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    Home Page > Ritratti in Celluloide > L'intervista > LA BANDA DEI BABBI NATALE - INTERVISTA in ANTEPRIMA al cast sul set del nuovo film in uscita il 17 Dicembre 2010 (A cura dell'inviata CARLA BERGAMINI)

    L'INTERVISTA

    LA BANDA DEI BABBI NATALE - INTERVISTA in ANTEPRIMA al cast sul set del nuovo film in uscita il 17 Dicembre 2010 (A cura dell'inviata CARLA BERGAMINI)

    28/07/2010 - Milano, Lunedì 26 luglio 2010 - ALDO, GIOVANNI e GIACOMO per il nuovo film di PAOLO GENOVESE LA BANDA DEI BABBI NATALE

    Intervengono:

    Paolo Genovese, Regista
    Aldo, Giovanni e Giacomo, Attori
    Angela Finocchiaro, Attrice
    Giovanni Esposito, Attore
    Paolo Guerra, Produttore per Medusa Film e Agidi S.r.l.
    Giampaolo Letta, AD e Vice Presidente di Medusa Film

    Il film uscirà il 17 dicembre, data che ha un precedente fortunato, perché in questa data nel 1999 è uscito Chiedimi se sono felice, quindi ci sono dei buoni auspici anche per questo film. Siamo naturalmente Aldo, Giovanni e Giacomo, Paolo Genovese che dirige il film, Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi e Giampaolo Letta di Medusa, ringraziamo il Comune di Milano e Film commission Lombardia. Quindi possiamo cominciare. Se avete delle domande oppure lasciamo parlare i protagonisti

    GIACOMO: “C’è Giovanni che vuole subito fare una dichiarazione”.

    GIOVANNI: “Le conferenze stampa in America… adesso è iniziata così: il film di Aldo, Giovanni e Giacomo… In America… papparapappapa pum pum, ed ecco a voi Signori ed entrano loro con gli accappatoi… qui invece sembra una roba di una tristezza infinita ed invece è un film comico, comico di un certo livello, cioè… se voi state osservando, parlo con il naso. E’ una cosa esagerata. Passo la parola a Giacomo che sa tutto”.

    GIACOMO: “E’ un modo un po’ sgrammaticato di Giovanni, un suo modo per dire che, credo di interpretare, che è molto contento non solo di essere qua a questa conferenza stampa, ma di essere in questo film dove pare che abbia ritrovata la stessa energia di Chiedimi se sono felice, date scaramantiche permettendo, quindi niente…
    Quindi niente per dire, parlate pure…”

    Ce lo raccontate il film?

    GIACOMO: “Ci raccontate il film? Un pezzetto alla volta?”

    ALDO: “C’è la sceneggiatura”.

    GIACOMO: “A proposito di sceneggiatura, noi siamo quasi arrivati alla fine delle riprese, mancano ancora due settimane e mezzo, ma la sceneggiatura di questo film ha visto la collaborazione molto creativa di Valerio Bariletti, di Morgan Bertacca e di Giordano Preda che hanno condiviso molto entusiasticamente questo anno e mezzo che ci è voluto per scrivere e devo dire che ci siamo…”

    GIOVANNI: “Superati”.

