E' IN ARRIVO, IL PROSSIMO 10 APRILE, RUSSELL CROWE NEI PANNI DEL BIBLICO NOE' NEL 'NOAH' DI DARREN ARONOFSKY. UN'OPERA CHE FA GIA' DISCUTERE IN ANTICIPO SU UNA VISIONE CHE SI PREANNUNCIA IN QUALCHE MODO 'SINGOLARE'
08/03/2014
- Sembra che il regista DARREN ARONOFSKY, dall'alto della sua particolare visione 'indipendente' di vedere le cose per poi trasporle sulla celluloide, o digitale che dir si voglia, abbia parlato del progetto filmico NOAH, di proporzioni bibliche, è proprio il caso di dirlo, fin dall'aprile del 2007, e precisamente in seno ad un'intervista rilasciata al "The Guardian".
Occasione in cui ARONOFSKY, dopo aver rivelato la fascinazione subita dal personaggio di Noè fin dall'età di tredici anni, fornisce alcune anticipazioni della sua visione nei termini di "un complicato personaggio dark, con l'animo del sopravvissuto dopo il diluvio universale". E la sua non voleva essere certamente una rivelazione gratuita, giacché la stesura del primo script di NOAH risale nientemeno che al 2006, anno in cui ARONOFSKY presenta alla 63. Mostra del Cinema di Venezia il discusso THE FOUNTAIN - L'ALBERO DELLA VITA, uno dei suoi film più 'eccentrici' tra spiritualità filo-buddista, new age, sci-fi ed epica narrativa che potrebbe aver contribuito a porre le prime fondamentali pietre angolari dello stesso NOAH, almeno da un certo punto di vista stilistico e di ottica visiva.
Ma concretamente, di questo NOAH, a parte il fatto che ad incarnarlo c'è un 'monumentale' RUSSELL CROWE, che le prime immagini ritraggono aderente al personaggio secondo l'iconografia più classica, del barbuto vegliardo accigliato dall'alto della sua 'ciclopica' responsabilità nei rispetti dell'umanità, della vita in senso lato, delle varie specie e del pieno rispetto dei dettami di Dio Padre secondo la Sua Insindacabile Volontà. Fortuna nostra che non abbiano accettato le due prime scelte, a nostro avviso del tutto inappropriate, di CHRISTIAN BALE e MICHAEL FASSBENDER, entrambi fin troppo longilinei se non proprio filiformi.
Anzi, non si capisce com'è che ARONOFSKY non abbia pensato subito a CROWE, perfetto dal punto di vista iconografico per un personaggio di 'cotanta' mole! Senza CROWE, sicuramente sarebbe sparito anche quel pizzico di 'classico richiamo' in seno ad una 'rivisitazione artistica' dell'evento biblico che si lega a Noè e al Diluvio Universale. Rivisitazione che si preannuncia in qualche modo distante, pur nel pieno rispetto della sua essenza, dalla versione più ortodossa di personaggio ed evento, trasmessa in originale attraverso il Vecchio Testamento delle Sacre Scritture. E per NOAH ci si aspetta senz'altro una rivisitazione 'allaARONOFSKY', per così dire, ancor più alla luce del preventivo 'disclaimer' che la Paramount si è evidentemente sentita in dovere di mandare in avanscoperta sulla campagna promozionale del film. Disclaimer che suona così:
"Il film è ispirato alla storia di Noè. Ci siamo presi delle licenze artistiche, ma crediamo che il film rispetti essenza, valori e integrità di una storia basilare per la fede di milioni di persone nel mondo. La storia biblica di Noè può essere trovata nel Libro della Genesi"
La preoccupazione di non urtare la suscettibilità dell'ala cattolica più fondamentalista sembra tale che persino lo stesso RUSSELL CROWE si è prodigato per un inconsueto invito direttamente indirizzato a Sua Santità Papa Francesco su Twitter:
"Caro Santo Padre@Pontifex@Pontifex_it@DarrenAronofsky#Noah film. Vuoi partecipare a una proiezione? Il messaggio del film è potente, affascinante, risonante".
La cosa potrebbe suonare sinistra ma chi conosce e apprezza l'opera di DARREN ARONOFSKY, nonché la portata attoriale di RUSSELL CROWE, non solo non riesce ad intravedere alcun fondamentale 'tradimento' in odore di blasfemìa (non siamo nei paraggi di Dan Brown) , ma anzi, si resta in trepidante attesa di un'opera, per la quale ci sentiamo fiduciosi, sicuri che saprà senz'altro mettere d'accordo, in felice unione, Verità, Religione e Arte, lasciando intatta la Fede di ognuno.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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