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    OLTRE LE REGOLE - THE MESSENGER: PROFESSIONE 'UFFICIALE DELL'ESERCITO INCARICATO DI NOTIFICARE LE VITTIME DI GUERRA AI PARENTI DELLE VITTIME STESSE'. UN'ALTRA INEDITA E SCONCERTANTE FINESTRA - DOPO LO SPIRAGLIO DELLO SPIELBERGHIANO 'SALVATE IL SOLDATO RYAN' - APERTA SUGLI INESAURIBILI ORIZZONTI DEL PANORAMA DI GUERRA

    RECENSIONE - ORSO D'ARGENTO per la 'Migliore Sceneggiatura' al 59. Festival del Cinema di Berlino e 'Peace Film Award' - Dal 16 APRILE

    "Il tema del film non è propriamente quello delle vittime di guerra. Tratta di persone che restano vive e che devono affrontare la vita dopo la morte dei loro cari. 'The Messenger' dirà una cosa o due sulla guerra, ma penso che al centro di tutto stiano il dolore e il desiderio di vivere, ovvero come far entrare la vita nell’oscurità degli esseri umani, persino di farne ironia. Mostra persone che sono chiamate ad affrontare la morte ma non dal punto di vista politico o strategico, bensì personale. Ritengo che ci siano vittime diverse di guerra e che molte di loro siano proprio i sopravvissuti, tra veterani e famiglie di militari".
    Il regista e co-sceneggiatore Oren Moverman

    (The Messenger USA 2009; drammatico; 105'; Produz.: Mark Gordon Company/Good Worldwide/All the Kings Horses/Reason Pictures, presentato da Oscilloscope Laboratories/Omnilab Media Group, in associaz. con Sherazade Film Development Co. Ltd./BZ Entertainment; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana Oltre le regole - The Messenger

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Oltre le regole - The Messenger

    Titolo in lingua originale: The Messenger

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Oren Moverman

    Sceneggiatura: Alessandro Camon e Oren Moverman

    Cast: Ben Foster (Sergente Will Montgomery)
    Woody Harrelson (Capitano Tony Stone)
    Samantha Morton (Olivia Pitterson)
    Jena Malone (Kelly)
    Steve Buscemi (Dale Martin)
    Eamonn Walker (Colonnello Stuart Dorsett)

    Musica: Nathan Larson

    Costumi: Catherine George

    Scenografia: Stephen Beatrice

    Fotografia: Bobby Bukowski

    Montaggio: Alexander Hall

    Effetti Speciali: John Bair (supervisore effetti visivi)

    Casting: Laura Rosenthal e Ali Farrell

    Scheda film aggiornata al: 27 Aprile 2014

    Sinossi:

    "Oltre le regole - The Messenger è una storia senza tempo che con umorismo ed emozione affronta temi universali come la redenzione, la speranza e la resistenza dello spirito umano. Diretto da Oren Moverman, il film segue due ufficiali (Ben Foster e Woody Harrelson) impegnati nell’inevitabile compito di notificare le vittime di guerra alle loro famiglie. Tra i due uomini si forma uno strano legame, messo in discussione solo quando uno dei due è attratto da una giovane vedova (Samantha Morton), dando così vita ad un dubbio etico che si risolverà in maniera toccante e sorprendente. Il film è una storia profondamente commovente sui modi complessi ed inattesi con i quali le persone riescono a darsi forza reciprocamente, offrendo una visione unica ed ispirata che calibra con destrezza un contenuto fortemente emozionante con umorismo, compassione ed empatia".

