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    28. Torino Film Festival (26 Novembre-4 Dicembre 2010) - IL PROGRAMMA COMPLETO, PREMI, OMAGGI, SPECIAL

    Prosegue dalla rubrica 'SPECIALI'

    24/11/2010 - ONDE

    Destinata a spingere nei territori più estremi la naturale propensione alla ricerca del Torino Film
    Festival, la sezione Onde anche quest'anno si propone come uno spazio in cui si confrontano le
    più svariate istanze tecniche, espressive e ideali del cinema contemporaneo. 12 lungometraggi
    e 11 cortometraggi si intrecciano nella struttura variabile di una sezione che, quest'anno come
    non mai, contamina forme, durate ed esigenze espressive di una ricerca che si muove tra horror
    e cartoon, porno e documentario, body art e teatro, digitale e Super8, found footage e
    recitazione in lip synch, musicisti e poeti... Il tutto a confronto con la lezione storica del cinema
    underground italiano che ci giunge da Massimo Bacigalupo, tra i protagonisti della breve ma
    intensa stagione della Cooperativa Cinema Indipendente degli anni '70, al quale è dedicata per la
    prima volta una retrospettiva integrale (con nuove trascrizioni digitali), corredata di una Mostra
    allestita nella Videoteca della GAM torinese e una tavola rotonda con studiosi e protagonisti di
    quella stagione.

    Lungometraggi

    THE ARBOR di Clio Barnard (UK, 2010, DigiBeta, 90') per premio CULT™
    La storia vera della commediografa inglese Andrea Dunbar, famosa per Rita, Sue and Bob Too
    (da cui Alan Clarke trasse l'omonimo film), morta alcolizzata nel 1990 a soli trentun anni. Tra
    documentario e teatro, un quadro biografico e sociale realizzato a partire dalle autentiche
    interviste a parenti e amici della donna, recitate in lip synch da veri attori.

    BION di Toyoko Yamasaki (Japan, 2010, HDCam, 60')
    Nella cittadina di Nara, una donna in visita alla madre che l’ha abbandonata e un falegname che
    vive isolato si trovano ai margini delle loro vite. Primo film (assieme a Last Chestnuts) del
    progetto “NARAtive” promosso da Naomi Kawase: un breve e intenso incontro di due solitudini,
    ispirato ai toni sospesi e sussurrati della regista giapponese.

    BUTTERFLY L'ATTESA di Tonino De Bernardi (Italy, 2010, DigiBeta, 98')
    La geisha pucciniana canta la sua attesa nella sospensione della campagna piemontese, tra
    vestizioni, fantasmi di ritorni e sdoppiamenti del cuore. Una rilettura di Puccini che dà corpo
    all'ossessione di un ritorno tra eterne partenze e illuse passioni. La vita brulica intorno e il
    cinema di De Bernardi se ne occupa con amore: perché, ovviamente, “un bel dì vedremo”...

    L.A. ZOMBIE di Bruce LaBruce (Germany/USA/France, 2010, DigiBeta, 63')
    Uno zombie approda a Los Angeles in cerca di amore e si accoppia con le vittime di una città che
    vomita violenza, penetrandone le ferite e riportandole in vita. Dall'artista simbolo della cultura
    gay, un canto postromantico che, nel sangue dell'horror e nel sesso del porno, supera
    l'immaginario all'epoca dell'Aids. Sullo schermo l'icona francese del porno gay François Sagat.

    LUCKY LIFE di Lee Isaac Chung (USA, 2009, 35mm, 97')
    Quattro amici si ritrovano in una casa sul mare per affiancare il viaggio terminale di uno di loro:
    tra attese, perdite, legami e dissoluzioni, un dramma poetico e lieve, ispirato ai versi di Gerald
    Stern. Un “grande freddo” sospeso sul tempo interiore e cantato sul corpo morto della vita:
    dedicato a una generazione che non attende più il futuro.

    MESA STO DASOS / IN THE WOODS di Angelos Frantzis (Greece, 2010, 35mm, 97')
    Un bosco, due ragazzi e una ragazza, la natura come limbo delle pulsioni sessuali che irrompono
    nel giovane corpo dei protagonisti, tra mistero, desiderio, paura... Un viaggio visionario negli
    archetipi della paura e della sensualità, girato con la funzione video di una fotocamera digitale.

    MOUSSEM LES MORTS di Vincent Le Port (France, 2010, HDCam, 82')
    Liberamente ispirato alle derive esistenziali dello Straniero di Camus, il saggio conclusivo di due
    giovani allievi della Fémis è un’opera dalla folgorante forza d'urto visionaria: la discesa agli
    inferi di un francese espatriato in Marocco, che, dopo aver ucciso un uomo per noia e per
    curiosità, intraprende con due compagni un viaggio nel cuore selvaggio del paese.

