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Movies & DVD > Borat. Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan
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SATIRA POLITICALLY INCORRECT
Dalla I. Festa del Cinema di Roma
(Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan USA 2006; commedia; 84'; Produz.: One America; Distribuz.: 20th Century Fox)
(Comment by PATRIZIA FERRETTI) - Raving, kitsch movie, gladden by the screenplay. If the movie âBoratâ wanted to be a hilarious satire about the obsessions, the fixations, the trends and the clichĂŠs of the American people it should, at least, make the effort to be more constructive and less demential. Besides the âfrescoâ of the cultural level of Kazakhstan is not better either. The promise of âlaughing your head offâ is not kept. The repulsion at such stupidity too often coarse make âBoratâ just a marketing product for a garbage cinema, that is, on top of everything else, useless as it can be. This marketing operation is not even that honest because it takes advantage of the popularity of the British comedian Sacha Baron Cohen (a.k.a. Ali G.) as the main focal point for a movie that, basically, nothing gives and nothing tale away to the important topics, and so is stand for been forgotten before anybody can say âBoratâ - (Translation by MARTA SBRANA, Canada)
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Titolo in italiano: Borat. Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan
Titolo in lingua originale:
Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan
Anno di produzione:
2006
Anno di uscita:
2006
Regia: Larry Charles
Sceneggiatura:
Sacha Baron Cohen, Anthony Hines, Peter Baynham, Dan Mazer
Cast: Sacha Baron Cohen (Borat Sagdiyev) Ken Davitian (Azamat Bagatov) Pamela Anderson (se stessa)
Musica: Erran Baron Cohen
Costumi: Jason Alper
Scenografia: Dan Toader
Fotografia: Anthony Hardwick, Luke Geissbuhler
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
"MockumĂŠntary (falso documentario) sul giornalista BoratSagdiyev (alter-ego di Ali G. alias Sacha Baron Cohen, comico inglese), celebre giornalista del Kazakhstan, inviato negli Stati Uniti per realizzare un documentario sull'American Way of Life. Durante la sua permanenza negli States Borat conosce, attraverso lo schermo televisivo, la sex symbol Pamela Anderson di cui si innamora. A quel punto la professionalitĂ e l'interesse per il proprio lavoro verranno decisamente trascurati...".
Da: Cinema. Mostra Internazionale di Roma, Verona 2006, p. 58 (Mondadori Electa Editore).
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
DELIRANTE KITSCH MOVIE ALLIETATO DA UNA SCENEGGIATURA ALQUANTO TRASH. SE BORAT VOLEVA ESSERE UNA ESILARANTE SATIRA SU LUOGHI COMUNI, MANIE, TENDENZE E/OSSESSIONI DEL POPOLO A STELLE E A STRISCE, POTEVA SFORZARSI DI RENDERLA PIUâ COSTRUTTIVA E MENO DEMENZIALE. TRA LâALTRO, LâAFFRESCO DELLA âPRIMITIVA NON CULTURAâ KAZAKA DIPINTO PER CONTRALTARE, NON CI FA MIGLIOR FIGURA. QUANTO ALLA PROMESSA DEL RIDERE A CREPAPELLE CâEâ DA SCORDARSELA PROPRIO. IL DISGUSTO DI UNA STUPIDITAâ MOLTO SPESSO VOLGARE E FINE A SE STESSA, RENDONO âBORATâ UNâOPERAZIONE, NEPPURE TROPPO MASCHERATA, DI PURO MARKETING DI SPAZZATURA IN CELLULOIDE, SPUDORATO E INUTILE COME NON MAI. OPERAZIONE FORSE NEPPURE TROPPO ONESTA, VISTO CHE SFRUTTA LA POPOLARITAâ DEL COMICO-TRASFORMISTA INGLESE SACHA BARON COHEN (ALIAS ALI G.) COME PUNTO DI FORZA PER UN FILM CHE, SOSTANZIALMENTE, NULLA AGGIUNGE E NULLA TOGLIE ALLE QUESTIONI SERIE, E DUNQUE SI CANDIDA AD ESSERE DIMENTICATO IL PIUâ IN FRETTA POSSIBILE.
Per fare satira si deve per |
forza passare da una cornucopia di stupide volgaritĂ ? Oltretutto si è piĂš sollecitati alla noia che al sorriso. Secondo Borat evidentemente si. Oltretutto, il tempo di durata di questo âmockumentaryâ, nel genere di falso documentario adottato dalla pellicola, cui rimane stilisticamente fedele scegliendo la macchina a spalla, è alquanto limitato, grazie a Dio, e non câè evidentemente lo spazio materiale per fare e dire qualcosa in piĂš che non un semplice volo dâuccello riguardo a presidenti guerrafondai, folle invasate di un cristianesimo sui generis tipico delle numerose sette religiose disseminate negli States, rodei osannati da un popolo nazionalista con lâinno scritto nel proprio DNA, serials televisivi con le icone sexy del calibro di Pamela Anderson, e cosĂŹ via. Non stentiamo dâaltra parte a credere che il Presidente Kazako si sia risentito dellâorripilante affresco che Borat ha riservato, per contraltare, alla âgloriosa nazione del Kazakistanâ, dove lâantisemitismo sembra eletto a religione |
di stato (il film ne è punteggiato come le stelle nel firmamento, dalla corsa nei sacchi alla fuga dal bed & breakfast gestita da due coniugi ebrei). E poi, per dire cosa? Paradossalmente, lâattore protagonista Sasha Baron Cohen (alias Ali G.), noto comico trasformista inglese è ebreo praticante. Ma ad offrire di questa ânon cultura kazakaâ una pessima cartolina contribuisce lâimpronta categoricamente e assolutamente misogina che si respira da ogni poro del nostro protagonista, Borat Sagdiyev (Sasha Baron Cohen), reporter kazako in viaggio negli Stati Uniti dâAmerica per documentare usi e costumi del nuovo mondo. La sua meraviglia che una donna possa aver scritto un libro è assolutamente autentica quanto inconcepibile per uno come lui che vede le donne come strumentali alla sua costante esigenza di fare sesso. Proprio su questo registro si poteva anche fare a meno della sequenza di lotta furibonda con il grasso collega esibendo nuditĂ su |
cui era davvero meglio sopprassedere. Sarebbe stata buona cosa sfoltire scene gratuitamente volgari, kitsch da oscar, come questa, in cui lâesibizione da quattro soldi che nulla lascia allâimmaginazione non solo non paga, ma soprattutto, ahimè, non rimborsa nemmeno il biglietto a chi lo rimpiange. Ma i genitali sembrano essere una delle attrattive di capitale importanza per il nostro protagonista, che alla fine, non a caso, si sposa una grassa prostituta di sua vecchia conoscenza. Vuota ironia si respira pure dalle lezioni di bon ton statunitense, in netto contrasto con i âprimitivismiâ che determinano lâanima primordiale del kazako Borat, rigorosamente fedele al âdemential styleâ. Alla fine ci si chiede chi faccia peggior figura: lâipocrisia âacculturataâ e perbenista a stelle e a strisce o il âvolgare primitivismo allo stato bradoâ kazako?
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Links:
Galleria Fotografica:
1
Borat (versione originale sottotitolata).mov
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