Sinossi:
Nel 1908 Giacomo Puccini sta componendo una nuova opera, tratta dal dramma di David Belasco The Girl of the Golden West, nella sua villa di Torre del Lago. Proprio dinanzi allâabitazione del musicista emerge dallâacqua, sospeso su palafitte, lo âChalet da Emilioâ: un rustico ritrovo di legno e falasco, frequentato da pescatori e cacciatori di frodo. Dietro il banco, a dispensare vino e sorrisi, câè Giulia, la bella figliola di Emilio Manfredi. Da qualche tempo il Maestro ha preso a frequentare assiduamente il locale: beve un bicchiere, gioca a scopone, fuma una sigaretta, poi torna come rigenerato alla sua musica. Giulia è la cugina di Doria Manfredi, la giovane cameriera di casa Puccini. Un giorno di fine estate, quando i padroni sono assenti, Doria sorprende Fosca, la figliastra del musicista, a letto con il suo amante, il giovane librettista di Puccini, Guelfo Civinini. Da quel momento Fosca, preoccupata che la cameriera riveli quanto ha visto, non cessa di controllare i movimenti di Doria. Questa costante attenzione permette a Fosca di cogliere, non vista, inequivocabili cenni dâintesa tra la cameriera e il patrigno. Informata sua madre Elvira della tresca, Fosca le suggerisce di spiare il comportamento dei due. Colto un cenno tra Giacomo e Doria, un dopocena Elvira segue di soppiatto il marito fuori dalla villa. Lâuomo, giunto in un luogo appartato, sâincontra con una giovane; dopo un lungo bacio, i due si stendono nellâerba. Certa di aver sorpreso il marito con la cameriera, Elvira, nel buio, fa per scagliarsi sugli amanti ma questi riescono a dileguarsi. Pur non avendo visto la giovane in volto, Elvira non ha dubbi sulla sua identitĂ e lâindomani caccia Doria da casa. Mentre Puccini è totalmente preso dalla composizione della sua Opera e usa ogni sotterfugio per coltivare in segreto la relazione con Giulia (il modello incarnato della sua Minnie), Elvira, istigata da Fosca, coglie ogni occasione per distruggere invece la reputazione di Doria, spingendo la sua persecuzione fino alle estreme conseguenze. La povera Doria, rea dâaver svolto come âumile ancellaâ soltanto il ruolo di messaggera dâamore fra il maestro e la cugina, schiacciata dalle accuse infamanti di Elvira, troverĂ nel suicidio la sua unica possibilitĂ di riscatto. Commento critico (a cura di PAOLO LOMBARDI) Commenti del regista âIl famoso dongiovannismo di Puccini non è fine a se stesso, ma è funzionale alla sua creativitĂ musicaleâ (dal libro âPuccini minimoâ di Aldo Valleroni). Cioè: ogni volta che Puccini deve scrivere unâopera si deve innamorare di una donna che assomigli allâeroina del suo dramma, una donna con cui il Maestro avvia una relazione mentre scrive quella determinata opera, una relazione che finisce poi, immancabilmente, con la fine dellâopera stessa. Lâautore del libro portava diversi esempi in proposito: dalla Bohème alla Butterfly alla Turandot, ma non trovava alcun corrispettivo per La fanciulla del West. Questo ci colpĂŹ moltissimo: Doria si è suicidata mentre Puccini scrive La fanciulla del West, che sia lei il modello per Minnie? Fatti i raffronti ci si accorse che non câentrava nulla. Dunque, o Minnie non ha un corrispettivo reale o esiste unâaltra donna⌠ed è venuta fuori la figura di Giulia, cugina di Doria e figlia di Emilio, il proprietario del famoso ristorante/chalet di fronte a villa Puccini. Una ragazzona di un metro e ottanta, che teneva testa agli uomini, che andava a caccia e sparava come loro e cosĂŹ via⌠e venne fuori che non solo Giacomo e Giulia erano amanti, ma addirittura la giovane (che mai si sposerĂ ) era rimasta incinta e, a detta di tutti, di Puccini. Ci siamo dunque messi alla ricerca del figlio nato da questa relazione e abbiamo scoperto che abitava a Pisa, che era morto, ma che aveva lasciato una figlia. Rintracciatala siamo venuti a sapere la storia tragica di questo Antonio Manfredi, che visse sempre lontano dalla madre (rimasta a Torre del Lago e che per di piĂš non voleva vederlo) e di padre ignoto. Nel 1976 morĂŹ Giulia e Antonio fi chiamato a Torre del Lago per portarsi via le cose della madre, tutte chiuse in una valigia che Antonio, ritornato a Pisa, nascose, non aprĂŹ nemmeno, come a voler dimenticare con essa il suo passato e quello di sua madre. In questi ultimi trentâanni la valigia fu da tutti dimenticata. FinchĂŠ nel gennaio 2007 arrivo io, comincio a fare domande, a dire alla figlia di Antonio che potrebbe essere la nipote di Puccini e a forza di parlare ecco che torna alla sua mente la valigia. Dentro ho trovato fotografie e lettere di Puccini e Giulia inequivocabili sulla loro relazione, che andavano dal 1908 al 1922, poi una busta con una trentina di lettere dâamici, parenti, avvocati che riguardavano tutte lâepisodio del suicidio di Doria. Ecco i riscontri di quello che avevamo grosso modo immaginato. Sotto queste carte câerano anche due scatole di biscotti di metallo, tonde, con dentro delle pellicole cinematografiche; ho cercato di sollevare il lembo di una delle pellicole, che erano tutte appiccicate e ho intravisto in un fotogramma Puccini al pianoforte. Mi a preso un accidente: ho portato a Roma quelle pellicole in un laboratorio di restauro ed ora abbiamo questo eccezionale documento. Links: Galleria Fotografica: 1
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