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    NOWHERE BOY: BIOPIC SU JOHN LENNON IN ETA' ADOLESCENZIALE, QUANDO PER IL FUTURO MITO DELLA MUSICA LA MADRE E LA ZIA MIMI (KRISTIN SCOTT THOMAS) COSTITUIVANO UN FARO PER LA SUA ANCORA ACERBA ESISTENZA

    RECENSIONE - Dal 27. Torino Film Festival (13-21 Novembre 2009) - Film d'apertura il 13 Novembre - Dal 3 DICEMBRE 2010

    Il film NOWHERE BOY è dedicato 'alla memoria di Julia Baird' (sorella di John Lennon).

    (Nowhere Boy REGNO UNITO 2010; biopic drammatico; 98'; Produz.: Aver Media/Escosse Films/Film4/Lipsync Productions/North West Vision/UK Film Council; Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana Nowhere Boy

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Nowhere Boy

    Titolo in lingua originale: Nowhere Boy

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Sam Taylor Wood-Johnson

    Sceneggiatura: Matt Greenhalgh

    Soggetto: Il film si ispira al libro Imagine This: Growing Up With My Brother John, scritto dalla sorella di John Lennon, Julia Baird.

    Cast: Aaron Johnson (John Lennon)
    Kristin Scott Thomas (Mimi Smith)
    David Threlfall (Zio George)
    Thomas Sangster (Paul McCartney)
    Anne-Marie Duff (Julia Lennon)
    David Morrissey (Bobby)
    Ophelia Lovibond (Marie Kennedy)
    Sam Bell (George Harrison)
    Calum O'Toole (Teddy Boy)
    Ellie Jeffreys (Teddy Girl)
    Les Loveday (Teddy)
    Simon Lowe (Jim Gretty)

    Musica: Alison Goldfrapp e Will Gregory

    Costumi: Julian Day

    Scenografia: Alice Normington

    Fotografia: Seamus McGarvey

    Montaggio: Lisa Gunning

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Per raccontare gli anni giovanili di John Lennon (qui interpretato dall'attore inglese Aaaron Johnson) il film doveva incarnare lo spirito dei Beatles agli albori di quella carriera che sarebbe diventata un mito senza tempo, fin dal titolo, che, non a caso, si rifà ad uno dei primi single del gruppo, Nowhere Man del 1965.

    Una delle figure chiave dell'adolescenza di Lennon, oltre alla madre Julia (Anne-Marie Duff), è rappresentata dalla zia Mimi (Kristin Scott Thomas).

    IN ALTRE PAROLE:

    Immaginate l’infanzia di John Lennon... Liverpool 1955: un quindicenne ribelle e intelligente, assetato di vita. Una famiglia in cui abbondano i segreti, con due donne in conflitto rispetto al futuro di questo ragazzo, John Lennon. Mimi, la zia severa che lo ha cresciuto, e Julia, la mamma piena di brio. Spinto dal suo desiderio di una famiglia normale, John si rifugia nel nuovo ed eccitante mondo del rock, dove il suo genio immaturo incontra la sua anima gemella nell’adolescente Paul McCartney. Ma proprio mentre John sta per iniziare una nuova vita, sua madre muore tragicamente. Il giovane Lennon troverà la forza per andare avanti e la sua voce esploderà nel mondo, dando vita al mito.

    IN DETTAGLIO:

    Woolton, Liverpool, metà degli anni ’50. John Lennon è un adolescente ribelle che vive con gli zii Mimi e George. E’ un ragazzo vivace e impertinente che non fa altro che cacciarsi nei guai insieme al suo amico Pete Shotton, con cui ama marinare la scuola e bighellonare in giro per la città. La zia Mimi lo tiene a bada con severità, mentre George cerca di prenderlo con le buone: lui e John sono legati da un profondo affetto, che si cementa quando George regala a John il suo primo strumento musicale, un’armonica, promettendogli che gli insegnerà a suonare. I due condividono infatti un profondo amore per la musica e un interesse nei confronti dei programmi radiofonici di intrattenimento. Il loro rapporto goliardico contrasta nettamente con il sopracciglio alzato di zia Mimi.

