Attesa febbrile per il 'BLADE RUNNER 2049' di DENIS VILLENEUVE. Un sequel che sembra nascere sotto ottimi auspici, in un'aura di contemporaneo futuribile che fa tesoro della memoria storica dell'antico
30/08/2017
- A volte ritornano. Anche molto tempo dopo. Ed è questo il caso. Il primo Blade Runner è stato universalmente eletto negli anni il Noir Sci-Fi più cult e glamour della storia del cinema: di quelli che non aprono semplici varchi, ma voragini, di quelli che inevitabilmente innescano fenomeni a catena di emulazione spesso con la scusante della citazione o dell'omaggio. Eppure, persino il Blade Runner originale, che regna sovrano incontrastato nella storia del cinema, ha dovuto incorrere in una non facile metabolizzazione, prima di guadagnarsi il podio di indimenticabile pellicola d'autore. Il podio dei numeri primi d'eccellenza, di quelli che si ricordano nel tempo. Sempre, perché non conoscono tramonto e mai lo conosceranno. Il giusto e dovuto tributo alla geniale ideazione, all'innovazione, al terreno vergine coltivato con tanti e tali inediti innesti, da essere in grado di farli crescere fino a piena maturazione, prima di offrirne i frutti. Frutti tanto prelibati da generare stupore, fino allo sconcerto.
Con queste premesse, viene naturale chiedersi: che ne sarà di questo sequel? Vincerà la più ardita delle scommesse mai giocate sul campo fino ad oggi? La posta è altissima e il materiale si è fatto scottante al punto da rimettere in gioco il passato con il nuovo. A cominciare da regia e storia. Il nuovo illuminato regista Denis Villeneuve, dall'alto di blasonate referenze che vanno da La donna che canta a Prisoners, da Enemy a Sicario fino al Sci Fi Arrival, sembra offrire qualche garanzia al riguardo. E i primi materiali video sdoganati dalla produzione di Blade Runner 2049 sembrerebbero confermarlo. Villeneuve subentra al mitico quanto controverso Ridley Scott - ultimamente alquanto discontinuo sul piano di risultati in cui tende a ripetersi - all'epoca abbarbicato alle sue brave 'crisi da prestazione' in merito al suo stesso prodotto: vedi le innumerevoli versioni, con la gragnola di tagli e suture adoperati sul primo Blade Runner, sfociati poi nella catartica sanatoria, tutt'altro che risolutiva, della Director's Cut, in effetti punto fermo non necessariamente condivisibile e non privo delle sue contraddizioni. C'era dunque di che preoccuparsi ma Villeneuve, coscienziosamente responsabile oltre che talentuoso regista, sembra entrare in campo come si deve, con tutti gli onori ed oneri del caso. E lo fa con l'intelligente proposito narrativo di un aggancio tra il vecchio e il nuovo il più plausibile possibile: "Il nuovo 'Blade Runner' segue la pellicola originale qualche decade dopo". Ci troviamo nella Los Angeles del 2049, una città completamente diversa in cui la società si divide tra replicanti e umani, con questi ultimi sull'orlo dell'estinzione.
Dunque esattamente 30 anni dopo gli eventi occorsi nella pellicola originale . Ed ecco di nuovo l'incontro e l'intreccio tra vecchio e nuovo, tra passato e presente. Un nuovo blade runner si affaccia all'orizzonte. E' l'Agente K della Polizia di Los Angeles e ha tutta la classe e il talento di Ryan Gosling (La la Land), con buoni motivi per incontrarsi con chi, per l'appunto trent'anni prima, aveva ricoperto il suo stesso ruolo, tra più ombre che luci, con più dubbi che certezze, a cominciare dalla sua stessa identità. Il nuovo blade runner scopre un segreto sepolto da tempo. Un segreto che ha il potenziale di far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. Ed è proprio questa scoperta a spingerlo alla ricerca del celebre Rick Deckard, l'ex-blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla. Una vecchia guardia che torna a brillare con il volto e l'anima di chi non ha perso lo smalto emotivo richiesto da un ruolo simile trent'anni dopo. Vale a dire Harrison Ford. Ci sono almeno due personaggi che nella storia del cinema spettano ad Harrison Ford di diritto: Indiana Jones e Rick Deckard. Ad oggi il secondo era rimasto una pietra miliare isolata perché unica e irripetibile. E se Ford ha gettato l'ascia, dopo essersi ritrovato non di rado in disaccordo su storia e personaggio con Scott all'epoca del primo Blade Runner, scoprendo nuovi stimoli per tornare a vestire i panni - si pure più vetusti - del suo Deckard, è già un buon segno.
Ottimi auspici spirano pure dagli stessi stralci video visibili in digitale, dove la sottile linea rossa tra vecchio e nuovo troneggia dilagando ovunque, mentre il regista Villeneuve la cavalca senza sosta e con spavalda sicurezza anche per quanto riguarda l'impatto iconografico-iconologico-emotivo. Notevole! Potente! Intrigante e sofisticato! incastonato in una fotografia superba! Come un gioiello contemporaneo preziosissimo, esemplare dimostrazione di come il suo artefice abbia saputo come guardare all'antico e farne tesoro per generare una nuova opera d'arte.
L'attesa si va accorciando e il 5 Ottobre sembra ancora distante ma arriverà in fretta. Le aspettative si impennano per farsi letteralmente febbrili e sarebbe sciocco e inappropriato sprecarsi in giudizi prematuri. Eppure, la prima impressione mi solletica un ottimismo ed un entusiasmo irrefrenabili.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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