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    AD OREN MOVERMAN NON BASTAVA UNA SEQUENZA, LA NOTIFICA DI MORTE DOVEVA COINVOLGERE L’INTERO FILM E HA TROVATO L’EQUILIBRIO GIUSTO PER FARLO. DA LITANIE DEL DOLORE IL PARZIALE RECUPERO DI UN’UMANITA’ SMARRITA E CONFUSA SUI MARGINI DI BATTAGLIE PERSE IN PARTENZA. UNA PARABOLA NECESSARIA E A SUO MODO INEDITA PER DIRE CHE LE REGOLE DI UN PROTOCOLLO NON SERVONO A SUTURARE UN CERTO GENERE DI FERITA

    Quella robusta signora inquadrata da tergo è come se, improvvisamente privata del suo peso reale, crollasse su stessa prima di scivolare a poco a poco ed accasciarsi esausta. E’ quella madre ad aver fatto strada nel mondo della celluloide in materia di ‘notifica vittime di guerra’. E’ una sola sequenza destinata a rimanere indelebile nell’immaginario collettivo. Sequenza che, d’altra parte, rappresenta il perno di un film con protagonista una missione a priorità assoluta. E’ difatti quella missione che dà il titolo al celebre Salvate il

    soldato Ryan di Steven Spielberg. In quell’unica sequenza si annida la motivazione e si avvita il perno di una storia di guerra di cui Spielberg ha voluto deliberatamente dar ‘spettacolo’, non certo per il gusto di darlo, bensì per la necessità di instillare quel salutare disgusto che auspicabilmente dovrebbe spingere alla rinascita delle coscienze. Per una volta è forse il caso di spezzare una lancia in favore del tanto famigerato ‘cinema hollywoodiano’, sforzandosi di comprendere le intenzioni e le ragioni profonde di determinate scelte.

    E se questo può essere il modo di reagire di una madre, che dire di un padre ex militare graduato per professione?! Anche a Tommy Lee Jones nell’incredibile film di Paul Haggis Nella valle di Elah tocca subire una terrificate notifica e ancor più terrificante sarà per lui - e vorrà assolutamente farlo - scoprire come sono andate le cose e perché. Un’altra sequenza di grande

    impatto emotivo declinato secondo le viscerali cadenze di introspezione che caratterizzano la levatura di attori di razza come Tommy Lee Jones. Nel Brothers (2009) di Jim Sheridan poi, con Tobey Maguire, Jake Gyllenhaal e Natalie Portman, il remake statunitense del danese Non desiderare la donna d’altri di Sussane Bier, si vivono le conseguenze di una notifica di morte in Afghanistan. E la lista potrebbe proseguire ma ci fermiamo qui.

    Pochi esempi che vanno a confermare un fatto: non c’è un modo più giusto di un altro per dirlo e non c’è un modo più consono di un altro per accogliere simili notizie. Sia chi è preposto a notificare la morte di un congiunto ad un familiare, sia chi è costretto a subire la notizia, dovrà vedersela sul binario bipolare dei destini incrociati su un treno a destinazione unica: quella dell’immenso dolore per un’immane tragedia, in primo luogo personale, in secondo

    luogo universale (anche se a questo non si pensa o può sfuggire). E’ questo il perno di Oltre le regole - The Messenger, opera prima del regista newyorkese di origini israeliane Oren Moverman, (scritto a quattro mani con Alessandro Camon). Una storia dal taglio trasversale non solo degna di attenzione ma meritoria, pur nella lieve imperfezione, degli illustri riconoscimenti riscossi: Orso d’Argento per la ‘Migliore Sceneggiatura’ al ‘59. Festival del cinema di Berlino’ e Peace Film Award. Con un percorso di sceneggiatore alle spalle (Jesus’ Son, co-sceneggiatore di Io non sono qui di Todd Haynes e Arsenico e vecchi confetti) su questo genere di notifiche Moverman ci ha costruito l’intera storia: una sorta di litanìa del dolore reciprocamente condiviso, dai messaggeri graduati cui spetta l’ingrato compito e dai familiari delle vittime colpiti in prima persona dalla tragedia. E fare della notifica di morte il soggetto protagonista di un intero film

    poteva dare a qualsiasi regista del filo da torcere, oltre che intimidire lo spettatore. Ma dal primo fotogramma ci è chiaro che possiamo accordare fiducia ed imbarcarci in questo scomodo viaggio, screziato, a suo modo, di schiarite di intensa umanità. Un primissimo piano fissato su un occhio e una lacrima che scende si rivela solo la metafora di un dolore che per il momento non si mostra a viso aperto: perché di altro non si tratta che della lacrima indotta dall’instillazione di un collirio. E’ così che entra in scena il nostro protagonista, il pluridecorato eroe di guerra Sergente Will Montgomery (Ben Foster, Alpha Dog, Quel treno per Yuma) che solo alla fine, nel suo drammatico e commovente monologo, non mancherà di dirci la sua in merito al concetto di ‘eroe’. Che il suo è un personaggio ‘disturbato’ è evidente fin dalle prime battute, con il suo rapporto d’amore senza

