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THE ROAD
Omaggio all'autore dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film, Cormac McCarthy, deceduto il 13 Giugno 2023 - Viggo Mortensen, Charlize Theron e Robert Duvall sulla stessa strada gia' tracciata su carta da Cormac McCarthy prima che in celluloide - CELLULOIDPORTRAITS AWARDS 2010 - 'MIGLIOR FILM DELL'ANNO' - Dalla 66. Mostra del Cinema di Venezia - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 28 MAGGIO
"THE ROAD tenta di restare il più fedele possibile allo spirito dell'apprezzato romanzo omonimo e tratta della lenta morte della civiltà in un contesto in cui la catastrofe viene percepita come reale sul piano sia fisico che spirituale. Narrando della perdita materiale sotto ogni aspetto possibile, questa storia è un urgente appello al risveglio rivolto a tutti noi, soprattutto in questi tempi. THE ROAD esplora deliberatamente le nostre paure più profonde e oscure. Più che di un semplice film "postapocalittico", si tratta di un horror lirico ed epico, di un nuovo genere di film dell'orrore che esamina imperterrito gli esseri umani nelle loro manifestazioni peggiori e migliori. La narrazione contempla la più grande paura, il senso di colpa e lo strazio di molti genitori, ma al suo interno nasconde un'intensa storia d'amore in cui la bontà , la fiducia, la speranza e la fede prevarranno su ogni difficoltà ".
Il regista John Hillcoat
(The Road USA 2008; Thriller drammatico 'post-apocalittico'; 110'; Produz.: 2929 Productions/Chockstone Pictures/Nick Wechsler Productions/Road Rebel; Distribuz.: Videa CDE)
(See Flash Review by Todd McCarthy, "www.variety.com", here - Voice: 'Il giudizio della critica' - 'International Press')
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Titolo in italiano: The Road
Titolo in lingua originale:
The Road
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2010
Regia: John Hillcoat
Sceneggiatura:
Joe Penhall (anche adattamento)
Soggetto: Dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy.
PRELIMINARIA - UN SOGGETTO SCOMODO:
The Road è un film che doveva essere realizzato a tutti i costi. A prima vista, una storia su uno scenario apocalittico per la Terra, che comprende il cannibalismo e la brutalità , così come altri elementi poco piacevoli, non sembra esattamente il materiale giusto per un popcorn movie. E sebbene alcuni studios abbiano rifiutato il progetto per queste ragioni, i produttori, il regista e il cast che sono stati attirati erano motivati dalla convinzione assoluta che il romanzo di Cormac McCarthy avrebbe dato vita a un film incredibile.
Cast: Viggo Mortensen (L'uomo ) Kodi Smit-McPhee (Il ragazzo) Charlize Theron (la moglie) Guy Pearce (Il Veterano) Robert Duvall (Il vecchio) Garret Dillahunt (Il membro della Gang) Michael Kenneth Williams (Il ladro)
Musica: Nick Cave e Warren Ellis
Costumi: Margot Wilson
Scenografia: Chris Kennedy
Fotografia: Javier Aguirresarobe
Scheda film aggiornata al:
17 Giugno 2023
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Sinossi:
IN BREVE:
"In un futuro post-apocalittico un padre di famiglia (Viggo Mortensen), in compagnia di suo figlio (Kodi Smit-McPhee), tenta di raggiungere a piedi il sud degli Stati Uniti in cerca degli ultimi avamposti di civilizzazione ancora esistenti e nell'intento di trovare un clima più vivibile e meno pericoloso. Sono ormai trascorsi dieci anni da quando il mondo è stato colpito da una terribile apocalisse nucleare che ha decimato la popolazione e ha reso la Terra un posto freddo e buio.
Ma freddo e buio rappresentano poca cosa. Durante i loro spostamenti il padre è tormentato dagli incubi della morte di sua moglie (Charlize Theron), suicidatasi in preda alla disperazione. Determinati a sopravvivere, i due si imbattono in uomini sopravvissuti, resi violenti e selvaggi dalle condizioni di vita estreme. In tutta la drammaticità degli eventi il figlio rappresenta l’unica speranza per il padre e per un mondo che sembra aver perso ogni valore".
IN DETTAGLIO:
The Road è un racconto epico e postapocalittico che racconta la sopravvivenza di un padre (Viggo Mortensen) e del giovane figlio (Kodi Smit-McPhee) durante il loro viaggio in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma. Un'avventura straordinaria, The Road immagina coraggiosamente un futuro in cui gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e il peggio di sé e in cui un padre e suo figlio sono sorretti dall'amore.