    SECUESTRO Y MUERTE / ABDUCTION AND DEATH di Rafael Filippelli (Argentina, 2010, 35mm,
    95')
    Argentina, 1970. Un generale è rapito da un gruppo armato, rinchiuso in una casa di campagna e
    qui processato in nome del popolo. La ricostruzione del sequestro Aramburu da parte dei
    Montoneros dà vita a una sorta di Buongiorno, notte argentino, un teorema astratto sul destino
    di una nazione, costruito come un dramma psicologico ellittico e antispettacolare.

    EL SOL / THE SUN di Ayar Blasco (Argentina, 2010, Beta SP, 75')
    Che ne è del mondo vent’anni dopo l’apocalisse nucleare? Che avventure attendono due
    adolescenti disadattati di quel luogo un tempo chiamato Buenos Aires, tra creature mostruose e
    nuove regole sociali? Con un’animazione sporca e spigolosa, il geniale cartoonist Ayar Blasco
    crea una distopia colorata e sotto acido, condita di turpiloquio, humour nero e comicità
    grottesca.

    TAULUKAUPPIAAT / THE PAINTING SELLERS di Juno Kuosmanen (Finland, 2010, 35mm, 59')
    Il film vincitore della Cinéfondation di Cannes è la storia del legame indefinito tra un
    diciottenne, una pittrice malata di cancro e il patrigno del ragazzo, incaricato di vendere i
    quadri della donna. Un road movie raggelato nel freddo dell’inverno finlandese, girato con viva
    emozione e secchezza antiretorica da uno dei più talentuosi autori del giovane cinema europeo.
    Cortometraggi e mediometraggi

    THE ABOLITION OF WORK di canecapovolto (Italy, 2010, DVCAM, 12')
    Osservare attentamente, decifrare, adeguarsi al testo: il collettivo catanese evoca la forza
    lavoro dello spettatore, traendo spunto dal testo omonimo dell'anarchico Bob Black. Tra found
    footage, immagini concettuali e suoni invasivi, con l'ausilio di Graham, the text-to-speech
    voice...

    EA3 (3ÈME EXERCICE D'ADMIRATION: COCTEAU) di Vincent Dieutre (France, 2010, DigiBeta, 42')
    L'infinito dramma di una separazione consumato nell'incolmabile vicinanza di una conversazione
    telefonica. Vincent Dieutre dedica il suo terzo “Esercizio d'ammirazione” alla Voce umana di
    Cocteau. In scena, la pulsione melodrammatica del grande Jacques Nolot prende il posto che,
    per Rossellini, fu della Magnani.

    ÉLOGE DE LA RAISON di Waël Noureddine (France, 2009, DVD, 25')
    “Amo la vita, per questo ho scelto la droga”: la lucida disperazione terminale di un filmmaker
    che sperimenta su di sé e sul cinema il proprio dissenso dalla vita.

    LA FORÊT DES SONGES di Antoine Barraud (France, 2009, DVCam, 45')
    Un appassionato ritratto del maestro Kohei Oguri (protagonista a Torino di una memorabile
    retrospettiva nel 2008), raggiunto da Antoine Barraud nella sua casa ai limiti di un bosco. La
    serenità animista del grande regista giapponese e la perenne ricerca del filmmaker francese per
    un ritratto in presa diretta tra cinema e vita, artista e messa in scena, uomo e natura.

    LONG LIVE THE NEW FLESH di Nicolas Provost (Belgium, 2009, 35mm, 14')
    La carne, il sangue, la mutazione, la materia immateriale dei pixel. Nel nome del motto
    cronenberghiano di Videodrome, Provost inventa una nuova dimensione concreta per l’immagine
    digitale, combinando e fondendo fra loro sequenze del New Horror con uno spirito audace e
    visionario.

    LUMIKKO / THE LITTLE SNOW ANIMAL di Miia Tervo (Finland, 2009, DigiBeta, 19')
    Una ragazzina disperata racconta alla radio la sua storia di emarginazione, mentre lo speaker
    cerca di rincuorarla. A partire da una vera telefonata, il film costruisce un mondo di dolcezza e
    fragilità tutte femminili, unendo con sensibilità pop sequenze documentarie e squarci
    d’animazione.

