OSCAR 2014: SORRENTINO VENDICHERA' FELLINI 52 ANNI DOPO 'LA DOLCE VITA'?
28/02/2014
- (AGI) - Roma, 28 febbraio. - 'La dolce vita' rivista e aggiornata all'anno 2013. L'ultimo film di PAOLO SORRENTINO LA GRANDE BELLEZZA, superfavorito nella notte degli OSCAR in programma tra domenica e lunedi' a Los Angeles, e' una versione aggiornata del capolavoro di FELLINI di oltre mezzo secolo fa (quel film vinse Cannes ma si fermo' alla NOMINATION all'Oscar).
Seguendo Jep Gambardella (Toni Servillo), un intellettuale dandy napoletano di 65 anni autore di un solo romanzo scritto 40 anni fa e grande viveur, Sorrentino racconta in maniera grottesca e a volte dissacrante una Roma degradata, con i suoi ricchi vuoti e annoiati, le feste scatenate a base di musica dance, balli di gruppo, drink e coca.
SORRENTINO: NESSUN LEGAME CON 'LA DOLCE VITA'
'La grande bellezza' ha la scenografia piu' bella del mondo, una Roma fotografata in maniera eccelsa da Luca Bigazzi sul cui sfondo si muovono personaggi della 'Dolce vita' di oggi: scrittori falliti (Carlo Verdone), spogliarelliste mature e disilluse (Sabrina Ferilli), nobili decaduti, presudo-intellettuali, bacchettoni benestanti (Pamela Villoresi), imprenditori cinici e vacui (Carlo Buccirosso), donne ricche e annoiate (Isabella Ferrari), editori nani e artisti improbabili, ex soubrette distrutte da droga e alcol (Serena Grandi), alti prelati che parlano solo di cibo (Roberto Herlitzka) e 'sante in vita' che si nutrono solo di radici "perche' le radici sono importanti".
Sorrentino assicura di aver voluto raccontare Roma con gli occhi del turista (si sente tale anche se vive nella Capitale da sei anni), "come un visitatore sopraffatto dalla meraviglia".
Come Marcello nella 'Dolce vita' di Federico Fellini, Jep Gambardella (anch'egli giornalista) vive di notte e passa da una festa all'altra, da una donna all'altra, vedendo scorrere davanti a se' gente senza identita', persone sconfitte la cui sofferenza e tragedia umana vengono esaltate dal confronto impietoso con 'la grande bellezza' della citta' di Roma. Un film che scorre bene per oltre un'ora e mezza e che forse ha come unico difetto quello di trascinarsi negli ultimi cinquanta minuti dove l'introduzione dell'elemento religioso - con l'ex esorcista innamorato della cucina e la santa che ricorda madre Teresa di Calcutta - impone uno stop al ritmo e crea un'inevitabile frattura nella narrazione, portando a un finale un po' di maniera con tanto di flashback e sovrapposizione di tempi e luoghi.
LA REDAZIONE
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