    GIACOMO: “…Forse superati, comunque ci siamo molto divertiti a ritornare a scrivere una storia, una storia compiuta rispetto agli ultimi film a episodi e siamo riusciti a mettere dentro secondo noi degli elementi molto comici ma anche di storia, di narrazione che ci ha molto convinti. Questo a parole, però che cosa succede? Spero di non dire cavolate, ma al limite voi mi corregerete.
    Il film si apre con l’arresto di tre Babbi Natale che dopo un minuto si scoprirà essere Aldo, Giovanni e Giacomo, vestiti da Babbi Natale, che vengono arrestati perché sono stati trovati appesi ad un palazzo. Vengono portati in commissariato, è la notte di Natale e da lì inizia un lungo interrogatorio per cercare di comprendere come mai noi eravamo lì appesi a quel muro la notte di Natale vestiti in quel modo.
    A condurre l’interrogatorio è la dottoressa Bestetti, interpretata da Angela Finocchiaro e coadiuvata dal collaboratore Giovannino Esposito e durante questo lungo interrogatorio in commissariato, fra l’altro la dottoressa Bestetti e il suo collaboratore non vedono l’ora di andare a casa perché devono preparare i doni, la cena di Natale, ma purtroppo per loro hanno a che fare con questo caso e durante questo interrogatorio si ha la possibilità di conoscere chi sono questi tre personaggi. Comincio dal mio.
    Io sono un medico, medico chirurgo che lavora in ospedale, sono vedovo da una dozzina d’anni e sono ancora molto fedele al ricordo di mia moglie. Questo è positivo ma via via si delineano dei tratti un po’ ossessivi perché parlo con la foto di mia moglie, ho dei sogni ricorrenti dove forse si intuisce che vorrei ricostruirmi un’altra vita ma insomma c’è qualche difficoltà. Però il suo ruolo è quello di essere una persona che si è sposato una volta e lo sarà per tutta la vita. In ospedale c’è una collega che forse era amica della moglie, una conoscente e che vorrebbe in qualche modo smuoverlo dalla situazione. Ecco, questo è il mio personaggio. Vuoi raccontare il tuo Giovanni?”

    GIOVANNI: “Io incarno un po’ i desideri di tutti gli uomini italiani, cioè sono bigamo, ho due famiglie, una in Italia e una in Svizzera, così beneficio anche dei meccanismi fiscali che ci sono in Svizzera”.

    GIACOMO: “Hai una moglie in nero?”

    GIOVANNI: “Riesco a barcamenarmi in questa situazione da anni perché sono un veterinario nonché cacciatore esperto, quindi con una clinica in Italia e l’altra in Svizzera riesco a portare avanti la situazione fino a che purtroppo le situazioni vogliono che io debba dire a tutte e due le famiglie che passerò la notte di Natale con loro e lì chiaramente crolla tutto perché non ci potrò essere né da una parte né dall’altra e poi succede di tutto e verrò anche io preso come Babbo Natale appeso. C’è da dire che in queste due famiglie ho da una parte un suocero svizzero tremendo, veramente al di sopra della media e dall’altra una suocera altrettanto tremenda e tutti e due mi odiano perché capiscono che c’è qualcosa sotto, mentre le due mogli sono instupidite forse da qualche sostanza che gli metto nel caffè. E mia suocera di qua è interpretata da Mara Maionchi che ha fatto molto bene la sua parte, anche fisica. Questo è il mio personaggio che si trova un po’ in crisi in questa situazione che poi si risolverà in un certo modo più avanti”.

    ALDO: “Io sono un po’ come nella vita un cinquantenne immaturo. Sono ancora nell’animo un teenager che non si è preso la responsabilità della famiglia, della compagna. Quindi vivo ancora sognando e cercando di sbancare il lunario con le scommesse e questo porterà ad una frattura fra me e la mia compagna che poi, una volta buttato fuori di casa, cercherò di risolvere. E’ un personaggio bellissimo, comicissimo e poi vorrei presentarvi Paolo Genovese che ha diretto il film. Cosa vuoi dire del film?”

    PAOLO GENOVESE: “Sì, è un film molto divertente, ma la cosa che mi è più piaciuta della sceneggiature sono le storie. Sono tre storie che si seguono, alcune commuovono, alcune divertono, comunque per ognuna delle tre storie ci chiediamo come andrà a finire, ci incuriosisce quale sarà la sua evoluzione e questo in una commedia è importante. Fa molto ridere, ma l’umorismo non è soltanto di gag ma è anche umorismo di situazione, situazioni che loro tre riescono a creare, quindi sono divertenti come situazioni. Si ride, si sta col sorriso, speriamo, quasi per tutto il film. Volevo fare una menzione oltre ad Angela chiaramente e a loro tre, anche al resto del cast, perché è una cosa molto interessante del film. Di solito siamo tutti esterofili e diciamo: hai visto gli americani? Anche il tassista che apre la porta è un bravo attore, anche al bar chi dà il caffè è un bravo attore. Ecco anche qui il tassista che apre la porta è un bravo attore”.