Sono passati più di dieci anni da quando il mondo è stato distrutto, anche se non si sa bene da cosa. Potrebbe essere stato un incidente nucleare o la collisione della Terra con un'altra entità cosmica. O il sole potrebbe essere imploso e aver colpito il pianeta come danno collaterale. Un giorno c'è stata una grande esplosione di luce e poi più nulla. Il risultato di questo evento terribile, qualsiasi cosa fosse, è che non c'è più energia, elettricità , vegetazione e cibo. Milioni di persone hanno dovuto spostarsi per gli incendi e le inondazioni o sono stati inceneriti nelle loro macchine in cui si trovavano quando è avvenuto l'evento, o magari sono soffocati, affamati e disperati durante la lenta morte della civiltà dopo che è venuta a mancare l'energia.
L'uomo (Viggo Mortensen) e il Ragazzo (Kodi Smit-McPhee) – "che rappresentano tutto il mondo l’uno per l’altro", come li descrive McCarthy nel suo romanzo, si spostano con i loro preziosi averi, ossia tutto il cibo e i vestiti, gli utensili e gli strumenti, le buste di plastica, le coperte e ogni cosa che può mantenerli al caldo nel rigido ambiente esterno, senza sole e pieno di cenere, tenendo tutto sulla schiena e in un carrello del supermercato corredato da uno specchietto per le biciclette, in modo da poter vedere chi c'è dietro di loro. L’attrezzatura disperata e improvvisata e i corpi sporchi conferiscono loro un aspetto da senzatetto. Ed è quello che sono. E' quello che tutti sono in questa terra di frontiera senza vita.
Mentre si spostano a piedi, seguendo il sistema di autostrade americane verso l'oceano, si nascondono nei boschi e nelle vecchie strutture abbandonate, in ogni rifugio che possono trovare, al sicuro dagli elementi e dalle bande di uomini che circolano, che non avrebbero scrupoli a sottrarre loro tutto quello che hanno. In effetti, ci sono tante persone disperate. C'è una gang di strada, un gruppo di uomini che in qualche modo è riuscita a trovare carburante per le loro vetture. Sono dei cercatori e dei cacciatori di tutto quello che si muove, dei cannibali ben nutriti, con una cantina piena di prodotti umani in una grande casa sulla collina. E ci sono tanti ladri.
E poi c'è il Vecchio (Robert Duvall), in cui si sono imbattuti sulla strada, che camminava con un bastone in scarpe di cartone e stracci. Il Ragazzo prova simpatia per lui e convince il Padre a condividere un po' di cibo. Il vecchio, che confessa di chiamarsi Ely, è ugualmente impressionato dal ragazzo e dalla sua esistenza come loro lo sono da quella dell'anziano. Lui racconta di essere per strada da sempre e che quando ha visto il ragazzo ha pensato di essere morto e di essere andato in paradiso, e lo aveva scambiato per un angelo.
Anche in questo universo oscuro, ci sono momenti di felicità . A tratti, la coppia ritrova cibo a lungo dimenticato in una tazza o rimasto nell'immondizia. Mentre sono in un centro commerciale abbandonato, il padre scopre una lattina di Coca Cola bloccata in una macchinetta automatica. Quando dà il regalo al figlio, che non ha mai provato niente del genere, si diverte di fronte allo stupore del ragazzo per la dolcezza frizzante della bevanda. E quando si imbattono in una cascata con dell'acqua relativamente pulita, entrambi saltano per farsi un bel bagno.
Ci sono numerosi flashback della vita dell'uomo con la moglie (Charlize Theron) prima del disastro e del suo suicidio, avendo preferito questa scelta piuttosto che vedersi sottratta la vita da chi o cosa stava arrivando. L'uomo si attacca a questi ricordi che lo nutrono spiritualmente e aiutano il suo corpo sempre più fragile nella ricerca per portare il figlio in posti più sicuri. Il dolce ricordo della sua vita prima della caduta e dei suoi giorni d'infanzia sono dei momenti piacevoli che migliorano la situazione per lui e per il ragazzo.
L'innata bontà del ragazzo, la sua compassione e il suo senso di meraviglia e di curiosità sono altri aspetti importanti in questa storia, che ricordano all'uomo la ragione per cui deve andare avanti, anche se ha dimenticato perché bisogna farlo.
