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QUELLA SERA DORATA: LA VENTIQUATTRESIMA COLLABORAZIONE TRA IL REGISTA JAMES IVORY E LA SCENEGGIATRICE RUTH PRAWER JHABVALA (CAMERA CON VISTA, QUEL CHE RESTA DEL GIORNO, CASA HOWARD), VEDE RIUNITO NEL CAST L'INTRIGANTE TRITTICO CON ANTHONY HOPKINS, LAURA LINNEY E CHARLOTTE GAINSBOURG
RECENSIONE - Dall'8 OTTOBRE
(The City of Your Final Destination USA 2009; drammatico; 118'; Produz.: Merchant Ivory Productions; Distribuz.: Teodora Film)
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Titolo in italiano: Quella sera dorata
Titolo in lingua originale:
The City of Your Final Destination
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: James Ivory
Sceneggiatura:
Ruth Prawer Jhabvala
Soggetto: Tratto dall'omonimo romanzo di Peter Cameron pubblicato in Italia da Adelphi.
Cast: Anthony Hopkins (Adam Gund) Laura Linney (Caroline Gund) Charlotte Gainsbourg (Arden Langdon) Omar Metwally (Omar Razaghi) Hiroyuki Sanada (Pete) Alexandra Maria Lara (Deirdre) Norma Aleandro (Signora Van Euwen) Ambar Mallman (Portia) Norma Argentina (Alma) Luciano Suardi (Dottor Pereira)
Musica: Jorge Drexler
Costumi: Carol Ramsay
Scenografia: Andrew Sanders
Fotografia: Javier Aguirresarobe
Montaggio: John David Allen
Makeup: Wakana Yoshihara
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Omar Razaghi (Omar Metwally) studia all’Università del Colorado e la sua borsa di studio dipende dalla stesura della biografia di Jules Gund, scrittore sudamericano autore di un unico, venerato romanzo. Poiché gli eredi di Gund sono contrari al progetto, Omar viene convinto dalla compagna a raggiungerli nella loro tenuta in Uruguay, per tentare di ottenerne l’approvazione. Al suo arrivo, tuttavia, troverà una serie di situazioni bizzarre e imprevedibili, ordite dagli stravaganti famigliari dello scrittore: Adam (Anthony Hopkins), il fratello cinico e raffinato, Caroline (Laura Linney), la vedova orgogliosa, e Arden (Charlotte Gainsbourg), la giovane amante che da Gund ha avuto una figlia. La presenza del ragazzo finisce per alterare il precario equilibrio della famiglia, facendo riemergere un passato di intrighi e segreti, ma è lo stesso Omar a dover ripensare la propria vita quando nasce l’amore con la bella Arden.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Un sentiero di vite quello che James Ivory mette in atto nella sua nuova opera, e come in Casa Howard i protagonisti sono i sentimenti in una commedia fatta di atti e personaggi shakespeariani.
I loro dialoghi rarefatti dove la pausa vive di pari passo con l’armonia rutilante della natura del luogo e con i ritmi di una casa immersa in un tempo senza età , dove il palco è scenografia fatta di personalità talmente differenti da apparire un discordante corollario di fronte al pacato pulsare naturale.
Mille caratteri che cozzano fra loro e loro malgrado si ritrovano avvinti in una ineluttabile armonia che vagheggia tra la forma e l’interiorità più profonda.
Storie del passato e storie del presente, delle quali sono testimoni la casa, i muri, le opere dipinte, i sentimenti strozzati, gli alberi che frusciano in un vento immobile di passioni e palpiti di prati colti nel ritmo incessante e senza tempo |
delle inquadrature, lente di ingrandimento del regista che indaga puntando alla figura in un passaggio di classici primi e primissimi piani arricchiti talvolta da sinuosi piani sequenza in soggettiva che nelle scene di apertura tratteggiano un punto di vista esterno, come colto dalla pellicola su una steadycam.
Incontri e scambi di campo e controcampo, esuberanza, ironia, compassione, freddezza, intraprendenza e reticenza, solitudine, segreti di famiglia, e quella nostalgia con la quale Ivory coglie il carattere peculiare e più suggestivo della letteratura sudamericana che riecheggia Cent’anni di solitudine, L’amore ai tempi del colera e rimanda sottilmente allo stile di Gonzalez Inarritu, in una rappresentazione però spiccatamente inglese i cui topoi si ritrovano ad uno ad uno nei temi costanti della casa custode di vite e di un Fato alla maniera dei romanzi di Thomas Hardy - e non è un caso che lo stesso Omar lo citi in una delle sue lezioni |
da professore.
Punta di diamante una Laura Linney 'darklady' di se stessa, epica nella scena in cui dà fuoco ai manoscritti e con essi pone fine al passato, il suo, mentre gli altri seguitano a interrogarsi con mille filosofie diverse in un gioco di rincontri e scontri sotto ogni tempo e spazio di diluvio atmosferico e di passioni, fra palco e realtà dove il sogno è un colpo di teatro puro. |
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Galleria Video:
Quella sera dorata - trailer
Il giudizio della critica
The Best of Review
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International Press
“Una commedia dell’arte caustica, frivola, seria e coinvolgente che racconta in maniera toccante, sottile e erotica l’inizio, le esitazioni e i progressi di una storia d’amore. Come ci innamoriamo, come troviamo una casa, e come arriviamo a conoscere o a cambiare noi stessi, sono tutti quesiti che 'Quella sera dorata' si pone abilmente, in questo film caldo e coinvolgenteâ€.
("New York Times")
“Il film raccoglie molti dei valori più preziosi del cinema di Ivory: una scrittura di grande precisione della sceneggiatrice premio Oscar Ruth Prawer Jhabvala; un cast perfetto guidato da Anthony Hopkins; un incedere letterario e appassionante che coinvolge gli spettatori senza mai compromettere la loro intelligenza; una fotografia e una direzione artistica magnifiche; un’eleganza rara nel cinema contemporaneo, unita a un umorismo arguto e originale. Rispetto ad altre opere del regista il film è inoltre più profondamente toccante e emotivamente avvincente, dall’inizio alla fine. Un trionfoâ€.
("New York Observer") |
Italian
Press
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