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CHE - L'ARGENTINO: ECCO LA PRIMA PARTE DI UN BIOPIC SUL CELEBRE 'CHE GUEVARA', COLTIVATO DA TEMPO DA STEVEN SODERBERGH. GALEOTTO IL FASCINO DELLA GRANDE SFIDA PER UN'IDEA POLITICA, VALE A DIRE L'AVVENTURA DEL PERSONAGGIO
"Sono stato attratto dal Che come soggetto di un film (o due) non soltanto perché la sua vita stessa è un’avventura, ma perché mi affascinano le sfide pratiche legate alla realizzazione su vasta scala di un’idea politica. Volevo sottolineare le doti fisiche e psicologiche necessarie per affrontare due campagne come queste, e raccontare il processo attraverso il quale un uomo nato con una volontà di ferro, scopre la sua capacità di ispirare e guidare gli altri".
Il regsita Steven Soderbergh
(Che: Part One USA/FRANCIA/SPAGNA 2008; Biopic drammatico storico; 131; Wild Bunch e Telecinco presentano una produzione Laura Bickford/Morena Films; Distribuz.: BIM)
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Titolo in italiano: Che - L'Argentino
Titolo in lingua originale:
Che: Part One
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2009
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura:
Peter Buchman
Soggetto: Dall e Memorie Reminiscences of the Cuban Revolutionary War di Ernesto 'Che' Guevara.
PRELIMINARIA - Il contesto storico
Nel 1952, il Generale Fulgencio Batista architetta un colpo di stato a Cuba, assume il controllo della presidenza e sospende le libere elezioni. Nonostante la sua dittatura corrotta sia sostenuta da un esercito di quarantamila uomini, un giovane avvocato di nome Fidel Castro incita il popolo alla ribellione attaccando la base militare Moncada, il 26 luglio del 1953. L’attacco fallisce e Castro trascorre due anni in prigione prima di venire esiliato in Messico.
Nel frattempo, un giovane idealista argentino di nome Ernesto Guevara ha cominciato a fare attività politica in Guatemala. Nel 1954, quando il governo di Jacobo Ãrbenz, liberamente eletto, viene rovesciato nel corso di un’operazione militare organizzata dalla CIA, Guevara fugge in Messico dove, grazie ad alcuni contatti presi in Guatemala, raggiunge un gruppo di esiliati cubani.
Il 13 luglio 1955 segna un evento privato ma determinante nella storia della rivoluzione cubana: in un modesto appartamento di Città del Messico, Guevara viene presentato al fratello minore di Fidel, Raul. Guevara si arruola immediatamente in una operazione di guerriglia per rovesciare il dittatore cubano. I cubani ribattezzano il giovane ribelle “Cheâ€, un appellativo molto popolare in Argentina.
Il 26 novembre 1956, Fidel Castro salpa per Cuba con 80 ribelli – solo 12 di loro sopravviveranno. Uno di loro è il Che, che si è unito al gruppo come medico di bordo.
Il Che impara presto l’arte della guerra di guerriglia e si rivela indispensabile come combattente, diventando il beniamino dei suoi compagni e del popolo cubano.
Che – L’Argentino racconta l’ascesa del Che nella rivoluzione cubana, da medico a comandante, a eroe rivoluzionario.
Cast: Benicio Del Toro (Che) Julia Ormond (Lisa Howard) Demià n Bichir (Fidel Castro) Santiago Cabrera (Camillo Cienfuegos) Elvira Mìnguez (Celia Sanchez) Jorge Perugorrìa (Joaquin) Edgar Ramirez (Ciro Redondo) Victor Rasuk (Rogelio Acevedo) Armando Riesco (Benigno) Catalina Sandino Moreno (Aleida Guevara) Rodrigo Santoro (Raul Castro) Unax Ugalde (Piccolo Cowboy) Yul Vazquez (Alejandro Ramirez)
Musica: Alberto Iglesias
Costumi: Bina Daigeler
Scenografia: Antxón Gómez
Fotografia: Steven Soderbergh come Peter Andrews
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
26 novembre del 1956 Fidel Castro salpa per Cuba con 80 ribelli. Uno di quei ribelli è Ernesto “Che†Guevara, un medico argentino che condivide il sogno di Fidel - rovesciare la dittatura corrotta di Fulgencio Batista.
