TOM HANKS PATRIOTTICO E SOLIDALE DEPUTATO TEXANO AI TEMPI DELLA GUERRA FREDDA. AL SUO FIANCO, IL COLLEGA AGENTE CIA PHILIP SEYMOUR HOFFMAN E L'AMICA JULIA ROBERTS. MIKE NICHOLS LI SOSTIENE CON IL SUO COCKTAIL DI UMORISMO, INTELLIGENZA E SENSIBILITA'
"Three people who brought down a giant empire. They had a lot of open help from the people whom they inflamed. But, basically, among the three of them, they got the things started that caused the fall of the Soviet Empire. A lot of people don’t know how serious the Cold War was, how terrified everyone was of Russia, how it was a fact. It wasn’t a guess about weapons of mass destruction; they had them. The Cuban Missile Crisis was sheer terror, because the Russians could have unleashed them on us. As Charlie says, these things really happened, and it’s very hard to grasp that there was one bad guy and it was Russia. All over the world, everybody was terrified of them".
Director Mike Nichols
"I said, ‘Okay, you’ve got a guy running against you for your seat in Congress. You’ve been investigated for doing drugs. You’re known as a ladies’ man. You’re notorious for your drinking, your carousing and your partying. What do you say in the campaign against the guy who wants to get Good Time Charlie?’. 'The opposition could say whatever he wanted to say about me, but we passed more Medicare bills, we took care of our veterans better than anyone else, we brought home this bill and that bill.’ He was the consummate politician, but he was never hypocritical about his behavior. Plus, he is an impressive physical specimen. He’s very tall; he’s got a massive voice, all that Texas stuff—from the cowboy boots to the belt buckles and suspenders—and he’s also incredibly charming. He had already invested a lot of time and heart into the book with George. On some level, he was accustomed to another person asking him about the finer points of his life. What was amazing, to Charlie’s credit, was that he said, ‘I don’t care what you say about me. Show me doing anything you want to because, chances are, I did it. It’s the historical record that I want to be dealt with accurately.’ He took us to task about that over and over, but he didn’t care if we showed him in a hot tub in Las Vegas with a bunch of exotic dancers… because he did it".
Actor and Producer Tom Hanks
(Charlie Wilson's War; USA 2007; Drammatico; 97'; Produz.: Good Time Charlie Productions/Universal Pictures/Playtone; Distribuz.: UIP)
SHORT PLOT:
'Charlie Wilson’s War' is the outrageous true story of how one congressman who loved a good time, one Houston socialite who loved a good cause and one CIA agent who loved a good fight conspired to bring about the largest covert operation in history.... (CONTINUE... in 'SINOSSI' -'Charlie Wilson's War')
Cast: Tom Hanks (Charlie Wilson) Julia Roberts (Joanne Herring) Philip Seymour Hoffman (Gust Avrakotos) Amy Adams (Bonnie Bach) Ned Beatty (Clarence 'Doc' Long) Christopher Denham (Michael G. Vickers) Emily Blunt (Jane Liddle) Om Puri (Presidente Muhammad Zia-ul-Haq) Faran Tahir (Generale di brigata Rashid) Ken Stott (Zvi Rafiah) John Slattery (Henry Cravely) Denis O'Hare (Harold Holt) Jud Tylor (Crystal Lee) Peter Gerety (Larry Liddle) Brian Markinson (Paul Brown) Cast completo
Pasha D. Lychnikoff (Pilota di elicotteri sovietico) Navid Negahban (Interprete del campo profughi) Shiri Appleby (Jailbait) Rachel Nichols (Suzanne) Wynn Everett (Segretaria)
Musica: James Newton Howard
Costumi: Albert Wolsky
Scenografia: Victor Kempster
Fotografia: Stephen Goldblatt
Montaggio: John Bloom e Antonia Van Drimmelen
Effetti Speciali: Richard Edlund (supervisore effetti visivi)
Makeup: Luisa Abel (direttrice makeup); Karen Asano-Myers (direttrice acconciature)
'Charlie Wilson’s War' is the outrageous true story of how one congressman who loved a good time, one Houston socialite who loved a good cause and one CIA agent who loved a good fight conspired to bring about the largest covert operation in history...
Charlie Wilson (Tom Hanks) was a bachelor congressman from Texas whose 'Good Time Charlie' personality masked an astute political mind, deep sense of patriotism and compassion for the underdog. In the early 1980s, with the looming advance of a Russian invasion, that underdog was Afghanistan.
