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    PUCCINI E LA FANCIULLA: QUANDO IL CINEMA TORNA - ALMENO IN PARTE - ALLE SUE ORIGINI PER UN INCONTRO POETICO CON IL DOCUMENTO STORICO

    Dalla 65. Mostra del Cinema di Venezia

    “Il film nasce dal duplice intento di ricostruire l’incanto della creazione musicale pucciniana e di fare luce su uno degli episodi più oscuri della biografia del Maestro: il dramma di Doria Manfredi, morta suicida a Torre del Lago, si disse, per amore di lui. Il film ha una particolarità: non vi sono dialoghi. Le uniche voci sono quelle che leggono lettere ce i personaggi della vicenda si scrivono durante l’evolversi del dramma. Ci è sembrato che la scelta del “muto” nella costruzione drammaturgia del racconto fosse l’unico procedimento espressivo per raggiungere quel “cinema puro” in grado di esprimere concetti ed emozioni attraverso il solo fluire delle immagini e dei suoni”.
    Il regista e sceneggiatore Paolo Benvenuti

    (Puccini e la fanciulla ITALIA 2008; storico; 84'; Produz.: Arsenali Medicei; Produttore Esecutivo: Gianpaolo Smiraglia; Distribuz.: Adriana Chiesa Enterprises)

    Locandina italiana Puccini e la fanciulla

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    Titolo in italiano: Puccini e la fanciulla

    Titolo in lingua originale: Puccini e la fanciulla

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Paolo Benvenuti

    Sceneggiatura: Paola Baroni e Paolo Benvenuti

    Soggetto: Paola Baroni e Paolo Benvenuti

    Cast: Riccardo J. Moretti (Giacomo Puccini)
    Tania Squillario (la servetta Doria Manfredi)
    Giovanna Daddi (Elvira, la moglie di Puccini)
    Debora Mattiello (Fosca, la figlia di Elvira)
    Federica Chezzi (Giulia, la cugina di Doria)

    Musica: Mirco Mencacci (sound designer)

    Costumi: Simonetta Leoncini

    Scenografia: Paolo Benvenuti e Aldo Buti

    Fotografia: Giovanni Battista Marras

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Nel 1908 Giacomo Puccini sta componendo una nuova opera, tratta dal dramma di David Belasco The Girl of the Golden West, nella sua villa di Torre del Lago. Proprio dinanzi all’abitazione del musicista emerge dall’acqua, sospeso su palafitte, lo “Chalet da Emilio”: un rustico ritrovo di legno e falasco, frequentato da pescatori e cacciatori di frodo. Dietro il banco, a dispensare vino e sorrisi, c’è Giulia, la bella figliola di Emilio Manfredi. Da qualche tempo il Maestro ha preso a frequentare assiduamente il locale: beve un bicchiere, gioca a scopone, fuma una sigaretta, poi torna come rigenerato alla sua musica. Giulia è la cugina di Doria Manfredi, la giovane cameriera di casa Puccini. Un giorno di fine estate, quando i padroni sono assenti, Doria sorprende Fosca, la figliastra del musicista, a letto con il suo amante, il giovane librettista di Puccini, Guelfo Civinini. Da quel momento Fosca, preoccupata che la cameriera riveli quanto ha visto, non cessa di controllare i movimenti di Doria. Questa costante attenzione permette a Fosca di cogliere, non vista, inequivocabili cenni d’intesa tra la cameriera e il patrigno. Informata sua madre Elvira della tresca, Fosca le suggerisce di spiare il comportamento dei due. Colto un cenno tra Giacomo e Doria, un dopocena Elvira segue di soppiatto il marito fuori dalla villa. L’uomo, giunto in un luogo appartato, s’incontra con una giovane; dopo un lungo bacio, i due si stendono nell’erba. Certa di aver sorpreso il marito con la cameriera, Elvira, nel buio, fa per scagliarsi sugli amanti ma questi riescono a dileguarsi. Pur non avendo visto la giovane in volto, Elvira non ha dubbi sulla sua identità e l’indomani caccia Doria da casa. Mentre Puccini è totalmente preso dalla composizione della sua Opera e usa ogni sotterfugio per coltivare in segreto la relazione con Giulia (il modello incarnato della sua Minnie), Elvira, istigata da Fosca, coglie ogni occasione per distruggere invece la reputazione di Doria, spingendo la sua persecuzione fino alle estreme conseguenze. La povera Doria, rea d’aver svolto come “umile ancella” soltanto il ruolo di messaggera d’amore fra il maestro e la cugina, schiacciata dalle accuse infamanti di Elvira, troverà nel suicidio la sua unica possibilità di riscatto.

    Dal Press-Book di Puccini e la fanciulla.

