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    Home Page > Movies & DVD > Soul Kitchen

    SOUL KITCHEN: PUO' UN RISTORANTE DIVENTARE RIFUGIO E CASA PER ALCUNE PERSONE? SOUL KITCHEN SI. ANZI, DIVENTA TESTIMONE OCULARE DI STORIE D'AMORE E DI AMICIZIA

    Premio della Giuria alla 66. Mostra del Cinema di Venezia
    Dall'8 GENNAIO

    "(…) C'è una strana legge nel cinema che dice: se non soffri mentre fai un film, non diventerà un buon film. Prima di SOUL KITCHEN, pensavo che fossero solo chiacchiere, ma la realizzazione di un film 'facile' mi ha indubbiamente dato una lezione (…) Era da un po' di tempo che avevo in mente di fare un film come SOUL KITCHEN. Pensavo spesso al mio vecchio amico Adam Bousdoukos e alla sua 'Taverna greca' nel rione Ottensen di Amburgo. Per noi era più di un ristorante: era un luogo di avventura, un serbatoio di raccolta, un posto dove festeggiare, una casa. Volevo catturare l'atmosfera e lo stile di vita che ho sempre strettamente associato alla 'Taverna' e non sarei riuscito a farlo se avessi aspettato ancora qualche anno (…)".
    Il regista Fatih Akim

    "SOUL KITCHEN è un audace e scorretto Heimat Film. Come era tipico di questo genere cinematografico tedesco degli anni '50, è una storia di amicizia e di amore, uno spaccato di vita di una piccola comunità urbana, quella del ristorante 'Soul Kitchen'. È una storia che parla della casa, o 'Heimat', intesa come luogo della famiglia e degli amici, come luogo di fuga e di magia, dove ti innamori o sbagli in amore. 'SOUL KITCHEN' non è un film sui rapporti umani; è un attacco alla cosiddetta 'gentrificazione', la pratica di trasformare i vecchi quartieri operai in zone residenziali borghesi alla moda che dà origine a una serie di progetti di speculazione immobiliare(…)".
    I produttori Fatih Akin e Klaus Maeck

    (Soul Kitchen, GERMANIA 2009; commedia; 99'; Produz.: Corazón International, in coproduzione con Pyramide Productions (Francia) e NDR in collaborazione con Dorje Film (Italia); Finanziato da Filmförderung Hamburg Schleswig-Holstein, Deutscher Filmförderfonds, Filmförderungsanstalt, Nordmedia Fonds, Der Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien; Distribuz.: BIM )

    Locandina italiana Soul Kitchen

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Soul Kitchen

    Titolo in lingua originale: Soul Kitchen

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Fatih Akin

    Sceneggiatura: Fatih Akin e Adam Bousdoukos

    Soggetto: Fatih Akin

    Cast: Adam Bousdoukos (Zinos Kazantsakis, il proprietario del Soul Kitchen)
    Moritz Bleibtreu (Illias Kazantsakis, il fratello di Zinos)
    Birol Ãœnel (Lo chef Shayn Weiss)
    Anna Bederke (La cameriera Lucia Faust)
    Pheline Roggan (Nadine Krüger, la ragazza di Zinos)
    Lucas Gregorowicz (Il cameriere Lutz)
    Dorka Gryllus (La fisioterapista Anna Mondstein)
    Wotan Wilke Möhring (L'agente immobiliare Thomas Neumann)
    Demir Gökgöl (Il costruttore di barche Sokrates)
    Monica Bleibtreu (La nonna di Nadine)
    Marc Hosemann (Ziege, amico di Illias)
    Cem Akin (Milli, amico di Illias)
    Catrin Striebeck (Ms. Schuster dell'Ufficio Imposte)
    Hendrik von Bültzingslöwen (L'assistente di Ms. Schuster)
    Jan Fedder (Mr. Meyer dell'Ufficio d'Igiene)
    Cast completo

    Musica: Klaus Maeck, Pia Hoffmann

    Costumi: Katrin Aschendorf

    Scenografia: Tamo Kunz

    Fotografia: Rainer Klausmann (BVK)

