"Nei confronti dell’architettura e dei luoghi che ho filmato, c’è lo sguardo di un turista incantato.
Vivo stabilmente in questa città da sei anni, ma rispetto alla sua bellezza mi sento sempre come un visitatore sopraffatto dalla meraviglia. Eppure Roma è una città che lascia presagire impalpabili e
indecifrabili pericoli, una sensazione di irrisolvibile, antico mistero, che ti può far sentire fuori luogo. Ennio Flaiano diceva che vivere a Roma è un modo di perdere la vita. È una sensazione reale, che sta sempre in agguato, ancor più subdola perché può affiorare come una dolce sensazione. Il grande tourbillon carnevalesco che si agita nelle notti di Jep si placa quando al termine della notte arriva l’alba a Roma, e con essa il silenzio, solo allora il nostro protagonista subodora il sublime e allora tutto ricomincia con rinnovato vigore, perché è sfiorato dall’idea immortale di riuscire a far sposare il sublime con la sua necessità di scrivere. Questo è il suo tentativo. Riuscirci, è un altro
mistero". Paolo Sorrentino
"Sicuramente è molto personale: ci sono dei temi che mi stanno molto a cuore, ma il tema fondamentale sotto al quale ci sono dei sottotemi è la mia massima capacità di formulare un film d'amore. Io ho molti pudori e non sarei in grado di fare un film d'amore nell'accezione più diretta del termine, cioè dei rapporti amorosi, qui la sublimo in rapporti d'amicizia, in rapporto sulla memoria, nel rapporto tra genitori e figli. E' il mio tentativo di essere più sincero possibile nel mettere in campo l'amore". Paolo Sorrentino
Quale sguardo su Roma:
"Nei confronti dell’architettura e dei luoghi che ho filmato, c’è lo sguardo di un turista incantato.
Vivo stabilmente in questa città da sei anni, ma rispetto alla sua bellezza mi sento sempre come un visitatore sopraffatto dalla meraviglia. Eppure Roma è una città che lascia presagire impalpabili e
indecifrabili pericoli, una sensazione di irrisolvibile, antico mistero, che ti può far sentire fuori luogo. Ennio Flaiano diceva che vivere a Roma è un modo di perdere la vita. È una sensazione reale, che sta sempre in agguato, ancor più subdola perché può affiorare come una dolce sensazione. Il grande tourbillon carnevalesco che si agita nelle notti di Jep si placa quando al termine della notte arriva l’alba a Roma, e con essa il silenzio, solo allora il nostro protagonista subodora il sublime e allora tutto ricomincia con rinnovato vigore, perché è sfiorato dall’idea immortale di riuscire a far sposare il sublime con la sua necessità di scrivere. Questo è il suo tentativo. Riuscirci, è un altro
mistero".
Paolo Sorrentino