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    Home Page > Movies & DVD > Io sono l'amore

    IO SONO L'AMORE: GLI 'ORIZZONTI' DI LUCA GUADAGNINO APRONO UNA FINESTRA SU UN GRUPPO FAMILIARE D'ALTA BORGHESIA MILANESE, DOVE INCONTRIAMO ALBA ROHRWACHER E TILDA SWINTON IN VERSIONE ITALIANA

    Dalla 66. Mostra del Cinema di Venezia
    Dal 19 MARZO

    "La possibilità di mostrare una frattura. La scelta etica di non compromesso nonostante il 'buon senso'. La fine come inizio. La borghesia come rito. Fare la neve finta ad agosto. Dirigere questo cast".
    Il regista Luca Guadagnino

    (Io sono l'amore Italia 2009; Drammatico; 120'; Produz.: Mikado Film e Firstsun, in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con La Dolce Vita Productions e Pixel Dna; Distribuz.: Mikado Film)

    Locandina italiana Io sono l'amore

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Io sono l'amore

    Titolo in lingua originale: Io sono l'amore

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Luca Guadagnino

    Sceneggiatura: Barbara Alberti, Ivan Cotroneo, Walter Fasano, Luca Guadagnino

    Soggetto: basato su una storia di Luca Guadagnino

    Cast: Tilda Swinton (Emma Recchi)
    Flavio Parenti (Edoardo Recchi Jr.)
    Edoardo Gabbriellini (Antonio Biscaglia)
    Alba Rohrwacher (Elisabetta Recchi)
    Pippo Delbono (Tancredi Recchi)
    Maria Paiato (Ida Marangon)
    Diane Fleri (Eva Ugolini)
    Waris Ahluwalia (Mr.Kubelkian)
    Gabriele Ferzetti (Edoardo Recchi Sr.)
    Marisa Berenson (Allegra Recchi)

    Musica: John Adams

    Costumi: Antonella Cannarozzi

    Scenografia: Francesca Di Mottola

    Fotografia: Yorick Le Saux

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Casa Recchi: specchi, fiori, denaro e freddezza. Emma e Tancredi, i loro figli, Elisabetta, edoardo, Gainluca, i compagni e promessi sposi, nonni, la genealogia e le future generazioni celebrano, tra le camere e i corridoi, i giardini innevati, le grandi cucine di Villa Recchi, passaggi e consegne, avvicendamenti alla guida dell'impresa.
    Ruopli raggelati dalla consapevolezza della classe di appartenenza, la grande borghesia industriale lombarda.
    Estraneo a quel mondo, Antonio, giovane cuoco, poco avvezzo al compromesso, condensa emozioni in piatti che non appartengono di fatto al ristorante di famiglia. Emma e Antonio, due creature inorganiche intrappolate in universo diverso. La passione li porta in rotta di collisione spezzando i legami prestabilite mettendo entrambi in contatto diretto con la natura. Il prezzo da pagare è alto. Una sola la possibilità di redenzione: l'amore.

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Interni di gusto antico, vagamente retrò, palcoscenico di un teatro familiare che riprende i motivi di un filone ben noto, di un genere che, tra gli esempi simili di bon ton e vita sociale borghese italiana, ha anche reminescenze di Un'australiana a Roma, in quell'atmosfera costantemente tesa, tirata e rarefatta di una famiglia in carriera in cui il dialogo e gli affetti sono costantemente messi in dubbio quando giunge il “deviante†a sovvertire un ordine precostituito.
    Da un punto di vista strettamente tecnico è pregevole la scelta di alternare scene angolate ad altre più secche e dai centri focali precisi, giocando su contrasto di luci ed ombre, scatti e carrellate di gusto fotografico, indugiando in modo spiccato nel dettaglio, la camera mobile e in soggettiva che tuttavia non cresce mai il tono narrativo e non si raggiunge un apice della tensione psicologica, in potenza in tutto il film ma mai

    davvero percepibile.
    I ruoli continuano a rimanere rarefatti, il tono narrativo, frammentario e artificioso, fatto di dialoghi fin troppo spesso affettati, in cui mancano verve e realismo trascinanti.
    I protagonisti sono tanti ma non si cattura mai la personalità più intima, che sfugge all'occhio dello spettatore, creando un caotico tessuto familiare che volge poi l'attenzione su madre e figlia alle prese con la ricerca di sé.
    E come in ogni storia a carattere familiare altolocato, non manca la figura dell'uomo di bella presenza, personaggio minore e di minore rango ma eccezionale fascino che, nel suo capanno isolato, “ospita†una delle donne protagoniste.
    Piuttosto monocorde nel complesso, immerso nei ricordi di un tempo passato, strizza l'occhio alla modernità ed alla società di oggi, cattura attimi quotidiani e di alta borghesia con un occhio peculiare ma che non si scosta dal clichè.
    La ricercata cura di dettagli e inquadrature sembra apportare poco, tanto talvolta risulta di difficile

    interpretazione e poco funzionale all'esito narrativo.
    Il tema dell'omosessualità, della gestione del patrimonio aziendale di famiglia come pezzi di questo piatto affresco, pacatamente fermo e bloccato in una scansione temporale irreale, totalmente privo di ritmo e che pure si ostina a rimarcare il tema amoroso in un forsennato insieme di suoni e immagini piuttosto che sfruttare con maggiore coraggio il topos controverso del deviante.
    Comunque ardita l'impresa di Tilda Swinton di accettare la parte recitando in italiano; dispiace per Alba Rohrwacher, sempre brava ad entrare nel personaggio, che in questo caso risulta però tristemente imprigionata in una storia fiacca, con poco spazio e decisamente non sua.

    Links:

    • Luca Guadagnino (Regista)

    • Alba Rohrwacher

    • Tilda Swinton

    • Diane Fleri

    1

    Galleria Video:

    Io sono l'amore - trailer.flv

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