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    ALBERT NOBBS: GLENN CLOSE PORTA SUL GRANDE SCHERMO IL PERSONAGGIO 'EN TRAVESTI' CHE LE HA PORTATO MOLTA FORTUNA IN TEATRO. COSI' IN TRIPLICE VESTE, RECITA, CO-FIRMA LA SCENEGGIATURA E PRODUCE LA PELLICOLA DIRETTA DA RODRIGO GARCIA

    Dal 29. Torino Film Festival - RECENSIONE - Dal 10 FEBBRAIO

    "L’opera teatrale da me interpretata era minimalista. La storia è potente, così come può esserlo un semplice bicchiere d’acqua, che riflette la luce attraverso un processo molto complesso. Anche in questo caso, la storia è semplice, ma tocca dei temi importanti per chiunque e tutti portano il proprio bagaglio di vita e ne escono arricchiti. Spero conquisti gli spettatori a livello internazionale".
    L'attrice e co-sceneggiatrice Glenn Close

    "I temi sono molto attuali, nonostante la storia sia ambientata nel tardo diciannovesimo secolo. Temi come la vita interiore, i problemi di identità, l’annullamento di se stesso e una doppia vita sono senz’altro temi moderni. Ma la storia ruota anche intorno a molti altri personaggi. È senz’altro una storia intensa e drammatica, qualità rare di questi tempi... Uno dei temi principali è cosa sognano queste persone, cosa desiderano, le loro vere ambizioni e le loro speranze. Albert, come tutti i personaggi della storia, vuole di più per se stessa e, cosa importante, tutti i personaggi vogliono dare il meglio di sé. Molti di loro sono intrappolati in un’esistenza soffocante, costretti a indossare maschere metaforiche e ad occultare la propria identità... La storia è ambientata alla fine dell’ 800 a Dublino, una città in cui, all’epoca, la povertà costituiva una minaccia tangibile. Era possibile ritrovarsi in mezzo alla strada nel giro di poche settimane, dopo aver perso un lavoro. Ma al di là del contesto, i temi della storia sono attuali: come si fa ad essere se stessi? Essere costretti a nascoscondersi e dover compiacere gli altri per sopravvivere, è un tema che ha una risonanza universale".
    Il regista Rodrigo Garcìa

    (Albert Nobbs; REGNO UNITO/IRLANDA 2011; drammatico; 113'; Produz.: Chrysalis Films/Mockingbird Pictures/Parallel Film Productions/WestEnd Films; Distribuz.: Videa CDE)

    Locandina italiana Albert Nobbs

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    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Albert Nobbs

    Titolo in lingua originale: Albert Nobbs

    Anno di produzione: 2011

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Rodrigo Garcìa

    Sceneggiatura: Glenn Close e John Banville

    Soggetto: Adattamento dalla piéce teatrale The Singular Life of Albert Nobbs, a sua volta ispirata ad un racconto dell'autore irlandese del XIX secolo George Moore: L'adattamento è a cura della stessa Glenn Close, di John Banville (vincitore del premio Man Booker) e di Gabriella Prekop.

    Glenn Close ha portato Albert Nobbs anche a teatro nel 1982 con la regia di Simone Benmussa.

    Cast: Glenn Close (Albert Nobbs)
    Mia Wasikowska (Helen )
    Jonathan Rhys Meyers (Visconte Yarrell )
    Aaron Johnson (Joe)
    Brendan Gleeson (Dr. Halloran )
    Mark Williams (Sean)
    Maria Doyle Kennedy (Mary)
    James Green (Patrick )
    Janet McTeer (Hubert Page )
    Antonia Campbell-Hughes (Emmy Keyes )
    Pauline Collins (Mrs. Baker )
    Bronagh Gallagher (Cathleen )
    Brenda Fricker (Polly )
    Emerald Fennell (Mrs. Smythe-Willard )
    Annie Starke (Aileen )
    Cast completo

    Musica: Brian Byrne

    Costumi: Pierre-Yves Gayraud

    Scenografia: Patrizia von Brandenstein

    Fotografia: Michael McDonough

    Montaggio: Steven Weisberg

    Effetti Speciali: Kevin Byrne (supervisore)

    Makeup: Clare Lambe

    Casting: Amy Hubbard

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Una donna (Glenn Close) indossa i panni del timido maggiordomo Albert Noobs. Figlia illegittima di genitori di cui non conosce l’identità, si è travestita da uomo per poter lavorare e sopravvivere nell’Irlanda del XIX secolo. Più di trent’anni dopo si ritroverà coinvolta in un insolito triangolo amoroso e prigioniera della sua stessa finzione.

    SHORT SYNOPSIS:

    Glenn Close plays a woman passing as a man in order to work and survive in 19th century Ireland. Some thirty years after donning men's clothing, she finds herself trapped in a prison of her own making.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    QUANDO ANIME RUBATE SI FANNO CORPO E DAL PIU' PROFONDO DEI SILENZI RIESCONO AD URLARE ANCHE LA REGIA SI FA DA PARTE PER UN DOVEROSO RISPETTO. GLENN CLOSE DA OSCAR, MA NON SOLO...