    Tutto cambia nel momento in cui lo zio George ha un attacco di cuore e muore proprio mentre lui e John si stanno divertendo un mondo insieme. La perdita di George lascia un vuoto incolmabile nella casa ma, quando John si rivolge alla zia in cerca di conforto, la donna non fa altro che ribadire bruscamente: “Dobbiamo andare avanti comunque, ormai siamo solo io e teâ€. Dopo il funerale di George, il cugino di John, Stan, gli chiede se desidera incontrare sua madre, la frivola donna dai capelli rossi che ha fatto una breve apparizione sulla tomba di George. John accetta ed è sconvolto quando si rende conto che la donna in realtà vive a breve distanza dalla sua casa di Menlove Avenue.

    Quando John si presenta alla sua porta, sua madre Julia non crede ai suoi occhi. Lo abbraccia come nessuno lo ha mai abbracciato prima d’ora, quasi troppo stretto. John incontra le sue sorellastre ed è conquistato dall’ allegria che regna in quella casa, molto diversa dalla cupa atmosfera dell’abitazione della Zia Mimi. Anche Julia è entusiasta di lui. Escono insieme, in giro per Blackpool, e lei gli fa ascoltare la nuova musica che viene dall’ America: il rock 'n' roll, le cui note alludono chiaramente al sesso. A casa, Bobby, trova la sua compagna Julia e John che cantando, ridono e danzano. Ma lui non è in vena e interrompe la festa; John si rende conto della situazione e, prima di andarsene, promette a Julia che non rivelerà a Mimi della folle giornata trascorsa insieme.

    Più tardi John ha un flashback del suo passato, immagini sfocate di una città sul mare, ricordi sepolti di una vita lontana.

    Mimi gli presenta il nuovo inquilino, lo studente di biochimica Michael Fishwick, che alloggerà nella loro casa e che Mimi si augura possa essere d’esempio a John, per i suoi studi. Ma John continua a non prendere sul serio la scuola e in classe non fa altro che divertire i suoi compagni con il suo sfrontato umorismo, le sue battute e le sue caricature, e con la produzione di ‘The Daily Howl’, un irriverente fumetto satirico di sua creazione che prende di mira gli insegnanti della scuola.

    John torna da Julia ma viene accolto piuttosto freddamente da Bobby. Lui e Julia vanno al cinema per vedere un documentario su Elvis Presley, il nuovo fenomeno che, dopo aver travolto l’America, ora sta conquistando la Gran Bretagna. Primo piano di John che inizia a rendersi conto dell’effetto che quell’uomo e la sua musica hanno sulle donne; anche sua madre ne sembra contagiata e gli appare come una scolaretta un po’ svampita.

    John e Pete si recano in un negozio di musica per rubare dei dischi ma dopo essersi accorti di aver rubato solo jazz, iniziano a gettare i dischi nell’acqua del porto. Un “Cunard Yankâ€, (così si chiamavano i marinai di Liverpool che, di ritorno da New York, diffondevano in città le nuove tendenze di musica e moda d’oltreoceano) li ferma e propone loro di scambiare il loro bottino con un disco di importazione che ha appena portato da New York City: 'I Put A Spell On You' di Screaming Jay Hawkins. John lo fa ascoltare a sua mamma e la donna lo trova irresistibile.

    Intanto, a causa di una delle tante monellerie, John e Pete Shotton vengono sospesi dalla scuola per una settimana, e per evitare l’ira di Mimi, John nasconde la lettera di sospensione e va da Julia, chiedendole di poter trascorrere la settimana con lei. La donna accetta e notando la forte inclinazione musicale di John, gli insegna a suonare il banjo. Lui è davvero colpito dal talento di sua madre, dalla sua gioia di vivere, e vuole imparare da lei tutto ciò che può.

