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Ultimo aggiornamento: 27 Luglio 2023
New Photo Gallery - Harrison Ford veste per la quinta e ultima volta i panni di Indiana Jones in Indiana Jones e il quadrante del destino di James Mangold:
"Sono un assistente degli storyteller, sempre al servizio del cinema, ed il mio personaggio in 40 anni ha insegnato a me, quello che ha insegnato al pubblico... Non abbiamo evitato il fatto che Indy sia invecchiato di quarant’anni nel periodo in cui abbiamo raccontato la sua storia: anzi, lo abbiamo sfruttato. Abbiamo affrontato le sue stesse sfide e siamo riusciti a dare a questa storia un’umanità e un calore molto reali. Per concepire il contesto in cui la storia si svolge, è stato svolto uno straordinario lavoro di immaginazione. È molto audace, entusiasmante e coraggioso... Ho riempito i vuoti nella vita di Indy. E gli ho permesso di invecchiare. Volevo completare la storia umana di questo tizio, con cui ho passato quarant’anni di vita. Volevo affrontare la sfida dell’età. Perché questa è la sfida che riguarda anche me in questa fase della vita. Ed è quello che mi commuove e che stimola la mia immaginazione. È un territorio che i film avevano già esplorato e continueranno a esplorare, ma non l’avevano mai fatto con questa capacità di intrattenimento. Non è roba per il cinema popolare questa!"
Come è cambiato Indiana Jones in questo quinto e ultimo appuntamento del franchise?
"Molto. Abbiamo mostrato i suoi punti di forza nel corso di quattro film. Ora stiamo entrando in una nuova fase della sua vita e lo vediamo dopo un'assenza di quindici anni. È un uomo invecchiato, sta andando in pensione e lo incontriamo appunto l'ultimo giorno dalla sua vita accademica, il che non è certo il massimo per lui. Ma penso che tutto questo funzioni drammaticamente molto bene perché introduce il personaggio di Helena (Phoebe Waller-Bridge) per una nuova avventura intorno al mondo".
E dunque, in altre parole, “Indy è anziano, è in una nuova fase della sua vita, si sta ritirando dalla vita accademica che non è mai stata d’ispirazione per lui, è giù di morale come non lo abbiamo mai visto prima, e questo funziona dal punto di vista narrativo. La sua debolezza sono le devastazioni del tempo... mi piaceva l'idea di essere alla fine della sua carriera, il progetto era ottimo e non c'erano barriere per un altro capitolo della storia. E’ uno splendido goodbye”.
Che significa dare definitivamente addio al suo personaggio di Indiana Jones?
"Non mi sembra un addio diverso dagli altri, ma non ho rimpianti perché sento che abbiamo fatto un film davvero soddisfacente per il pubblico. Abbiamo avuto una grande attenzione al personaggio e abbiamo cercato poi di plasmare una storia che riportasse Indiana nelle vite delle persone con una storia interessante. Insomma é stato davvero uno splendido addio".
E dunque il tempo è al centro di personaggio e storia, così il MacGuffin non poteva che esservi legato, ma come?
"Il Quadrante di Archimede è un’idea importante e audace. Credo sia una scelta geniale. Gli oggetti che avevamo utilizzato negli altri film avevano sempre un aspetto religioso: le Pietre di Sankara, il Santo Graal, l’Arca dell’Alleanza. Ma questo oggetto giocava con la natura stessa della scienza"
Partendo dagli anni ’40 con la sfida, mai archiviata, tra Indy e i nazisti, e arrivando al 1969 quando lei, invecchiato e stanco, di malavoglia, prova a trasmettere un po’ di conoscenza a una platea di studenti disinteressati…
"Per un avventuriero come lui insegnare è un lavoro molto meno eccitante di quello cui è abituato. Personalmente do un grande valore all’insegnamento, ma un’aula universitaria non è proprio il posto per lui. Ai suoi studenti non interessa nulla del passato, sono interessati solo al proprio futuro. Non capiscono che il loro futuro è costruito sul nostro passato. Ma il senso e il valore emotivo dei primi 20 minuti del film, che raccontano il passato di Indy, ma anche quello dell’Europa, non sta nella nostalgia. Non mi interessava mostrarmi ancora giovane a scattante. Mi interessava visitare un mondo che era in bianco e nero. I nazisti non sono la mia gente, non c’era bisogno di ammirare uomini così nel 1940 e ce n’è ancora meno oggi che abbiamo la lezione della Storia dalla nostra parte. Perché quel male va combattuto sempre. C’è una fottuta guerra a 400 miglia da qui ... È pura follia, non possiamo vivere così. Questo pianeta merita di più. Ma sto divagando… La seconda parte del film è ugualmente importante, anzi persino di più. Il mondo non è più in bianco e nero, ci sono molte sfumature di grigio, magari non sono 50, ma almeno una dozzina le dobbiamo considerare. Non possiamo procedere in questi tempi complicati senza una guida morale... Tutto quello che non è 'cinetico' nel film, è molto importante per me. Non ho 40 anni, il mio corpo non ce la fa più e il mondo non mi presenta più quelle opportunità. Indy deve confrontarsi col fatto che tutto intorno a lui è cambiato, suo figlio è morto, sua moglie l’ha lasciato, c’è il rock’n’roll, un’altra era ha fatto il suo ingresso e lui si trova in una nuova fase della vita. L’America è andata nello spazio e i nemici di un tempo, i nazisti, sono diventati amici. È un mondo che non capisce più, ma vorrebbe ancora provarci"
Che cosa mancherà ad Harrison Ford di Indiana Jones?
"Niente! L’abbiamo fatto... non posso davvero quantificare la gioia che mi è stata regalata dall’essere Indiana Jones. L’ho interpretato cinque volte e l’ho amato ogni singola volta, anche quando non è stato così ammirato come magari lo era stato in passato. Ogni singola volta, la passione di tutte le persone coinvolte era pari alla mia. Perché amo quello che questo genere di film porta al pubblico. La combinazione d’avventura ed emozioni è davvero la chiave del suo successo"
Harrison Ford
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