ADDIO AL MAESTRO SCOLA, NEI SUOI FILM LA NOSTRA STORIA
20/01/2016
- Roma, 20 Gennaio 2016 - Con la morte di ETTORE SCOLA, deceduto ieri sera (19 Gennaio) a 84 anni nel reparto chirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, l'Italia perde un altro grande maestro del cinema, soprattutto della commedia, che ha saputo felicemente raccontare la vita del Paese, i vizi e le virtu' del Bel Paese, attraversando trent'anni della nostra storia, a partire dagli anni '60.
Ha diretto i piu' grandi attori italiani e stranieri, mostri sacri del calibro di Alberto Sordi, Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Massimo Troisi, Sergio Castellitto, Jean Luis Trintignant, protagonisti di suoi capolavori indimenticabili. Tra questi, "C'eravamo tanto amati", il film che ha definitivamente consacrato Scola come grande autore. La sua caratteristica era lo sguardo profondo sulle cose, ma sempre con un tocco delicato. Intellettuale di sinistra, impegnato nel partito Comunista, entro' a fare parte del 'governo ombra', nel 1989, con la responsabilita' dei Beni Culturali. Scola era molto conosciuto ed apprezzato anche all'estero e la notizia della sua scomparsa ha trovato larga eco sulla stampa internazionale.
La sua e' stata una carriera lunghissima, costellata di numerosi riconoscimenti presitigiosi: nel 1976 viene premiato al Festival di Cannes per la miglior regia con "Brutti, sporchi e cattivi", ha vinto ben otto David di Donatello e ha avuto quattro nomination all'Oscar come miglior film straniero per "Una giornata particolare", "I nuovi mostri" , "Ballando ballando", "La famiglia". Di strada ne ha fatta tantissima Scola, da quando appena quindicenne disegnava vignette che portava alla rivista umoristica "Marc'Aurelio". Come sceneggiatore di commedie inizia la sua attivitra' negli anni Cinquanta, spesso in coppia con Ruggero Maccari. Esordisce alla regia nel 1964, ma il primo grande successo arriva quattro anni dopo, dirigendo Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier, in "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?". Gli anni Settanta sono d'oro per Scola: nel 1974 dirige il suo capolavoro "C'eravamo tanto amati", che racconta l'Italia attraverso le vicende di tre amici, l'avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l'intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores), i primi due innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). A seguire altri grandi titoli "Brutti, sporti e cattivi" (1976); "Una giornata particolare" (1977); "La terrazza" ((1980), "Il mondo nuovo" (1982), "La famiglia" (1987). Altri film di rilievo sono "Splendor" (1988) e "Che ora e'?" (1989, entrambi con Mastroianni e Troisi. Nel ventennale della scomparsa di Federico Fellini torna dietro la macchina da presa per dirigere il documentario "Che strano chiamarsi Federico", con il quale partecipa fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia.
(AGI)
LA REDAZIONE
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