    In seguito all’inevitabile telefonata da parte della Quarrybank School, Mimi scopre che John è stato sospeso e va a cercarlo a casa di Julia. Mimi viene allontanata senza troppe cerimonie e Julia chiede a John di restare con lei. Quella stessa sera, però, John ascolta, senza volere, una delicata conversazione fra Bobby e sua madre. Improvvisamente si rende conto della vulnerabilità di Julia e dei motivi per cui Bobby è preoccupato per lei. Il giorno seguente decide quindi di andarsene, confuso e addolorato. Anche Julia è molto turbata dalla sua decisione.

    A casa John annuncia la sua decisione di formare una rock band. Mimi lo accompagna a comprare la sua prima chitarra; John riunisce i suoi amici nel bagno della scuola per assegnare a ognuno il proprio ruolo nel gruppo musicale: è l’inizio di ‘The Quarrymen’.

    Ed eccoli mentre si esibiscono nella chiesa di St. Peter, davanti a un pubblico molto garbato, fra cui c’è anche Julia. John fa di tutto per nascondere la sua emozione. Un giovanissimo Paul McCartney li osserva e vuole conoscerli. Paul suona la chitarra meglio di tutti loro e in più ha una particolarità: la suona con la sinistra. John fa del suo meglio per non fargli vedere che è rimasto molto colpito, ma si rende conto delle potenzialità di Paul. Presto Paul e John iniziano a suonare regolarmente a casa di Mimi, esercitandosi nel portico della casa. Durante una di queste sessioni, Paul suggerisce a John di iniziare a cantare brani composti da loro, se intendono fare i soldi. John si rende conto che Paul ha ragione e scopre di avere molto in comune con lui, più di quel che pensava inizialmente: anche Paul, infatti, è cresciuto senza la madre.

    Nel frattempo, arrivano i risultati degli esami di John, e Mimi non è affatto contenta: per punirlo vende la sua adorata chitarra. Quando John scopre ciò che ha fatto Mimi, si precipita a casa di sua madre ed esige i soldi per poterla ricomprare. Julia lo asseconda e lui torna allegramente da Mimi raccontandole ciò che è accaduto.

    Intanto i Quarrymen iniziano a farsi un nome e Julia assiste a tutti i loro spettacoli. Le piace molto passare il tempo nel backstage insieme al gruppo ma John e gli altri ne sono infastiditi. Tuttavia Julia riesce a farsi perdonare, annunciando, una sera, che intende organizzare una grande festa a casa sua per festeggiare il compleanno di John. Come potrebbe John mai rifiutare? Sull’autobus verso casa, dopo lo spettacolo, Paul presenta a John e agli altri ragazzi del gruppo un suo amico musicista di nome George Harrison, che li colpisce per la sua bravura e il suo fascino ombroso. George viene accolto nel gruppo.

    Arriva la notte della festa ma John non si sente tranquillo: c’è ancora molto da chiarire rispetto al suo passato. Ingoia qualche drink e inizia a trovare fastidioso tutto ciò che fa sua madre. La sua frustrazione esplode quando, non appena si ritrova solo con Julia, fuori dalla casa, le chiede dove si trova suo padre. Julia non gli risponde in modo esauriente ma ciò che gli rivela lo ferisce molto: suo padre li ha abbandonati, andandosene per mare. Adirato, John corre verso casa di Mimi. Julia lo segue per cercare di calmarlo, e alla fine i tre si ritrovano coinvolti in un confronto tempestoso in cui abbondano rivelazioni e confessioni.

    John ormai ha tutte le risposte e improvvisamente i suoi sogni e i suoi flashback assumono dei contorni più precisi: un bambino di soli cinque anni, una madre che non riesce a gestire la situazione e una zia pronta a raccogliere i pezzi. John scappa via e cerca di affogare il suo dolore nell’alcol. Il giorno seguente trova sua zia Mimi presso la tomba dello zio George e le annuncia l’intenzione di andarsene di casa, anche perché sembra proprio che Mimi e Fishwick abbiano ormai un rapporto più intimo rispetto a quello di un semplice inquilino e una padrona di casa. Ma John vuole che Mimi sappia che lui ama sua madre malgrado tutto ciò che è successo e vorrebbe che entrambe si riconciliassero, da brave sorelle.

