SPECIALE OMAGGIO AD AYRTON SENNA. Perchè l'arte, il cinema e lo sport non siano solo intrattenimento ma diffusione di valori, esempi, sentimenti veri.
Uscito al cinema l'11 Febbraio il docu-film AYRTON SENNA uscirà il 6 Aprile in DVD e BLU-RAY. L'esclusivo speciale di 'CELLULOID PORTRAITS' raccoglie impressioni e commenti con la collaborazione del 'BrunoSennaFunClubItaly'. (A cura di ENRICA MANES)
24/03/2011
- RACCOLTA DI IMPRESSIONI e COMMENTO (A cura di ENRICA MANES)
Si sa che il doppiaggio in Italia può essere un’arma a doppio taglio e certo, nonostante la migliore scuola di doppiaggio al mondo capace di donare emozioni e sfumature di significato ed espressive uniche e sempre coerenti con le sceneggiature originali, non sempre si attaglia al documentario, cosa che evidentemente ha spaccato in due il pubblico anche in questo caso e ha indotto alcuni a soffermarsi purtroppo solo su questi dettagli, fuggendo di fatto dal tema, dall’intento tutt’altro che moralistico, dall’omaggio e da una storia che è storia di vita e di valori aggiunti ad essa.
I pochi fortunati che hanno avuto occasione - in cinema d’essais e non nei multisala - di assistere alla proiezione del film in originale sottotitolato, si sono detti infatti del tutto soddisfatti, non solo dal taglio scelto dal regista ma anche dalla capacità di tratteggiare i personaggi, attori veri di una storia di corse e di vita, non solo di Ayrton ma di un'era. Sebbene si insista a tratti sul dualismo Senna-Prost e non si menzionino le battaglie con Mansell e Piquet e il rapporto conflittuale soprattutto fra i due brasiliani - nato da un modo di vedere le corse nettamente diverso - il film appare intenso, vibrante, emozionale, apprezzato in Italia da una parte molto ampia di pubblico che ha riempito le sale senza distinzioni di età, di sesso, di canoni di passione per le corse. Un film che riporta alla memoria valori e attimi che rimangono nel cuore e nell’immaginario di molti e attraverso le tante scene inedite, che non passano ma rimangono ancora più vibranti anche a distanza di anni.
Un tempo che dimostra di non essere passato grazie ad un film che non presenta immagini come un amarcord ma cerca un taglio, un tema, nettamente cinematografico, con montaggio e colonna sonora che dia un senso all’immagine, agli scatti fotografici, alle molte interviste, agli sguardi che stabiliscono un rapporto di raccordo diretto con lo spettatore, perché gli occhi del pilota calato in abitacolo racchiudono qualcosa di speciale.
L’emozione unica di rivivere tutto in maniera pura, come quando da piccoli i bambini della mia generazione assistevano alle dirette, è un regalo magnifico oltre che un omaggio ad un uomo e ad un pilota. Il pregio e il difetto al tempo stesso è proprio questo taglio fortemente soggettivo, scelta a cui non si è abituati se ci si aspetta un documento e non un film o viceversa, ma si tratta in questo caso di una scelta ben precisa e di una caratteristica importante e nuova che il regista Kapadia riesce a trasmettere fondendo i due generi solitamente contrapposti per ritmi e per obiettivi, e di fronte a questo merito, restano comunque le perplessità di coloro che - tra i moltissimi appassionati di motori - non si aspettavano una soggettiva dal punto di vista di Ayrton ma forse un film sul suo tempo e sulle corse.
Ma il punto di vista che Kapadia riesce ad esprimere è invece del tutto nuovo e pure ardito, perché mai si era visto un documento montato come un film, imprimendo ai personaggi che hanno vissuto la loro vita non in presa diretta una vitalità invece istantanea che rende presente e non proiettato in un tempo lontano Ayrton e il suo mondo. Sono gli occhi e lo spirito intimo che ci guidano alla scoperta e ri-scoperta del suo modo di essere, in una soggettiva particolarissima che svela il mondo della casa, dell’intimità e della famiglia, di un modo di vedere la vita e di essere presente per gli altri, di vivere le corse e i proprio valori contro ogni ostacolo, anche a costo di diventare impopolare. E così è stata la vita di questo grande campione, nella vita e nello sport, sempre a metà fra comprensione e incomprensione proprio per la sua autenticità, per il non scendere a compromessi e che da subito è divenuta caratteristica amata dal pubblico e da un paese intero, il Brasile. Persone che si sono messe nelle sue mani, perché Ayrton ha donato panni nuovi alla gente, senza ordini di età o di ricchezza, ma densi di speranza e di voglia di lottare.