    MADAME & LITTLE BOY di Magnus Bärtås (Sweden, 2009, DigiBeta, 28')
    Nel 1978 la star sudcoreana Choi Eun-Hee fu rapita con l'ex marito regista Shin Sang-Ok e
    condotta in Corea del Nord per volere di Kim Il-sung e del suo erede Kim Jong-il. Il musicista
    Bonnie Prince Billy narra questa vicenda sospesa tra Godzilla, il suo clone nordcoreano Pulgasari
    e le armi atomiche.

    LES MAISONS DE FEU di Antoine Barraud (France, 2009, DVCam, 15')
    Il potere e la sovversione, il nemico come stimolo vitale, la militanza palestinese e il bando dagli
    Usa: in sala di montaggio di Caterpillar, Antoine Barraud incontra Kôji Wakamatsu e ne cattura
    lo spirito irrefrenabile. Seconda parte di una trilogia del filmmaker francese sul cinema
    nipponico.

    MASKA dei Quay Brothers (Poland/UK, 2010, 35mm, 24')
    La magia dell’animazione in stop motion dei Quay Brothers illumina un racconto di Stanis%aw
    Lem, l’autore di Solaris, ambientando in un futuro dai sinistri echi medievali la storia d’amore
    tra una macchina e un essere umano. Musiche del grande Krzysztof Penderecki.

    MAYBE SIAM di Christoph Girardet e Matthias Müller (Germany, 2009, Betacam, 12')
    Mueller e Girardet continuano a sviscerare il cinema attraverso l’uso del found footage, e
    riflettono sul tema della cecità. Tornano temi e figure di sempre (scale, porte, giradischi), il
    Perry Como di Fareway Place e il gioco decostruttivista tra buio e luce, suoni e silenzi.

    TRIVIALITY di Sterling Ruby (USA, 2010, DVD, 9')
    Solo, di fronte alla macchina da presa per nove impietosi minuti, l’attore porno Tom Colt si
    masturba cercando inutilmente di raggiungere l’orgasmo. Uno sconvolgente frammento di body
    art sull’imbarazzo come modalità di visione e una sfida alla resistenza e alla moralità dello
    spettatore.

    TUUKRID VIHMAS / DIVERS IN THE RAIN di Olga e Priit Pärn (Estonia, 2009, Beta SP, 23')
    Gli autori di La vita senza Gabriella Ferri (Onde 2009) tornano con un nuova animazione, virata
    all’assurdo e dedicata alle misteriose ragioni dell’amore. Lui è un palombaro, lei una dentista,
    non si vedono quasi mai, ma si sfiorano con baci destinati a disperdersi nella pioggia incessante.

    VODOO di Sandro Aguilar (Portugal, 2010, 35mm, 31')
    Un matrimonio finito, un corso per situazioni di emergenza, le visite mediche: come gestisce
    l'angoscia un assistente di volo quando è a terra, tra le nuvole della vita quotidiana? Sandro
    Aguilar (A zona) piazza il dolore delle figure nello spazio ed evoca i sentimenti nelle risonanze
    dell'ambiente.

    Omaggio a Massimo Bacigalupo - Retrospettiva realizzata in collaborazione con Cineteca Nazionale e Università degli Studi di Udine - Corso di laurea DAMS, Laboratorio La Camera Ottica, Gorizia.

    Programma 1. Dagli esordi a Un dittico e un intervento
    LILAN (Italy, 1965, Beta SP, 11')
    QUASI UNA TANGENTE (Italy, 1966, Beta SP, 37')
    ARIEL LOQUITUR (Italy, 1967, DigiBeta, 50')
    60 METRI PER IL 31 MARZO (Italy, 1968, Beta SP, 15')
    VERSUS (Italy, 1968, DigiBeta,14')
    HER (Italy, 1968, DigiBeta, 5')
    Dai 18 ai 22 anni, Massimo Bacigalupo realizza 6 opere che rimangono quasi sospese tra due ere:
    la fine di un’adoloescenza in provincia (polarizzata dal cinema amatoriale a passo ridotto e
    illuminata dal passaggio in Italia della cometa dell’underground americano di Rice, Brackage,
    Anger), e la partenza per Roma, da cui nascerà l’esperienza della Cooperativa Cinema
    Indipendente.

