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LA PRIMA COSA BELLA: NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA MI RITROVAI A RIMEMBRAR LA MIA INFANZIA! IL RUSPANTE LIVORNESE PAOLO VIRZI' TORNA ALLE SUE ORIGINI OFFRENDO UNA PREZIOSA LEZIONE DI VITA IN RUSTICO TOSCANO. E QUESTO A DISPETTO DELL'INGOMBRANTE COMPAGNIA DEL TORNADO 'AVATAR'
Dal 15 GENNAIO 2010 - In DVD e BLU RAY: Dal 9 GIUGNO 2010
"'La prima cosa bella' è una delle allegre e romantiche canzoncine che Anna Nigiotti in Michelucci cantava ai suoi figlioli Bruno e Valeria, per rincuorarli durante le avventurose peripezie cui furono costretti, dopo che il marito Mario, accecato dalla gelosia, aveva cacciato di casa tutti e tre. Eravamo all'inizio degli anni Settanta, Bruno aveva 8 anni e Valeria 5. Quella mamma dalla bellezza imbarazzante era stata eletta inaspettatamente Miss in una serata d'estate ai Bagni Pancaldi, lo stabilimento balneare piÚ popolare di Livorno, e Mario da allora aveva perso la testa, non riuscendo a sopportare tutta quella maliziosa attenzione sulla sua giovane moglie. Tutto questo sotto gli occhi ignari della piccola dolce Valeria, e quelli invece attentissimi di Bruno, al quale non sfuggiva nulla dei dissidi familiari e delle battute velenose della gente. Siamo negli anni in cui la provincia italiana sembra perdere per sempre la propria innocenza e i vagabondaggi di questa madre allegra, fiduciosa e sciagurata, coi due figlioli al seguito, saranno pieni di illusioni e di altrettante insidie. Oggi Bruno è un quarantenne anaffettivo e scontento, fuggito via ormai da tanti anni dalla sua piccola città . Viene però convinto dall'insistenza della sorella Valeria a tornare a Livorno per porgere l'estremo saluto alla madre che sta morendo. Ma lo aspetta una sorpresa: nonostante l'evidenza clinica, sua madre Anna è ancora bellissima, frivola, ingorda di vita. Quella che doveva essere una rapida visita, diventa l'occasione di fare i conti con le traversie di quel passato che Bruno aveva voluto cocciutamente dimenticare. E il commiato dalla vita di Anna diventa sorprendentemente una specie di festa, dove anche il dolore della morte sembra accettabile e dolce. à stato con grande emozione che son tornato a girare un film nella città dalla quale cercai di scappare ormai un quarto di secolo fa, evidentemente senza riuscirci. Livorno è un po' il mio teatrino personale, come Newark per Philip Roth, Boulder per John Fante, o il Rione Sanità per Mario Merola. Brulica di storie eccezionali di gente comune che mi far venir la voglia di raccontare e di filmare. Forse per via di questo nostro periodaccio, in cui nella società ribollono sentimenti astiosi, sfiducia, risentimento, e forse anche perchÊ il mio ultimo film, Tutta la vita davanti, mi aveva portato a confrontarmi con questioni sconfortanti del nostro tempo, e a mettere in scena personaggi anche inquietanti, stavolta son corso volentieri a rifugiarmi nel tepore del racconto di personaggi a cui voler tanto bene: il ciclo della vita, col suo mistero struggente ma anche gioioso, in una famiglia in fondo come tante. Per una volta, forse, niente problematica sociale, ma pezzi palpitanti del mio cuore".