Il commento di MIRELLA FUMAGALLI.
(Nota: 'ha visto due volte il film')
La prima volta alla sua uscita immediatamente mi sono precipitata e ho portato con me un amico a cui piace la F1 perchè volevo fargli conoscere la straordinarietà di Ayrton ed è rimasto molto colpito. Ho provato a catturare l'attenzione di altre persone ma è stato difficile, altri invece di loro volontà sono andati e me ne hanno parlato con entusiasmo. Purtroppo per chi non ha avuto nel cuore Ayrton è difficile capire e interessarsi anche se sono convinta che se avessero visto il film molti avrebbero cambiato idea.
La tendenza degli italiani, così come di molti nel mondo, è quella di dimenticare il passato e non di guardarlo in modo da spronare se stessi per il futuro.
Il motto è “finchè la barca va lasciala andare”, senza preoccuparsi di ciò che sta intorno, senza tentare minimamente di migliorarsi. Quindi ciò che è passato è presto dimenticato e cancellato.
Ovviamente io ho l'atteggiamento contrario, spesso incappando nell'errore di rimpiangere troppo ciò che non c'è più.
La seconda volta che ho visto il film sono andata da sola in una sorta di ritiro spirituale, un momento di riflessione pura sulla vita.
Il film purtroppo per esigenze di tempi taglia tutta l'ascesa di Ayrton dalle categorie inferiori e piomba direttamente alla F1. Significativi gli episodi mostrati anche se vengono saltate in toto alcune stagioni tra cui quella forse migliore del 93 e niente Donington….
ma risulta entusiasmante comunque per chi scopre Ayrton per la prima volta; ha un buon ritmo e devo dire che mi è piaciuto anche se non analizza a fondo la complessa personalità di Ayrton ma almeno ne fa capire i tratti.
Viene analizzato abbastanza il rapporto con Prost che effettivamente ha caratterizzato notevolmente la vita di entrambi, la questione è che avendo saltato molte cose che noi da "adepti" conosciamo bene, non so se effettivamente chi di Senna non sapeva nulla abbia recepito la grandezza di quest'uomo.
Spero di sì anche perchè le immagini sono favolose soprattutto gli sgarbi di Suzuka e le litigate con Balestre nei briefing.
E' emerso chiaramente con che persone aveva a che fare e quanto invece lui fosse differente.
Mi dispiace solo che l'incidente venga bollato come una fatalità quando invece ci sono responsabilità chiare e non è stato fatto capire a fondo quanto fosse difficile per lui lavorare in Williams.
Ma forse questa è una scelta della famiglia….
Belle davvero le immagini del Brasile festante prima e distrutto poi. Si capisce l'amore reciproco che legava Ayrton al suo paese.
In generale comunque è stato davvero un bel film, mi ha fatto venire molta nostalgia di un tempo ormai andato, di una F1 che si è spenta al Tamburello il 1° maggio del 1994 insieme alla persona che più di tutte ha cambiato la mia vita.
Il mio amico che non conosceva così bene Ayrton è rimasto colpito quindi spero che abbia toccato il cuore di altra gente oltre a quelli della vecchia guardia; e' un film che io farei vedere riproposto in tv, e trovo molto importante divulgare questo tipo di messaggio anche perchè vorrei che alla gente venisse voglia di conoscere e aiutare la fondazione (Ayrton Senna Foundation) almeno quanta ne ho io!!
Il commento di FRANCESCO GUERRAZZI
Senna, il Film....
Niki Lauda di Ayrton Senna ha detto "Ele Foi O melhor piloto que já existiu" (é stato il miglior pilota che è esistito), Ron Dennis "Simply The Best" (semplicemente il migliore),
sì è questo l'Ayrton Senna del Film di Asif Kapadia, Senna al massimo, determinato nell'essere il migliore e nel volersi migliorare costantemente.
Ayrton Senna è stato un uomo dai grandi valori, una personalità straordinaria, oltre al fatto di avere un talento alla guida inarrivabile per chiunque.