    Commento critico (a cura di PAOLO LOMBARDI)

    Questo non è un film su Puccini, ma sulla tragedia patita dalla sua cameriera Doria Manfredi, come ha inteso precisare lo stesso Benvenuti in conferenza stampa. Prodotto in occasione del 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini, il regista ha voluto portare sul grande schermo il risultato delle ricerche condotte da un gruppo di studenti della Scuola di Cinema del Comune di Viareggio ‘Intolerance’ le cui intuizioni sono state confermate dal successivo ritrovamento, da parte dello stesso regista, di documenti di eccezionale valore storico (fotografie e lettere di Giacomo Puccini e due pellicole cinematografiche che ritraggono il Maestro al pianoforte), senza i quali il progetto non sarebbe stato realizzato.
    Il consueto rigore storico di Benvenuti viene qui sottolineato, durante la proiezione, dalla lettura di brani tratti dalle lettere che Puccini scrisse a Giulia, la cugina di Doria ed altre inviate ad amici e parenti che riguardano l’episodio del suicidio di Doria.
    La

    scelta stilistica di sostituire i dialoghi con brani di Carlo Carignani, elaborazioni per pianoforte da ‘La fanciulla del West’ di Puccini, intervallate dalle voci fuori campo che leggono le lettere di Puccini e soprattutto dai suoni e dai rumori dell’ambiente in cui si muovono i vari personaggi, sapientemente dosati e talvolta amplificati per aumentare il senso di partecipazione emotiva dello spettatore, sortisce un effetto estetico e poetico che ci riporta alle atmosfere degli anni del primo novecento in cui si svolgono i fatti.
    Del tutto appropriata la scelta degli attori ed in particolare quella di Riccardo Moretti nel ruolo di Giacomo Puccini, non solo per la somiglianza fisica col grande Maestro, ma soprattutto per l’abilità con cui ha suonato al pianoforte, da grande musicista accreditato a livello internazionale, interpretando con grande bravura la gestualità di Puccini nel comporre i pezzi che lo hanno reso celebre.
    A parte poche sequenze in cui i

    dialoghi dei personaggi vengono innaturalmente bisbigliati per mantenere la scelta stilistica del ‘muto’ che caratterizza il film, anche quando la cinepresa è troppo vicina ai personaggi stessi per rendere naturale la scena, l’opera appare ben congegnata e la trama coinvolgente.
    Il film, presentato nella sezione ‘Fuori Concorso’, sarà proiettato in occasione dei festeggiamenti programmati a Torre del Lago dalla ‘Fondazione Festival Pucciniano’, come ci ha anticipato in conferenza stampa il suo Presidente Massimiliano Simoni.

    Commenti del regista

    ”Il famoso dongiovannismo di Puccini non è fine a se stesso, ma è funzionale alla sua creatività musicale” (dal libro “Puccini minimo” di Aldo Valleroni). Cioè: ogni volta che Puccini deve scrivere un’opera si deve innamorare di una donna che assomigli all’eroina del suo dramma, una donna con cui il Maestro avvia una relazione mentre scrive quella determinata opera, una relazione che finisce poi, immancabilmente, con la fine dell’opera stessa. L’autore del libro portava diversi esempi in proposito: dalla Bohème alla Butterfly alla Turandot, ma non trovava alcun corrispettivo per La fanciulla del West. Questo ci colpì moltissimo: Doria si è suicidata mentre Puccini scrive La fanciulla del West, che sia lei il modello per Minnie? Fatti i raffronti ci si accorse che non c’entrava nulla. Dunque, o Minnie non ha un corrispettivo reale o esiste un’altra donna… ed è venuta fuori la figura di Giulia, cugina di Doria e figlia di Emilio, il proprietario del famoso ristorante/chalet di fronte a villa Puccini. Una ragazzona di un metro e ottanta, che teneva testa agli uomini, che andava a caccia e sparava come loro e così via… e venne fuori che non solo Giacomo e Giulia erano amanti, ma addirittura la giovane (che mai si sposerà) era rimasta incinta e, a detta di tutti, di Puccini. Ci siamo dunque messi alla ricerca del figlio nato da questa relazione e abbiamo scoperto che abitava a Pisa, che era morto, ma che aveva lasciato una figlia. Rintracciatala siamo venuti a sapere la storia tragica di questo Antonio Manfredi, che visse sempre lontano dalla madre (rimasta a Torre del Lago e che per di più non voleva vederlo) e di padre ignoto. Nel 1976 morì Giulia e Antonio fi chiamato a Torre del Lago per portarsi via le cose della madre, tutte chiuse in una valigia che Antonio, ritornato a Pisa, nascose, non aprì nemmeno, come a voler dimenticare con essa il suo passato e quello di sua madre. In questi ultimi trent’anni la valigia fu da tutti dimenticata. Finché nel gennaio 2007 arrivo io, comincio a fare domande, a dire alla figlia di Antonio che potrebbe essere la nipote di Puccini e a forza di parlare ecco che torna alla sua mente la valigia. Dentro ho trovato fotografie e lettere di Puccini e Giulia inequivocabili sulla loro relazione, che andavano dal 1908 al 1922, poi una busta con una trentina di lettere d’amici, parenti, avvocati che riguardavano tutte l’episodio del suicidio di Doria. Ecco i riscontri di quello che avevamo grosso modo immaginato. Sotto queste carte c’erano anche due scatole di biscotti di metallo, tonde, con dentro delle pellicole cinematografiche; ho cercato di sollevare il lembo di una delle pellicole, che erano tutte appiccicate e ho intravisto in un fotogramma Puccini al pianoforte. Mi a preso un accidente: ho portato a Roma quelle pellicole in un laboratorio di restauro ed ora abbiamo questo eccezionale documento.

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    • Paolo Benvenuti (Regista)

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