    John si iscrive all’Art College, trovando infine uno sfogo alla sua creatività. Mimi e Julia si incontrano per chiarire e, quando John le vede, un pomeriggio, sedute insieme in giardino, in pieno relax, si rende conto dell’affetto che le unisce e si sente felice. Purtroppo però la sua felicità dura poco, perché un giorno, proprio mentre sta uscendo dalla casa di Mimi, Julia viene travolta da un’auto in corsa e muore, su Menlove Avenue. John è distrutto e furibondo. Al funerale si scaglia contro i suoi amici e alla fine crolla fra le braccia del suo amico McCartney, singhiozzando: “Non ho fatto in tempo a conoscerla bene…non tornerà mai piùâ€.

    Bobby consegna a John dei soldi che sua madre aveva messo da parte per lui e per la band, da utilizzare per la loro prima incisione: un brano composto da Paul McCartney dal titolo ‘In Spite Of All The Danger’. Il volto di John non riesce a nascondere un dolore profondo, ma questa nuova avventura lo aiuta ad andare avanti. John va da Mimi per comunicarle la sua intenzione di partire per Amburgo, insieme al suo nuovo gruppo, e le chiede quindi di firmare l’autorizzazione al viaggio, sul suo passaporto.

    Mimi mantiene il suo piglio ma scherza dicendo di non riuscire a ricordare il nome della nuova band. Si salutano con affetto e John lascia Menlove Avenue, con la promessa che la chiamerà non appena arriverà in Germania, cosa che infatti farà e continuerà a fare regolarmente, anche in seguito.

    Dal >Press-Book< di Nowhere Boy

    Nota: Si ringrazia lo Studio Sottocorno.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Ma si può distribuire una pellicola come questa in sole dodici sale cinematografiche? E perché mai? Quando esiste qualcosa - una volta tanto - che può risultare di grande utilità per far riflettere, magari soprattutto i giovani, che nella società odierna hanno non poche difficoltà ad individuare eventuali modelli di ispirazione, rari come le mosche bianche, si può star certi che la diffusione sarà limitata. La validità di questo delizioso affresco marcatamente intimista dall’insolito soggetto che punta sulla fase adolescenziale di un mito assolutamente sopra le righe come John Lennon, non sta certamente nell’aderenza biografica rivisitata al servizio della celluloide su basi, per così dire, ‘di fortuna’, soggette all’interpretazione come tante norme legislative. Ma quel che è certo è che la rivisitazione funziona a meraviglia e che ha molto da dire sulla capacità reattivo-creativa di un ragazzo che non ha avuto certo in dotazione di partenza i mezzi migliori, sia

    sul piano psicologico che sostanziale.

    La reticenza da parte di tutti i componenti dello straordinario futuro gruppo dei Beatles, e non soltanto del diretto interessato, riguardo a figure chiave di infanzia e adolescenza di Lennon quali la madre e la zia Mimì - a meno che il tempo trascorso non abbia aperto la bocca di Paul McCartney, divenuto intimissimo di Lennon proprio fin dal loro primo incontro, quando egli, giovanissimo, aveva appena creato il gruppo dei ‘The Quarrymen’ - non ha mai del resto permesso una perfetta aderenza documentaristica. E questo trova conferma nel fatto che l’idea di un film su John Lennon, maturata negli anni dalla Ecosse Films, ha potuto concretizzarsi nella odierna pellicola di Nowhere Boy – presentato nella scorsa edizione del Torino Film Festival - solo dopo intense e lunghe ricerche di una serie di informazioni e dettagli tratti da libri, articoli e – forse questo è il

    fatto più importante – dalle parole pronunciate dallo stesso Lennon. Quelle schegge raccolte qua e là, mai riunite prima a ricomporre il tormentato puzzle esistenziale delle origini familiari di Lennon, sembrano esser state sufficienti, e soprattutto illuminanti, per suggerire questo sensibilissimo squarcio introspettivo, confezionato in modo da lasciar intuire molte cose fino a dar corpo e anima alle laconiche, ma alquanto incisive, confessioni identitarie riassumibili nella consuntiva frase “Non sono mai stato amabile, sono stato sempre e solo Lennonâ€.

