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    ULTIMATUM ALLA TERRA: REMAKE DELL'OMONIMO FILM SCIFI DEL 1951. NELL'ODIERNA VERSIONE E' KEANU REEVES A VESTIRE I PANNI DELL'ALIENO KLAATU PORTAVOCE DELLO SCOMODO MESSAGGIO ALL'UMANITA'

    "L’intero genere della fantascienza in America negli anni cinquanta era costruita per rafforzare le paure occidentali verso il blocco sovietico. Gli ‘altri’ di cui avere paura erano sempre una metafora del comunismo. La cosa notevole di 'Ultimatum alla Terra' [versione originale del 1951, n.d.r.] è che riteneva responsabili tutti in uguale maniera. L’altro di cui aver paura eravamo noi stessi, la natura dell’uomo e la terribile violenza di cui è capace".
    Il produttore Erwin Stoff

    "“Sono un grande fan del film originale. Era veramente interessante, originale e progressista per la sua epoca, considerando gli effetti visivi, il modo in cui
    commentava le tensioni della Guerra Fredda di quel periodo e l’idea di vedere l’umanità dal punto di vista di uno straniero assoluto. Ritengo che la gente dovrebbe conoscere questa storia e il remake era un’opportunità fantastica di raccontarla nuovamente in un modo che affrontasse i problemi e i conflitti che ci coinvolgono attualmente
    ".
    Il regista Scott Derrickson

    "Non c’è nulla che il film originale dica sull’umanità che non sia moderno e
    contemporaneo per la nostra generazione di spettatori cinematografici. Sono le
    modalità con cui ora abbiamo la capacità di distruggerci che sono cambiate. La prova che stiamo facendo dei danni potenzialmente irreparabili all’ambiente è pressoché certa. Le sfide che affrontiamo oggi non sono meno spaventose e se falliremo, le conseguenze saranno altrettanto letali di quelle che abbiamo vissuto prima della conclusione della Guerra fredda
    ".
    Il produttore Erwin Stoff

    (The Day the Earth Stood Still USA 2008; SciFi drammatico; 103'; Produz.: Earth Canada Productions/Twentieth Century-Fox Film Corporation; Distribuz.: 20th Century Fox)

    Locandina italiana Ultimatum alla terra

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Ultimatum alla terra

    Titolo in lingua originale: The Day the Earth Stood Still

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Scott Derrickson

    Sceneggiatura: David Scarpa

    Soggetto: Dal Romanzo di Harry Bates

    Cast: Keanu Reeves (l'alieno Klaatu)
    Jennifer Connelly (la microbiologa Helen Benson)
    Jon Hamm (Michael Granier)
    Kathy Bates (Regina Jackson)
    John Cleese (Prof. Barnhardt)
    Jaden Smith (Jacob Benson)
    Kyle Chandler (John Driscoll)
    Lorena Gale (scienziata)

    Musica: Tyler Bates

    Costumi: Tish Monaghan

    Scenografia: David Brisbin

    Fotografia: David Tattersall

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    "La celebre scienziata Helen Benson (Jennifer Connelly) si ritrova faccia a faccia con un alieno chiamato Klaatu (Keanu Reeves), che ha viaggiato nell’universo per avvertire l’umanità di un’imminente crisi globale.
    Quando delle forze che sfuggono al controllo di Helen ritengono ostile l’extraterrestre e gli negano la possibilità di parlare ai leader del mondo come aveva richiesto, lei e il figliastro Jacob (Jaden Smith), con cui è in cattivi rapporti, scoprono rapidamente le conseguenze mortali della frase di Klaatu, che si reputa “un amico della Terra”.
    Ora Helen deve trovare un modo di convincere questa entità che è stata inviata per distruggerci che l’umanità in realtà merita di essere salvata. Ma potrebbe essere troppo tardi. Il processo ha avuto inizio".

    Dal >Press-Book< di Ultimatum alla Terra

    Commento critico (a cura di PAOLO LOMBARDI)

    Il terreno era indubbiamente alquanto scivoloso. Imbarcarsi nella rivisitazione contemporanea di un classico di fantascienza come quello del celebre Ultimatum alla terra che il leggendario regista Robert Wise diresse nel 1951, non era di certo un’operazione priva di rischi. La pellicola originale all’epoca fu difatti considerata ‘rivoluzionaria’ e fu anche in grado di diffondere un tale clamore, come ben sappiamo, da influenzare generazioni di appassionati ma anche di autori di spicco del genere fantascientifico. Un genere preposto più a rispondere alle nostre domande esistenziali, alle nostre paure e speranze rapportate all’esistenza di altre forme di vita nello spazio, che non alle esigenze dettate dal puro intrattenimento. E questo sia in letteratura che nel cinema. Perciò questa nuova versione del regista Scott Derrickson (The Exorcism of Emily Rose) non si prova neppure a rinnegare questo ruolo ricoperto da sempre dalla fantascienza. Anzi, ne rimarca semmai le coordinate rendendo la questione un’ipotesi

    possibile ed attuale.

    Per sua stessa ammissione, più che consapevole di quanto fosse e sia tuttoggi amato il film originale, Derrickson ha cercato deliberatamente di mantenere nella sua rivisitazione certi elementi iconici come l’astronave, la tuta spaziale e il robot Gort. Ma non ha evidentemente resistito, anche per conferire armonia alle innovazioni apportate alla storia con la sua nuova versione, a riproporli rivisti e corretti alla luce dell’epoca considerata: la Manhattan odierna. Là dove ogni cosa è al suo posto: il Presidente degli Stati Uniti, le cui scelte si intuiscono dalla reazione del suo Segretario alla Difesa, qui autoritariamente vestito da Kathy Bates secondo i nostri odierni parametri per i quali ‘aggredire’ è sempre la prima migliore mossa di approccio naturale, e dove gli studi sulle eventuali forme di vita nello spazio non sono mai stati dismessi, come attesta il lavoro della scienziata Helen Benson, tra gli altri, incarnata con devozione

    da Jennifer Connelly, arricchendo il suo personaggio con sfaccettature di marca privata assestate sulla giovane donna vedova, madre in difficoltĂ  con un figlio alquanto difficile da educare.