The Road è una storia avventurosa, un thriller-fantasy-horror, una pellicola on the road e soprattutto una storia d'amore tra un padre e il figlio, tra un uomo e sua moglie, come è una celebrazione della volontà insopprimibile di vivere. E' un'evocazione eccitante della resistenza umana e un'analisi senza compromessi di persone che mostrano i loro lati peggiori e migliori. Per ogni madre e padre, per ogni figlio, The Road rappresenterà un viaggio nello spirito umano. E' una storia di sopravvivenza in cui gli eroi portano il testimone che rappresenta la forza della vita e che mantiene accesa la speranza in qualsiasi situazione.
Dal >Press-Book< di The Road
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Il CREPUSCOLARE REGISTA AUSTRALIANO JOHN HILLCOAT VINCE LA SUA GRANDE SFIDA DI TRASPORRE SULLA CELLULOIDE IL CAPOLAVORO DI CORMAC MCCARTHY, ‘LA STRADA’. SUL VIATICO DI UNA STRENUA LOTTA VERSO LA SOPRAVVIVENZA E L’IGNOTO, UN PADRE - L’INECCEPIBILE, VISCERALE E SUPERBA ICONA DIPINTA DA VIGGO MORTENSEN IN TERMINI DI DISPERAZIONE E SOLITUDINE AFFOGATE NELL’IMMENSO DI UN AMORE FILIALE CHE TUTTO SOVRASTA, LA CANDIDA INNOCENZA DI UN FIGLIO DESTINATO A CRESCERE ANZITEMPO - IL SORPRENDENTE KODI SMIT-MCPHEE - E UNA MOGLIE ORMAI PERDUTA TRA LE NEBBIE DELLA CONSAPEVOLEZZA DI UNA FINE CERTA - L’EROINA TRAGICA CHARLIZE THERON. SCENARI AMBIENTALI DI UNA BELLEZZA SCONVOLGENTE, COLTI NELL’ANIMA DI TUTTA LA LORO OPPRIMENTE PORTATA DI DEVASTAZIONE SENZA RITORNO, LI ACCOMPAGNANO NEL DRAMMATICO VIAGGIO. MCCARTHY NON POTEVA TROVARE UN’ESALTAZIONE VISIVA MIGLIORE PER LE SUE GIA’ ACUMINATE PAGINE. E SEBBENE DAVVERO PREMATURO, LA TENTAZIONE DI ESPRIMERSI A FAVORE DI UN PAPABILE LEONE D’ORO PER ‘THE ROAD’ E’ |
GIA’ MOLTO FORTE.
Un’immagine in pieno sole che ha per protagoniste svariate piante da fiore è quanto di meglio si possa trovare per aprire la storia di The Road. Quel che serve ad alimentare, per stridente contrasto, il devastante scenario che di lì a poco si aprirà davanti ai nostri occhi, separando nettamente la realtà dell’oggi dai rigurgiti di memorie personali. Scenario desolato e gelido, fumoso, quasi semi-fossile, quanto basta ad immaginare l’indomani di una terribile ‘apocalisse’ che ha colpito gli Stati Uniti d’America. Una storia ben nota a chi ha letto il romanzo del Premio Pulitzer Cormac McCarthy, autore anche di Un paese per vecchi, da cui hanno tratto l’omonimo film i fratelli Coen.
Di lì a poco capiamo subito che quella solarità se ne è andata da un pezzo e che si tratta solo del primo di un’interminabile serie di flashback, quel che resta quale unico nutrimento per un uomo |
che ora ha come unico scopo di vita la sopravvivenza di suo figlio e il compito di aiutarlo a cavarsela il più a lungo possibile quando lui inevitabilmente verrà a mancare. E quel che rappresenta il figlio per questo padre disperato raggiunge l’apice con una frase in particolare: “Se non è lui (intendendo il suo bambino) la parola di Dio, allora Dio non ha mai parlatoâ€.
A raccogliere ora l’apocalittico The Road per la trasposizione in celluloide è il regista australiano John Hillcoat (Ghosts… of the Civil Dead, The Proposition), consapevole della sfida non di poco conto e della responsabilità da assumersi nei confronti di una potenza narrativa, per così dire, particolarmente ‘ingombrante’, come quella di Cormac McCarthy.