Charlie’s longtime friend, frequent patron and sometime lover was Joanne Herring (Julia Roberts), one of the wealthiest women in Texas and a virulent anticommunist. Believing the American response to the invasion of Afghanistan was anemic at best, she prodded Charlie into doing for the Mujahideen—the country’s legendary freedom fighters—what no one else could: secure funding and weapons to eradicate Soviet aggressors from their land. Charlie’s partner in this uphill endeavor was CIA agent Gust Avrakotos (Philip Seymour Hoffman), a bulldog, blue-collar operative who worked in the company of Ivy League blue bloods dismissive of his talents.
Together, Charlie, Joanne and Gust traveled the world to form an unlikely alliance among Pakistanis, Israelis, Egyptians, lawmakers and a belly dancer. Their success was remarkable. Over the nine-year course of the occupation of Afghanistan, United States funding for covert operations against the Soviets went from $5 million to $1 billion annually, and the Red Army subsequently retreated from Afghanistan.
Form >Press Notes< of Charlie Wilson’s War.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
PRELIMINARIA:
"Nel 1979 il deputato Charlie Wilson era a capo del 2° Distretto del Texas già da sei anni. Wilson, ribattezzato 'il liberale di Lufkin' (Lufkin è la cittadina texana in cui è nato), era noto per le sue battaglie spese a sostegno dei più deboli: si era battuto per i diritti delle donne e per l’esenzione fiscale dei più anziani, ma e soprattutto si opponeva al controllo delle armi. Gli elettori neri erano i suoi maggiori sostenitori; era simpatico anche ai residenti della cosiddetta ‘Bible Belt’ che comprende le zone rurali (e più bigotte) dell’Arkansas, Tennessee e Missouri. Il suo distretto lo adorava.
A Washington, Wilson era forse più noto per le sue eccentricità che per il suo impegno politico. Era un uomo affascinante, con la passione per le donne e per il buon whiskey, circondato da una schiera di bellissime assistenti da lui appropriatamente definite 'angeli'.
Frequente oggetto di scandali, Wilson riusciva, grazie al suo carattere affabile, a eludere ogni possibile conseguenza dannosa. Fra tutti gli eventi del 1979, l’invasione sovietica in Afghanistan sembrava decisamente la meno probabile ad apparire sul suo radar. Ma in fin dei conti, nulla di quel che faceva Wilson era in alcun modo ‘scontato’.
La rivelazione degli straordinari exploits di Wilson ebbe inizio con un suo profilo trasmesso dal programma 60 Minutes e prodotto dal premiato giornalista George Crile nel 1988. Crile si appassionò alla storia della guerra segreta di Wilson, scrivendone un best seller dalla lettura fluida e accattivante, ma non si trattava affatto di fiction".
COMMENTO CRITICO:
REGIA E CAST D’ECCEZIONE PER ‘LA GUERRA DI CHARLIE WILSON’. UN DRAMMA UMANO, UNO SPACCATO POLITICO, MICROCOSMI PERSONALI DAI MOLTEPLICI RISVOLTI CARICHI DI DIFETTI VIRATI IN PREGI E, SOPRATTUTTO, TRATTATI ANCORA UNA VOLTA CON LA CONSUETA MAGISTRALE RICETTA DI MIKE NICHOLS, PER
IL QUALE SEMBRANO IRRINUNCIABILI GLI INGREDIENTI DELLA SUA RICETTA DI BASE: UMORISMO, INTELLIGENZA E SENSIBILITA’. IL TRIO HANKS-ROBERTS-HOFFMAN DOTA LA STORIA DI UNA RICCHISSIMA E POTENTE STRATIFICAZIONE INTROSPETTIVA, TALE DA AGGANCIARE E COINVOLGERE LO SPETTATORE DALL’INIZIO ALLA FINE. UN CONTENITORE CAPACE DI FAR SCORRERE AGEVOLMENTE UN FLUSSO ALQUANTO DENSO E VARIEGATO CHE SEMBRA CONFLUIRE IN UN MESSAGGIO ESEMPLARE, NEL SENSO DI SINGOLARE ESEMPIO ANCHE PER L’OGGI: LA VOLONTA’ E L’IMPEGNO DI UNA SOLA IMPERFETTA PERSONA PUO’ SMUOVERE MONTAGNE
Siamo sempre più convinti che per la riuscita di un film, al di là del soggetto, che pure ha la sua importanza, la regia sia fondamentale. Spesso anche il cast protagonista può fare la differenza, ma altrettanto spesso anche la star più rilucente nel firmamento della celluloide può fare acqua se non ha una buona base strutturale, solidamente diretta, su cui muoversi. In tal senso si può senz’altro affermare, senza il timore di
