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    Home Page > Movies & DVD > Iago

    IAGO: QUANDO UNA MITICA TRAGEDIA COME L'OTELLO DI WILLIAM SHAKESPEARE SI TRASFORMA IN COMMEDIA

    "CELLULOIDPORTRAITS" ha eletto IAGO
    'CINEMATTONE', ovvero 'PEGGIOR FILM' dell'ANNO 2009

    "L'idea di riprendere un classico, reinterpretarlo e raccontare una storia attuale. E io l’ho fatto mettendo in scena un eroe moderno, un ragazzo come tanti altri, ma in grado di scatenare una lotta senza quartiere pur di veder i propri sogni realizzarsi. Ho deciso di ambientare il film a Venezia perché è una città sospesa nel tempo, tra ieri e oggi, che mi ha permesso di raccontare il tempo presente giocando con le regole teatrali di uno spazio... indefinito. 'Iago' è una storia sul senso di giustizia, ma anche di grandi sentimenti. Primo tra tutti la passione, la vera molla che spingerà Iago a compiere tutte le sue azioni. Costi quel che costi".
    Il regista e sceneggiatore Volfango De Biasi

    (Iago ITALIA 2008; commedia; 100'; Produz.: Medusa Film/IdeaCinema/Cattleya; Distribuz.: Medusa film)

    Locandina italiana Iago

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Iago

    Titolo in lingua originale: Iago

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Volfango De Biasi

    Sceneggiatura: Volfango De Biasi (con la collaborazione di Tiziana Martini)

    Soggetto: Soggetto e sceneggiatura liberamente ispirati all'Otello di William Shakespeare

    Cast: Nicolas Vaporidis (Iago)
    Laura Chiatti (Desdemona)
    Aurelien Gaya (Otello)
    Lorenzo Gleijeses (Roderigo)
    Fabio Ghidoni (Cassio)
    Giulia Steigerwalt (Emilia)
    Luana Rossetti (Bianca)
    Dioume Mamadou (Philippe Moreau)
    Dina Braschi (Maria)
    Cristina Liberati (Madre di Otello)
    Pietro De Silva (Prof. Cheli)
    Gabriele La Via (Brabanzio)

    Musica: Michele Braga

    Costumi: Monica Celeste

    Scenografia: Giuliano Pannuti

    Fotografia: Enrico Lucidi

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Il personaggio di Iago (Nicolas Vaporidis) diventa il vero protagonista di una storia ambientata nella Facoltà di Architettura di Venezia ai nostri giorni. Iago è un laureando di grande talento ma di umili natali, circondato da ricchi blasonati, tra cui spicca Otello, figlio di un architetto di fama mondiale, amico del Rettore. Sarà proprio Otello, pesantemente raccomandato, a defraudare Iago dei propri meriti di studio e a occupare il suo posto di responsabile nel progetto di allestimento della Biennale. E sarà ancora Otello a portargli via l’oggetto del suo desiderio, Desdemona, (Laura Chiatti), di cui Iago è perdutamente innamorato da tempo, e che è la figlia del Rettore, (Gabriele Lavia).
    Nella convinzione che la vita sia una commedia di ingiustizie, e che solo chi agisce prima degli altri avrà modo di vincere, Iago scatenerà una lotta senza quartiere intessendo una rete di inganni e menzogne, per recuperare ciò che gli spetta di diritto e conquistare l’amore di Desdemona.

    Dal >Press-Book< di Iago

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    “Shakespeare e l’Othello l’ho sempre trovato un classico, una cosa mia, una cosa di tutti e penso che possa essere tradito, rielaborato. In qualche maniera trovavo Othello un’opera interessante, ma dopo il Novecento, che è il secolo del sesso, lo trovavo un po’ datato, un po’ patologica l’idea di uccidere una donna che ti tradisce o qualcosa del genere, mentre le ragioni di Iago mi sembravano cresciute. Iago si lamenta, non gli è stato attributato quel che si meritava in anni di servizio. Mi divertiva il punto di vista di questo antieroe di mettere fine a un’oppressione.†Queste alcune delle parole del regista Volfango De Biasi, autore del film Iago.

