72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (Lido, 2-12 settembre 2015) - GUADAGNINO, A BIGGER SPLASH FILM SU DESIDERIO
06/09/2015
- (AGI) - Venezia, 6 settembre - Al Lido e' il giorno di A BIGGER SPLASH di LUCA GUADAGNINO, secondo film italiano in concorso nella sezione principale. Buu e fischi da parte della stampa accreditata hanno accolto i titoli di coda della proiezione della mattina.
"Diciamo che e' la natura del festival e, comunque, e' diritto di tutti esprimere le proprie opinioni", il diplomatico commento di GUADAGNINO.
Il film si rifa' a La piscina di Jacques Deray del 1969 e racconta la storia di Paul (Matthias Schoenaerts) e Marianne, (Tilda Swinton) in vacanza sull'isola di Pantelleria. Lei e' una celebre rockstar, lui un giovane fotografo. Il loro soggiorno viene inaspettatamente interrotto da Harry (Ralph Fiennes), produttore discografico nonche' ex di Marianne. Harry arriva sull'isola con la figlia Penelope, interpretata da Dakota Johnson, appena vista al festival a fianco di Johnny Depp in Black Mass. Le loro relazioni sentimentali si complicheranno con il passare delle ore e i rapporti sentimentali deflagreranno in violenza quando Marianne invita Harry e Penelope a rimanere per il weekend.
"E' un film sull'invisibile, sull'infilmabile: il desiderio", afferma LUCA GUADAGNINO. "Avevo visto 'La Piscina' quando avevo 15 anni - racconta il regista - poi non l'ho mai piu' rivisto. Non e' stato un punto di riferimento. Gia' allora il film tornava su una storia gia' vista, come per esempio in 'La regola del gioco' di Jean Renoir. Il territorio dunque era conosciuto. Mi interessava piu' che altro filmare l'invisibile, il desiderio come forza e sostanza che muove tutto e che produce conseguenze estreme".
Nella pellicola oltre ai quattro protagonisti ce n'e' un quinto, Pantelleria. "Una terra di confine, un luogo di frontiera che rappresenta l'alterita' e il modo con cui ci confrontiamo nella nostra chiusura mentale con l'altrui", commenta il regista. Non a caso nel film c'e' sempre sullo sfondo la presenza della tragedia degli immigrati. "E' un metodo di lavoro che ho imparato da Bertolucci: lasciare sempre aperta una porta sulla realta' - dice Guadagnino - la sfida era lavorare sul privato dei personaggi e nello stesso tempo far deflagrare la realta' nel loro microcosmo". Poi il regista siciliano parla della scelta di un cast internazionale: "Per Capote il cinema e' cinema non avendo confini geografici. La capacita' di ascoltare cosa ci circonda mi affascina e non ha che fare con il glamour o con lo star system, ma con il piacere di condividere le emozionidella vita".
LA REDAZIONE
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