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    L'INTERVISTA

    DEPARTURES INTERVISTA all’attore MASASHIRO MOTOKI

    30/03/2010 - Si dice che sia stato lei la persona che ha avuto l’idea di questo film DEPARTURES. C’è stato qualche evento che l’ha ha ispirato?

    MASASHIRO MOTOKI: “Quando sono stato in India 15 anni fa ero molto commosso nel vedere che in India la vita e la morte coesistono in armonia e in maniera molto naturale. Hanno entrambe lo stesso valore nella vita umana. Vicino alle persone che si lavavano e si preparavano nel fiume, c’erano persone che celebravano un funerale e si accomiatavano dai corpi dei loro cari. Morte e Vita coesistono in equilibrio in quei posti. Ero affascinato e commosso dalla vista di questi episodi. Quando sono tornado a Tokyo, ho sentito che la morte era intenzionalmente nascosta dalla vita quotidiana. La gente è semplicemente troppo occupata a correre in giro e non affronta né guarda la morte come una parte importante della propria vita. Questo di fatto significa anche in altre parole che noi non apprezziamo e non godiamo della vita quanto dovremmo. Dal mio viaggio in India in poi ho sempre pensato al significato di vita e morte che giacciono fianco a fianco. Quando è nato mio figlio, ero lì con mia moglie. Guardando mio figlio che era nato, ho realizzato quanto vicine fossero vita e morte. Ero così contento di vedere mio figlio appena nato e non avrei potuto essere un uomo più felice. Ma allo stesso tempo mi sono reso conto che la morte porta con sé la stessa importanza che ha la nascita”.

    Conosceva o era informato riguardo al lavoro del “nokanshi” (la persona che lavora per la preparazione cerimoniale dei corpi dei defunti prima di porli nella bara) già prima?

    M. MOTOKI: “La prima volta che mi sono realmente interessato al lavoro dei ‘nokanshi’ è stato quando ho letto il libro Coffinman (l’uomo che mette nella bara): Il giornale di un becchino Buddista di Shinmon Aoki. Ero profondamente commosso da questo libro. Così ho cominciato ad avere interesse per vita e morte, ero completamente affascinato dal libro e dal lavoro del preparatore dei cadaveri. Ho cominciato a pensare a un film basato su questo libro dal primo momento in cui ho letto il libro”.
    Ha realmente studiato la cerimonia della deposizione nella bara da qualcuno o ha partecipato alla cerimonia?

    “Quando mi è stato offerto di fare il personaggio in questo film ‘Okuribito’, come può immaginare ho dovuto imparare a fare il ‘preparatore’. Così ho accompagnato un ‘preparatore’ di professione e ho imparato come un professionista svolge il rituale. Ho tentato di catturare l’eleganza e la bellezza della cerimonia cercando di apprendere il più possibile. Ho anche partecipato in segreto alla cerimonia vera, in cui il preparatore professionista stava veramente svolgendo il rituale davanti alla famiglia in lutto. Non appena ho guardato e osservato il rituale è diventato sempre più chiaro che il rito della preparazione dei defunti era estremamente artistico, proprio come la cerimonia del the. E’ una cerimonia calma e richiede raffinate capacità. Ero affascinato dal fatto che il rito fosse svolto in completo silenzio. Mi ha davvero ricordato la cerimonia del the”.

    Come sceglie i personaggi da interpretare e come cala se stesso nelle parti?

    “Creare un personaggio per me è sempre un’ardua battaglia. I personaggi non sono mai facili. Durante le riprese soffro sempre molto. Non è una cosa che riesce facilmente. Ma siccome passo attraverso tanto dolore e tanti sforzi, quando trovo gioia e pace nel percorso lo posso apprezzare ancora di più. In ogni modo, non sono serio tutto il tempo. C’è decisamente anche una parte punk in me. Vorrei mostrare questa parte di me in un altro film un giorno”.

    Pensa che questa sia stata la sua miglior performance di sempre?

    “Quando mi viene chiesto se io penso che questa sia stata la mia miglior performance fin ora, non so come rispondere. Quando gli veniva chiesto quale fosse il suo film preferito Charlie Chaplin era solito rispondere ‘il prossimo film’. Vorrei sentirmi allo stesso modo dato che mi piacerebbe pensare che il mio miglior lavoro deve ancora arrivare. Non avrei mai pensato durante le riprese che questo film sarebbe stato un grande successo o sarebbe andato così lontano, come invece ha fatto (arrivando anche agli
    Oscar). Credo che spetti al pubblico decidere se un film è bello o no e tutto ciò su cui io mi focalizzo è dare il mio meglio durante le riprese”.

    Los Angeles (23 Febbraio 2009) – Dal >Press-Book< di Departures

    Commento di Motoki – Dopo il premio Oscar vinto (27 Febbraio, 2009)

    Il film parla della vita e della morte che può essere compianta in modo molto personale. Ero molto commosso da come la gente (di culture diverse) aveva accolto il film e credo anche che il modo in cui questo tema è stato mostrato con delicata umanità e il modo in cui ha portato una luce calda su questo soggetto possano essere stati recepiti dal pubblico con sorpresa. Vivere con la gioia e la responsabilità di aver ricevuto un Oscar da ora in poi sarà probabilmente una nuova sfida per me.”

    LA REDAZIONE


     
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