LEONE D'ORO ALLA 74. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA E VINCITORE di 2 GOLDEN GLOBES, 'LA FORMA DELL'ACQUA' di GUILLERMO DEL TORO. Al cinema dal 14 Febbraio
16/01/2018
- Film vincitore del LEONE D'ORO alla 74. Mostra del Cinema di Venezia, 2 GOLDEN GLOBES vinti (' Miglior regista' a Guillermo Del Toro e 'Migliore Colonna Sonora' ad Alexander Desplat) su 7 nominations. Nominations che ai BAFTA sono arrivate fino a 12. Finché non si è arrivati alle 13 Nomination agli Oscar 2018. Tanto per citare solo alcuni tra i principali riconoscimenti.
LA FORMA DELL'ACQUA (The Shape of Water) di Guillermo Del Toro è in effetti uno di quei film dal soggetto eccentrico, per così dire, eppur emotivamente toccante su vasta scala, che difatti ha ammaliato pubblico e critica. L'uscita cinematografica italiana è programmata per il prossimo 14 Febbraio con la 20th Century Fox ed è presumibile una calorosa accoglienza, che d'altra parte difficilmente potrà mai raggiungere gli Stati Uniti, dove si è tradotta al box office in 167.000 presenze nel primo weekend e in 26,4 milioni di dollari nelle prime sei settimane di programmazione.
Per questa fiaba gotica con suggestioni fantasy il visionario regista messicano Guillermo Del Toro ha scelto il climax della Guerra Fredda americana come ambientazione e come prima protagonista una giovane eroina senza voce. Siamo nell'anno 1963. L'addetta alle pulizie Elisa (Sally Hawkins) a causa del suo mutismo si sente come in trappola. Una trappola fatta di silenzio, solitudine ed estrema inadeguatezza: con gli altri non può evitarsi di sentirsi un essere difettoso ed incompleto e, di conseguenza, non nutre grandi speranze riguardo alle aspettative per un futuro migliore o anche solo diverso dalla routine quotidiana in cui è integralmente proiettata. E' solo per caso se, incaricata di ripulire un laboratorio segreto, insieme alla collega Zelda (Octavia Spencer), Elisa scopre uno sconcertante esperimento governativo: un umanoide squamoso come un pesce imprigionato in una grande vasca, piena d'acqua e ben sigillata. Un mostruoso ibrido anfibio vivente con cui Elisa entra straordinariamente in contatto. Contatto che contro ogni più rosea previsione sortisce in una relazione del tutto inconsueta ed imprevedibile. Proprio come la natura dell'acqua stessa.
"L'acqua prende la forma di tutto ciò che la contiene in quel momento e, anche se l'acqua può essere così delicata, resta anche la forza più potente e malleabile dell'universo. Vale anche per l'amore, non è vero? Non importa verso cosa lo rivolgiamo, l'amore resta se stesso sia verso un uomo, una donna o una creatura" ci dice lo stesso regista Guillermo Del Toro, da sempre affascinato da creature mostruose in grado di spaventare tanto quanto di incantare. Una passione che nasce da lontano, o, per meglio dire, dall'antico. Basti pensare ai classici horror anni Cinquanta del tipo b-movie (Il mostro della laguna nera e sequels docent) per capire le fonti 'storiche' di cui trasuda questa odierna 'favola gotica' moderna. La forma dell'acqua rappresenta anche la forma più duttile e fantasy di parlare di emarginazione e delle impensabili nuove forme e possibilità dell'amore. La 'bella' (Sally Hawkins) e la 'bestia' (Doug Jones alla sua sesta collaborazione con Del Toro) in versione marina, impreziosita dalla presenza di star come Richard Jenkins (l'omosessuale amico e vicino di casa che aiuta Elisa a salvare la Creatura), Michael Shannon (il crudele agente governativo che tiene prigioniera e sotto tortura l'essere catturato personalmente) e Michael Stuhlbarg (lo scienziato tutto studio e protezione). Beh, per una volta almeno, l'amor sacro e l'amor profano si increspano come le onde fino a fondersi con la stessa fluidità dell'acqua, non a caso elemento primario della vita.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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