esagerare, che Mike Nichols rappresenta un garanzia. E se non si può negare l’anima politica di questa sua ultima pellicola, La guerra di Charlie Wilson si appunta comunque come un altro fiore all’occhiello della sua prolifica e qualitativamente elettiva carriera: una conferma, con le varianti del caso da soggetto a soggetto, degli irrinunciabili ingredienti di base della sua ricetta vincente: umorismo, intelligenza e sensibilità . Così la Guerra di Charlie Wilson non fa eccezione. Appena il tempo di farci largo attraverso la densa coltre di nebbiosa ‘verbosità ’ introduttiva, e ci ritroviamo letteralmente travolti da un’ondata di elegante conduzione e stuzzicante mordente satirico in cui si scivola agevolmente e con un certo divertimento, alimentato da certe schegge umorali che innervano una sceneggiatura ricca e ben equilibrata su ogni registro: dalle dinamiche di contrattazioni amministrativo-politico a quelle di natura personale intimamente caratteriali, di costume, documentaristiche sul piano umanitario e sul campo di guerra,
fino alle analisi ‘j’accuse’ di un’America alquanto imperfetta ma con tutte le intenzioni di riscattarsi dai suoi stessi errori e gravi mancanze. Un soggetto come questo in altre mani avrebbe facilmente potuto assumere le sembianze di ‘favola buonista’ in favore della bandiera a stelle e strisce, ma fortunatamente, qui si va invece ben oltre. E ci si riesce legando il drammatico nodo cruciale a quel complesso universo interpersonale che, con tutti i pregi e difetti, paradossalmente, sembra di fatto aver portato, con una alquanto singolare strategia di solidarietà internazionale, se non certo alla soluzione definitiva di questioni complesse e apparentemente insolubili ad effetto boomerang, almeno al tamponamento di disastri in primo luogo umani. Del resto, il patriottismo all’epoca della cosiddetta Guerra Fredda faceva parte integrante della maggioranza del popolo americano, così come del personaggio chiave, protagonista attivo, nel film come nella realtà , all’ombra dell’avanzata russa e del conseguente dramma afghano.
teatro ne La famiglia Savage a fianco di Laura Linney, lo ritroviamo ora trasformato in un rude e alquanto intollerante figuro con i baffi, sempre pronto a spaccar vetrate d’ufficio, quando non debitamente ascoltato o rispettato dai superiori, ma pur capace di fattiva e operosa fedeltà una volta afferrato il concetto che vale la pena di accordare fiducia.
In tutto questo la macchina da presa di Mike Nichols percorre i vari percorsi muovendosi in parallelo, insinuandosi cioè negli anfratti di questo reticolo di universi non perdendoli mai di vista e rendendoli costantemente interattivi tra loro: si passa così dal ‘mosso’ tipico delle riprese di stampo satellitare con le trasmissioni televisive che seguono la vicenda afghana sul campo, alle varie soggettive dei personaggi, dirette o indirette, gestite con stile impeccabile nella sensibile compartecipazione alla drammaticità di eventi e racconti personali, non rinuncando, in ogni occasione possibile, ad uno spiccato senso dello
humour. Un tipo di soggettiva umorale è dato ad esempio dalla ripresa da tergo dell’assistente di Charlie Wilson (dotato di un vero e proprio harem come staff di personale amminsitrativo) cominciando dai tacchi a spillo per risalire gradatamente fino all’ancheggiante ‘posteriore’, per poi concludere su una ondeggiante coda di cavallo: ripresa speculare dello spirito esultante con cui la balda signorina si appresta a comunicare la vittoria conseguita.
In tutta questa coloratissima storia, sembra di poter leggere un messaggio chiave per i tempi odierni: un esempio che può far riflettere sul fatto che la volontà , guidata da intelligenza e impegno concreto, di una sola persona - e non necessariamente uno stinco di Santo - può smuovere montagne.