MARGARETHE VON TROTTA: UNO SGUARDO AL FEMMINILE. Ritratti in celluloide di 'eroine' antiche e contemporanee
'CELLULOIDPORTRAITS' celebra l'8 Marzo, un giorno simbolo di una vita intera, con l'attrice, sceneggiatrice e regista tedesca considerata una delle icone del cinema internazionale 'al femminile'
05/03/2012
- La regista tedesca - nata a Berlino il 21 febbraio 1942 - MARGARETHE VON TROTTA è considerata una delle icone del cinema internazionale 'al femminile'. Ben quarant'anni di carriera alle spalle in e per la celluloide la qualificano una delle più acclamate attrici e tra le più rispettate registe. Agli inizi del suo percorso riesce a catturare l'attenzione internazionale interpretando ruoli in film diretti da iconici registi tedeschi del calibro di Rainer Werner Fassbinder e Volker Schlöndorff, con cui si è sposata e ha collaborato professionalmente scrivendo le sceneggiature per molti dei suoi film successivi, fino alla co-direzione della pellicola di successo Die Verlorene Ehre der Katharina Blum (IL CASO KATHARINA BLUM) nel 1975. Pellicola ispirata al romanzo L'onore perduto di Katharina Blum di Heinrich Böll, incentrata su una sorta di 'caccia alle streghe' vigente nella Germania della metà degli anni Settanta.
Ben presto MARGARETHE VON TROTTA diventa una delle più eminenti figure di regista donna del 'NUOVO CINEMA TEDESCO' con rimarchevoli pellicole come Das zweite Erwachen der Christa Klages (IL SECONDO RISVEGLIO DI CHRISTA KLAGES, 1978) , Die bleierne Zeit (anche 'Mariane and Juliane', in Italia 'ANNI DI PIOMBO', 1981), vincitrice del Leone d'Oro a Venezia, ROSA LUXEMBURG (Nomination al Festival del Cinema di Cannes, 1986), Das Versprechen (LA PROMESSA, 1995, vincitrice come 'Miglior Film' ai 'Bavarian Film Award') e il dramma sull'olocausto ROSENSTRASSE (2003), con cui MARGARETHE VON TROTTA si guadagna un 'GOLDEN GLOBE' come 'MIGLIOR FILM EUROPEO'. Rosenstrasse, detta 'La strada delle donne' per antonomasia, giacchè corrisponde al nome di una strada di Berlino dove, nel 1943 centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro mariti ottenendone la liberazione. Con ROSENSTRASSE MARGARETHE VON TROTTA rievoca quel particolare spaccato di storia attraverso la memoria di chi lo ha vissuto in prima persona: di chi, la protagonista femminile Ruth, vuole dimenticare, e di chi, la figlia di lei Hannah, nell'epoca odierna si arrampica sui pezzi sconnessi di un puzzle da ricostruire sulla memoria storica di sopravvissuti, per poter rivedere e capire il tragico affresco di quel passato volutamente mantenuto nebuloso, per ragioni che Hannah non riesce a comprendere ma che è fermamente determinata a scoprire. Uno sguardo al femminile sensibile, delicato e pungente ad un tempo, incisivo tanto quanto la performance di KATJA RIEMANN (vincitrice della 'COPPA VOLPI' alla 60. Mostra del Cinema di Venezia) nei panni di Lena Fischer all'età di 33 anni. Un film che consiglio vivamente a chi se lo fosse lasciato sfuggire, la cui anima trasuda tanta forza e coraggio quanto esemplare solidarietà, in grado di ammaliare chiunque.
Così, strada facendo, MARGARETHE VON TROTTA è diventata una sorta di 'leggenda vivente' per film che si sono distinti proprio per le protagoniste femminili, donne forti, di grande personalità, in grado di far valere diritti e ideali politici e fare la differenza in circostanze a dir poco avverse: è ad esempio il caso della su citata Rosa Luxemburg, cittadina tedesca che della politica fece il perno della propria esistenza malgrado i macroscopici svantaggi di partenza (donna, ebrea, straniera, non propriamente una bellezza) o delle protagoniste di PAURA E AMORE (Nomination al Festival del Cinema di Cannes 1988), pellicola di produzione italiana liberamente ispirata a Tre sorelle di A. Cšechov, con FANNY ARDANT e VALERIA GOLINO (Velia e Sandra Parini) e GRETA SCACCHI (Maria), là dove a vestire i panni della vera 'primadonna' è la coscienza civile, culturale e politica femminile.
Con Das Versprechen (LA PROMESSA, 1995), un racconto scandito in 4 tempi, dal ' 61 all' 89, MARGARETHE VON TROTTA affronta invece una 'love story' "negli anni del gelo": film nato nel ' 90 pochi mesi dopo il crollo del Muro di Berlino, simbolo elettivo di separazione e dolore, La promessa (la prima scelta per il titolo del film era pericolosamente e provocatoriamente Gli anni del Muro) ripercorre la storia attraverso l'amore di Konrad e Sophie, uniti e divisi da una frontiera di pietra che per 30 anni ha spezzato in due il cuore della Germania.
Figure femminili di cui MARGARETHE VON TROTTA esplora le diverse psicologie: vedi ad esempio Schwestern oder die Balance des Glücks (SORELLE - L'EQUILIBRIO DELLA FELICITÀ del 1979) e più tardi Ich bin die andere (I'M THE OTHER WOMAN, 2005), ritratto femminile questa volta intessuto con il tragico tema della schizofrenia. E, scivolando indietro nel tempo fino al Basso Medioevo, con VISION - AUS DEM LEBEN DER HILDEGARD VON BINGEN (2009) MARGARETHE VON TROTTA ritrae ancora un profilo di donna inconsueto, quello di Ildegarda di Binden, destinata a diventare una figura di riferimento femminile nel panorama storico e agiografico del XII secolo: promessa a Dio fin dall'età di 8 anni, Ildegarda di Binden diventerà badessa dello stesso Monastero Benedettino che l'aveva ospitata e cresciuta fino all'età adulta, e si distinguerà tanto per doti spiccatamente eclettiche quanto per le sue visioni mistiche. La visionaria suora benedettina del XII secolo fu difatti anche autrice di testi sul movimento perpetuo - più vicini alla fisica moderna che non ai pregiudizi medievali - di principi di medicina dolce e di circa 80 sinfonie. Tanto quanto poteva bastare per ritrarne una sorta di 'eroina' paladina dell'emancipazione femminile.
Un poliedrico sguardo al femminile che è diventato il binario di percorrenza elettivo del cinema di MARGARETHE VON TROTTA, tra i cui temi e caratteri si ergono a 'leit motiv' l'aperta critica alla società tedesca, la 'sorellanza' (di sangue o di solidarietà), la realtà del Sud del suo Paese di origine, l'ottica talora utopica, l'arte di saper individuare il finale giusto, ma, soprattutto, lo spiccato protagonismo di personaggi femminili degni di nota.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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