    Programma 2. Il ciclo Fiore d’Eringio
    THE LAST SUMMER (Italy, 1969, DigiBeta, 30')
    NÉ BOSCO (UNA CONVERSAZIONE) (Italy, 1970, DigiBeta, 15')
    PAPHOS (Italy, 1970, Beta SP, 7')
    MIGRAZIONE (Italy, 1970, DigiBeta, 60')
    CODA (Italy, 1970, DigiBeta, 15')
    La sospensione è fra due mondi. Realizzato intorno all’anno dei grandi viaggi (Pamir,
    Afghanistan) e dei ritorni (Rapallo, Roma), questo ciclo-autoritratto riscopre il limite sublime del
    colore (dell’8mm) e quello abissale della nostalgia (la madre, gli amici), unendo con grande
    equilibrio ritratti familiari, Kafka, la Bibbia, Bach, Cage, Stockhausen a musiche tibetane e
    medievali.

    Programma 3. Fra Italia e America
    WARMING UP (Italy, 1973, DigiBeta, 40')
    INTO THE HOUSE (Italy, 1975, Beta SP, 20')
    CARTOLINE DALL'AMERICA (Italy, 1975, DigiBeta, 25')
    Il ciclo con cui Bacigalupo lascia il cinema, a 28 anni, quasi tutto girato durante soggiorni di
    studio negli Usa, tra East e West Coast, in 16mm. In un’atmosfera di sospensione temporale,
    assistiamo al distacco dalla galassia della famiglia/cinema (l’underground italiano, gli affetti)
    richiamati da un mondo nuovo (l’età adulta) fatto di nuovi amori (la letteratura) che lo
    trascinano lontano.

    APPARIZIONI. DOCUMENTI E IMMAGINI DI MASSIMO BACIGALUPO
    Mostra a cura di Giulio Bursi e Massimo Causo, con Dario Condemi, Mirco Santi, Gianandrea Sasso
    GAM - Galleria civica d'arte moderna e contemporanea
    Torino, 27 novembre - 5 dicembre
    Dall'archivio di Massimo Bacigalupo, documenti, foto, oggetti, progetti, ritratti e film.
    In collaborazione con Università degli Studi di Udine - Corso di laurea DAMS, Laboratorio La
    Camera Ottica, Gorizia, Film and Video Restoration, Home Movies - Archivio Nazionale del film
    di famiglia, Mediateca Regionale Ligure

    ITALIANA.DOC

    Nato nel 2000, il concorso che il Festival dedica ai documentari italiani in questi dieci anni ha
    "rivelato" e “cresciuto” autori e autrici (Saverio Costanzo, Giovanni Piperno, Alina Marazzi,
    Agostino Ferrente, Fabiana Sargentini, Daniele Gaglianone, Felice Arturo Lavorato, Felice
    D'Agostino, Bruno Oliviero, Costanza Quatriglio, per citarne solo alcuni) diventati punti fermi del
    nostro panorama cinematografico. Ha aperto e sperimentato con loro nuove strade e nuove
    forme di cinema documentario - influenzando anche il cinema cosiddetto “normale” - e quelle
    strade continua a percorrere con ostinazione.
    Nel 2009 sono stati premiati Valentina Postika in attesa di partire di Caterina Carone (Miglior
    documentario italiano), The Cambodian Room – Situations with Antoine D'Agata di Tommaso
    Lusena de Sarmiento e Giuseppe Schilaci e Corde di Marcello Sannino (Premio speciale della
    giuria). Nell'edizione 2010, saranno 10 i film che si contenderanno il premio per il Miglior
    Documentario Italiano. Quest'anno abbiamo voluto inserire nella sezione anche un film “fuori
    concorso”: Frammenti di un'altra quotidianità, risultato di un laboratorio tenuto da una Onlus
    di Matera (Ass. Basilicata Mozambico ONLUS “Padre Prosperino Gallipoli”) a Maputo, in
    Mozambico. Il film è straordinario, non solo perché racconta la vita quotidiana di un gruppo di
    ragazzi che vive in una discarica di Maputo, ma perché sono gli stessi ragazzi a raccontarsi con le
    immagini, costruendo una narrazione filmica autonoma e consapevole.

    BAKROMAN di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italy, 2010, DigiBeta, 100')
    In lingua moré il termine bakroman significa “ragazzo di strada”. Centinaia di minori vivono per
    le strade di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Alcuni di loro hanno deciso di
    autogestirsi in una comunità senza l'aiuto di alcuna Ong, dando vita a una intensa attività di
    riunioni e incontri in cui la parola diventa lo strumento per superare violenze e soprusi, per far
    nascere il cambiamento.

    LES CHAMPS BRÛLANTS di Stefano Canapa e Catherine Libert (France/Italy, 2010, DigiBeta, 72')
    Campi ardenti è il quarto episodio di Vie traverse, road movie in giro per l'Italia alla ricerca
    delle tracce del cinema indipendente. Dalle rovine romane del Circo Massimo a quelle del Rione
    Terra a Pozzuoli, passando per le periferie dimenticate della capitale, Campi ardenti racconta
    dell'incontro con un cinema della sopravvivenza, quello di Beppe Gaudino e Isabella Sandri.