    Montaggio: Andrew Bird

    Casting: Monique Akin

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Zinos, giovane proprietario del ristorante “Soul Kitchenâ€, sta attraversando un periodo sfortunato. Nadine, la sua ragazza, si è trasferita a Shanghai, i suoi clienti abituali boicottano il nuovo chef e ha problemi alla schiena! La situazione sembra migliorare quando un giro giusto di persone abbraccia la sua nuova filosofia culinaria, ma non basta a guarire il cuore spezzato di Zinos. Decide di volare in Cina per raggiungere Nadine, consegnando il ristorante all'inaffidabile fratello Illias, un ex detenuto. Entrambe le decisioni si riveleranno catastrofiche: Illias si gioca il ristorante che finisce nelle mani di un losco agente immobiliare e Nadine si è trovata un nuovo amante! Ma, forse, i fratelli Zinos e Illias hanno un'ultima possibilità di riprendersi il Soul Kitchen, sempre che riescano a smettere di litigare e si decidano a fare un gioco di squadra.

    IN DETTAGLIO:

    Servono pizza surgelata, hamburger di pesce con insalata di patate, hamburger hawaiani e maccheroni gratinati. Il ristorante Soul Kitchen nel quartiere Wilhelmsburg di Amburgo non è esattamente rinomato per la sua cucina raffinata, ma gli avventori della zona adorano le pietanze che il greco-tedesco Zinos (Adam Bousdoukos) immerge nella sua friggitrice, per non parlare della fantastica musica. Soul, funk e rebetiko riecheggiano nel vecchio magazzino che Zinos divide con Sokrates (Demir Gökgöl), un anziano costruttore di barche. Zinos è sempre molto indaffarato nel suo ristorante e finisce con l'arrivare in ritardo alla festa d'addio di Nadine (Pheline Roggan), la sua ragazza. Nadine, bella e algida, viene da una buona famiglia con la quale sta festeggiando in un ristorante di classe in riva al fiume Elba, la sua partenza per Shanghai, dove lavorerà come corrispondente di un importante quotidiano. Zinos è comunque presente quando il proprietario del ristorante (Peter Lohmeyer) licenzia l'eccentrico chef (Birol Ünel) perché si rifiuta di preparare un gazpacho caldo. “Vuoi vendere quello che non può essere venduto: l'amore, il sesso e l'anima!†grida Shayn mentre lascia il ristorante. Zinos rimane colpito. Quando si procura uno strappo alla schiena tentando di sollevare la lavastoviglie da solo, Zinos assume Shayn come nuovo cuoco, ma lì cominciano i suoi guai. Benché Shayn sforni dei piatti squisiti, i clienti abituali boicottano il nuovo chef perché rivogliono il loro vecchio "junk food". Ora gli unici che ciondolano nel Soul Kitchen sono Illias (Moritz Bleibtreu), il fratello di Zinos, che è in libertà vigilata, e due suoi amici poco raccomandabili (Cem Akin e Marc Hosemann). Zinos inizia a sentire il peso delle pressioni che riceve da tutti i fronti: Nadine vuole che si trasferisca a Shanghai con lei, la funzionaria dell'Ufficio Imposte (Catrin Striebeck) gli confisca l’impianto stereo e l'ispettore sanitario (Jan Fedder) minaccia di chiudergli il locale. Tuttavia, nonostante i suoi tremendi problemi alla schiena, Zinos non vuole rinunciare al suo ristorante per nessun motivo e quindi rifiuta un'offerta di acquisto del locale da parte di Neumann (Wotan Wilke Möhring), un agente immobiliare senza scrupoli. Poi il vento gira: una scuola di ballo apre nella porta accanto. I nuovi clienti adorano la cucina di Shayn e si scatenano al suono della musica del gruppo rock del suo cameriere Lutz (Lucas Gregorowicz). Illias si innamora della cameriera Lucia (Anna Bederke) e convince i suoi amici delinquenti a rubare un grosso impianto stereo per poter far colpo sulla ragazza mostrandole le sue doti da DJ. La notizia dei cambiamenti al Soul Kitchen si diffonde in fretta. Nell'arco di poche settimane, il ristorante diventa il più alla moda della città e i clienti cominciano ad affollare il nuovo locale di tendenza. Ora Zinos può permettersi di ristrutturare la cucina e di pagare le tasse arretrate. Eppure Zinos fatica a godersi tanto successo perché la sua relazione a distanza minaccia di spezzarsi, visto che improvvisamente Nadine non vuole più che lui la raggiunga a Shanghai. Decide di partire comunque per la Cina per capire come stanno le cose tra lui e Nadine. Prende in considerazione l'ipotesi di vendere il Soul Kitchen a Neumann, ma quando scopre che l'acquirente demolirebbe il ristorante, decide di cederlo a suo fratello Illias. La sua festa d'addio al Soul Kitchen si trasforma in un'orgia dopo che Shayn mette una dose eccessiva di un potente afrodisiaco nel dessert. La prima serata di Illias come nuovo direttore del Soul Kitchen sembra trascorrere senza eventi di rilievo. Chiacchiera con gli amici, fuma, beve e scommette qualche spicciolo in una partita a poker, finché a un tratto Neumann entra nel locale. All'inizio vuole solo bere una birra, ma poi si siede al tavolo di poker. La posta si alza sempre più, le ore passano e Illias vince una mano dopo l'altra. Finché il vento non torna a girare...

