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    Home Page > Movies & DVD > Io sono leggenda

    'IO SONO LEGGENDA': PAROLA DI WILL SMITH. LO SCENARIO E' DEL TIPO POST-APOCALITTICO, LA' DOVE LA FANTASCIENZA DIVENTA ALLEGORIA. COSI', ATTRAVERSO IL SOFFERTO PERCORSO DELL'ULTIMO UOMO SULLA TERRA, SI SCOPRE UN AFFRESCO SULLA NATURA DELL'UMANITA'

    "Contiene così tanti generi al suo interno: horror, fantascienza, e quel meraviglioso personaggio. La psicologia dell’ultimo uomo sulla terra mi ha sempre incuriosito. La distanza fisica, emotiva e spirituale che Robert Neville deve percorrere per sopravvivere offre la meravigliosa opportunità di raccontare una storia universale sulla natura dell’umanità".
    L'attore Will Smith

    "L’idea di un uomo che sopravvive solo e disperato in un ambiente urbano moderno mi affascinava e mi ha spinto a esplorarla attraverso un film. ‘Io sono Leggenda’ è la storia estrema di un uomo contro il mondo, e questo è il motivo per il quale questa storia continua a catturare l’attenzione della gente a distanza di più di mezzo secolo da quando è stata scritta".
    Il regista Francis Lawrence

    (I Am Legend USA 2008; fantascienza apocalittica; 101'; Produz.: 3 Arts Entertainment/Heyday Films/Original Film/Warner Bros; Distribuz.: Warner Bros)

    Locandina italiana Io sono leggenda

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    Celluloid Portraits:



    “My name is Robert Neville. I am a survivor living in New York City. If there is anybody out there… anybody. Please. You are not alone.†Synopsis: Robert Neville (Will Smith) is a brilliant scientist, but even he could not contain the terrible virus that was unstoppable, incurable, and man-made. Somehow immune, Neville is now the last human survivor in what is left of New York City and maybe the world. For three years, Neville has faithfully sent out daily radio messages, desperate to find any other survivors who might be out there. But he is not alone. Mutant victims of the plague — The Infected — lurk in the shadows… watching Neville’s every move… waiting for him to make a fatal mistake. Perhaps mankind’s last, best hope, Neville is driven by only one remaining mission: to find a way to reverse the effects of the virus using his own immune blood. But he knows he is outnumbered… and quickly running out of time.

    Titolo in italiano: Io sono leggenda

    Titolo in lingua originale: I am Legend

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Francis Lawrence

    Sceneggiatura: Mark Protosevich e Akiva Goldsman

    Soggetto: Dal romanzo (I Am Legend, 1954) di Richard Matheson (riedito in Italia da Fanucci: Io sono leggenda, 2005)

    DETTAGLI:

    È il 1976. Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua non è una vita normale. Soprattutto dopo il tramonto. Perché Neville è l’ultimo uomo sulla Terra. L’ultimo umano sopravvissuto, in un mondo completamente popolato da vampiri.
    Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue.
    Ma con il sorgere del sole è lui a dominare un gioco crudele e di meccanica ferocia, scandito dalle luci e dalle ombre di un tempo sempre uguale a se stesso e che impone la ripetizione di un rituale sanguinario. In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.

    Cast: Will Smith (Neville)
    Alice Braga (Anna)
    Charlie Tahan (Ethan)
    Salli Richardson (Zoe)
    Willow Smith (Marley)
    Darrell Foster (Mike - scorta militare)
    April Grace (Personalità televisiva)
    Dash Mihok (Alpha maschile)
    Joanna Numata (Alpha femminile)
    Abbey (Sam)
    Kona (Sam)
    Samuel Glen (autista militare)
    James McCauley (Evacuatore uomo)
    Marin Ireland (Evacuatrice donna)
    Pedro Mojica (Sergente)
    Cast completo

    Musica: James Newton Howard

    Costumi: Michael Kaplan

    Scenografia: David Lazan, Naomi Sholan

    Fotografia: Andrew Lesnie

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Il brillante scienziato Robert Neville (Will Smith), è l'unico umano sopravvissuto di tutta la popolazione di New York, i quanto immune dal virus che ha causato la nefasta epidemia. Gli infetti - le vittime mutanti del contagio - si nascondono nell'ombra e seguono ogni sua mossa. Robert sa perfettamente di essere in netto svantaggio rispetto agli altri: è da solo e il tempo a disposizione è pressocché agli sgoccioli. Ma la speranza è l'ultima a morire e non intende darsi per vinto: tenterà ogni via possibile per invertire gli effetti del virus usando il proprio sangue immune dal contagio...

