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DISTRICT 9: LA SEGREGAZIONE RAZZIALE QUESTA VOLTA CORRE SUL FILO DELLA DIMENSIONE ALIENA, PER UN 'SCI-FI' TRA I PIU' INCONSUETI
"Quello che penso sia importante in questo film è che riflette da vicino l'esperienza di vita di Neill (il regista Neill Blomkamp). Voglio dire, spesso vediamo film fatti da giovani registi che si basano sul lavoro di altri o su film con cui sono cresciuti e che sono stati per loro fonte di ispirazione. Neill non si è basato su nessuna pellicola, ma sulla brutalità di cui è stato testimone da bambino nel periodo della sua infanzia a Johannesburg (in Sud Africa), durante la segregazione razziale. Abbiamo voluto rappresentare nel film questa condizione, con una svolta aliena."
Il produttore Peter Jackson
(District 9 USA 2009; fantascienza; 112'; Produz.: Key Creatives, QED International, WingNut Films; Distribuz.: Sony Pictures Releasing Italia)
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Titolo in italiano: District 9
Titolo in lingua originale:
District 9
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2009
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura:
Neill Blomkamp e Terri Tatchell
Soggetto: Neill Blomkamp
Cast: Sharlto Copley (Wikus Van De Merwe) Jason Cope (Grey Bradnam) Nathalie Boltt (Sarah Livingstone) Sylvaine Strike (Dr. Katrina McKenzie) John Summer (Les Feldman) William Allen Young (Dirk Michaels) Nick Blake (Francois Moraneu) Jed Brophy (James Hope) Louis Minnaar (Piet Smit) Vanessa Haywood (Tania Van De Merwe) Marian Hooman (Sandra Van De Merwe) Vittorio Leonardi (Michael Bloemstein) David James (Koobus Venter) Kenneth Nkosi (Thomas) Robert Hobbs (Ross Pienaar)
Musica: Clinton Shorter
Scenografia: Philip Ivey
Fotografia: Trent Opaloch
Scheda film aggiornata al:
07 Aprile 2015
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Sinossi:
Il film racconta lo sbarco degli alieni avvenuto circa 20 anni fa a bordo di un’astronave grandissima, pari quasi a dieci campi di calcio.
Subito dopo lo sbarco gli alieni iniziano ad accamparsi in alloggi di fortuna, frugando tra i rifiuti e distruggendo i binari ferroviari. Ad un certo punto le autorità decidono di accogliere le lamentele delle persone, di intervenire e di confinare gli alieni in un ghetto in Sud Africa.
Una compagnia privata chiamata Multi-National United (MNU) ha inoltre intenzione di sfruttare le armi che finora sono state inutilizzate e per fare questo è necessario il DNA alieno. Da qui iniziano i primi problemi che culminano quando un agente di questa agenzia contrae misteriosamente un virus che comincia a cambiare il suo DNA.
L’agente di nome Wikus diventa perciò l’uomo più ricercato e più prezioso del mondo perchè rappresenta l’unico modo per scoprire il segreto della tecnologia aliena. Per sfuggire a tutti l’uomo decide di rifugiarsi nell’unico posto sicuro, il District 9.
Commento critico (a cura di PAOLO LOMBARDI)
Quale dovesse essere il messaggio di questo District 9 ci sfugge proprio. Intendiamo ovviamente un messaggio in qualche modo nuovo, perché non ha molto senso tornare su temi come il rapporto tra umani ed alieni o, se vogliamo dirla tutta, umani ed umani, sull’onda di emarginazione ed isolamento, sopraffazione e via dicendo, offrendo praticamente un sunto - peraltro ben poco appetibile cinematograficamente parlando - di quanto, man mano nelle più svariate ricette, abbiamo già visto e sentito da ben più illustri precedenti in celluloide: qui i riferimenti sfacciatamente dichiarati si sprecano, da Il mio nemico a Starman, da Alien a Transformers, da Robocop a Minority Report, con La mosca di David Cronenberg in cima alla lista, letteralmente saccheggiato in lungo e in largo.
Così sull’asse portante del video reportage documentaristico con numerose testimonianze che si alternano per raccontare la dinamica di quel che è accaduto nel District 9 - circoscritta area |
militarizzata in Sud Africa concepita come una sorta di bidonville, là dove i nigeriani sono i detentori del malaffare nei rispetti di questi alieni a forma di gamberone - si innesta una stucchevole vena farsesca, di cui si fa principale promotore il protagonista umano eletto a far sgombrare l’area dagli indesiderati e oltremodo famelici alieni, golosi del cibo per gatti. Altrettanto stucchevole l’uso - ormai inflazionato - della macchina da presa in spalla, in realtà ben più di una, qui intensificato allo scopo di accalorare il caos generale.
Si direbbe dunque una storia di comune sopraffazione là dove l’alieno diventa ovviamente la cavia da laboratorio di turno, non priva però del suo riscatto: per una volta - ma per arrivare a questo dobbiamo sorbirci reiterate ed inutili manovre di azione di marca fumettistica - l’umano preferisce accettare il suo destino di assimilazione genetica aliena prima che tornare tra i suoi simili |
e affrontare la sorte ben peggiore di essere strumento elettivo di carne da macello ai fini sperimentali. Il suo ‘sacrificio’ - che sembra dunque in qualche modo un po’ obbligato - vale la salvezza di un padre e di un figlio di razza aliena, in grado di far ritorno al loro pianeta per una missione ‘riparatoria’ nei riguardi di un sì devastante incontro per così dire ‘interrazziale-planetario’.
E sul filo dell’ammiccamento alla realtà - il ‘Distretto 6’, area di segregazione dei neri di Johannesburg - il messaggio tra le righe c’è, ovviamente: la miseria umana è tale che nel momento in cui se ne presentasse l’occasione, persino gli ultimi della lista nel panorama umano contemporaneo saprebbero ricreare dei lager nei confronti di nuove minoranze diverse, in questo caso, aliene.
Peccato che il messaggio sia intessuto in un brutto film.
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Pressbook:
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Galleria Fotografica:
1
District 9 - clip 01.mov
District 9.flv
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