    ALDO: “Peccato che non ci sia nessun tassista”.

    PAOLO GENOVESE: “Però veramente tutti gli attori in tutti i ruoli, più piccoli e più grandi, sono veramente straordinari. Volevo passare la parola ad Angela così chiudiamo il quadro dei personaggi”.

    ANGELA FINOCCHIARO: “Ci mancherebbe, devo dire delle cose così interessanti. Devo spiegare il mio personaggio? Allora io sono passata da Frinzi a Bestetti, cioè proprio un fiorire di cognomi e Bestetti è un’ispettrice capo, divisa fra la casa e la famiglia, nel senso che in famiglia la vedono sempre molto poco tra riduzioni d’organici, difficoltà che si possono immaginare nel mestiere del poliziotto e quindi questa sarebbe la notte di Natale quando lei finalmente si ricongiunge alla famiglia per fare una serie di cose, fra cui le impronte della renna sul pavimento che si preparano per i bambini e invece pare che abbiamo preso questa banda per cui Irene Bestetti è in difficoltà perché lei deve scrivere un verbale, loro non collaborano e la famiglia continua a chiamarla che succedono incidenti vari in casa. Per cui è una donna separata e come tutte le donne che lavorano al bordo di un esaurimento, però alla fine si crea un’amicizia abbastanza solida con queste persone che lei incontra questa notte. Però penso che è più difficile lavorare con delle persone che si sentono così vicine, amiche, ora uso parole grosse, a volte e oggi che è quasi il mio primo giorno di lavoro, mi sento messa peggio emotivamente che in altre situazioni”.

    GIACOMO: “Giovanni giustamente mi dice di rimarcare un po’ la presenza degli attori che hanno lavorato con noi perché per la prima volta siamo molto molto soddisfatti – non che le altre volte fossimo scontenti – però questa volta per i ruoli, ovviamente sono piccoli, a parte quello di Angela che è un ruolo giustamente importante, poi vedremo insomma, sforbiceremo qua e là… e gli altri attori che hanno deciso di lavorare con noi spesso hanno accettato benché la parte fosse molto piccola. Un po’ perché forse perché la cosa è scritta bene e diretta bene, loro sono bravi, ci è sembrato un fiorire molto interessante di attori. Vorrei nominarli.
    Sono appunto Giorgio Colangeli, suocero di Giovanni, veramente una carogna; Sara D’Amario che è il medico che un po’ mi corteggia e che aveva già lavorato con noi; Giovanni Esposito che è il collaboratore di Angela, della dottoressa Bestetti; Silvana Fallisi che è la compagna di Aldo; Antonia Liskova che è la moglie svizzera di Giovanni. E’ un personaggio molto sportivo, pratica un sacco di sport”.

    GIOVANNI: “Tutti gli sport possibili e immaginabili li pratica, anche in casa”.

    GIACOMO: “Poi invece c’è la moglie italiana, Lucia Ocone, che non pratica nessuno sport perché è dedita solo a te”.

    GIOVANNI: “…e alla scimmia”.

    GIACOMO: “Poi c’è Cochi Ponzoni che ci ha onorato della sua presenza in una scena divertentissima con Aldo; poi c’è uno dei più grandi attori di teatro, Massimo Popolizio che fa un rigattiere; c’è Remo Remotti, c’è Mara Maionchi, ne abbiamo già parlato; poi c’è Claudio Morganti, una delle battute più belle le dice lui ma non la riveliamo”.

    GIOVANNI: “Come si chiama la scimmia?”

    GIACOMO: “Bibi”.