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Un inizio tarantinato con musica martellante in una Amburgo transculturale, multietnica e multilingue in cui tradizione e postmoderno si intrecciano e si incrociano.
    E non ci si stupisce di come la colonna sonora sia capace di imprimere e scandire il ritmo alla maniera del migliore Tarantino. Con ricercata peculiarità e sincretisticamente perfetta, tiene banco e cattura l’atmosfera insieme a fotografia, scene e trattamento delle immagini in linea con uno stile spiccatamente grunge.

    Tra irridente e delirante, oscilla e vagheggia fra il trash, la più classica commedia demenziale americana e fa il verso alla scuola inglese proletaria di Ken Loach. Umoristico e ridicolo, suscita ilarità con scene che hanno già sapore di cult.

    Un film in cui il poliedrico Akin non intende nascondersi ma in cui, anzi, inserisce una parte importante di sé fino a mettere a nudo con ironia i concetti universali di casa, amicizia, famiglia ma anche divertimento e

    stare bene insieme; uno spazio più che un luogo, il Soul Kitchen, che a detta dello stesso regista rimanda ai locali del rione Ottensen di Amburgo e delle taverne più tipiche. Akin sceglie quartieri che presto non esisteranno più e che scompariranno fra le grinfie di una escavatrice o di una ruspa nelle mani di impresari senza scrupoli come quell’ Herr Neumann che diviene personaggio emblema e paradigma di una categoria; si gira fra sobborghi a luci rosse, palazzoni squadrati, bar aperti fino a tarda notte che offrono cocktail dai colori e gusti più svariati, con il fantasma dei centri commerciali e delle zone d’elite che incombe sul vecchio quartiere industriale del porto. E si catturano atmosfera, gusto, soddisfazione dei sensi e della mente anche se, dopo un inizio trascinante, il ritmo si allenta sullo stereotipo in cui il crinale di imprevisto, equivoco e disastro è in agguato.

    A garantire e

    rispecchiare fino in fondo le aspettative, come la brillante scelta del titolo sottolinea, musica e atmosfera sono la vera anima di un film che attinge dal genere e che fa genere e con esso salva un andamento che finisce per scadere in una serie catastrofica di gag improbabili.