    IN DETTAGLIO:

    "Robert Neville (Will Smith) è un brillante scienziato, che purtroppo non riesce a contenere il terribile virus irrefrenabile e incurabile creato dagli esseri umani. Per qualche strano motivo Neville ne è immune ed è l’ultimo uomo sopravvissuto in ciò che rimane di New York City e forse del mondo. Per tre anni, Neville invia giornalmente e instancabilmente messaggi radio, cercando disperatamente altri eventuali sopravvissuti che potrebbero essere là fuori. Ma non è solo. Le vittime mutanti dell’epidemia – gli Infetti – si aggirano tra le ombre… spiando tutte le mosse di Neville… aspettando che compia lo sbaglio fatale. Come ultima speranza per tutto il genere umano, Neville è guidato da un’unica missione: trovare il modo di contrastare gli effetti del virus usando il proprio sangue immune. Ma sa di essere in inferiorità numerica… e di avere pochissimo tempo a disposizione".

    Dal >Press Book< di Io sono leggenda

    Nota: Si ringrazia Valerio Roselli (Ufficio Stampa Warner Bros. Italia)

    SYNOPSIS:

    Robert Neville (Will Smith) is a brilliant scientist, but even he could not contain the terrible virus that was unstoppable, incurable, and man-made. Somehow immune, Neville is now the last human survivor in what is left of New York City and maybe the world. For three years, Neville has faithfully sent out daily radio messages, desperate to find any other survivors who might be out there. But he is not alone. Mutant victims of the plague — The Infected — lurk in the shadows… watching Neville’s every move…waiting for him to make a fatal mistake. Perhaps mankind’s last, best hope, Neville is driven by only one remaining mission: to find a way to reverse the effects of the virus using his own immune blood. But he knows he is outnumbered… and quickly running out of time.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTi)

    DEL LEGGENDARIO CLASSICO DI FANTASCIENZA DI MATHESON IL REGISTA FRANCIS LAWRENCE CON LA STAR PROTAGONISTA WILL SMITH, RISCATTANO, DI CONTRO AL TIMBRO NICHILISTA DEL LIBRO, L’INESAURIBILE E SORPRENDENTE POTENZIALE UMANO NEL BENE E NEL MALE. IN QUESTA RIVISITAZIONE CONTEMPORANEA IN CHIAVE POSITIVO-MISTICA CI SI PROVA A RIALLINEARE - SOLO IDEALMENTE PERO’, SENZA LA PRETESA DI AFFRONTARE SERIAMENTE IL TEMA - I DUE BINARI NORMALMENTE DISGIUNTI DI SCIENZA E FEDE, LA’ DOVE L’IMPEGNO E L’INTELLIGENZA DELL’UOMO, QUI POTENZIALMENTE SEMPRE IN GRADO DI ‘SISTEMARE LE COSE’, NON SONO SVINCOLATI DAL ‘DISEGNO DIVINO’, CHE NON INTERVIENE AD EVITARE CATASTROFI, MAGARI PROVOCATE DALL’UOMO STESSO COME IN QUESTO CASO, MA RESTA COMUNQUE AL SUO FIANCO PER AIUTARLO, APPUNTO, ‘A SALVARE IL SALVABILE’, QUANDO POSSIBILE. PER ARRIVARE A QUESTO MESSAGGIO CONCLUSIVO SI DOVRA’ PASSARE PER UN VIATICO DI SOPRAVVIVENZA CONDITO DAI DEVASTANTI EFFETTI COLLATERALI DELL’ISOLAMENTO PROLUNGATO E, ANCHE L’APERTURA VERSO LA SPERANZA, RICHIEDERA’ IL SUO SACRIFICIO.



    Non vi aspettate un film strabiliante. E non vi aspettate neppure, se per caso avete letto il classico di Richard Mathison (1954), cui il film di Francis Lawrence (Constantine, 2005) si ispira, un riscontro particolarmente aderente tra libro e celluloide. Dopo altri due precendenti film di epoche diverse, pure ispirati a Matheson - L’ultimo uomo della terra (1964) e 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra (1971) - questa nuova versione di Io sono leggenda, assume una connotazione decisamente radicata nella contemporaneità e, soprattutto, non intende arrendersi di fronte alla possibile e anche alquanto plausibile, sconfitta dell’umanità. In tal senso, il film attuale si contrappone decisamente alla sua fonte di riferimento, in nome della fede appuntata su un preciso messaggio: l’uomo ha in mano il potere di ‘sistemare le cose’. Ha sempre la possibilità di poterlo fare se solo lo vuole. Così come può incasinare le cose - vedi l’origine della

