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IL CATTIVO TENENTE - ULTIMA CHIAMATA NEW ORLEANS: LO SGUARDO IMPRESSIONISTA DI WERNER HERZOG E NICOLAS CAGE SULL'AMBIENTE DELLA DROGA DI VENTI-TRENT'ANNI FA
Dalla 66. Mostra del Cinema di Venezia
"Con nostra grande costernazione, Nicolas Cage e io abbiamo scoperto quasi simultaneamente che non avevamo mai lavorato assieme, e la cosa ci è parsa strana. La New Orleans successiva all'uragano Katrina sembrava l'ambientazione giusta per realizzare il nostro film noir.
Nonostante le voci circolate ancor prima che qualcuno avesse potuto vedere il film, BAD LIEUTENANT: PORT OF CALL NEW ORLEANS non è un remake. A ogni modo, per sua stessa natura questo genere di congetture sopravvive nella realtà dei fatti. E così sia".
Il regista Werner Herzog
(Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans USA 2009; drammatico noir; 121'; Produz.: Edward R. Pressman Film/Millennium Films/Nu Image Films/Polsky Films/Saturn Films; Distribuz.: 01 Distribution)
(See Flash Review by Todd McCarthy, "www.variety.com", here - Voice: 'Il giudizio della critica' - 'International Press')
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Titolo in italiano: Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans
Titolo in lingua originale:
Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2009
Regia: Werner Herzog
Sceneggiatura:
William M. Finkelstein
Cast: Nicolas Cage (Terence McDonagh) Val Kilmer (Stevie Pruit) Eva Mendes (Frankie Donnenfeld) Xzibit (Big Fate) Fairuza Balk (Heidi) Jennifer Coolidge (Genevieve)
Musica: Mark Isham
Costumi: Jill Newell
Scenografia: Tony Corbett
Fotografia: Peter Zeitlinger
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
TERENCE MCDONAGH, detective della Squadra Omicidi del Dipartimento di Polizia di New Orleans, salva un prigioniero che rischia di annegare nella furia dell’uragano Katrina. Durante l’operazione subisce un grave infortunio alla schiena. Viene promosso Tenente, gli prescrivono degli antidolorifici e lo riammettono in servizio. Un anno dopo, Terence ha una dipendenza dal Vicodin e dalla cocaina, sostenuta dalla presunzione di saper svolgere il proprio dovere, di essere un poliziotto migliore di quanto non sia mai stato. Quando viene trovata una famiglia di immigrati africani massacrata, riesce a convincere i superiori che è lui la persona giusta per condurre le indagini. Trova un testimone oculare – un fattorino di nome DARYL, che per far rilasciare sua madre sulla parola, accetta di testimoniare contro uno spacciatore, BIG FATE, mai processato per via della sua propensione a uccidere i testimoni. Tocca a Terence proteggere Daryl, un compito reso più complicato dalla telefonata della sua ragazza. Terence e FRANKIE si amano come se fossero soli al mondo. Lei è una prostituta, ma questo non è un deterrente all’amore di lui - anzi, lo spinge a volerla proteggere ancora di più. Quando lei gli dice che un cliente l’ha percossa e non l’ha pagata, prende Daryl e lo porta con sé a Biloxi, a casa di Frankie. L’aggressore – un subdolo individuo di nome JUSTIN – è ancora nella stanza di Frankie. Terence lo picchia e lo costringe a pagare. Daryl, ormai convinto che Terence sia troppo tossicodipendente per proteggerlo, approfitta del momento in cui lui controlla i risultati del football e scappa. Terence lo cerca, minaccia la nonna del ragazzo per farsi dire dov’è, ma si sente rispondere che ha lasciato il Paese. Si innesca una spirale infernale. Il Procuratore Distrettuale non ha prove contro Big Fate, Terence viene richiamato all’ordine. Lo chiamano da casa di Frankie, dove dei criminali armati al soldo del padre di Justin, la stanno terrorizzando. Dicono a Terence che vogliono cinquantamila dollari e un giro a testa gratis con Frankie. Terence chiede due giorni di tempo e loro se ne vanno.
Terence è disperato, accompagna Frankie - riluttante e stordita dalla droga - a casa del padre, sperando che riesca a superare i dissapori con la sua nuova moglie. La carriera di Terence al Dipartimento di Polizia sembra finita. Il “cattivo tenente†va da Big Fate con una proposta – in cambio di denaro, lo informerà in anticipo sulle operazioni di polizia. Quando Terence gli prova che può farlo, Big Fate accetta. Terence riscuote la sua parte in droga, offre a Big Fate un tiro dalla sua pipa da crack, un attimo prima che compaiano gli uomini del padre di Justin, venuti a riscuotere. Big Fate e i suoi li ammazzano tutti. Terence ha la pipa – con un campione del DNA di Big Fate – e la collega alla scena del massacro della famiglia africana. Nel contorto universo morale di Terence, Big Fate viene condannato, Terence viene promosso, Frankie è sobria e incinta, e Terence, a insaputa di tutti, tira ancora la coca.
