'ALBA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL': ROGER CORMAN INCONTRA IL PUBBLICO
L'ottantaquattrenne regista e produttore tra i più prolifici di Hollywood ha introdotto la proiezione dei due film, il primo e il quarto di otto della collana dedicata ad Edgar Allan Poe, 'THE HOUSE OF USHER' e 'THE RAVEN'.
09/05/2010
- Il 7 Maggio, presso la Sala Ordet di Alba, il mitico ROGER CORMAN, regista e produttore tra i più prolifici di Hollywood e non solo, ha introdotto (coadiuvato dal Professor Gianni Rondolino) la proiezione di due film che ha definito "profondamente significativi del mio processo produttivo": THE HOUSE OF USHER e THE RAVEN.
I due film sono rispettivamente il primo e il quarto della "collana" di 8 film dedicata a Edgar Allan Poe.THE RAVEN sembra molto più ricco di THE USHER ma in realtà i soldi spesi per il set sono gli stessi: "la mia tecnica - dice CORMAN - era quella di destinare sempre lo stesso budget al set e di conservare le scenografie dei film precendenti per riutilizzarle, dopo averle rimaneggiate, nei film successivi. La conseguenza era avere di film in film un set sempre più importante senza aumentare mai il budget destinato". Questo ha fatto sì che l'ottavo film della serie Poe sembrasse un film produttivamente molto più ricco degli altri.
I due film testimoniano anche il passaggio dall'horror tradizionale della CASA USHER alla black comedy di THE RAVEN, secondo la necessità di CORMAN di rinnovarsi costantemente.
Del rapporto con VINCENT PRICE, suo attore feticcio, CORMAN racconta che erano ottimi amici. "Vincent era un uomo brillante, intelligente e di cultura - dice il regista - che si preparava accuratamente per ogni film ma era nello stesso tempo pronto e disponibile a modificarsi sul set a seconda delle mie indicazioni o anche di intuizioni che lui stesso aveva".
Oggi CORMAN, all'età di 84 anni, è solo produttore e sarebbe disposto a tornare dietro la macchina da presa a patto di trovare una storia nuova, davvero appasionante.
Secondo CORMAN oggi gli horror sono sempre più all'avanguardia per quanto riguarda gli effetti speciali: "sono tecnicamente perfetti ma capita spesso che i registi siano talmente presi dagli effetti speciali da dimenticare le storie che sono alla base di un film". La limitazione sul piano tecnico aumenta sicuramente la creatività anche se - dice CORMAN - "un uomo geniale è in grado di risolvere un problema sia con pochissimi che con moltissimi mezzi. Cameron, ad esempio, è un filmaker brillante".
CORMAN racconta che quando CAMERON iniziò con lui era per un film di fantascienza a bassissimo budget. Ad un certo punto si vedeva la parete di una navicella spaziale ma a CORMAN non piaceva l'effetto "piatto" e chiese a CAMERON di risolvere il problema. Lui lo risolse con pochissimi dollari attaccando alla parete dei contenitori per le uova verniciati.
"Non mi è mai stato chiesto di fare un remake di un mio film - dice CORMAN - ma lo scorso anno ho ceduto i diritti di DEATH RACE 200 alla Universal che ha realizzato un remake intitolato poi DEATH RACE.
"Fare film a basso budget è inzialmente una necessità poi diventa una scelta stilistica, anche se mantiene in sè una sorta di necessità - aggiunge CORMAN - Questo dipende dal fatto che ho sempre finanziato i miei film: è molto importante per un regista produrre i propri film per mantenere il controllo dell'intero progetto".
A CORMAN è sempre piaciuto cambiare. Del 1962 è uno dei film a cui CORMAN è più affezionato: THE INTRUDERS (L'Odio esplode a Dallas) che, presentato al Festival di Venezia, parlava del problema della discriminazione razziale in particolare nel sud del paese. Il film fu accolto da critiche entusiastiche ma fu l'unico di CORMAN a non fare soldi al botteghino. La ragione, secondo lo stesso regista, era che il tema di denuncia era troppo scoperto. "Bisogna trasmettere messaggi attraverso la forma dell'intrattenimento" dice CORMAN, cosa che lui fece nei due film successivi: WILD ANGELS e THE TRIP.
CORMAN usava girare i suoi film in 20 giorni ma realizzò in 2 giorni e una notte LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI. Il motivo era una sfida con sè stesso. Sfida vinta ovviamente: "non passa giorno - dice CORMAN - in cui io non riceva i diritti d'autore dalla proiezione di questo film, diventato un cult movie, in qualche angolo del mondo. Da questo film è stato tratto anche un musical per Brodway che viene spesso riproposto".
"Oggi - dice CORMAN - sarebbe ancora possibile seguire le mie orme e fare film in poco tempo e con un budget molto basso. Il problema sarebbe la distribuzione: mentre un tempo i film uscivano tutti, le sale oggi sono dominate dalle produzioni ad altissimo budget come 'Avatar' e i piccoli film hanno al massimo una distribuzione home video o pay per view".
CORMAN aggiunge che il 3D secondo lui è qui per restare. "Mi piacerebbe lavorare ad un film in 3D ma solo se riuscissi a relizzarlo a basso budget secondo il mio stile. In ogni caso come produttore e non come regista: ormai mi piace stare dietro la scrivania" conclude.
LA REDAZIONE
Nota: Si ringraziano Maya Reggi e Raffaella Spizzichino (REGGI&SPIZZICHINO Communication)
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