    IL FUTURO DEL MONDO PASSA DA QUI - CITY VEINS di Andrea Deaglio (Italy, 2010, Beta SP, 63')
    A pochi chilometri dal centro della grande città si trova un’area di confluenza di acque fluviali
    dove la nebbia è padrona del paesaggio e le strade sterrate perdono forma. Un paesaggio
    naturale, stretto nella periferia della metropoli, che ospita vite e storie che respirano e pulsano,
    nascoste allo sguardo del mondo. Ma il futuro ha un piano per questo margine sospeso fra acqua,
    terra e cielo.

    PIANO SUL PIANETA (MALGRADO TUTTO, CORAGGIO FRANCESCO!) di Fabrizio Ferraro (Italy,
    2010, DigiBeta, 80')
    Roma. Manicomio S. Maria della Pietà. Alcune persone non possono uscire dal parco e non
    possono entrare nei vecchi padiglioni. Documentario archeologico e film di fantascienza, Piano
    sul pianeta è il tentativo di scovare un cinema partecipato alla ricerca di nuovi sentieri.

    IL POPOLO CHE MANCA di Andrea Fenoglio e Diego Mometti (Italy, 2010, DigiBeta, 75')
    per premio Cipputi
    “Approfittando” delle registrazioni sonore che Nuto Revelli fece nei territori rurali e montani del
    cuneese durante gli anni '70 per preparare i libri Il mondo dei vinti e L'anello forte, il film
    diventa una sorta di investigazione visiva alla ricerca di quel popolo contadino che manca,
    scoprendone tracce vitali tra le ferite lasciate dall'industrializzazione forzata.

    I RACCONTI DELLA DRINA di Andrea Foschi e Marco Neri (Italy/Bosnia-Herzegovina, 2010, Beta
    SP, 95')
    Bratunac, villaggio a 10 km da Srebrenica, nel dopoguerra è terra di nessuno, controllata dai
    caschi blu e oppressa dal nazionalismo serbo. Qui, nel 1999, Stanoika “Cana” Tesic fonda il
    Forum Zena, un movimento politico che raccoglie donne dell’ex-Jugoslavia. Oggi si batte
    insieme a sua figlia Vladana e alle altre donne per costruire la pace e la giustizia sociale, contro
    la cultura della guerra e dell’odio.

    SCUOLAMEDIA di Marco Santarelli (Italy, 2010, DigiBeta, 77')
    Periferia nord di Taranto, quartiere Paolo VI, dal nome del Papa che inaugurò il più grande
    impianto siderurgico d’Europa, l’Italsider. Qui gli insegnanti della scuola media inferiore “Luigi
    Pirandello” si confrontano quotidianamente con i sogni e le difficoltà di ragazzi e genitori,
    lavorando con ostinazione per garantire ai figli quel futuro che la grande industria aveva
    promesso ai padri.

    SPEZZACATENE di Stefano Savona (Italy, 2010, DigiBeta, 79') per premio Cipputi
    Sei contadini, uomini e donne nati in Sicilia nei primi trent’anni dello scorso secolo, ci
    raccontano di quando avevano fame e di come poi si sono finalmente saziati. Testimonianze e
    racconti che danno finalmente volti e voci a storie finora taciute.

    UNA SCUOLA ITALIANA di Angelo Loy e Giulio Cederna (Italy, 2010, DigiBeta, 75')
    In un’aula di una scuola le maestre raccontano il viaggio avventuroso di Dorothy nel magico
    mondo di Oz. Ad ascoltare ci sono bambini tra i tre e i cinque anni, tutti nati in Italia da genitori
    stranieri. Frequentano la scuola materna “Carlo Pisacane”, nel cuore di Torpignattara, quartiere
    storico e popolare di Roma oggi abitato da un numero crescente di famiglie immigrate.

    VIA APPIA di Paolo De Falco (Italy, 2010, DigiBeta, 115')
    Tre personaggi reali viaggiano in modi diversi sull’Appia, l’antico tracciato che da Roma arriva a
    Brindisi. Ciascuno è spinto dai propri desideri e dalle proprie motivazioni ma la strada
    progressivamente li risucchia e li muove con il suo potere. Realtà e metafora si confondono,
    dando vita a un percorso “inconscio” che offrirà loro scoperte ed emozioni profonde.

