Il cinema a tutto tondo. La regia, un sogno stampigliato nel DNA:
"Vediamo... Da quando avevo 6 anni. In prima elementare ho diretto una commedia teatrale a Sydney, alla Vaucluse Public School, e ricordo di essermi detto: accidenti, che bello, mi sa che da grande voglio fare il regista... In effetti sì, più ci penso e più mi rendo conto che il mio sogno da ragazzino era fare il regista. Poi ho scoperto che la regia è difficilissima, e che devi sapertela guadagnare col sudore. Come attore, puoi avere un colpo di fortuna: sai, un po' di talento, ma soprattutto la faccia giusta e l'espressione giusta al momento giusto. Ma a un regista non è data alcuna concessione al caso. A questo punto, e non dovrei dirlo perché ho altri lavori come attore in arrivo, odio l'idea di dover tornare su un set a recitare, di non avere il controllo, di dover litigare su ogni cosa con i costumisti, gli scenografi, perché quello è il lavoro di un attore, deve proteggere il suo personaggio. Ma come regista devi saperci fare e basta... Un film non basta per dirlo. Ma la passione c'è, la convinzione pure, e anche la fiducia nei propri mezzi. Solo con il tempo, e con altri lavori, si potrà vedere se ci so fare o meno. Io credo di sì. Ma attendo il verdetto della critica e del pubblico, non sono così arrogante da fregarmene... Con Peter Weir, forse perché mio connazionale, sento una profonda affinità. Ma anche Ron Howard, con il quale ho girato 'A beautiful mind', ha influito molto sulla mia maniera di pensare a un film e a come dirigerlo. Il commento più pertinente però l'ho ricevuto da Eli Roth, quando mi ha detto 'la tua esperienza di padre influirà tantissimo sul set di un film più di quanto tu non capisca in questo momento'. È vero. La regia di un film è quanto mai simile alla paternità, è come dare vita e luce a un figlio. Un film ti viene da dentro, gli dai forma, lo educhi ma soprattutto gli trasmetti il tuo dna. Il regista è il vero padre di un film, ed è quest'idea che mi piace moltissimo". Russell Crowe
Il cinema a tutto tondo. La regia, un sogno stampigliato nel DNA:
"Vediamo... Da quando avevo 6 anni. In prima elementare ho diretto una commedia teatrale a Sydney, alla Vaucluse Public School, e ricordo di essermi detto: accidenti, che bello, mi sa che da grande voglio fare il regista... In effetti sì, più ci penso e più mi rendo conto che il mio sogno da ragazzino era fare il regista. Poi ho scoperto che la regia è difficilissima, e che devi sapertela guadagnare col sudore. Come attore, puoi avere un colpo di fortuna: sai, un po' di talento, ma soprattutto la faccia giusta e l'espressione giusta al momento giusto. Ma a un regista non è data alcuna concessione al caso. A questo punto, e non dovrei dirlo perché ho altri lavori come attore in arrivo, odio l'idea di dover tornare su un set a recitare, di non avere il controllo, di dover litigare su ogni cosa con i costumisti, gli scenografi, perché quello è il lavoro di un attore, deve proteggere il suo personaggio. Ma come regista devi saperci fare e basta... Un film non basta per dirlo. Ma la passione c'è, la convinzione pure, e anche la fiducia nei propri mezzi. Solo con il tempo, e con altri lavori, si potrà vedere se ci so fare o meno. Io credo di sì. Ma attendo il verdetto della critica e del pubblico, non sono così arrogante da fregarmene... Con Peter Weir, forse perché mio connazionale, sento una profonda affinità. Ma anche Ron Howard, con il quale ho girato 'A beautiful mind', ha influito molto sulla mia maniera di pensare a un film e a come dirigerlo. Il commento più pertinente però l'ho ricevuto da Eli Roth, quando mi ha detto 'la tua esperienza di padre influirà tantissimo sul set di un film più di quanto tu non capisca in questo momento'. È vero. La regia di un film è quanto mai simile alla paternità, è come dare vita e luce a un figlio. Un film ti viene da dentro, gli dai forma, lo educhi ma soprattutto gli trasmetti il tuo dna. Il regista è il vero padre di un film, ed è quest'idea che mi piace moltissimo".
Russell Crowe