    diffusione del virus, di cui l’uomo è responsabe malgrado i benefici intenti - può anche sistemarle, con il suo impegno e … con l’aiuto di Dio. Eh si, perché questo film ha anche il pregio di provarsi a far incontrare su uno stesso binario le linee di norma disgiunte di Scienza e Fede. Senonchè questo film ha anche il difetto di farlo in modo superficiale e rapido come un volo d’uccello, didascalico e tecnico come la maggior parte delle dinamiche interattive dell’intera rivisitazione del soggetto. Rivisitazione che per certi versi sembra figlia dell’inventiva di John Carpenter che sul tema ha fatto strada, aggiornata sulla favolistica più glamour dei nostri tempi quale Il signore degli anelli: l’estetica del mitico personaggio Smigol/Gollum sembra aver detto molto al regista di Io sono leggenda per realizzare gli stuoli dei vari ‘contagiati’, trapassati e tornati in vita con l’unica aspirazione di sopravvivere succhiando il

    sangue altrui. Neo-vampiri lividi come la morte, larve umane esangui aggressive quanto basta a rendere come si deve l’idea di una latente insania fisico-mentale che li assimila più a belve feroci che a uomini e donne: folle inconsulte e fameliche brulicanti le notti cittadine di New York e dell’isola di Manhattan, ridotte a nuove giungle infernali. E queste sono dunque le nuove regole e anche i nuovi imput del sopravvissuto Neville: si ritrova - solo in pieno giorno, naturalmente - a cacciare animali nel bel mezzo dell’ingorgo cittadino immortalato all’epoca dell’evacuazione di massa, a causa della degenerazione del virus. Una vita appesa a un filo e votata interamente alla sopravvivenza in completa solitudine. A dare volto e anima alla dinamica di questa messa in scena incentrata sui devastanti effetti collaterali di un isolamento così prolungato, c’è il camaleontico Will Smith, che dà senz’altro il meglio del suo io introspettivo ma

    solo in taluni passaggi, imponendosi altresì all’attenzione dello spettatore per la maggior parte del tempo, appoggiandosi più al personale bagaglio di maestria tecnico-professionale che a quello interiore delle emozioni viscerali. Tuttavia, non mancano di certo alcuni climax che vanno così ad interrompere qualche lungaggine di troppo applicata ai tempi cinematografici della routine quotidiana del sopravvissuto. Un climax per tutti: la sequenza drammaticamente più bella è senza dubbio quella che vede Robert Neville nel suo laboratorio dopo uno dei numerosi incontri-scontro con i contagiati. E’ lì accovacciato per terra, con la sua cagnetta Sam (Samantha) in grembo, e la coccola esattamente come una figlia. La dolce e fedele compagna è stata contagiata per difendersi e per difenderlo, lui lo sa bene, anche se sembra non accettarlo, ma il riscontro premonitore della dentatura e di altri segni di iniziata, inesorabile, trasformazione, non lasciano molto spazio ad ulteriori dubbi e, soprattutto, non lasciano

    altro tempo… Non vogliamo dirvi di più se il film non lo avete ancora visto: vi basti solo sapere che per quello che Neville sarà costretto a fare, per trovare quel genere di coraggio immediato, dovrà guardare altrove. E’ la sequenza che vale il film.

    Perle di sceneggiatura

    “Il mio nome è Robert Neville. Sono sopravvissuto e sto a New York City. Se c’è qualcuno là fuori…chiunque. Vi prego. Non siete soliâ€

    “My name is Robert Neville. I am a survivor living in New York City. If there is anybody out there… anybody. Please. You are not alone.â€


    Commenti del regista

    A proposito del personaggio di Will Smith:

    "Neville è un uomo molto disciplinato. E questo è quello che riesce a farlo rimanere sano di mente in una situazione del genere. Le sue scelte sono estreme, ma se quella routine dovesse interrompersi lui potrebbe uscirne a pezzi... Se sei l’unico uomo rimasto a New York, riesci anche a divertirti, ma si tratta di un divertimento solitario. Vediamo gli elementi che sembrano così importanti nel mondo in cui viviamo, cose sulle quali investiamo tempo, energia e miliardi di dollari, che dopo lo scoppio dell’epidemia e dopo che il mondo che conosciamo scompare rimangono là a marcire. Diventano assolutamente inutili".

    Sull'uso particolare della cinepresa - Il regista si è rivolto al cineasta vincitore del premio Oscar Andrew Lesnie (trilogia “Il signore degli anelliâ€) per evocare la semplicità delle emozioni che aveva immaginato per Neville e per il suo mondo -

    "Abbiamo cercato di usare la cinepresa in modo tale da provare ciò che Neville stava provando, che si trattasse di solitudine, divertimento o buio totale. Andrew (Lesnie) è riuscito a trasformare la cinepresa nel mezzo giusto per trasmettere il valore emotivo di ogni scena".