    Fuori concorso

    FRAMMENTI DI ALTRA QUOTIDIANITÀ Regia collettiva (Italy/Mozambique, 2010, Betacam, 60')
    Mozambico. Discarica di Maputo. Alcuni ragazzi del barrio della discarica partecipano a un
    laboratorio di fotografia e video e documentano con uno sguardo sorprendente la (loro) vita
    quotidiana. Raro e stupefacente tentativo di narrare la propria vita inventando il linguaggio
    necessario a farlo.

    ITALIANA.CORTI

    Il concorso è riservato a cortometraggi italiani inediti, caratterizzati dall’autonomia e originalità
    di linguaggio. La selezione di quest'anno è particolarmente significativa della volontà da parte
    del Festival e dei suoi autori di considerare il “corto” come una forma specifica di cinema,
    capace di confrontarsi appieno con la sperimentazione, la narrazione e la documentazione.
    Nel 2009 sono stati premiati Notturno stenopeico di Carlo Michele Schirinzi (Miglior
    cortometraggio) e Riviera91 di Gabriele Di Munzio (Premio speciale della giuria).

    Programma 1

    POSER ME VA SI BIEN di Sara Pozzoli (Italy, 2010, DigiBeta, 20')
    Una giovane donna racconta, a metà tra l’autobiografia filosofica e la teoria estetica, la sua
    esperienza di modella di posa per artisti e scultori. L’ esperienza fatta parola diviene immagine
    e suono, il pensiero movimento.

    DIARCHIA di Ferdinando Cito Filomarino (Italy, 2010, 35mm, 19')
    Giano e Luc si conoscono appena. Riparano nella grande villa di Luc in seguito a un temporale. Il
    gioco nasconde la tensione tra i loro corpi e le loro identità. Il corto circuito è inevitabile, la
    tensione scoppia e, forse, libera direzioni inattese.

    LA VEGLIA di Anna Marziano (Italy, 2010, Beta SP, 2')
    Entriamo nella stanza di un essere umano per due minuti. Auscultiamo: insufficienza del
    pensiero, paura dell’oblio, libertà limitata e disoccupazione. Rapida misurazione della pressione
    sociale. Non si può far altro che reagire vegliando.

    LA MÉCANIQUE DE LA GRIVE di Rossella Piccinno (France, 2010, DigiBeta, 10')
    Un padre a caccia con la giovane figlia. È tanto evidente in lei il disagio, quanto in lui la
    delusione di non avere il maschio a cui voleva insegnare a sparare ai tordi. Una donna osserva,
    nascosta tra gli alberi, quel frammento doloroso della propria infanzia.

    LEÇON DE TÉNÈBRES di Sarah Arnold (France, 2010, 35mm, 16')
    Un quartetto di anziani musicisti, quattro amici. Un concerto in una chiesa, intorno la campagna
    assolata. Uno di loro dovrà compiere un viaggio affannoso per giungere a destinazione, ma al
    crepuscolo, il quartetto ricomposto, una melodia dolce e piena celebrerà la fine di una giornata
    vissuta intensamente.

    Programma 2

    MAMMALITURCHI! di Carlo Michele Schirinzi (Italy, 2010, DigiBeta, 17')
    Un ex “centro di accoglienza” per migranti, chiuso da anni, è il protagonista di questa
    immersione archeologica tra i resti affondati di un simbolo dell'ospitalità, trasfigurata in prigione
    in un Mediterraneo affollato di fantasmi.

    I CANI ABBAIANO di Michele Pennetta (Switzerland, 2010, Beta SP, 21')
    Camarda ormai è un paese fantasma. Ad abitarlo sono rimasti soltanto Roberto e Felice,
    entrambi aggrappati con disperata ostinazione a ciò che resta della loro quotidianità. Le loro
    storie sembrano svanite, sepolte sotto la polvere e le macerie del terremoto che il 6 aprile 2009
    ha colpito l’Abruzzo.

    HARLEKIN di Matteo Gariglio (Switzerland, 2010, DigiBeta, 18')
    Ritratto di Pedro Pichler, fondatore e direttore del circo svizzero Harlekin. Mentre il pubblico
    aspetta nel tendone, acrobati, ballerini e il pagliaccio Pedro si preparano per farli divertire,
    mettendo da parte le proprie tristezze. Un sognatore ostinato in un mondo senza più voglia di
    sognare, un malinconico arlecchino.

    BLIND, NOT BLIND di Giorgio Risso (Italy, 2010, DVD, 9')
    Un frammento di viaggio dove sprazzi di luce spezzano il buio della coscienza. Una finestra su
    paesaggi luminosi che danzano per occhi desiderosi di aprirsi al mondo.