Dal >Press-Book< de Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans
Nota: Si ringraziano Valerio Ventrone e Alessandro Russo dell'ufficio Stampa 'AleRusso'.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
NOIR IN COMEDY PER WERNER HERZOG CON ‘IL CATTIVO TENENTE’ NICOLAS CAGE CHE, SULL’ONDA LUNGA DELLO SPIRITO ‘JAZZISTICO’ DI NEW ORLEANS, A FIANCO DI UNA EVA MENDES RISUCCHIATA DA UN’INCONSUETA AURA DI INTROSPEZIONE FARCITA DI POCHE PAROLE, SFOGGIA LA FIORITA PARTITURA DI UNA RECITAZIONE FISICO-VISIONARIA, COSTEGGIANDO L’INCANTO DEL MALE. PARADOSSALMENTE SARANNO PROPRIO I DIFETTI NON DI POCO CONTO E I MODI AFFATTO ORTODOSSI DI AFFRONTARE SITUAZIONI SIA PERSONALI CHE PROFESSIONALI A TRARRE D’IMPACCIO QUESTO PARANOICO ‘BAD POLICEMAN’, CON UN SENSO DI SPIRITUALITA’ NASCOSTA SUA PROPRIA, ASSOLUTAMENTE PRIVO DI SENSI DI COLPA E RILUTTANTE VERSO QUALSIVOGLIA PRETESA VELLEITA’ DI REDENZIONE CATARTICA
Che non si faccia più cenno, parlando de Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans di Werner Herzog (Nosferatu, Aguirre: Furore di Dio, La ballata di Stroszek) al remake de Il cattivo tenente di Abel Ferrara, perché Herzog afferma di non conoscerlo neppure e di non aver mai visto alcun |
suo film. Per Nicolas Cage poi, si tratta di un film assolutamente originale, di genere esistenziale. Non ci si sbaglia, invece, ad inquadrare questo nuovo cattivo tenente come ‘noir’, confermato, anche se Herzog sembra piuttosto riluttante nei confronti di qualsivoglia etichetta di genere. A noi piace pensarlo come un ‘noir in comedy’, dal momento che l’umorismo dark costituisce un po’ il nervo portante di questa pellicola. Numerose le sequenze che virano letteralmente sul comico e di cui Cage fa volentieri e in maniera impeccabilmente irresistibile, gli onori di casa: una per tutte, peraltro ideata da lui stesso sul filo dell’improvvisazione, la sequenza della minaccia alle due anziane nella ricerca di un giovane testimone chiave, là dove l’intima complicità tra sceneggiatura e recitazione, sortisce in uno dei brani in celluloide tra i più felici ed effervescenti. Ma si tratta comunque di un respiro alquanto intermittente: il rischio che si corre, tallonando |
i labirintici percorsi del nostro protagonista sulle tracce della mala e della coca, è semmai quello di stancarci strada facendo, talora disperando di non riuscire a raggiungere la meta.
La pellicola sembra poi per certi versi assumere anche connotazioni un po’ surreali, a giudicare da quel occhieggia qua e là con certi sconcertanti inserti di fauna esotica, come gli iguana o i caimani, che ci piace leggere agevolmente sul filo delle soggettive allucinate del nostro agente di polizia come dire, in controtendenza, affetto da una consistente dipendenza da droghe di svariato genere, all’occorrenza mixate con i farmaci prescrittigli per il mal di schiena, guadagnatosi con l’eroico salvataggio di un detenuto in procinto di annegamento.
Quel che si dice, un eroe tutt’altro che senza macchia che, anzi, adora sporcarsi fino in fondo, inalando letteralmente la ‘sporcizia’ che cerca e che incontra costantemente, animato com’è dall’assoluto disinteresse per il rispetto dei classici clichè in |
termini di moralità . Contaminato da schegge talora fumettistiche, il personaggio protagonista di Nicolas Cage si impone quale perno trainante di una storia che, d’altra parte, allo stesso tempo, non manca di aprirsi fino ad invaderli, spaccati particolarmente problematici sul piano sociale e morale.
Eppure, a guardar bene tra le pieghe di tanta miseria umana, non sfuggono aliti di una spiritualità altra, non di stampo dogmatico. E chissà , non è detto che, seppure fortuitamente, come sembra nel caso del nostro protagonista, non si possa incontrare la propria catarsi personale, magari di fronte al limpido e puro fluire dell’acqua di un acquario popolato dall’unica specie vivente sopravvissuta al diluvio universale: i “divini†pesci.
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Links:
• 66 Mostra: Lido di Venezia 4 settembre 2009 MINI PRESS CONFERENCE & DINTORNI: IL CATTIVO TENENTE - ULTIMA CHIAMATA NEW ORLEANS di WERNER HERZOG (Interviste)
• 66 Mostra: Lido di Venezia 4 settembre 2009 MINI PRESS CONFERENCE & DINTORNI: IL CATTIVO TENENTE - ULTIMA CHIAMATA NEW ORLEANS di WERNER HERZOG (Interviste)
Galleria Fotografica:
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Il giudizio della critica
The Best of Review
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International Press
TODD MCCARTHY, "www.variety.com":
"From the moment it was announced, there was something a tad loony about the idea of remaking - or revisiting or reinventing or whatever they want to call it -- Abel Ferrara's 1992 "Bad Lieutenant," with Werner Herzog, no less, directing. Well, lo and behold, there's also something rather loony about the finished film itself. But there's also a sort of deadpan zaniness, stemming from a steadfast conviction in its own absurdity, that gives 'Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans' a strange distinction all its own. Not at all an art film, the picture lacks sufficient action to sate the appetites of sensation seekers, but star Nicolas Cage's name means enough to offer some short-run B.O. traction and good home-viewing market returns". |
Italian
Press
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