Il regista e co-sceneggiatore Paolo VirzĂŹ
(La prima cosa bella ITALIA 2009; commedia; 116'; Produz.: Motorino Amaranto/Medusa Film/Indiana Production Company; Distribuz.: Medusa Film)
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Titolo in italiano: La prima cosa bella
Titolo in lingua originale:
la prima cosa bella
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Paolo VirzĂŹ
Sceneggiatura:
Paolo VirzĂŹ, Francesco Bruni e Francesco Piccolo
Soggetto: Paolo VirzĂŹ
Cast: Valerio Mastandrea (Bruno Michelucci 2009) Micaela Ramazzotti (Anna Nigiotti in Michelucci - 1970-1980) Stefania Sandrelli (Anna Nigiotti in Michelucci 2009) Claudia Pandolfi (Valeria Michelucci 2009) Marco Messeri (il Nesi) Aurora Frasca (Valeria Michelucci 1970) Giacomo Bibbiani (Bruno Michelucci 1970) Giulia Burgalassi (Valeria Michelucci 1980) Francesco Rapalino (Bruno Michelucci 1980) Isabella Cecchi (zia Leda Nigiotti) Sergio Albelli (Mario Michelucci) Fabrizia Sacchi (Sandra) Dario Ballantini (Avvocato Cenerini 1970-1980) Paolo Ruffini (Cristiano Cenerini) Emanuele Barresi (il Lenzi) Cast completo Roberto Rondelli (il Mansani) Fabrizio Brandi (Giancarlo 2009) Michele Crestacci (Luciano Vallesi) Bobo Rondelli (Armando Mansani) Isabelle Adriani (Giuliana Cenerini 1971-1981) Paolo Giommarelli (Conte Augusto Paoletti) Giorgio Algranti (Vicesindaco)
Musica: Carlo VirzĂŹ
Costumi: Gabriella Pescucci
Scenografia: Tonino Zera
Fotografia: Nicola Pecorini
Montaggio: Simone Manetti
Effetti Speciali: Massimiliano Bianchi
Makeup: Massimo Gattabrusi
Casting: Elisabetta Boni, Dario Ceruti e Lorenzo Grasso
Scheda film aggiornata al:
25 Marzo 2015
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Sinossi:
IN BREVE:
Cosa vuol dire avere una mamma bellissima, vitale, frivola, imbarazzante? Eâ il cruccio che ha accompagnato tutta la vita di Bruno, primogenito di Anna, fin da quando aveva otto anni. Tutto comincia nellâestate del 1971, quando assistendo alla tradizionale elezione delle Miss dello stabilimento balneare piĂš popolare di Livorno, Anna viene inaspettatamente chiamata sul palco ed incoronata âla mamma piĂš bellaâ. Da allora, nella famiglia Michelucci, arriva lo scompiglio e per Anna, per Bruno e per la sorella Valeria, inizia unâavventura che si concluderĂ solo ai giorni nostri, con un'inattesa e struggente riconciliazione.
IN DETTAGLIO:
Anna Nigiotti nel Settantuno era una giovane e bellissima mamma proclamata Miss del piĂš popolare stabilimento balneare di Livorno, ignara di suscitare le attenzioni maliziose della popolazione maschile, i sospetti rabbiosi del marito Mario e la vergogna del primogenito Bruno. Oggi, ricoverata alle cure palliative, Anna sbalordisce i medici con la sua irresistibile e contagiosa vitalitĂ e fa innamorare i degenti terminali. Bruno invece, ha ormai tagliato i ponti con la sua cittĂ , la sua famiglia, il suo passato. Insegna senza entusiasmo in un Istituto Alberghiero e conduce un'esistenza cocciutamente anaffettiva. Ma la sorella Valeria lo convince a venire a salutare la madre per l'ultima volta, e Bruno torna malvolentieri a Livorno. L'incontro, dopo tanti anni, con quella mamma esplosiva, ancora bella e vivacissima, che a dispetto delle prognosi mediche sembra non aver nessuna intenzione di morire, costringe Bruno a rievocare le vicissitudini familiari che aveva voluto a tutti i costi dimenticare. Il vagabondare di quelle notti e di quei giorni di tanti anni fa in