Ma per una storia come questa, dove regna incontrastata la desolazione senza scampo che accompagna un padre e un figlio in un viatico di sofferenze finalizzato ad un genere di sopravvivenza a termine, McCarthy |
non poteva trovare autore migliore di Hillcoat, in grado di far parlare la natura, anche la più tramortita, dotandola di una sorta di coscienza interattiva con i suoi abitanti ‘sopravvissuti-relitto’. E il tocco australiano in questo è inconfondibile come variamente condotto ad esempio da Peter Weir o da Baz Luhrmann. Così, guardandosi bene dal tradire lo stile volutamente asciutto e scarno del romanzo, essenziale e acuminato come lamina d’acciaio, Hillcoat elegge a co-protagonista assoluto, un poliedrico scenario paesistico, tanto più spettacolare e variegato quanto più profonde mostra le sue ferite, tutt’altro che rimarginabili, anzi, destinate alla cancrena e in cui è possibile intercettare l’anima della catastrofe totale. Un’anima capace di comunicare, interagire fino alla perfetta sinergia emotiva con le palpitanti ansie dei nostri protagonisti, intenti a farsi largo tra sporadici manipoli di altri disperati, nella maggior parte dei casi affetti da una degenerazione che li vede votati a razzìe e |
cannibalismo. Si tratta di una fuga dal gelo dilagante e inesorabile verso un sud che assume sempre più le demarcate sembianze dell’ignoto, là dove la speranza ha da tempo ceduto il passo alla forza della disperazione.
Per la desolazione fisica fatta carne e ossa, invece - e man mano che si procede più ossa che carne - Hillcoat si affida nientemeno che a Viggo Mortensen - e non poteva esserci scelta migliore - qui visceralmente risucchiato da un’intensissima maschera di solitudine, asciutta, netta e cruda, stemperata solo dalla fiamma di quel fuoco interiore che non si spegne mai, e alimentata da un immenso amore filiale, mentre nei panni della moglie perduta, che vive ormai solo nei suoi rigurgiti di memoria del marito che fu, troviamo la drammaticamente splendida Charlize Theron. C’è poi, ovviamente il bambino, interpretato magnificamente da Kodi Smit-McPhee, il perno di un percorso che ci sorprende dall’alto di |
una bellezza ‘sinistra’ che lascia senza fiato, sovrastata, malgrado tutto, proprio da questo amore senza limiti e confini, per il quale si è davvero disposti a tutto. Così era nel romanzo e così doveva restare sulla celluloide, come le profonde riflessioni esistenzialiste qui affidate ora alla voce fuori campo del padre (Mortensen), talaltra alle incisive conversazioni con il figlio. Entrambi affiatati all’unisono sul filo del contrasto, là dove la cinica maturità dell’adulto votata alla risoluzione pratica di continue trappole mortali, deve vedersela con la candida innocenza e sincera generosità dell’infanzia, emblematiche della fattiva difficoltà di conciliare le forze antitetiche che inevitabilmente dominano l’esistenza dell’uomo, nella disperata ricerca di un equilibrio e di un significato profondo dell’essere.
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Altre voci dal set:
Il produttore NICK WECHSLER:
"Ho letto il romanzo la sera stessa in cui mi è stato passato e ho pensato che fosse un'esperienza potente ed emozionante, la storia di un padre e di un figlio, il lungo viaggio che compiono e il passaggio del testimone, di un'idea di umanità dall'uno all'altro e viceversa. Ho anche pensato che c'erano degli ottimi elementi di genere: la suspense e la tensione derivante dal bisogno di sopravvivere in un mondo estremamente ostile, insomma delle caratteristiche ottime per
realizzare un film. Io non ero preoccupato dall'aspetto triste, perché anche se un mondo apocalittico, in cui peraltro era presente il cannibalismo, è qualcosa di angosciante, l'aspetto emotivo della storia era così originale e potente che avrebbe illuminato la realizzazione del film".
Pressbook:
Pressbook Completo in Italiano di THE ROAD
Links:
• 66 Mostra: Lido di Venezia 3 settembre 2009 PRESS CONFERENCE & DINTORNI: THE ROAD di JOHN HILLCOAT (Interviste)
Galleria Fotografica:
Il giudizio della critica
The Best of Review
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International Press
TODD MCCARTHY, "www.variety.com":
"This 'Road' leads nowhere. If you're going to adapt a book like Cormac McCarthy's 2006 bestseller, you're pretty much obliged to make a terrific film or it's not worth doing - first because expectations are high, and second, because the picture needs to make it worth people's while to sit through something so grim. Except for the physical aspects of this bleak odyssey by a father and son through a post-apocalyptic landscape, this long-delayed production falls dispiritingly short on every front. Showing clear signs of being test-screened and futzed with to death, the Dimension release may receive a measure of respect in some quarters but is very, very far from the film it should have been, spelling moderate to tepid B.O. prospects after big fest preems". |
Italian
Press
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