    Sembra proprio che il povero Shakespeare non possa dormire sonni tranquilli. Specie da quando, purtroppo, nelle sale impazzirà l’uscita di questo adattamento tutto italiano e tutto moderno e attualizzato ai giorni nostri, anche se privo di qualsivoglia tentativo di farlo

    sembrare tale, di una delle opere più importanti del bardo inglese, ovvero Othello. Si cambia la prospettiva del personaggio, non è più il moro di Venezia ad essere al centro della vicenda, bensì Iago, la mente malvagia, colui che nelle parole scritte secoli e secoli fa, instillava il dubbio nel protagonista e nelle persone che gli stavano intorno. Certo, siamo lontani dalle fattezze e della raffinatezza linguistica di un Kenneth Branagh, che più di ogni altro ha contribuito a rendere popolare le opere del grande maestro immortale, ma non staremo a infierire sul lavoro di Volfango De Biasi (già autore del successo commerciale Vaporidis-Capotondi, Come tu mi vuoi) e/o sul cinema italiano destinato al pubblico adolescenziale e post altrimenti si risulterebbe ripetitivi. Tantomeno eviteremo di commentare certe affermazioni del regista circa l’essersi ispirato a Baz Luhrmann e John Madden (Romeo + Giulietta e Shakespeare in Love, rispettivamente), così come la

    prova di Vaporidis a quella di un Di Caprio. Forse la miglior cosa è quella di lasciare spazio ad un più intelligente e dignitoso silenzio. Ma prima di far questo due parole vanno spese. Partendo dall’arroganza con la quale si cerca di fare riferimento ad una letteratura e ad un cinema così alto resta la consapevolezza da parte della produzione e del cast di voler assolutamente giustificare con motivi altri un’operazione fatta per il più banale degli scopi: i soldi. Se si avesse almeno il coraggio di ammetterlo si dimostrerebbe di possedere la classe priva a questo film. E invece, che si fa? Si mettono le “mani avanti†e si cerca di giustificare in tutti i modi e razzolare nel qualunquismo, cosa piuttosto triste da fare nel corso di una conferenza stampa. Ma tralasciamo anche questo fattore e concentriamoci sul valore stretto del prodotto: assolutamente il vuoto, il nulla. Il

    film è privo di senso e tutto il suo decorso sembra una parodia o “un’introduzione†a un film porno che trova il suo punto più “alto†nella grottesca scena finale, per non dimenticare la truculenta trivialità con la quale si crogiolano i personaggi nell’utilizzare epiteti razzisti verso gli orientamenti sessuali e razziali. Battute da seconda media si insinuano in una delle storie immortali della letteratura, posposta dalla Venezia di cinque secoli fa alla borghesia universitaria dei nostri giorni. Volgarità unica e inimmaginabile anche dal punto di vista estetico che raggiunge il suo punto più “trucido†nella scena del ballo. Una delle cose peggiori mai viste nel cinema italiano di tutti i tempi. E si che se ne sono viste di porcherie, ma mai a questi livelli. Sceneggiatura inesistente, recitazione, se si può definire tale, di bassa lega (a Venezia si parla con accento romano, anche se poi questo è il

    minore dei mali). Becero, irritante e pretenzioso sotto qualsiasi minima angolatura. Mondadori ne pubblica il romanzo che lo stesso De Biasi ha tratto da questo film, costato, ebbene si, ben quattro milioni di euro. Che il silenzio giunga. È meglio così.

    P.S.: L’autore si scusa con i lettori per il forte impeto con il quale esprime i suoi giudizi. Ma ci sono volte in cui un uomo non può proprio farne a meno e qualsiasi tentativo di fare delle critiche costruttive appare impossibile.

    (*) Il film non ha votazione perchè è stato giudicato
    'INCLASSIFICABILE'

    Links:

    • Laura Chiatti

    1

    Galleria Video:

    Iago (versione originale italiana).mov

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