"... Non avevo idea di quel che ne sarebbe venuto fuori. Ho dovuto interpretare un’americana, cosa non facile, e un’alcolizzata, cosa molto più facile: la cosa mi ha rilassato, perché un’americana alcolizzata sarebbe stata meno impegnativa" Emma Thompson
"Il romanzo è molto sobrio e magnificamente scritto, ma forse quello che mi ha davvero attratta nel progetto è stata l’opportunità di conoscere le donne magistrato esperte in diritto di famiglia e di documentarmi per preparare la parte. Il lavoro che svolgono, la vita che conducono, la fatica e il peso della responsabilità mi hanno lasciata senza fiato. Sono rimasta molto colpita da queste donne... Il film si apre sull’enorme faglia che si manifesta nel matrimonio di Fiona, che è stato solido come una roccia per molti anni, e la vediamo passarci sopra e dirigersi dritta in tribunale buttandosi a capofitto nel lavoro. Rientra a casa dove si è creato un baratro e non può affrontarlo perché deve dedicarsi al lavoro. Ma di fatto lei e il marito non hanno rapporti da 11 mesi e lui decide di andarsene perché lei si rifiuta di parlarne... La verità evidente in questo tipo di professione è che lascia pochissimo spazio a tutto il resto. I giudici devono assimilare una quantità enorme di informazioni e poi estrapolare gli elementi di cui hanno bisogno per formulare un verdetto che in certi casi devono pronunciare molto in fretta perché qualcuno potrebbe morire se non lo fanno. Interpretare un personaggio che deve gestire un tale livello di percorso ad ostacoli intellettuale è stato stimolante e rigenerante, perché da una simile capacità mentale scaturisce una grande energia che forse è quello che permette loro di andare avanti oltre un livello di normalità" Emma Thompson
"... Non avevo idea di quel che ne sarebbe venuto fuori. Ho dovuto interpretare un’americana, cosa non facile, e un’alcolizzata, cosa molto più facile: la cosa mi ha rilassato, perché un’americana alcolizzata sarebbe stata meno impegnativa"
Emma Thompson