    Nel raccontare per immagini questo spaccato esistenziale prima che artistico, Nowhere Boy sceglie così la stessa cifra stilistica di quell’irrequieto ragazzo di Liverpool nell’anno 1955 (incarnato convincentemente dal giovane Aaaron Johnson che ha così vinto una sfida non facile), tallonandone la mente creativa e dispersiva da quindicenne, tanto ribelle quanto intellettivamente sveglio e irruentemente assetato di vita. Un bell’esordio alla regia per Sam Taylor-Wood, già vincitrice della Palma d’Oro a Cannes

    nel 2008 con il cortometraggio Love You More, prodotto dal suo mentore Anthony Minghella.

    Così si è tentato di andare a ritroso nel tempo, sul filo dell’immaginazione che ha materializzato davanti ai nostri occhi l’infanzia di Lennon attraverso frammenti di sogni-incubo con il motivo di ritorno di una giovane madre appena intuibile da dietro una porta a vetri opalini. Schegge di quel tormentato bisogno di verità, di ricomposizione di un nucleo familiare tragicamente slabbrato, di lutti improvvisi e laceranti, di affetti importanti, anzi, irrinunciabili. Le cruciali figure della madre Julia e della zia Mimì sono state rese stupendamente, sul filo del contrasto, rispettivamente da Anne Marie-Duff, tanto esasperatamente effervescente, euforica e teatrale quanto emotivamente fragile, e da Kristin Scott Thomas, algida, severa ed estremamente controllata solo all’apparenza, in grado di fare di necessità virtù. E il tocco di una regia che si dimostra dal futuro promettente procede questa delicata intromissione passando

    per un’armonica a bocca regalata dallo zio, un banjo ‘per caso’ su cui lo istruirà la madre ritrovata, e una chitarra regalata dalla zia Mimi/ Scott Thomas, zia-cerbero dal cuore grande. Gli amici, le ragazze, la prima band e le sovrimpressioni di fotogrammi a sfumare i tempi dell’apprendistato proseguono questo 'percorso degli albori'. A un film così si può anche perdonare qualche lieve incongruenza legata all’età di Paul McCartney, fin troppo bambino, e alla tappa di Amburgo, che nella realtà vedeva già soppiantato il gruppo 'The Quarrymen' dai Beatles, già coinvolti nella sperimentazione degli strumenti elettronici, omaggiata per simbolo in Nowhere Boy dall’ultima chitarra regalata a Lennon dalla stessa Mimì.

    E poi naturalmente le canzoni e la musica: non potevano che essere focali ma non invadenti come poteva rischiare di accadere, se non si fossero giocate al meglio le carte funzionali alla partita dei distiguo, seguendo le scelte sentite come risposta

    interiore da Lennon: tra il mal tollerato classico Chaikovskij, il jazz ("una merda") e il rock ‘n’ roll (secondo le note 'diktat' di Elvis Presley, naturalmente, con i suoi derivati). Musica dunque come intrigante respiro di un’epoca quanto del bollente - e non solo per una questione di età - spirito individuale di Lennon. Una musica anche particolarmente attenta ai suoi umori personali e creativi e, così come doveva essere, solo il preludio del capitolo universalmente riconosciuto come ben più grande. Così le piacevolmente apprezzabili performances musicali dell’acerbo gruppo dei 'Qarrymen', ovviamente, nulla hanno a che vedere con la levatura raggiunta dai futuri Beatles, ma questo ha lo squisito sapore di un realismo che scarta dalla precocità del genio assoluto per affermare la plausibile ricerca e naturale crescita di un artista, per così dire, alle prime armi, la cui ‘odissea musicale’ farà approdare sulle sponde di un riscontro inimmaginabile prima.

    E in quel fotogramma che lo ritrae da tergo mentre si allontana frettolosamente, con tutta l’energia e la determinazione che si porta dentro, c’è tutta l’essenza di quello sconfinato futuro.

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO

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