    fondamenta, la predilezione per la musica ad altissimo volume, un nervosismo a pelle e certe fisse irrazionali, nonché un tenace autocontrollo che sa ben reprimere rabbia e disagio interiori. Ma il ritratto si accende di nuova luce quando, sull’onda del nuovo ed ingrato incarico di notificare le vittime di guerra, proprio in quanto graduato e assurto agli scranni di eroe, prende avvio sul filo del contrasto la dinamica interattiva con il collega Capitano Stone (Woody Harrelson, Non è un paese per vecchi, Battle in Seattle, Oltre lo scandalo, La sottile linea rossa), scorza dura ed irritante di sola facciata. Un individuo la cui unica preoccupazione sembra quella di istruire il collega sulle regole da rispettare secondo il protocollo dettato dal manuale di notifica, la cui tendenza spiccatamente logorroica gli dà modo di argomentare, offrendo un poliedrico sguardo e un caleidoscopio di riflessioni morali, intorno a quell’alieno ‘pianeta’ che risponde al

    nome di guerra. E del resto, come il protocollo sia spesso inadeguato e alle volte persino assurdo per rispondere alle specifiche esigenze, e come non serva neppure ad evitare ai cosiddetti ‘messaggeri’ il contagio dal dolore comunicato, risulta conclamato dai brandelli di vita ‘strapazzata’, o meglio, della ‘non vita’, che questi conducono al di fuori di un ‘lavoro’ che li vede in servizio 24 ore su 24 sul filo della chiamata improvvisa. Nella circoscritta mappa dei casi selezionati per questo esemplare tracciato di ‘comunicazione-reazione’ spicca, tra gli altri, un padre che insulta i messaggeri apostrofandoli come ‘vigliacchi’ dopo aver sputato in faccia al Sergente Montgomery. Il voler tornare più tardi sui suoi passi, per una delle sequenze più toccanti del film, dà un’idea abbastanza illuminante sul fatto che la sensibilità umana non potrà mai essere sostituita da alcun tipo di protocollo.

    Ma se questa inconsueta parabola funziona praticamente su ogni

    registro, meno limpide sembrano le acque che lambiscono gli affetti del primo protagonista. Mentre il capitano Stone cerca di accontentarsi di prostitute in mancanza di un amore vero, per il Sergente Montgomery le cose sono un po’ più complesse. D’altra parte risultano appena sbozzati i contorni del tipo di relazione iniziale con Kelly (Jena Malone, Donnie Darko, Into the Wild), e Moverman vi torna per un episodio che non fa che intorbare ancor più le acque, mentre risulta comunque un po’ forzato, o per meglio dire un po’ affrettato, pur con tutte le motivazioni del caso, l’approccio con la vedova Olivia Pitterson (Samantha Morton, Accordi e disaccordi, Minority Report, Codice 46, Elizabeth-The Golden Age), personaggio ambiguo la cui intensa complessità non tarda ad affiorare. Tuttavia Moverman recupera terreno riparando sullo spiraglio che apre verso una plausibile prospettiva futura, ancora una volta, oltre le regole.

    Pressbook:

    PRESSBOOK Completo in ITALIANO di OLTRE LE REGOLE - THE MESSENGER

    Links:

    • Oren Moverman (Regista)

    • Jena Malone

    • Steve Buscemi

    • Woody Harrelson

    • Samantha Morton

    • Ben Foster

    • OLTRE LE REGOLE - THE MESSENGER - INTERVISTA al regista e co-sceneggiatore OREN MOVERMAN (Interviste)

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    Galleria Video:

    Oltre le regole - The Messenger - trailer.flv

    Oltre le regole - trailer (versione originale) - The Messenger.flv

    Oltre le regole - trailer HD (versione originale) - The Messenger.mp4

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