Il regista nelle quasi due ore del film ha tracciato con sapiente immagine creativa il ritratto dell'uomo e del pilota;sullo schermo scorrono veloci i suoi momenti in pista, ma anche quelli nel privato dove Ayrton si rilassava dalle tensioni della Formula 1.
Senna "contro" Prost: è questo il tema principale del Senna pilota tracciato da Kapadia, perchè i due rivali sono stati legati costantemente e le immagini ci mostrano benissimo questo aspetto nei duelli in pista e fuori pista con interviste dure, fino alla bellissima riconciliazione al Gp Australia del 1993.
Il tifoso di Senna non può che apprezzare questo documento, nato anche con la collaborazione della famiglia del pilota, ma anche chi non era tifoso del Brasiliano apprezzerà il ritratto di questa straordinaria persona.
Asif Kapadia ha poi ricostruito, con un montaggio serrato fatto di immagini e primi piani, i tremendi fatti del Gp San Marino 1994; ecco allora che nello spettatore, dopo aver esultato per le vittorie, cresce l'amarezza nel vedere Ayrton che viene strappato via quel maledetto 1 maggio 94, scorrono le immagini del Brasile che abbraccia il suo idolo in un ultima stretta e non si può non emozionarsi, perchè Senna vive in questo film, ma vive sopratutto anche nel futuro dei bambini brasiliani, che adesso hanno una speranza, grazie alla Fondazione Senna, nata per volere del pilota prima del tragico incidente e ora portata avanti dalla sorella Viviane.
Il commento di GIACOMO MALTINTI
Senna – One of a kind
Senna - Unico nel suo genere. Definizione perfettamente applicabile al pilota, all’Uomo Ayrton Senna e all’opera di Asif Kapadia. Un viaggio veloce, inebriante e coinvolgente in una delle vite più carismatiche del ventesimo secolo.
Inutile classificare l’opera di Kapadia in una rigida denominazione, il soggetto non lo consente: non è un film perché non ci sono attori, non c’è drammatizzazione né genere c’è solo una meravigliosa avventura che vede protagonista un ragazzo dallo sguardo timido, un po’ malinconico che ha un sogno e vuole realizzarlo. E come ogni vita, prevede un percorso di maturazione che porta a momenti esaltanti e sconfitte deludenti, momenti affrontati con determinazione e fierezza.
Non è un documentario perché manca la rigorosa cronaca, mancano gli anni 1986 e 1987, non viene menzionato l’inizio della rivalità con Prost e, sebbene qualcuno provi a sostenere il contrario, non è neanche un’agiografia perché paradossalmente del Leonardo da Vinci delle piste manca la descrizione del capolavoro più grande che è Donington ’93.
Solo chi è rigido di mente ha necessità assoluta di classificare, di ridurre in schemi predefiniti la fantasia, la creatività, gli estremi di un uomo e un pilota come Ayrton Senna, dopo tutto che importa se è stato sbagliato un montaggio o un suono, c’è tutto il resto: l’amore di una famiglia che pretende da Beco impegno e serietà, non vittorie; ci sono gli avversari che con rabbia e orgoglio transalpino sono costretti a essere testimoni delle gare di Ayrton; c’è l’affetto di un paese che lo vede come parziale riscatto e motivo di consolazione, c’è la tragica fine che unisce il mondo che lo ha amato ai colleghi che lo hanno temuto.
Chi scrive ha ritrovato immagini ora note ora inedite, ha ripensato all’esaltazione di tante domeniche e soprattutto ha sperato che questo viaggio o sogno abbia spiegato a chi per motivi vari non ha potuto vivere quegli anni, quegli episodi, quelle polemiche, quelle giornate perché tutto questo fosse unico e irripetibile come ogni onda del mare, perché tutto fosse spettacolare come le scintille della sua macchina che strisciava sull’asfalto come una stella cometa che è e rimarrà sempre una stella.
(Gli INTERVENTI sono a cura di membri del BRUNOSENNAFANCLUBITALY, in omaggio sincero al grande AYRTON)
Nota: Uno speciale ringraziamento da parte della direzione di 'CELLULOIDPORTRAITS' va alla giornalista, oltre che raffinata cultrice di automobilismo, ENRICA MANES che ha curato l'intero servizio e ai membri del BRUNOSENNAFANCLUBITALY che hanno così amabilmente collaborato.
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