    Programma 3

    ARCHIPEL di Giacomo Abbruzzese (France/Palestine/Italy, 2010, DigiBeta, 23')
    Abed, un giovane palestinese, entra illegalmente in Israele passando sotto il Muro, per poter
    lavorare in un ristorante a Gerusalemme Ovest. Arrivato il giorno di chiusura settimanale, decide
    di rientrare a casa con una misteriosa cassa bianca.

    MILONGA di Marco Calvise (Italy, 2010, 35mm, 12')
    È quasi mezzanotte e alcune coppie riempiono ancora la pista della milonga. Da un tavolo un
    uomo anziano osserva con attenzione le schermaglie tra una misteriosa donna in abito bianco e il
    suo giovane accompagnatore, e interviene segretamente per condurre la danza.

    PAPILLON DISTRAIT di Gabriele Di Munzio (France/Italy, 2010, Beta SP, 10')
    Frammenti di storie tra realtà e favola, luoghi reali diventano luoghi dello spirito, sensazioni
    diventano materia, corpi unici in cerca di sé e degli altri. Un'osservazione costante, meticolosa,
    capace di distinguere, afferrare, interrogare i segni di vita che la città ci offre quotidianamente.

    LAMENTO di Mauro Paglialonga (Germany/Italy, 2010, Beta SP, 13')
    In un cimitero, davanti a una tomba, un giovane sulla trentina confessa la sua condizione
    esistenziale di amante rifiutato. Versione dark e surreale in super8 dell'eterna lotta tra Eros e
    Thanatos.

    LA PROVA DELL'UOVO di Pasquale Marino (Italy, 2009, 35mm, 5')
    Dopo una serata in discoteca, Mary non ricorda più cosa le sia successo. Per sciogliere il dubbio
    che l’attanaglia, accompagnata dalla sua migliore amica, decide di sottoporsi a… “la prova
    dell’uovo”. A metà strada fra la cultura popolare arcaica e uno studio di Maria De Filippi.

    FILM PREMIO CULT - IL CINEMA DELLA REALTÀ

    Concorrono al Premio CULT - Il cinema della realtà, 11 film presentati nelle sezioni FESTA MOBILE e ONDE.

    FESTA MOBILE - Paesaggio con figure

    48 di Susana De Sousa Dias (Portugal, 2009, DigiBeta, 93')
    ANG NINANAIS / REFRAINS HAPPEN LIKE REVOLUTIONS IN A SONG di John Torres (Philippines,
    2010, DigiBeta, 118')
    AUTOBIOGRAFIA LUI NICOLAE CEAU!ESCU / THE AUTOBIOGRAPHY OF NICOLAE CEAUE!ESCU
    di Andrei Ujic# (Romania, 2010, 35mm, 180')
    DEMAIN di Carmit Harash (Israel/France, 2010, miniDV, 54')
    LET EACH ONE GO WHERE HE MAY di Ben Russel (USA, 2009, 16mm, 135')
    MINAA ELZAKIRA / PORT OF MEMORY di Kamal Aljafari (Palestine/ Germany/ France/United
    Arab Emirates, 2009, 35mm, 63')
    MÜRNERS UNIVERSUM di Jonas Meier (Switzerland, 2010, DigiBeta, 83')
    QU'ILS REPOSENT EN RÉVOLTE di Sylvain George (France, 2010, DVCam, 153')
    SALAAM ISFAHAN di Sanaz Azari (Belgium, 2010, DigiBeta, 59')
    SEM COMPANHIA / NO COMPANY di João Trabulo (Portugal, 2010, DigiBeta, 88')
    ONDE - Lungometraggi
    THE ARBOR di Clio Barnard (UK, 2010, DigiBeta, 90')

    FILM PREMIO CIPPUTI

    Concorrono al Premio Cipputi, 7 film presentati nelle sezioni TORINO 28, FESTA MOBILE Figure nel paesaggio, FESTA MOBILE - Paesaggio con figure e ITALIANA.DOC.

