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LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA: COSI' ANCHE IL TERZO ATTO DELLA TRILOGIA 'MILLENNIUM' RAGGIUNGE LA CELLULOIDE, IN UNA SORTA DI ECO DEL MITO LETTERARIO
RECENSIONE - Dal 28 MAGGIO
(Luftslottet som sprängdes SVEZIA / DANIMARCA / GERMANIA 2009; Thriller; 148'; Produz.: Nordisk Film/Sveriges Television (SVT)/Yellow Bird Films/ZDF Enterprises; Distribuz.: BIM)
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Titolo in italiano: La regina dei castelli di carta
Titolo in lingua originale:
Luftslottet som sprängdes
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Daniel Alfredson
Sceneggiatura:
Jonas Frykberg e Ulf Ryberg
Soggetto: Dal romanzo Luftslottet som sprängdes (La regina dei castelli di carta edita in Italia da Marsilio - Collana 'Farfalle') di Stieg Larsson, il terzo della trilogia "Millennium" dopo Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco.
TRAMA DEL ROMANZO:
La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d'ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su "Millennium" un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi. L'ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all'anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.
Da: (www.libreriarizzoli.corriere.it/libro/larsson_stieg-la_regina_dei_castelli_di_carta_.aspx?)
Cast: Michael Nyqvist (Michael Blomkvist) Noomi Rapace (Lisbeth Salander) Michalis Koutsogiannakis (Dragan Armanskij) Anders Ahlbom (Dr. Peter Teleborian) Lena Endre (Erika Berger) Per Oscarsson (Holger Palmgren) Sofia Ledarp (Malin Erikson) Jacob Ercksson (Christer Malm) Annika Hallin (Annika Giannini) Micke Spreitz (Ronald Niedermann) Georgi Staykov (Alexander Zalachenko) Mirja Turestedt (Monica Figuerola ) Peter Andersson (Nils Bjurman )
Musica: Jacob Groth
Costumi: Cilla Rörby
Fotografia: Peter Mokrosinski
Casting: Tusse Lande
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d'ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su "Millennium" un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi...
Da: (www.wikipedia.org)
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Dopo un avvio in sospeso per il primo episodio cinematografico di quella che oramai è pubblicamente conosciuta, più o meno erroneamente, come “la saga di Millenniumâ€, un netto miglioramento nel secondo che faceva ben presagire per il seguito tutto ritmo, introspezione e analisi trascinante, Alfredsson, (e dire che in Lasciami era riuscito alla perfezione a trasmettere storia e personaggi), nella sua libera interpretazione non riesce a fare meglio nel terzo ed ultimo film della serie.
Se i libri fossero stati quattro, la rassegnazione a questo punto avrebbe preso il sopravvento.
Occasione del tutto sprecata quella che invece si poteva prospettare come qualcosa di più che un evento di pubblico dominio, ma che poteva segnare la svolta nel trattamento della trama thriller vista una volta tanto non solo dal punto di vista europeo o americano ma anche tutto nordico, un mondo che si nutre di spazi e tempi e personaggi spesso non troppo |
distanti dalla nostra realtà , ma che possono essere descritti e caratterizzati in modo anche molto diverso.
La serie di Larsson porta in sé la possibilità di mostrare al mondo gli aspetti oscuri di una società che non esiste solo nel nostro piccolo cosmo mediterraneo o nella cronaca internazionale più conosciuta, ma anche in una società non svelata in tutti i suoi aspetti che è la Svezia.
Se infatti lo scrittore riesce nei suoi libri a far trapelare tutto questo ed insieme alla denuncia anche i contenuti, la morale, attraverso un fitto numero di personaggi che popolano le vicende e nelle quali ciascuno occupa e tributa una parte importante della storia mettendo a nudo la propria personalità in dettaglio e con espressivo realismo, tutt’altro si può dire della trasposizione cinematografica.
Il solo secondo episodio pareva infatti avere intrapreso il giusto cammino, ma il terzo e più complesso intrico di vicende si vede invece inciampare |
sul gradino più alto ed importante.