    Con una storia come questa si può anche apparecchiare tavola e decidere di sedersi in disparte ad osservare, spiando con discrezione dall'occhio della cinepresa fattosi 'sottile' come il buco di una serratura, silenzioso e attento ad ogni battito o al più flebile dei respiri. Ma in questo caso, il non intromettersi più di tanto, lasciando le briglie pressoché sciolte, non ha tradito un sintomo di debolezza, non si è rivelato un difetto, bensì un pregio da parte della regia che risponde al nome di Rodrigo Garcia: figlio del celebre scrittore Gabriel García Márquez e già operatore di ripresa per Giovani, carini e disoccupati, Il profumo del mosto selvatico, Piume di struzzo prima di approdare alla regia con

    Le cose che so di lei Passengers - Mistero ad alta quota, Mother and Child. Spessore e portata del dramma personale del personaggio Albert Nobbs che dà il titolo al nuovo film di García, portato in vetta dall'interpretazione viscerale di Glenn Close - in particolare intimità con il soggetto già portato a teatro e di cui cura l'adattamento per il grande schermo dalla pièce teatrale, firmandone anche la sceneggiatura con John Banville - non chiedevano altro che pacata riservatezza e poco chiasso, misurati movimenti di macchina per scoprire carte particolarmente scottanti all'epoca di riferimento che, d'altra parte, sembrano aver mantenuto fino ad oggi le ceneri ancora ben calde. Le sequenze di inizio, in pochi essenziali tocchi, presentano superbamente i chiaroscuri identitari del/della protagonista e ne anticipano quelli della dimensione umbratile e 'claustrofobica', sia dal punto di vista fisico che interiore, non senza serie conseguenze per l'equilibrio psico-emotivo. Dimensione cui, come

    lei, altre donne si vedono costrette a ricorrere, con varianti sul tema, per esigenze di sopravvivenza. Piccole grandi storie di violenze, soprusi e sopraffazione che puzzano di alcolismo e miseria di contraltare ad arrogante ricchezza, leggibili tra le righe di Albert Nobbs e già tragicamente assaporate ad esempio con Le ceneri di Angela (1999, il film diretto dal regista Alan Parker con la magnifica Emily Watson tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Frank McCourt del 1996).

    Nel caso di Albert Nobbs si tratta di un affresco d'epoca che ci restituisce uno spaccato spiccatamente interiorizzato, prima ancora che scenografico, dell'Irlanda nel tardo XIX secolo. Lo spaccato accurato e profondo su cui campeggia, indubbiamente dominante, il personaggio protagonista Albert, in compagnia di molti altri che impariamo a conoscere a fondo in poche sequenze. Personaggi in grado di riflettere piaghe sociali e drammi personali non ancora pronti ad essere definitivamente archiviati negli schedari del

    passato. E come tutte le buone storie del passato - questa, così silente e impenetrabilmente riservata all'apparenza è particolarmente potente - Albert Nobbs finisce per trattare temi sorprendentemente universali e attuali e quel che all'inizio pensavamo non ci riguardasse da vicino, pian piano ci trova invischiati in un solidale coinvolgimento.

    Mentre Albert Nobbs controllato alla stregua di un automa - una sorta di 'robot di servizio' alla Andrew/Robin Williams ne L'uomo bicentenario ma molto meno sorridente in quanto tenuto in piedi da un terrore sotterraneo - si fa avanti negandosi in pubblico la benché minima emozione, persino di fronte ai frequenti, assurdi 'teatrini' degli ospiti dell'albergo, sullo sfondo, eppure sempre in primo piano, incontriamo altre realtà 'in rosa', legate al filo spinato di drammi comuni o alternativi. Tra queste spicca quella della giovane Helen (Mia Wasikowska che ormai da tempo si è lasciata alle spalle il paese delle meraviglie

    di Alice), le cui personali aspirazioni vanno ad infrangersi sullo scoglio di una solitaria condizione di ragazza-madre, non pagata e ricattata grazie alla 'carità cristiana' della direttrice dell'albergo, personaggio emblematico dell'Irlanda bigotta e ipocrita all'insegna del sepolcro imbiancato tutto di facciata (Peter Mullan con Magdalene dal canto suo, ne aveva illustrato aspetti ben più crudi). E poi c'è l'altra sconvolgente realtà dell'imbianchino Hubert Page (Janet McTeer). Realtà in qualche modo sottese e intrecciate alla complessa e dolorosamente visionaria matassa esistenziale di Albert Nobbs. Glenn Close è unica (le auguro di vincere l'Oscar per questa interpretazione magistralmente compressa, sottilmente spiazzante) nel tratteggiarne l'anima, di cui irradia ogni molecola attraverso un percorso che la conduce nel vortice dello sconfinamento, verso la perdita del controllo della dimensione reale, asservita alle nebbie di un sogno di realizzazione personale, all'insegna dell'indipendenza soprattutto finanziaria, oltre che di un'identità interamente da ricostruire (e lo dimostrano i deragliamenti

    'pianificati' più che 'affettivi', e per questo plausibili, ora verso Helen ora verso Page).

    Se Novecento ne La leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore non era mai sceso dalla nave, Albert Nobbs, fatta eccezione per i suoi primi 14 anni, non ha mai conosciuto altra casa se non l'albergo dove ha lavorato da cameriere/a con un sogno ben preciso impiantato in testa come un chiodo alla parete. E se Novecento ha incontrato gli apici di identità e libertà nella musica del suo pianoforte, Albert Nobbs ha potuto almeno assaporare schegge di ritrovata identità ed un senso di libertà impensate, in due sequenze memorabili: quella del tragico racconto di quel che sa e ricorda della sua vita e quella della passeggiata sulla spiaggia di una marina nordica mozzafiato, metafora della desolazione interiore che lascia dentro lo scempio del furto di un'identità libera di potersi esprimere in quanto tale.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringrazia Ornato Comunicazione.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di ALBERT NOBBS

    Links:

    • Glenn Close

    • Brendan Gleeson

    • Jonathan Rhys Meyers

    • Mia Wasikowska

    • Pauline Collins

    Altri Links:

    www.albertnobbs.it

    www.facebook.com/videa

    www.youtube.com/videa

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    Galleria Video:

    Albert Nobbs - trailer

    Albert Nobbs - trailer (versione originale)

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