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    GRAN TORINO: CLINT EASTWOOD REGISTA E ATTORE PER UN'ALTRA STORIA DAI SENTIMENTI FORTI

    "Non avevo in programma molti altri film come attore, in realtà. Ma questo film aveva un ruolo perfetto per la mia età ed il personaggio sembrava costruito su misura per me, anche se non era così. E mi è piaciuto molto il copione. Ha molti colpi di scena ed anche situazioni divertenti che strappano molte risate".
    Il regista e attore Clint Eastwood

    (Gran Torino USA 2008; Thriller drammatico d'azione; 98'; Produz.: Double Nickel Entertainment/Gerber Pictures/Malpaso Productions/Media Magik Entertainment/Village Roadshow Pictures/Warner Bros.; Distribuz.: Warner Bros.)

    Locandina italiana Gran Torino

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Gran Torino

    Titolo in lingua originale: Gran Torino

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Clint Eastwood

    Sceneggiatura: Nick Schenk

    Soggetto: Storia di Dave Johannson e Nick Schenk

    Cast: Clint Eastwood (Walt Kowalski)
    Geraldine Hughes (Karen Kowalski)
    Cory Hardrict (Duke)
    John Carroll Lynch (Barber)
    Doua Moua (Fong / Spider)
    Dreama Walker (Ashley Kowalski)
    Brian Haley (Mitch Kowalski)

    Musica: Kyle Eastwood e MIchael Stevens (orchestrata e diretta da Lennie Niehaus)

    Costumi: Deborah Hopper

    Scenografia: James J. Murakami

    Fotografia: Tom Stern

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Walt Kowalski (Clint Eastwood) è un reduce della guerra di Corea, di carattere burbero e spavaldo. Una delle sue più grandi passioni è la propria Ford Torino, modello classico del 1972, custodita in garage. Walt non mostra pudore nel manifestare il proprio sentimento anticoreano, nato durante la sua campagna in Corea, quando vide morire suoi amici per mano dei nemici. A peggiorare la situazione, il quartiere da lui abitato negli ultimi anni è diventato il principale centro suburbano della comunità coreana, e le bande giovanili lo infastidiscono molto. Dopo aver salvato dei coreani da una delle bande del quartiere, Kowalski si trova nei guai e comincia a essere perseguitato da questi. E' così che i coreani salvati da Walt decidono di aiutarlo, diventandogli amico e aiutandolo ad abbandonare l'odio nei loro confronti.

    IN DETTAGLIO:

    Eastwood interpreta il ruolo di Walt Kowalski, un reduce della Guerra di Corea di carattere burbero e spavaldo, che si trova a fare i conti con un mondo in continuo mutamento, costretto dai suoi vicini di casa che sono emigranti a confrontarsi con i suoi pregiudizi in lui ben radicati.
    Meccanico in pensione, Walt Kowalski riempie le sue giornate facendo dei piccoli lavori di riparazione nelle case, bevendo birra e recandosi una volta al mese dal barbiere. Nonostante l’ultimo desiderio espresso dalla moglie, ormai deceduta, fosse che il marito si confessasse, per Walt—che tiene il suo fucile M-1 sempre pronto e carico—non c’è nulla da confessare. E non c’è nessuno di cui si fidi abbastanza per confessarsi, ad eccezione del suo cane Daisy.
    Le persone che un tempo erano i suoi vicini di casa sono ormai quasi tutte morte oppure si sono trasferite altrove e sono state sostituite da immigrati provenienti dal sudest asiatico, che lui disprezza. E’ pieno di risentimento per quasi tutto quello che vede intorno a sè: le grondaie spioventi, i prati incolti e pieni di vegetazione, le facce di stranieri che lo circondano, le bande senza meta di adolescenti Hmong, latinoamericani e afro-americani che pensano che tutto il quartiere sia loro, il modo in cui i suoi figli siano diventati dei perfetti estranei, Walt aspetta solo che il resto della sua vita passi.
    Fino alla notte in cui qualcuno cerca di rubargli la sua Gran Torino del ‘72.
    Ancora splendente e scintillante come il primo giorno la Gran Torino mette a rischio la vita del suo vicino di casa adolescente, il timido Thao (Bee Vang) quando la banda di teppisti asiatici costringe il ragazzo a cercare di rubare la macchina.
    Ma Walt si trova in mezzo tra il furto e la banda, diventando suo malgrado l’eroe del quartiere, soprattutto per la madre di Thao e per sua sorella più grande, Sue (Ahney Her), che insistono affinché Thao si metta a lavorare per Walt per fare ammenda del tentativo di furto. Nonostante all’inizio Walt non voglia avere nulla a che fare con queste persone, alla fine cede e fa lavorare il ragazzo insieme a lui nel quartiere, dando il via ad un’amicizia improbabile che cambierà le loro vite.
    Attraverso l’incessante gentilezza di Thao e della sua famiglia, Walt alla fine comprende alcune verità sulle persone che gli vivono accanto. E su sé stesso. Queste persone, rifugiati dal passato terribile, hanno molte cose in comune con Walt, più di quante l’uomo non abbia con la sua famiglia e gli rivelano aspetti del suo animo che non erano mai riaffiorati dai tempi della Guerra…. come la Gran Torino che era stata custodita al riparo nel suo garage.

