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SUMMER LOVE di PIOTR UKLANSKI
Dalla 63. Mostra del Cinema di Venezia
“’Summer Love’ segna il mio debutto alla regia dietro la macchina da presa ed è il primo western polacco. E’ stato girato in esterni nel Sud della Polonia ed è interpretato da attori polacchi. Non è né una parodia né un omaggio poiché non ha la benché minima pretesa di riportare in vita il defunto genere Western. Se dobbiamo dargli una definizione, potremmo affermare che ‘Summer Love’ non è tanto un Western quanto un film allegorico che usa il codificato linguaggio del genere Western, per affrontare questioni quali l’identità etnica e l’autenticità culturale… il raggiungimento di ciò che appare irraggiungibile. Per dirla breve, il sogno
Il regista Piotr Uklanski
(Summer Love, POLONIA 2006; trasfigurazione allegorica del genere western; 93’; Produz.: Polski Western; Distribuz.: ? )
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Titolo in italiano: Summer Love
Titolo in lingua originale:
Summer Love
Anno di produzione:
2006
Anno di uscita:
2006
Regia: Piotr Uklanski
Sceneggiatura:
Piotr Uklanski
Cast: Boguslaw Linda (Lo sceriffo) Karel Roden (Lo straniero) Katarzyna Figura (La donna) Val Kilmer (Il ricercato)
Musica: Karel Holas e India Czajkowska
Costumi: Ewa Helman-Szczerbic
Scenografia: Ewa Skoczkowska
Fotografia: Jacek Petrycki
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
“’Summer Love’, già definito western allegorico, inizia letteralmente con un’esplosione. Mentre il pubblico è seduto in sala ancora al buio, un forte sparo echeggia sullo schermo, e subito dopo vediamo apparire un uomo… vestito di nero… sanguinante… morente. E’ LO STRANIERO (Karel Roden), presagio di morte e catalizzatore senza nome di futuri e tragici eventi.
Man mano che il film va avanti faremo la conoscenza dei vari personaggi che però non vengono chiamati per nome ma per quello che rappresentano. E così vedremo LA DONNA (Katarzyna Figura) dalla bellezza ormai sfiorita che non riesce a nascondere le ferite del passato. LO SCERIFFO (Boguslaw Linda), un alcolista autolesionista che si sta letteralmente struggendo e distruggendo per un amore non corrisposto al quale non riesce a rassegnarsi; IL GRASSONE (Krzytof Zaleski) un grassone invidioso che sbava per La Donna.
Un giorno lo Straniero giunge in città in sella al suo cavallo portando con sé il cadavere del RICERCATO (Val Kilmer) che ha recuperato sul luogo del massacro che abbiamo visto nella sequenza di apertura. Lo Straniero è venuto per riscuotere la taglia ma si ritroverà invischiato nel sadico gioco d’azzardo organizzato dallo sceriffo nel quale giocherà e perderà il Ricercato che passerà di conseguenza nelle mani del gongolante Sceriffo. Stanca di assistere ad un gioco sadico e autolesionista, la Donna fugge dal saloon e quella stessa notte, in preda alla più nera disperazione, seduce lo Straniero. Ma quella notte di passione farà scatenare un vero inferno che porterà alla formazione di una banda armata, condotta dall’inetto Sceriffo che darà vita ad un’epica caccia all’uomo.
Ricorrendo ad uno stile molto visivo, Summer Love racconta una storia d’amore, dolore, redenzione e morte. Ad un primo sguardo, potrebbe apparire una storia vecchia quanto il mondo: c’è un uomo che perde la donna che ma… La donna che aspira ad una nuova vita… Uno straniero che arriva in città … Ma Summer Love non è tanto basato sui dialoghi quanto su immagini montate in maniera molto meticolosa e con un ritmo serrato, che condurranno il pubblico nei cuori e nelle menti dei personaggi i quali, dando vita a yun quadro vivente, raccontano le loro storieâ€.
Dal >Press-Book< di Summer Love
Commento critico (a cura di Paolo Lombardi)
UNA ‘SUMMER LOVE’ DA NON AUGURARE A NESSUNO. SORDIDA E LURIDA TRASFIGURAZIONE POLACCA IN UNA CHIAVE WESTERN METAFORICO/ALLEGORICA, E TALORA SURREALE, COMUNQUE PRETESTUSA, CHE NON SOLO NON SI NUTRE DI SPAGHETTI - DEL RESTO NON ERA QUESTA L’INTENZIONE - MA NEPPURE DI UN PASTO SOSTITUTIVO.
Se il film aveva lo scopo di enfatizzare le nozioni di aspirazione, desiderio, nostalgia, il raggiungimento di ciò che appare irraggiungibile, come sostiene il regista, ha decisamente fallito.
Il risultato è piuttosto quello di un film noioso, con uno svolgimento ed un ritmo lento, (che però non ha le caratteristiche introspettive dei western di Sergio Leone), inutilmente violento (qui la violenza appare fine a sé stessa) e con una storia tanto puerile quanto inutile.
I personaggi sembrano… in cerca d’autore, sembra che il loro sia piuttosto un esercizio di recitazione, il loro legame è quasi assente.
Il film è stato presentato fuori concorso, ma se tra i premi della |
mostra ci fosse ancora il Leone di Fango, avrebbe sicuramente già acquisito una nomination.
Peccato per Val Kilmer, (qui presente in un piccolo cameo, senza nemmeno una battuta) le cui capacità artistiche ci sembrano decisamente superiori a quanto qui rappresentato. |
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