    TORINO 28

    LES HOMMES DEBOUT / MEN STANDING di Jérémy Gravayat (France, 2010, Betacam, 75')
    LAS MARIMBAS DEL INFIERNO / MARIMBAS FROM HELL di Julio Hernández Cordón
    (Guatemala/France/Mexico, 2010, HDCam, 73')
    FESTA MOBILE - Figure nel paesaggio
    RCL - RIDOTTE CAPACITÀ LAVORATIVE di Massimiliano Carboni (Italy, 2010, DigiBeta, 75')
    FESTA MOBILE - Paesaggio con figure
    DANSE DES HABITANTS INVISIBLES DE LA CASUALIDAD di Vincent Le Port (France/Argentina,
    2010, DigiBeta, 45')
    QU'ILS REPOSENT EN RÉVOLTE di Sylvain George (France, 2010, DVCam, 153')
    ITALIANA.DOC
    IL POPOLO CHE MANCA di Andrea Fenoglio e Diego Mometti (Italy, 2010, DigiBeta, 75')
    SPEZZACATENE di Stefano Savona (Italy, 2010, DigiBeta, 79')

    FIGLI E AMANTI

    La nascita di una passione, il colpo di fulmine, la visione di un film che ha scatenato una
    vocazione, il debito che il cinema di oggi paga al cinema del passato e ai suoi maestri: a tutto
    questo e dedicata la sezione Figli e amanti, alla scoperta dei film “di riferimento” di 5 registi
    italiani contemporanei. Abbiamo chiesto a Dario Argento, Saverio Costanzo, Carlo
    Mazzacurati, Daniele Luchetti e Carlo Verdone di indicarci un film del passato fondamentale
    per la nascita della loro ispirazione e per la loro formazione culturale, e di venire a parlarne con
    il pubblico del Torino Film Festival.
    Dopo la proiezione del film scelto, ognuno di loro raccontera il momento e il significato di quella
    scoperta, accompagnato in questo percorso da un critico cinematografico.

    Lunedì 29 novembre, Dario Argento presenta
    KINOGLAZ / CINEOCCHIO di Dziga Vertov (URSS, 1924, 35mm, 78')
    La macchina da presa è un cineocchio molto più perfetto dell’occhio umano, capace di cogliere
    la realtà di sorpresa e di raccontare il mondo in quanto tale, contro ogni spettacolarizzazione.
    Così Dziga Vertov, negli anni '20, si proponeva di raccontare il mondo nuovo sorto dalla
    Rivoluzione d’ottobre. Unico film di una serie che avrebbe dovuto comprenderne sei, descrive
    una giornata nell’Unione Sovietica.

    Martedì 30 novembre, Saverio Costanzo presenta
    EL ÁNGEL EXTERMINADOR / L'ANGELO STERMINATORE di Luis Buñuel (Mexico, 1962, 35mm, 95')
    Un gruppo di ricchi borghesi messicani, riuniti in un salone per una cena sontuosa. Quando il
    primo tenta di andarsene, si accorgono di essere bloccati da una forza misteriosa. Passano i
    giorni e la claustrofobia sgretola progressivamente l’etichetta. Surreale, ironico, potente, uno
    dei capolavori di Buñuel, che fa la radiografia delle meschinità di una classe.

    Mercoledì 1 dicembre, Carlo Mazzacurati presenta
    THE LONG GOODBYE / IL LUNGO ADDIO di Robert Altman (USA, 1973, 35mm, 112')
    Philip Marlowe ha un gatto rosso che una notte se ne va sdegnato di casa. Ha anche un amico,
    che piomba da lui per chiedergli aiuto. Poi l’amico scompare e Marlowe si trova invischiato in
    una storia torbida di omicidi, tradimenti, inganni. Dal romanzo di Chandler, il più anomalo dei
    Marlowe, uno stralunato Elliott Gould, immerso nella Los Angeles anni '70. Percorso di humour
    amarissimo, uno dei capolavori di Altman.

    Giovedì 2 dicembre, Daniele Luchetti presenta
    IF…. / SE… di Lindsay Anderson (UK, 1968, 35mm, 111')
    Per chi lo vide all’epoca, fu davvero un “rito di passaggio”: il film sulla violenza della cultura
    dominante e sulla ribellione dei giovani. Palma d’oro a Cannes nel 1969, racconta la storia di
    Mick Travis, studente nella feroce public school inglese, che finisce con i suoi compagni sui tetti
    a sparare alle autorità accademiche. Grande regia di Anderson e Malcolm McDowell fa le prove
    per Arancia meccanica.

    Venerdì 3 dicembre, Carlo Verdone presenta
    LO SCEICCO BIANCO di Federico Fellini (Italy, 1952, 35mm, 85')
    Alberto Sordi si dondola cantando su un’altalena, nei panni che furono di Rodolfo Valentino, e
    irretisce una sposina provinciale in viaggio di nozze a Roma. In realtà è solo un meschino,
    vigliacco divo di fotoromanzi. Prima regia in assolo di Fellini, primo ritratto al vetriolo di Sordi e
    prima colonna sonora di Nino Rota per Fellini: un classico della commedia amara.

    LA REDAZIONE


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