    Commenti del regista

    FATIH AKIM (regista, sceneggiatore e produttore)

    COME È STATO REALIZZATO IL FILM:

    "La storia della realizzazione di 'SOUL KITCHEN' è un'odissea iniziata nel 2003. Un bel giorno mi misi a provare un nuovo programma di elaborazione testi. Adam e la sua ragazza si erano appena lasciati, quindi cominciai scrivendo: 'Adam ha il cuore spezzato, il ristorante non potrebbe andare meglio'. Nel giro di poche ore avevo scritto 20 pagine di copione e in cinque giorni terminai la stesura della prima bozza della sceneggiatura. Poi ricevetti l'Orso d'oro per 'LA SPOSA TURCA'. A quel punto, 'SOUL KITCHEN' non mi sembrava più abbastanza importante. Non riuscivo a liberarmi del tutto delle pressioni che accompagnavano il successo. (…) Così girammo 'CROSSING THE BRIDGE' e 'SOUL KITCHEN' rimase in un cassetto anche se continuavo a sviluppare la storia. A un certo punto decisi che avrei soltanto prodotto il film affidando la regia a qualcun altro. (…) 'SOUL KITCHEN' non è il terzo capitolo della mia 'trilogia sull'amore, la morte e il diavolo'. (…) Con 'SOUL KITCHEN' volevo riprendermi. Mi aspettavo che sarebbe stato un esercizio leggero, un lavoro che mi ricordasse che la vita non è fatta solo di dolore e introspezione (…). Non avrei mai immaginato neanche per un istante che si sarebbe trasformato in un progetto complicatissimo, molto costoso ed estenuante, che mi avrebbe portato via un sacco di tempo! (….)".

    A PROPOSITO DI MACCHINA DA PRESA, LUCI, SUONO E MUSICA:

    "In 'LA SPOSA TURCA' non c'erano carrelli o steadycam: la macchina da presa era sempre a spalla. Sfruttavamo la luce naturale perché volevamo girare in fretta. Film come 'TRAFFIC' e 'LE ONDE DEL DESTINO' erano stati la nostra fonte d'ispirazione. 'AI CONFINI DEL PARADISO' è stato realizzato in modo completamente diverso. Lì eravamo influenzati dal cinema iraniano. Volevamo dare alla storia un respiro temporale e spaziale ampio e tranquillo e ci siamo immersi completamente in quelle dimensioni limitando al massimo tutti i movimenti di macchina. Per 'SOUL KITCHEN', abbiamo deciso di raccontare la storia accelerando un po' il ritmo della narrazione e il linguaggio visivo. La macchina da presa è costantemente impegnata ad avvicinarsi ai personaggi, ad allontanarsi da loro o a seguirli. Allo stesso tempo, volevamo delle immagini classiche, non da macchina da presa a mano. Ci siamo fatti guidare da film come 'BOOGIE NIGHTS – L'ALTRA HOLLYWOOD' e 'QUEI BRAVI RAGAZZI', due film che raccontano anch'essi un certo stile di vita. Ma non volevamo neanche realizzare un film eccessivamente chiassoso o colorato. Non volevamo forzare le risate del pubblico. Niente colori esagerati, nessuna voce fuori campo alta e penetrante: abbiamo voluto eliminare ogni tipo di distrazione perché, malgrado tanti elementi comici, il film racconta comunque la storia di una rottura e di una separazione. I costumi, le scenografie e tutti gli elementi visivi sono realizzati in colori smorzati. Volevamo immagini tragiche, ma volevamo anche luci intense. Abbiamo lavorato molto sull'illuminazione, utilizzando spesso il controluce per dare ai personaggi, in particolare a quelli femminili, una certa definizione e una certa intensità (…)".

    A PROPOSITO DEL CAST:

    "Mia moglie Monique, che ha una sensibilità particolare per i volti, le persone e le storie, mi ha aiutato a mettere insieme questo gruppo di attori. Naturalmente, avevamo scritto molti personaggi ritagliandoli sulle star dei nostri film precedenti: Adam Bousdoukos è Zinos, Birol Ünel è Shayn e Moritz Bleibtreu è Illias. Abbiamo cercato e selezionato gli altri attori in base alla loro compatibilità con i tre protagonisti. Dovevamo assegnare dodici ruoli che fossero perfettamente complementari: nessuno doveva assomigliare troppo a un altro, tutti dovevano emergere sul piano individuale, ma anche costituire un gruppo armonico in modo che nessuno rubasse la scena all'altro (…)".

    Links:

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    Galleria Video:

    Soul Kitchen - trailer.flv

    Soul Kitchen - trailer (versione originale).flv

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