    GIOVANNI: “C’è uno scimpanzé che viene dalla Francia, chiaramente molto dolce, molto particolare, con cui ho girato e devo dire che alle volte ho girato meglio con lui che con Aldo”.

    GIACOMO: “Siamo abbastanza sicuri che lo scimpanzé Bibi gareggerà per i David di Donatello come miglior attore non protagonista e rischia di vincere. Forse anche protagonista, dipende dal montaggio”.

    Vorrei sapere, visto che nel titolo c’è il Natale, i Babbi Natale, quindi si immagina un’atmosfera di buonismo esagerato, se la vostra comicità si è adeguata e avete cercato di trovare una comicità più corrosiva, a me viene in mente un altro Babbo Natale che era Babbo bastardo. Vorrei sapere come avete lavorato su queste gag? E dal regista vorrei sapere se c’è stato spazio per l’improvvisazione sul set?

    GIOVANNI: “Non mi sembra molto buonista. Aldo ruba, io sono bigamo e sono un veterinario cacciatore che ha un rapporto con gli animali esagerato; i tre Babbi Natale vengono colti sul fatto mentre stanno rubando in appartamento”.

    GIACOMO: “L’unico buono sulla carta sono io, ma… vieni a vedere il film poi vedrai”.

    PAOLO GENOVESE: “Questo è il primo film che faccio con loro e pensavo che molte cose fossero costruite sul set ed invece la piacevole sorpresa è stata che comunque Aldo, Giovanni e Giacomo hanno una sceneggiatura abbastanza definita, costruita, l’idea della scena è abbastanza chiara. Poi soprattutto questo film, come dicevo, ci sono delle storie veramente da seguire, non è un insieme di gag, ma la storia va rispettata, l’evoluzione dei personaggi va rispettata, quindi la sceneggiatura viene sempre messa in scena e rispettata. In aggiunta generalmente avvengono sempre delle gag, delle cose divertenti sul set che però noi giriamo in aggiunta a quelle previste, mai in sostituzione. Quindi molte cose tirate fuori sul set le vedremo poi al montaggio”.

    Volevo chiedere a tutti e tre ovviamente, uno se a ispirarvi sono stati il fiorire di Babbi Natale che sono appesi fuori dai condomini ormai ovunque e secondo qual è il vostro rapporto con Babbo Natale, passato e presente?

    GIACOMO: “Beh sì, i Babbi Natale che sono appesi fuori ormai è una consuetudine. Ci hanno ispirato alcune gag che poi vedrete, quello sicuramente e poi il rapporto con Babbo Natale, beh io appartengo ad un’altra generazione dove Babbo Natale…”

    GIOVANNI: “Non esisteva”.

    GIACOMO: “..non c’era. Gesù bambino portava i doni a casa mia in provincia, quelli che avevano la casa senza camino. Babbo Natale è una roba …”

    GIOVANNI: “Lo si vive di riflesso se si hanno bambini piccoli, ormai le mie sono grandi, però quando erano piccole appunto, come Angela aveva detto delle impronte delle renne e probabilmente lo fa anche in casa Anche io avevo fatto le impronte di Babbo Natale sul camino e una volta invece una corda che pendeva dalla velux come se si fosse calato e lì devo dire che i bambini… Cioè di riflesso si viveva molto bene, adesso se lo si vede, gli si spara probabilmente. A salve, eh…”

    Ci potete dire chi ha rubato lo zainetto di Aldo? Dite la verità…

    ALDO: “Io ero terrorizzato per le chiavi perché ho detto, c’era un mazzo di chiavi della porta d’ingresso, porta di giù, porta del garage, tutte quelle chiavi… ero terrorizzato per quello. Spero che si siano veramente perse, che non ce le abbia qualcuno. Comunque le serrature sono state cambiate e anche per Babbo Natale sarà dura entrare”.

    Magari vuole rimanere una sorpresa ma vorrei sapere come si incontrano il chirurgo, lo scommettitore e il veterinario?