    Dal >Press-Book< di Gran Torino.

    Commento critico (a cura di GIULIA CANTARINI)

    L’ultimo film di Clint Eastwood (e a quanto pare sarà davvero il suo ultimo film, almeno come attore) racconta una storia di redenzione e di formazione in chiave di commedia drammatica: il suo veterano burbero e razzista ci regala occasioni di oltraggioso divertimento all’insegna del politically-incorrect (ce n’è per tutti: preti cattolici, luterani, asiatici, latini, afroamericani, italiani e irlandesi) e momenti di intensa commozione. Lo sceneggiatore Nick Schenk è alla sua prima esperienza cinematografica, e si sente, ma se si chiude un occhio sui didascalismi ci si può godere senza ulteriori intoppi i pregi del film: lo stile narrativo lineare di un grande regista che ha sempre messo al primo posto la storia; la scoperta della cultura della comunità Hmong (riprodotta fedelmente tanto nell’opera dello scenografo James J. Murakami e della costumista Deborah Hopper, quanto in quella degli attori, essi stessi Hmong); la splendida canzone originale (unica candidatura ai Golden

    Globe del film) Gran Torino, scritta dal regista con il figlio Kyle e il compositore Michael Stevens; l’ottima interpretazione del protagonista, nella sua evoluzione da misantropo mugugnante in eroe del quartiere suo malgrado, da sgarbata figura paterna in giustiziere pronto al sacrificio. Se davvero questo è il suo ultimo film da attore, ci mancherà.

    Commenti del regista

    Riguardo al suo personaggio, Walt Kowalski:

    "Walt ha lavorato sodo ed i suoi figli sono cresciuti abbastanza bene. Ha perso la moglie ed ora si sente come un estraneo rispetto ai figli ormai grandi. Sono andati via di casa e lo hanno lasciato solo e lui si sente in un certo qual senso di troppo. Ma a loro difesa, bisogna dire che Walt non è un tipo facile da gestire perché è molto litigioso ed ovviamente, i suoi nipoti hanno i piercing e tutte le cose dei ragazzi moderni e lui non condivide nulla di tutto ciò".

    Un'auto per amica:

    "La Gran Torino rappresenta il suo orgoglio e la sua gioia. Walt in un certo senso è la Gran Torino. Non ci fa nulla con questa macchina se non lasciarla ferma in garage. Ma ogni tanto la scopre e la lucida. Walt con un bicchiere di birra e di fronte alla sua macchina: in questa fase della sua vita è la cosa migliore che gli rimane".

    il quartiere si è trasformato:

    "Walt è molto, molto seccato del modo in cui il suo mondo è cambiato. L’uomo è cresciuto in un quartiere del Michigan che era abitato da gente che lavorava nel mondo delle automobili, come lui, probabilmente una maggioranza di polacchi americani, proprio come lui. E quindi, quando vede che il suo quartiere sta cambiando, si sente sfiduciato".

    Commenti dei protagonisti:

    CHRISTOPHER CARLEY (Padre Janovich):

    "Scherzo sempre sul fatto che la mia parte di fondo sia quella di farmi trovare sulla porta e di far sì che Clint Eastwood me la sbatta in faccia... Padre Janovich cerca di avvicinarsi a Walt senza sapere bene come fare, o come indurre Walt a parlare almeno con lui. Walt non si lascia influenzare dal fatto che si tratti di un uomo di chiesa. Lo ritiene un uomo 'di ventisette anni, vergine e troppo colto'. Walt gli fa capire senza mezzi termini che il modo solito di trattare con le persone con lui non funzionerà".

    Altre voci dal set:

    Lo sceneggiatore NICK SCHENK A proposito del personaggio di Clint Eastwood, Walt Kowalski:

    "Walt potrebbe essere un po’ il maestro che tutti hanno avuto, o addirittura tuo padre che ti osserva mentre stai aggiustando la bicicletta. Penso che ognuno di noi conosca un tipo di questo genere... La cultura Hmong è quasi invisibile... Walt in Corea ha fatto cose che lo ossessionano e rivede quei volti nei suoi vicini. Per Walt, tutti gli asiatici sono uguali, sono tutti mischiati al frullatore. E però gli succede di avvicinare una cultura che non ha volto e man mano che la conosce, inizia a riflettere su ciò che gli è accaduto nelle sue esperienze personali in Corea".

    Il produttore BILL GERBER:

    "Clint si è sempre occupato delle questioni complesse delle razze, della religione e del pregiudizio, e lo ha fatto in modo onesto, che a volte poteva sembrare politicamente scorretto ma che è stato sempre molto autentico. Considerando appunto la familiarità di Clint con questi argomenti, si capisce bene che in Walt c’è molto più di ciò che appare in superficie. Si parte da un buio iniziale e poi si comincia a vedere chi è realmente, grazie al rapporto con queste persone".

    Bibliografia:

    Sito ufficiale: www.grantorinomovie.co.uk

    Links:

    • Clint Eastwood (Regista)

    • Clint Eastwood

    • John Carroll Lynch

    • Cory Hardrict

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    Galleria Video:

    Gran Torino.mov

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