    Rivisitazione questa per la quale Derrickson sembra essersi ispirato ad altri classici elementi di genere, scelti in quanto carichi di simbolismi utili ad arricchire la portata del messaggio. Risponde in tal senso la scelta di dotare di ciclopiche proporzioni il ‘metallico’ robot Gort, di una potenza devastante soprattutto in seguito alla sua trasformazione di una microfrantumazione fino a farsi sabbia in tempesta la cui portata distruttiva assume proporzioni bibliche ma non apocalittiche. La nascita di insetti metallici dalla sua materia pure ci richiama la matrice biblica delle piaghe d’Egitto (invasione corrosiva delle cavallette). Matrice che sembra aleggiare anche sulla rivisitazione della tuta spaziale in grado di disciogliersi in una sorta di sostanza viscosa simile a gelatina, quasi a richiamare placenta e liquido amniotico

    del grembo materno umano, parafrasando la ‘rinascita’ dell’alieno in e per la Terra. Fonte ancor più esplicita con la rivisitazione dell’altro elemento iconico chiave: l’astronave. Proprio questa assume qui le sembianze di una sfera con un contenuto cosmico in movimento ben visibile, una sorta di finestra aperta sull’immensità dell’universo, peraltro in una stupenda risoluzione estetica, che non si limita ad un solo prototipo: si moltiplica di numero con diverse localizzazioni sul pianeta Terra, in base alla sua funzione. Queste sfere difatti non sono altro che delle arche adibite a conservare ogni specie animale e vegetale vivente sulla Terra. Il richiamo biblico è dunque più che evidente. Specie da conservare per la nuova vita, in programma una volta cancellato dal nostro pianeta il genere umano, cui è stato dato tempo sufficiente per dimostrare di non essere fondamentalmente distruttivo e dannoso per l’equilibrio dell’universo.

    Tra le varianti sul tema, estremamente significativo a

    questo proposito si profila l’incontro e lo scambio di idee imbastito proprio sul genere umano dall’anziano signore che si rivela essere a sua volta un alieno vissuto per settant’anni sulla Terra con lo scopo di studiare il comportamento della razza umana, e il celebre alieno Klaatu, qui interpretato senza sbavatura alcuna da Keanu Reeves, mantenendo, forse accresciuto di segno, quel tocco di criptico controllo emozionale che distingue la razza aliena da quella umana.
    Ed è proprio quell’elemento chiave che alla fine ci verrà in soccorso, riuscendo a far vedere anche ad occhi alieni quanto l’essere umano terrestre sia ricco e complesso contenitore di un amalgama infinito di contraddizioni. “C’è dell’altro in voi, l’ho capito adesso”, dovrà ammettere Klaatu di fronte al pianto e alla disperazione del bambino a distanza di tempo per la perdita del padre, dimostrando quanto l’impulso distruttivo alle volte possa nascere da una sofferenza interiore, da un’esigenza

    di difesa alimentata dalla paura e da un forte senso di solitudine e di impotenza malgrado di fatto con persone accanto a noi o persino travolti dalla folla. Se saremo risparmiati e persino un alieno riesce a vedere una luce in fondo al tunnel, tale da evitarci la categorica etichetta dei ‘senza speranza’ è perché “a un passo dal baratro, cambiamo tutti”.

    Commenti del regista

    "Il film originale nasceva in un’epoca in cui c’era terrore riguardo alle armi nucleare. Oggi le armi nucleari esistono ancora, ma non si è giunti alla catastrofe che si temeva, quelle armi non sono state impiegate. Ritengo che l’essere umano, in situazioni estreme e di grande sofferenza, sia portato a fare scelte decisive, che però sono saggie e giuste. Oggi l’attenzione del film si sposta sulla questione ecologica, tra 60 anni, forse, ci sarà un’altra versione del film su altri argomenti, e l’uomo per allora sarà riuscito a risolvere il quesito che abbiamo posto in questo film".

    Commenti dei protagonisti:

    KEANU REEVES (Klaatu): "Nell’immaginare nuovamente questo film, abbiamo avuto l’opportunità di catturare un’autentica tensione che la gente avverte, una preoccupazione contemporanea legata al fatto che il modo in cui viviamo potrebbe avere delle conseguenze disastrose per il pianeta. Sento che questo film rappresenta una risposta a queste ansie. E’ uno specchio che mostra il rapporto che abbiamo con la natura e ci chiede di guardare all’impatto che abbiamo sul pianeta, per la sopravvivenza della nostra specie e delle altre".

    Altre voci dal set:

    ERWIN STOFF (produttore): “Una delle cose particolari della storia è che viene narrata dalla prospettiva di un alieno. Abbiamo visto tanti film sugli alieni, ma raramente ci siamo visti nei panni di un alieno".

    Links:

    • Scott Derrickson (Regista)

    • Kathy Bates

    • Jennifer Connelly

    • Keanu Reeves

    • Kyle Chandler

    • Jon Hamm

    • Jaden Smith

    • ULTIMATUM ALLA TERRA - INTERVISTA al regista SCOTT DERRICKSON e all’attore protagonista KEANU REEVES (Interviste)

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    Galleria Video:

    Ultimatum alla Terra.mov

    Ultimatum alla terra (versione originale 1951) - The Day the Earth Stood Steel.flv


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