    GIACOMO: “Abbiamo dimenticato una parte importante della storia che noi siamo amici da sempre, ci conosciamo dai tempi delle scuole, perché benché siano tre professioni molto diverse tra di loro, hanno una cosa in comune che è il loro sport preferito, che è il loro hobby. Loro giocano a bocce ed è una cosa molto importante nel film. Loro amano, hanno la passione per questo sport, per loro non è un hobby, è un vero e proprio sport e tutti gli anni a Natale cercano di aggiudicarsi questo trofeo natalizio che però fino ad ora è sfuggito, non sono riusciti ad arrivare in finale. Gli eterni secondi, nell’ambiente vengono giudicati così. E quindi sono amici e sul campo da bocce hanno la possibilità di frequentarsi, di parlare delle loro vite”.

    GIOVANNI: “Hanno tre caratteristiche che sono anche le loro caratteristiche nella vita. Aldo è un bocciatore, lui boccia e basta e va dritto; Giacomino è un puntatore che va appunto a puntare il pallino e io mi insinuo tra le bocce per arrivare al pallino. Quindi ognuno ha una caratteristica che sfoggia nel gioco delle bocce e che poi saranno determinanti per quello che succede”.

    Voi siete tornati in tv da un anno…

    ALDO: “Ci siamo anche usciti”.

    …di solito i comici che vanno al cinema poi si ritraggono dalla tv ed invece voi ci siete tornati. Volevo invece sapere come vi giocate sui due fronti? Cioè se è un tipo di comicità diversa? Se tenete separati i due ambienti?

    GIOVANNI: “La tv ha un linguaggio diverso molto più immediato… ma ero io che facevo la domanda? Con il naso? Ho una rinite fortissima…
    E quindi se ci viene in mente qualcosa che si può fare in tv, cerchiamo spazi, ci infiliamo lì perché sicuramente è un linguaggio diverso, più immediato, più stupido”.

    GIACOMO: “Diverso”.

    GIOVANNI: “Quindi la nostra idea di questi personaggi, il luogo giusto era la tv”.

    Arriva Giovanni Esposito

    GIOVANNI: “Questo è Giovanni Esposito, non volevamo assolutamente averlo tra di noi ma purtroppo il suo agente, che non so neanche chi sia, ha insistito e quindi…”

    GIACOMO: “E poi c’è un decreto nuovo del governo che vuole che una quota di meridionali debba lavorare anche nelle aziende del nord, a rubare la strada… il 20%”

    Volevo sapere qualcosa sul rapporto con i luoghi, le location. Ho sentito prima nominare la Film commission Lombardia. Il film è tutto girato a Milano o anche fuori? Quali sono i posti?

    GIACOMO: “La stragrande maggioranza delle location sono a Milano. C’è qualcosa fuori perché appunto andando in Svizzera Giovanni, la casa sua Svizzera non è in Svizzera ma è vicino a Lecco, però abbiamo girato su un valico di frontiera vero…”

    GIOVANNI: “Fra l’altro fa molto ridere quel valico perché c’è una casa grande proprio al confine e c’è della gente che non sai se è svizzera o è italiana. Ma proprio al confine, c’è la sbarra ed erano lì a guardare fuori dalla finestre e faceva molto ridere. E veniva da chiedere: ma voi di dove siete? E neanche loro lo sapevano”.

    GIACOMO: “Quando vanno a dormire vanno in Svizzera, mentre il tinello è in Italia e chi va in tinello deve esibire la carta d’identità. Il resto delle location invece sono tutte a Milano. Gli interni li abbiamo girati tutti in questi studi, sono state ricostruite delle case meravigliose e poi tutto a Milano. Cose particolari… non so cosa ti interessava? Abbiamo girato molto nel quartiere dell’Isola. La scena dell’arresto dei Babbi Natale è lì, il negozio di Giovanni è lì, la mia casa che in realtà dovrebbe essere collocata in un altro quartiere invece è lì in una via molto particolare e poi un po’ in giro. Tanta Milano”.