A cominciare da un’apertura ed una chiusura da noir, con un panorama buio di una Stoccolma che sembra New York, accompagnata da schermo scuro con titoli di coda ed apertura ed una musica greve e pesante, per poi proseguire in parti di vicenda narrate a pezzi nei quali è difficile, per chi non conosce il libro, districarsi ed intravedere il lumicino della verità che resta dietro i fatti.
L’errore più grossolano è subito percepibile, d’altronde, nella scelta di eliminare in poche scene un personaggio cardine dell’intera storia, togliendo fiato ad una parte di narrazione forte, introspettiva ed estremamente umana che vedeva protagonista Lisbeth bloccata in un letto di ospedale.
Mancano, e si avverte immediatamente, tutte quelle sensazioni della giovane protagonista alle prese con la consapevolezza di aver il padre-assassino al di là della parete della propria stessa stanza, forse in fin di vita, forse con |
meno danni di lei; manca il dubbio, la riflessione, il rapporto con l’avvocato e con il medico curante ai quali piano piano la reticente Lisbeth va svelando la propria personalità .
Allora forse ci si aspetta che sia dato spazio all’indagine, ma ci si ritrova in un intricato gioco di personaggi impegnati in dialoghi che vorrebbero svelare le trame ordite ai danni di Millennium di Lisbeth stessa, vorrebbero svelare il suo passato e quello del padre, quello della sezione segreta cresciuta negli anni sessanta in seno ai servizi segreti nazionali, ma nulla di tutto questo arriva, nulla è chiaro per lo spettatore.
Per chi ha letto il libro invece, il film si trasforma presto in una lenta agonia di tempi che non terminano mai ma che lasciano anche in sospeso più di una questione, a cominciare dal titolo che non viene affatto sfruttato, ma lasciato letteralmente da parte.
Nessun accenno ai nomi in |
codice, alla fitta rete di interscambi febbrili tramite internet fra Lisbeth, Mikael e il gruppo degli hacker; impossibile arrivare a spiegare i “castelli di carta†senza fare allusione ai “cavalieri della tavola balordaâ€.
Blomkvist poi assume in queste vicende un ruolo frenetico quanto inespressivo, e Lisbeth stessa viene relegata ad una parte ripescata di tanto in tanto perché dell’avvincente vicenda che si dipana mano a mano e del suo salvataggio sofferto non c’è nessuna traccia.
Non entrano nemmeno in scena, (se non per comparse quasi mute, anche di contenuti ed apporti alla storia), le bellissime figure dei detective della polizia, attivamente impegnate da inizio a fine nell’indagine, da Sonja Modig a Monica Figuerola, l’ispettore Bublanski, o all’organico della Milton Security, come Susanne Linder e Dragan Armanskji; e d’altronde sono nulla più che lettere le minacce rivolte ad Erika Berger, perché troppo e troppo in fretta corre la storia, in rapidi salti, tra |
un taglio e l’altro ed un insieme convulso di cuciture a cui fa da contraltare un dilatarsi di tempi estenuante, falsato da un ritmo che non c’è e che con il thriller ha ben poco a che spartire.
Questo non è proprio il libro scritto da Larsson.
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Links:
Altri Links:
Sito ufficiale:
www.lareginadeicastellidicarta-ilfilm.it
Galleria Fotografica:
La regina dei castelli di carta - trailer.flv
La regina dei castelli di carta - trailer 2.flv
La regina dei castelli di carta - clip 1.flv
La regina dei castelli di carta - clip 2.flv
La regina dei castelli di carta - clip 3.flv
La regina dei castelli di carta - clip 4.flv
La regina dei castelli di carta - clip 5.flv
La regina dei castelli di carta - clip 6.flv
La regina dei castelli di carta - clip 7.flv
La regina dei castelli di carta - clip 8.flv
La regina dei castelli di carta - clip 9.flv
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