Il Che si rivela indispensabile come combattente e impara presto l’arte della guerra di guerriglia, diventando il beniamino dei suoi compagni e del popolo cubano.
Che – L’Argentino racconta l’ascesa del Che nella rivoluzione cubana, da medico a comandante, a eroe rivoluzionario.
Dal >Press-Book< di Che - L'Argentino
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
Il Che secondo Soderbergh e il cinema americano ha preso finalmente forma e visibilità . È da quando è morto che si parla di un biopic sul Che, al secolo Ernesto Guevara, stiamo parlando quindi di un evento che dovrebbe avvenire ormai da quaranta anni. Pare che anche il grande Terrence Malick avrebbe dovuto realizzarlo, ma poi ha preferito dare la precedenza a The New World con Colin Farrell. E così è arrivato Steven Soderbergh ad occuparsene per somma gioia di chi voleva a tutti i costi questo progetto. Ma, forse, per certi versi, sarebbe stato meglio aspettare altri quaranta anni prima che se ne vedesse la luce. Realizzato come un dittico, anche in Italia, uscirà in due parti come è successo nel resto del mondo (unica eccezione è stata la presentazione allo scorso festival di Cannes e nelle primissime copie circolate in America a fine dicembre per farlo concorrere agli |
Oscar, che poi lo hanno anche snobbato): la prima parte si intreccia su due piani temporali e analizza l’incontro con Fidel Castro a Città del Messico, la nascita del Movimento del 26 luglio, l’entrata a Santa Clara e la sua conseguente rivoluzione, il tutto intervallato qua e là dall’intervista rilasciata a New York nel 1964 e dai suoi discorsi come delegato cubano all’assemblea dell’ONU in quella stessa sede.
Il film di Soderbergh è girato con un impianto molto classico, la regia è quella tipica del regista americano che mira a “mescolare†un po’ le carte, sviluppando il film su due piani temporali con una diversa fotografia (i giorni newyorkesi vengono dipinti da un bianco e nero glamour, ma al tempo stesso ruvido, molto simile a quelle fotografie che si vedevano sui servizi fatti dalle riviste culturali “radical chic†dell’epoca, mentre la lotta “sul campo†è “dipintaâ€, composta dai forti verdi |
delle foreste, della natura e delle divise), allo scopo di distrarre lo spettatore dalla “mancanza†della sostanza. La pellicola su uno dei personaggi più controversi e misteriosi della politica del Novecento è intrisa di parecchi stereotipi ed è privo di una costruzione psicologica, la famosa rivoluzione acquisisce soltanto “l’azione†di una lotta decontestualizzata e privata di qualsiasi fonte di contenuto e/o motivo addotto ad essa, e dove viene accennato rimane in superficie e sviluppato secondo una concezione e spiegazione di un comunismo “da scuola maternaâ€. Le ideologie del personaggio vengono quindi banalizzate massimamente, per non dire lasciate nel dimenticatoio.
Ancora una volta si è fatto un solido film d’azione e di montaggio, e sinceramente ci si aspettava uno sforzo maggiore, considerato che si è andata a scomodare la memoria storica e sociale di mezzo continente e, soprattutto, di un personaggio sul quale ancora oggi si continuano a fare ricerche e |
sul quale pullulano interrogativi di ogni sorta. Così, le teorie, gli studi e le analisi su e del Che, il quale ha fatto parte davvero di un pezzo di Storia fondamentale all’assetto del secondo Novecento, vengono gettate alle ortiche piuttosto facilmente e miserevolmente. Unica nota a vantaggio del lavoro di Soderbergh resta l’aver evitato di cadere nella trappola di descrivere un mito anziché un uomo, questo nonostante il film sia privo di una scrittura attenta, come già detto. Merito del suo grande interprete Benicio Del Toro che ha improntato la sua performance sui toni della sottrazione, evitando un gigionismo al quale sarebbe stato facile cedere? L’attore compie il suo lavoro, ma non potendo “appoggiarsi†su una base psicologica costruita da una buona sceneggiatura, i suoi sforzi, per quanto apprezzabili, risultano spesso inutili e del tutto abbandonati, però, su un piano virtuosistico. Certo, non sappiamo come Soderbergh abbia sviluppato la seconda |
parte del dittico, e se questa mancanza continui con l’andare avanti, ma resta comunque il sentore di un progetto fortemente deludente.
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