    Volevo sapere, perché scegliete sempre di girare a Milano?

    GIACOMO: “Perché è comoda”.

    Solo per quello?

    GIACOMO: “Mi viene in mente quello”.

    GIOVANNI: “Siamo milanesi, comunque la nostra città ci piace e perché è comodo”.

    GIACOMO: “Aldo non è d’accordo che è di Monza”

    ALDO: “Il prossimo film lo faremo a Monza”

    Questa è una domanda solo per Aldo. Dopo il successo di Tornatore, tornare indietro a girare con Giovanni e Giacomo come è stato?

    ALDO: “E’ stata una doccia fredda. Oltretutto sono stato candidato al David di Donatello come attore non protagonista e a loro non è mai successo nella loro vita di essere così vicini ad un successo internazionale”.

    GIACOMO: “Ne hanno messi insieme tredici per vincere un premio”.

    ALDO: “Io credo che posso insegnargli qualcosa oggi. Non ammettono l’esperienza che ho avuto…”

    GIOVANNI: “Voi sapete che Tornatore …”

    ALDO: “…e poi un terrone…”

    GIOVANNI:”…ha cercato solo personaggi siciliani, erano finiti e hanno chiesto ad Aldo per la parte…”

    ALDO: “Ho recitato con Tornatore che ha vinto anche un Oscar”.

    GIACOMO: “Prendetemi, prendetemi”…

    ALDO: “Un giorno sì e uno no ci sentiamo e mi ha cercato anche Marco Bellocchio ma non ho risposto al telefono”.

    Al di là di queste battute, avete mai avuto qualche tentazione in più di lavorare separatamente o qualcuno vi ha tentato più di quanto ha tentato Tornatore Aldo? Poi vorrei sapere se per il prossimo autunno voi prevedete di tornare a lavorare con Fazio o se avete altri progetti televisivi?

    ALDO: “Secondo te dopo che ho lavorato con Tornatore, vado a lavorare con Fazio?”

    GIACOMO: “Può darsi che lui a ottobre dovrà partecipare a qualche film importante, quindi è probabile che ci scappi di mano. Mentre per noi tre in tv per adesso non c’è in ballo niente anche perché questo autunno saremo occupati a terminare questo film e poi ci sarà la promozione. Casomai vedremo l’anno prossimo.
    Me e Giovanni ci hanno cercati fiori fior di registi ma non vogliamo divulgare questa cosa…”

    GIOVANNI: “…oltre acqua, cioè oltre oceano”.

    GIACOMO: “Non ci piace vantarci”.

    Una cosa, se ci raccontate anche la fatica di girare un film in abiti invernali o comunque in abiti da Babbo Natale in questi giorni di tepore milanese?

    GIACOMO: “E’ stato abbastanza faticosa negli esterni. Mi ricordo forse la giornata più dura per me è stata quando eravamo al Parco di Monza ed ero vestito da principe del 1500. Ma come si vestivano? Voi non avete idea di cosa avevano indosso, perché poi se tu parli con la costumista, tu dici che metti solo l’esterno ed invece lei ti dice:no, metti le mutande, la calzamaglia, la canotta. Faceva un caldo pauroso però…”

    PAOLO GENOVESE: “L’immagine simbolo è quella di Giovanni alla frontiera svizzera che era con la sciarpa in macchina, ma quando scendeva era in mutande”.

    ALDO: “Fortunatamente si vedeva solo dal torace in su. Ero uscito da paura, poi uscivo e si vedevano le belle gambotte. Se no morivo”.

    Andiamo a chiudere, però volevo fare una domanda diciamo multipla a voi tre. Siete insieme dal 97 a fare cinema e volevo sapere in questo film quali sono gli elementi di continuità rispetto ai precedenti e anche quelli di novità? E Giovanni Esposito è arrivato un po’ più tardi quindi se ci racconta qualcosa del suo personaggio, un’autocertificazione e poi come elemento di continuità c’è anche quella produttiva, qui rappresentata da Paolo Guerra di Medusa e da Giampaolo Letta. Quindi chiudere con qualche nota di produzione per questo film”.

