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PLAYING FOR CHARLIE: ESORDIO ALLA REGIA PER LA GIOVANE AUSTRALIANA PENE PATRICK CON UNA DRAMMATICA STORIA DOVE I SOGNI SPESSO COLLIDONO CON LE QUOTIDIANE DIFFICOLTA' DELLA VITA
Dal III. Festival Internazionale del Film di Roma
(Playing for Charlie AUSTRALIA 2008; drammatico; 95'; Produz.: Julie Nelson; Distribuz.: (Internazionale) Queen Ant Films; ...)
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Titolo in italiano: Playing for Charlie
Titolo in lingua originale:
Playing for Charlie
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2008
Regia: Pene Patrick
Sceneggiatura:
Pene Patrick
Cast: Jared Daperis (Tony Hobbs) Jodie Rimmer (Paula Hobbs) Shane Connor (Joe Ruddock) Mark Leonard Winter (Scarf) Charlotte Zerna (Charlie Hobbs)
Musica: Lisa Gerrard
Costumi: Zed Dragojlovich
Scenografia: Julie Nelson
Fotografia: Leilani Hannah
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Tony Hobbs, sedicenne orfano di padre, deve badare al suo fratellino Charlie, mentre sua madre lavora di notte in un call center. Tony è un bravo atleta e quando viene invitato a fare un provino per la squadra giovanile di rugby gli si presenta la grande occasione: il trampolino per una ricca carriera e una vita migliore per la sua famiglia. L'opportunità confonde il ragazzo ormai quasi adulto. Sua madre Paula, affetta dalla sclerosi multipla, è profondamente addolorata per la morte del marito. Ossessionata dall'idea di sfamare e dare un tetto alla propria famiglia, è troppo spaventata e stanca per immaginare un'alternativa ai suoi problemi. A minacciare l'unità familiare compare intanto Scarf, il fratellastro che Tony ha recentemente scoperto di avere. Anima persa, disperato per il legame familiare, Scarf accentua il dilemma di Tony e lo spinge a commettere un crimine per trovare il denaro necessario a realizzare il suo sogno; una decisione che potrebbe condurre a tragiche conseguenze per la vita di entrambi i ragazzi.
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
QUANDO LA FORZA DI UN FILM STA NEL MODO IN CUI LO SI RACCONTA
In questo secondo giorno del Festival Internazionale del Film di Roma, Playing for Charlie, presentato nella sezione 'Alice nella città ', risulta come una boccata d’aria pura e come la vera sorpresa della giornata, dopo l’attesa deludente di L’uomo che ama, il film d’apertura della manifestazione tanto pubblicizzato, e di 8, altalenante “antologia†di corti sugli otto obiettivi fissati dalle Nazioni Unite nel settembre 2000, a dimostrazione che nei festival cinematografici le cose più interessanti vanno cercate fra i titoli cosiddetti di nicchia. Infatti, il film della Tognazzi fallisce là dove quello della filmaker Pene Patrick, sceneggiatrice e regista, trionfa. Anche l’autrice australiana, al suo primo lungometraggio, racconta le ansie e le angosce maschili, ma riesce a portare sullo schermo una pellicola intelligente e robusta pur basandosi su snodi narrativi convenzionali. In soldoni, Tony Hobbs, adolescente con |
scarsi mezzi economici e con problemi di vista, ha perso il padre, sua madre soffre di sclerosi multipla, ha un fratellino molto piccolo di cui occuparsi (il Charlie del titolo) e un fratellastro che è un mezzo delinquente. Ha un sogno: entrare nella squadra di rugby per poter diventare professionista, ma per questo ci vogliono soldi per comprare lenti a contatto specifiche, nuova attrezzatura, pagare il viaggio della trasferta della squadra in Sudafrica. Pur di ottenere i soldi commette uno sbaglio, ma vuole riparare. Detta così il lettore si potrebbe domandare cosa mai abbia di speciale l’opera in questione. Ma a suo vantaggio c’è da dire che la pellicola possiede una forza linguistica che si coniuga in maniera coinvolgente con la potenza della costruzione dei personaggi e delle loro emozioni inespresse. Emozioni che vengono tutte costruite attraverso una sceneggiatura minimalista e che si aggrappa alla tradizione della cinematografia australiana e |
neozelandese che trova le sue radici in certe “chiavi†di Peter Weir e di Jane Campion, giusto per citare gli autori più popolari alla critica europea (pur non essendo questo il contesto adatto per parlarne, dico solo che la filmografia di questi Paesi meriterebbe un’attenzione maggiore e più coinvolgente da parte degli studiosi e dei critici del mezzo in questione). In tal modo, Playing for Charlie (già acclamato in patria sia al festival di Melbourne che di Sydney) non risulta come il classico film di formazione per adolescenti, ma diviene un racconto universale. Pene Patrick ha fatto davvero un buon film, che, con l’aiuto della colonna sonora della popolarissima Lisa Gerrard (sue le musiche del Il gladiatore e Ali, ma con questo film dimostra che scrivere note per film intimisti è più nelle sue corde), del montaggio di Ken Sallows e della fotografia di Leilani Hannah, diventa quasi un capolavoro |
prosciugato da tutti i manierismi tipici del caso. La vera scoperta è, però, il giovanissimo protagonista Jared Daperis, attore già apprezzato in molti lavori televisivi e di cui presto, almeno spero, si sentirà parlare spesso. Il giovanissimo interprete plasma il ritratto di un ragazzo, uomo suo malgrado, deciso e determinato a voler uscire da quella “patina†di sottile infelicità nel quale lui e la sua famiglia sono caduti. Questo lavoro a basso budget è la dimostrazione che la bellezza delle storie non sta nell’originalità dei suoi intrecci quanto nel modo in cui qualcuno se ne appropria e li renda unici ed inimitabili nel loro stile. Domanda: verrà mai distribuito in Italia? C’è di che dubitare purtroppo.
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