cerca di una sistemazione, lui e la sorella Valeria, all'epoca dolce, ignara e piagnucolosa, cacciati di casa dal babbo accecato dalla gelosia, ma sempre rincuorati dall'incrollabile ottimismo di quella loro mamma allegra e incosciente. A far da coro alle peripezie di questo terzetto di creature sciagurate e coraggiose, una provincia maliziosa in preda a nuove smanie, l'ignavia dei tanti uomini volubili che vorrebbero appropriarsi della grazia e del candore di Anna, ma che in fondo non ne hanno il coraggio e la forza. Ma soprattutto le manovre dell'astiosa zia Leda per impadronirsi del marito e dei figli di quella sorella sconcia e chiacchierata. Dopo la scoperta in extremis di un fratello di cui si ignorava l'esistenza, matrimoni e separazioni a sorpresa, quei trascorsi avventurosi conducono ad un esito inatteso di riconciliazione: l'ultima lezione di vita, di fiducia nella dolcezza del vivere, di questa madre imbarazzante e speciale.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
STERZATA NEOREALISTA PER PAOLO VIRZIâ BATTEZZATA CON SCHEGGE DI MELOâ: IL TEMA DELLA MORTE NON Eâ CERTO DEI PIUâ FELICI E IL DRAMMA SOVRASTA LA COMMEDIA ANCHE SUL PIANO DEI DISSAPORI FAMILIARI. EPPURE VIRZIâ CERCA E INFINE INCONTRA IL LATO POSITIVO DELLA SERENITAâ CULMINANTE IN QUEL FINALE BAGNO AL MARE: IL CONQUISTATO E SOFFERTO APPRODO DEL PROTAGONISTA (UN BRAVISSIMO VALERIO MASTANDREA), DOPO UNA SORTA DI VIATICO, OBBLIGATO DA CIRCOSTANZE PARTICOLARI, SULLâONDA DI CONTINUI RIGURGITI DI MEMORIE SOPITE, AL NEORICONOSCIMENTO DI SE STESSO, FINALMENTE NON PIUâ IN FUGA DALLE PROPRIE ORIGINI. UN METAFORICO E RICONCILIANTE RITORNO NEL âGREMBO MATERNOâ (DELLA FAMIGLIA E DEL PAESE) PROPRIO QUANDO LA MADRE (STEFANIA SANDRELLI INCARNA IL FUCRO DEL MELODRAMMA E PARADOSSALMENTE LA SUA NEGAZIONE) NON Eâ PIUâ.
Schermo nero. Le voci in sottofondo di una manifestazione, per cosĂŹ dire di piazza, annunciano lâelezione a âMiss Pancaldiâ a Livorno prima che il titolo La prima cosa bella |
a caratteri cubitali in un rosso forse piĂš cardinale che amaranto (colore emblema del Livorno) buchi quel fondo cosĂŹ nero. Si inizia cosĂŹ praticamente al mare e si chiuderĂ al mare, cosĂŹ comâera logico che fosse trovandoci a Livorno. Non a caso la compagna del nostro tormentato protagonista Bruno Michelucci (interpretato magnificamente da Valerio Mastandrea) che, malgrado tutto lo raggiunge a casa dei suoi, gli dirĂ : âsecondo te venivo a Livorno e non portavo il costume da bagno?â. Come dire un diktat, il simbolo subito riconoscibile di un luogo. Ogni posto ha una sua anima: e quella di Livorno è il mare, con il suo porto altalenante nella graduatoria nazionale per livello di importanza, e comunque sempre di un certo rilievo. Motivo di ritorno, quello del mare, che VirzĂŹ rimarca nel bel mezzo della storia con lâappartamento di fortuna ricavato proprio negli anfratti del porto di Livorno, lĂ dove Anna |
Nigiotti in Michelucci, nel fiore degli anni e della bellezza (Micaela Ramazzotti) trova rifugio con i due figli ancora piccoli (Bruno e Valeria) dopo tutta una serie di peripezie germinate proprio a seguito di quella serata ai âBagni Pancaldiâ, quando la giovane mamma Anna viene eletta âMissâ, fotografata e baciata dagli organizzatori della festa. Fin dalle prime battute traspaiono il livore della gelosia del marito, speculare alla disapprovazione del figlio, di contro alla innocente e festosa approvazione della sorella.