    Commenti dei protagonisti:

    L'attore WILL SMITH (Robert Neville):

    "Per me si è trattato di un ruolo molto differente in quanto si basava tutto sul comportamento. E’ un compito difficilissimo non poter parlare con nessuno e nello stesso tempo dover comunicare. Scoprire il modo per comunicare senza parole – per me, è la base della recitazione. Quando si tace per un periodo di tempo, si iniziano a scoprire una serie di cose su se stessi e, nel mio caso, sul personaggio da interpretare. Si raggiungono luoghi interessanti da esplorare, sia in senso artistico che psicologico... Neville sa che questi esseri sono stati infettati da un virus che è la mutazione di quello che era stato creato in laboratorio. Ora si trova ad essere l’unico sopravvissuto dopo aver sempre pensato di essere una persona non in grado di salvare l’umanità".

    Riguardo agli altri due esseri umani sopravvissuti:

    "All’inizio non è sicuro che ci siano realmente. La notte prima aveva avuto una terribile allucinazione e quindi non è sicuro di quello che vede. E’ il suo desiderio più forte, il suo sogno più grande, ma nel momento in cui potrebbe avere quel contatto, avverte una forte avversione. Tale dicotomia, per un attore, è un aspetto psicologico meraviglioso da esplorare... E’ la tipica lotta dell’uomo per la fede e la scienza. Anna viene da un contesto Giudeo-cristiano preciso, ma i principi della spiritualità sono universali. Chiunque viva la perdita di qualcuno che ama si pone queste domande e passa attraverso fasi di credenza e di non credenza, di paura e di rabbia verso Dio. E considerate le perdite che Neville ha subito e le circostanze della sua vita, l’uomo ha tutti i motivi per chiedersi quale tipo di Dio possa permettere tutta questa sofferenza".

    L'attrice ALICE BRAGA (Anna):

    “Penso che quando sente il messaggio di Neville, Anna inizi a credere che ci sia una speranza, che ci siano altre persone nel mondo. Quell’uomo è vivo, e Anna decide di andare a salvarlo, anche se in giro ci sono gli Infetti. Fidarsi di uno sconosciuto è ciò che le fa intraprendere il viaggio della speranza del film. I due devono mettersi in contatto per riuscire ad essere forti insieme... Anna cerca sempre di darsi da fare. Il suo desiderio di rimanere in vita e la sua speranza per il futuro la spingono ad andare avanti, soprattutto per Ethan, il bambino. Il personaggio di Will è grosso e forte; per lui è più facile sopravvivere rispetto ad una ragazza e ad un bambino. Quando la donna lo trova, si rende conto, guardando la sua casa, che sta facendo di tutto per sopravvivere e quindi decide di avere fiducia in lui e ritiene che l’uomo possa essere una persona con cui condividere questo pazzo mondo".

    Altre voci dal set:

    Lo sceneggiatore/produttore AKIVA GOLDSMAN:

    "Richard Matheson è come un dio per quelli come me che sono fissati per la fantascienza. La fantascienza seria scava per tradizione nelle radici di un personaggio fino a trovare temi profondi: da qui nasce l’idea di usare la fantascienza come allegoria. Il film si basa proprio su questo concetto di etica".

    A proposito dei virus:

    "Abbiamo compreso che esiste la possibilità che alcuni virus si trovino alla cima della 'catena alimentare'. E’ umiliante e terrorizzante vedere come alcuni virus mutati possano essere resistenti e dannosi".

    La scenografa NAOMI SHOHAN sulla lugubre desolazione di Manhattan:

    "Il risultato visivo della pandemia iniziale è una città invasa dai detriti delle azioni di risposta all’emergenza, azioni militari e mediche, nonchè dal caos di una popolazione in delirio. Il look non è molto diverso dai danni di una guerra. Il fatto di essere avanti nel tempo ci ha permesso di trasformare il paesaggio e di dare ad esso una poesia che si stagliava bene in contrasto alla situazione disperata di Neville. In ultimo, è diventata una città che si è trasformata con infrastrutture che sono implose e con una natura disinibita... La rottura di condotte d’acqua aveva aperto voragini, che avevano inghiottito strade e parte degli edifici. Gli incendi dovuti alle fughe di elettricità e gas si diffondevano e la natura doveva reclamare il suo posto. Improvvisamente, invece di strade brulicanti di sporcizia militare e di rifiuti medici, i tunnel di New York hanno iniziato a ricordare alcune immagini romantiche del West Americano descritto dai pittori del 19° secolo. Siamo arrivati ad un momento senza tempo; la durezza e l’audacia della città, una volta ingolfata dalla natura, sono diventate un paesaggio sensuale".

    Links:

    • Francis Lawrence (Regista)

    • Will Smith

    • OLDBOY di SPIKE LEE - VIDEO - INTERVISTA all'attore JOSH BROLIN (Interviste)

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    Galleria Video:

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