    Che numero di film è?

    ALDO: “Otto”.

    GIACOMO: “Io posso dire che con questo film abbiamo ritrovato un po’ i meccanismi di un po’ di tempo fa, l’entusiasmo, abbiamo curato un po’ i passaggi di scrittura e gag e quindi sicuramente questo film è molto più vicino ai primi film, proprio per il modo in cui l’abbiamo costruito e la passione che ci abbiamo messo”.

    GIOVANNI: “Diciamo che, siccome sono tanti anni che siamo assieme, arrivi ad un punto che magari deleghi tante cose e il delegare tante cose fa sì che non hai proprio la presenza su tutto quello che fai. Tornando al modo molto artigianale di costruire le cose, siamo riusciti a ritrovare un po’ di più la nostra essenza”.

    GIAMPAOLO LETTA: “Posso aggiungere che l’ultimo film è andato meno bene degli altri ma sempre bene. 14 milioni, più di 14 milioni di spettatori a Natale è un bel dato. Poi in effetti sono sette i film perché Anplagghed al cinema è stato un esperimento che abbiamo voluto fare insieme a Paolo e loro, di portare al cinema qualcosa che sicuramente non è un film. Quindi sono sette i film”.

    GIACOMO: “E poi questa esperienza determinante di Aldo che è tornato con Tornatore”.

    ALDO: “Per me quindi restano otto i film”.

    Volevo tornare sul contenuto del film. Mi incuriosisce Giovanni veterinario bigamo, Giacomo invece che è innamoratissimo ad oltranza, Aldo invece con una fidanzata scoppiata, quanto conta all’interno del film il rapporto di coppia?

    GIACOMO: “Direi che, come diceva Paolo prima, le storie con la famiglia sono fondamentali, importantissimi e poi abbiamo cercato di descrivere tre tipi di atteggiamenti diversi verso l’amore, la famiglia, tre tipi di carattere che si riscontrano spesso nella società, nei giorni nostri, quindi costruendo tutto su queste situazioni molto vere secondo noi, molto reali, poi si è riparata la comicità, l’interazione tra di noi. Qui c’è l’elemento diciamo della crisi con la famiglia, le mogli, le fidanzate e comunque c’è sempre la nostra costante, l’elemento dell’amicizia perché noi tre, Aldo, Giovanni e Giacomo nel cinema, la gente credo che ci percepisca come qualcosa di vero, spesso ce lo dicono, si identificano. Quindi un po’ il nostro percorso, anche della nostra amicizia dal 97, quando abbiamo girato il primo film, avevamo 13 anni di meno, adesso io ne ho 54, le storie cambiano, però c’è sempre di mezzo questo rapporto fra noi tre, questa amicizia che può essere di ostacolo o di aiuto per risolvere le situazioni”.

    La pubblicità immagino che continuerà anche nella prossima stagione immagino, ma assorbe nella ricerca di gag e in qualche modo distrae rispetto alla scrittura del film?

    GIACOMO: “No, intanto noi siamo con questo spot fino ad agosto, poi c’è il fermo biologico come lo chiamiamo noi fino a gennaio dell’anno prossimo perché il contratto con l’azienda Wind questo prevede, però devo dire no, forse prevale l’aspetto rapidità, divertimento, gag brevi, non è che ci porta via più di tanto per il film. Anche perché, lo ripeto, per questo film qua ci abbiamo messo quasi un anno e mezzo, ce la siamo presi con un po’ più di calma, per scriverlo, riscriverlo, sistemarlo, quindi direi di no”.

    Possiamo chiudere qui. Ora vengono qui i colleghi delle radio e delle tv che devono fare delle interviste collettive”.


     
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