso - tranne in questo caso - Atom Egoyan con una splendida e sprecata Julianne Moore, mentre questo Christopher Egan peggiore non lo

    sapevano trovare e con un po’ di fortuna non farà strada).

    Personaggi trasparenti, privi di spessore, dotati di quelle caratteristiche inverosimili, composti di bontà irreale, simil-pubblicitaria, dalla ragazzotta americana con aspirazioni di giornalista-scrittrice abbandonata dalla madre, che sta per sposarsi con cuoco latino, che si è “reinventato†la pasta (una cosa che davvero “non si può sentire!â€, come spesso si suole dire), molto più interessato alla cucina italiana che alla sua giovane futura sposa (un Gael García Bernal effeminato e involontariamente parodistico), all’arrogante avvocato londinese che poi si scopre essere un gentiluomo orfano che lavora nel pro-bono con nonna amorevole, nonché vedova di nobile inglese, che l’ha cresciuto ed educato ai sani valori della vita e dell’amore e a cui non si può non voler bene e per la quale è necessario prodigarsi nel ricercare e trovare l’amore italiano perso cinquant’anni prima, che ovviamente viene ritrovato nelle vesti di un

    produttore di vino che gestisce nel 2010 la sua azienda come se fossimo nel 1910 con tanto di abbigliamento del periodo, cavallo e tavolo in legno sul quale mangia a capotavola contornato da tutta la sua progenie e una moglie defunta, santa donna, che non può non chiamarsi Rosa.

    Stucchevole e irritante, la pellicola non appartiene nemmeno a quella tipologia di prodotto di grande consumo soporifero, ripetitivo, ma corretto e realizzato con professionismo. Sembra di trovarsi in quelle brutte pubblicità sulle auto (chi vedrà il film capirà il perché), sui formaggi, sulla pasta, sui vini e sugli oli. È un film spot per l’Italia, che funge bene solamente in questa funzione, fa venire voglia di mangiare bene, bere buon vino e visitare i posti che mostra. Niente di più niente di meno. Letters to Juliet è sciatto, poco curato nell’aspetto tecnico e a tratti scade nella parodia involontaria del genere.

    Tutti i cliché del caso, gli schemi narrativi, vengono “elencati†in maniera distruttiva, demagogica, superata. Si rincara la dose con una colonna sonora italiana gettata nella vicenda in maniera casuale e senza alcun ordine logico: Buscaglione, Caselli, Moselli, Zero Assoluto, Malyka Ayane.

    Un discorso privato e professionale a parte andrebbe fatto sulla coppia Vanessa Redgrave - Franco Nero, che come nella realtà si ritrovano sulla scia del perduto amor, a suo tempo consumato, poi perso, poi successivamente ritrovato, coronato come ogni favola che si rispetti nel matrimonio. Fermo restando che è veramente un dolore di cuore vedere la povera dama del cinema inglese e americano implicata in un lavoro del genere, che pur brillando ovviamente della luce del suo stile e della sua eleganza inimitabile, sembra purtroppo un povero fantasma perso e distratto e fa ancora più tenerezza se si pensa che è stato il primo film al quale l’attrice

    ha partecipato dopo la prematura e accidentale scomparsa dell’amata figlia Natasha (Richardson). C’è da dire che l’arte imita la vita, ma la imita veramente male e senza alcuno stile.

    Bibliografia:



    Links:

    • Vanessa Redgrave

    • Amanda Seyfried

    • Franco Nero

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    Galleria Video:

    Letters to Juliet - trailer

    Letters to Juliet - trailer (versione originale)

    Letters to Juliet - trailer HD (versione originale)

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