Ed ecco che la m. d. p. di Paolo VirzĂŹ si insinua nelle stradine piovigginose cittadine, e rimarcando quei chiaroscuri ambientali riesce a renderli speculari degli stati dâanimo interiori dei protagonisti: in primo luogo di Bruno, giĂ umbratile da piccolo e una sorta di anima persa da adulto, estremamente introverso e schivo, in rotta di collisione con se stesso prima ancora che con gli altri suoi simili. Ombre presenti anche nella |
giovane madre Anna, per quanto sempre ricacciate dietro il paravento di unâesuberanza un pò frivola e svampita, e soprattutto di un buon umore inaffondabile per amore dei figli. E gli scorci dentro questa commovente storia sono svariati e tutti interessanti: dalle varie intimitĂ familiari ai set cinematografici con lâamaro dei dietro le quinte soprattutto per una bella donna, alle malelingue del cosiddetto âpopolinoâ e alla voglia di vivere e divertirsi malgrado tutto. Piccole storie di rancori ormai rancidi, depositati nel fondo dei tanti anni trascorsi male, di livori accesi e forse scoloriti un poâ troppo tardi, di legami affettivi a lungo soffocati ma pronti a riemergere se solo gliene viene offerta lâoccasione. Una bella lezione di vita, insomma.
Dâaltra parte non si può fare a meno di rilevare in questo affresco neorealista virziniano (soggetto per altri versi cavalcato di recente anche da Sergio Rubini con Lâuomo nero) un paio di nei:
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La scarsa verosimiglianza con la vera natura della malattia senza scampo in fase terminale, soprattutto coniugata al genere di reattivitĂ della madre (non per colpa della Sandrelli, ineccepibile, ma per una sorta di âidealizzazioneâ del personaggio nel copione). Con eccessi ben piĂš gravi e non certo in termini neorealistici, Hollywood aveva detto la sua su analoga malattia, ad esempio con lâormai lontano Nemiche, amiche che vedeva affiancate Susan Sarandon e Julia Roberts.
2) Lâattardarsi oltre il necessario su situazioni giĂ estremamente drammatiche di per sĂŠ, lasciandosi andare al melodramma una spanna di troppo. Sfumare ad esempio su quel baluginĂŹo di colori annebbiati, specchio di quel rimembrare giunto pressochĂŠ a destinazione, e glissare sullâovvio strazio che suscita la morte, sarebbe stato forse preferibile. Sembra quasi che, in un âeccesso di affettoâ, in quei momenti VirzĂŹ abbia deliberatamente dismesso i panni del cineasta per dar libero sfogo, visualizzandoli pubblicamente sul grande schermo, ai |
sentimenti della persona, lasciandosi andare senza freni di sorta. Tanto è bastato a togliere qualche punto di merito ad unâopera cinematografica estremamente sentita da tutti: anche Claudia Pandolfi (la sorella di Bruno Valeria da adulta), si è calata nel ruolo in maniera sorprendente e insieme a Valerio Mastandrea ci hanno regalato spaccati di introspezione speciali, di cui ci dobbiamo ricordare quando ci lamentiamo - io per prima - dellâinsufficienza del cinema italiano.
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Pressbook:
PRESSBOOK Completo in ITALIANO de LA PRIMA COSA BELLA
Links:
• LA PRIMA COSA BELLA - INTERVISTA al regista PAOLO VIRZI' (Interviste)
Galleria Fotografica:
La prima cosa bella - trailer.flv
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