IL CINEMA TREVI E LA CINETECA NAZIONALE PER I 100 ANNI DI TULLIO PINELLI
Un secolo di cinema: TULLIO PINELLI e l’arte della sceneggiatura
23/06/2008
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Domani, martedì 24 giugno, al Cinema Trevi (vicolo del Puttarello, 25 vicino Fontana di Trevi festeggeremo i cento anni di TULLIO PINELLI!
La Cineteca Nazionale, dopo avergli reso ampiamente omaggio nel febbraio 2007, con una lunga retrospettiva, gli dedica una giornata, in collaborazione con il figlio Carlo Alberto, incentrata sulla proiezione di tre opere significative della sua lunga carriera, Il cammino della speranza, La strada e Speriamo che sia femmina, e su un incontro volto ad approfondire il ruolo e il “peso” dello sceneggiatore PINELLI nell’economia del cinema italiano. Quando i nostri registi erano considerati dei maestri in tutto il mondo, godendosi fama e celebrità, e un po’ di quella gloria illuminava il geniale tran-tran degli scrittori (veri o potenziali tali) prestati al cinema. E la sceneggiatura era veramente un’arte collettiva in cui confluivano i talenti di molte persone, eppure lo stile di ognuna di esse era facilmente riconoscibile. Nel caso di Pinelli una profonda leggerezza, che gli consentiva di abbracciare qualsiasi condizione umana senza smarrire una ragionevole speranza. «Scrittore di severa tempra morale, P. ha apportato al cinema italiano del dopoguerra non solo l’etica della sua conformazione spirituale, ma un sostanzioso studio formale nell’elaborazione della sceneggiatura» ("Filmlexicon degli autori e delle opere"). Prima ancora, negli anni trenta e quaranta, PINELLI era stato uno dei più validi autori teatrali, premiato dall’Accademia d’Italia con la seguente motivazione di Renato Simone: «Commediografo di nobile vocazione, ha dato al nostro teatro giovane opere di bella immaginazione e di appassionato pensiero […]».
La Cineteca Nazionale è lieta di festeggiarlo in questa importante ricorrenza.
ore 21.00
Incontro moderato da Alfredo Baldi
Nel corso dell’incontro saranno presentati il libro di Tullio Pinelli, L’uomo a cavallo, Edizioni Sabinae, 2008, contenente un soggetto inedito dello sceneggiatore, e il libro curato da Augusto Sainati, Ciò che abbiamo inventato è tutto autentico, Marsilio, 2008, sull’epistolario Fellini-Pinelli.
I FILM:
ore 17.00
Il cammino della speranza (1950)
Regia: Pietro Germi; soggetto: Federico Fellini, P. Germi, Tullio Pinelli dal romanzo Cuori negli abissi di Nino De Maria; fotografia: Leonida Barboni; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Rolando Benedetti; interpreti: Raf Vallone, Elena Varzi, Saro Urzì, Franco Navarra, Liliana Lattanzi, Mirella Ciotti; origine: Italia; produzione: Lux Film; durata: 101’
Un gruppo di minatori siciliani parte per la Francia in cerca di lavoro. Pagano un mediatore per passare il confine, ma l’uomo li denuncia. Opera corale, concepita da Germi coma una ballata popolare, con intenti nobilissimi ed echi melodrammatici. In origine doveva intitolarsi Terroni. «Se In nome della legge era neorealismo romanzesco, Il cammino della speranza è neorealismo epico, una ballata popolare scandite dalle note malinconiche ma non rassegnate di Vitti ’na crozza. È un film tutto italiano, ai limiti del regionalismo, un viaggio morale attraverso il paese, da Sud a Nord. […] Il regista genovese non perde mai di vista gli individui, costruisce tassello dopo tassello un’opera corale in cui però sono frequentissimi i primi piani» (Giacovelli). Orso d’argento al festival di Berlino.
ore 19.00
Speriamo che sia femmina (1986)
Regia: Mario Monicelli; soggetto: Tullio Pinelli; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Tullio De Bernardi, Suso Cecchi d’Amico, T. Pinelli, M. Monicelli; fotografia: Camillo Bazzoni; musica: Nicola Piovani; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Liv Ullmann, Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Bernard Blier, Giuliana De Sio, Stefania Sandrelli; origine: Italia/Francia; produzione: Clemi Cinematografica, Les Producteurs Associés; durata: 119’
Le vicissitudini di una famiglia “al femminile” che gestisce un’azienda agricola. «Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni ’80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull’assenza, la debolezza, l’egoismo dei maschi» (Morandini). Uno dei pochi film che risuona nel vuoto del cinema italiano anni ottanta.
Dopo l’incontro:
La strada (1954)
Regia: Federico Fellini; soggetto: F. Fellini, Tullio Pinelli; sceneggiatura: F. Fellini, T. Pinelli, Ennio Flaiano; fotografia: Otello Martelli; musica: Nino Rota; montaggio: Leo Catozzo; interpreti: Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart, Aldo Silvani; origine: Italia; produzione: Ponti-De Laurentiis Cinematografica; durata: 107’
L’ingenua Gelsomina gira per l’Italia insieme al rozzo Zampanò, che si esibisce nei paesini con giochi di forza. Gelsomina stringe amicizia con un funambolo, il Matto, ma Zampanò lo uccide. «Parabola cristiana sul peccato, apologo sulla condizione umana in generale e della donna in particolare, è anche una picaresca escursione attraverso i paesaggi dell’Appennino Centrale» (Morandini). Oscar per il miglior film straniero nel 1956 e capolavoro assoluto del cinema italiano anni cinquanta, un’opera in cui la pietà cristiana culmina nella Grazia.
Ingresso gratuito
LA REDAZIONE
Nota: Si ringrazia Susanna Zirizzotti (Relazioni Esterne - Ufficio Stampa Centro Sperimentale di Cinematografia - Roma)
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