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    DIO SALVI LA REGINA

    RECENSIONE - «La storia di una donna che dichiara l’indipendenza della sua casa dallo Stato italiano» - Dal 30 Settembre

    "Mi sono appassionato sin da subito a questo progetto, ci sono dentro da quando era solo un’idea: Sibilla, l’autrice, mi ha coinvolto già in fase di scrittura. Per me il cinema è un animale vivo che cammina al mio fianco, e a volte cerco di cavalcarlo; mi piace lavorare a progetti sempre diversi, indossando ogni volta una veste nuova, e un’opera di riflessione in chiave ironica e leggera mi è sembrata la 'cavalcata' giusta in questo momento della mia vita e soprattutto in questo particolare momento storico. 'Dio salvi la Regina' è figlio dello stato di salute, cagionevole, della democrazia come forma di governo; una riflessione in questo senso trovo sia più che urgente. La distanza tra cittadino e politica, che nel tempo si fa sempre più ampia, è allarmante; la crescente disillusione poi è spaventosa. A preoccupare di più è la rinascita delle destre, per dirla con parole di altri il fascismo non è mai morto, è solo annidato nell’ignoranza e nella paura. La forza dei contenuti e la freschezza del linguaggio che caratterizzano il progetto hanno guidato con mano ferma il lavoro di tutti. Ognuna delle scelte stilistiche da me compiute è strettamente legate alla sceneggiatura, al fine di inglobare completamente lo spettatore facendogli vivere la storia 'da dentro', quasi fosse un osservatore partecipante. Per rendere possibile questa magia il regista deve “annullarsi”, il suo occhio deve diventare invisibile: lo sforzo maggiore è tutto concentrato sulla recitazione e in generale sulla messa in scena. Ricostruire la realtà e la naturalezza erano le parole d’ordine, il resto è tutto scritto. Quella di 'Dio salvi la Regina' è stata una piccola produzione indipendente, il che da una parte ha reso molto impegnativa tutta la realizzazione del film ma dall’altra ci ha permesso di lavorare in totale libertà, umana, creativa, professionale. E questo, lo assicuro, annulla qualsiasi tipo di ostacolo o fatica. Abbiamo fatto di necessità virtù, eravamo pochi ma tostissimi! I reparti che mi competevano, cioè regia e fotografia, si riducevano a due persone, il sottoscritto e un valente scudiero che si doveva trasformare in aiuto regista, aiuto operatore, elettricista e macchinista… ma è andata comunque benissimo. Come per uno chef è fondamentale fare bene la spesa, acquistando ottimi ingredienti, per un regista è basilare lavorare con un cast tecnico e artistico di qualità. Non avrei potuto scegliere di meglio! Si è creata una grande e bella famiglia, la stessa che raccontiamo nel film. Per un figlio unico come me, segnato da tanta distanza fisica e temporale coi propri cari, è stata un’esperienza umana e professionale davvero appagante".
    Il regista Andrés Arce Maldonado

    "... Un tempo le mie riflessioni erano molto serie, quasi drammatiche direi, ma ora, forse perché sono invecchiata, penso che ridere non tolga nulla, anzi, quando le cose si fanno veramente drammatiche so per esperienza che è meglio avere sottomano un amico spiritoso. La protagonista del film, Diana, è una donna borghese, un dottore, ma in realtà è anche una persona innocente e un po’ infantile, è quindi il “buon selvaggio”, che vede e dichiara quello che gli altri non dicono. Lo fa per amore, consapevole che in gioco c’è tutto quello che di più caro abbiamo: la nostra vita e soprattutto il futuro di chi amiamo. Diana non può arrendersi, e allora compie un atto poetico, fa un salto, una giravolta, un’azione insensata e caparbia: dichiara un nuovo Stato, un nuovo inizio. La sua figura incarna un desiderio estremamente attuale. Per scrivere la sceneggiatura ho realizzato delle interviste in un mercato, le risposte sono tutte riportate fedelmente nel film, sono le parole autentiche dei commercianti. Uno di loro ha affermato: 'un potente dovrebbe vivere sei mesi con il portafoglio del popolo, così capisce'. Una risposta naif, disarmante, sincera, le persone intervistate erano felici di parlare, s’illuminavano quando veniva chiesto il loro parere. Diana li rappresenta, incarna una persona semplice che vuol dire la sua. È una donna normalissima, una madre separata, una figlia bistrattata, che grazie a questo percorso comprende molte cose, specie quello che le dice suo figlio: non si può cambiare tutto senza cambiare niente, non si può avere paura di cambiare le regole... colui da cui tutto è partito è Graziano Graziani, che nel film interpreta il Presidente dell’assemblea di condominio. Il suo è un simpatico cameo, un piccolo e divertente gioco, poiché Graziano, noto giornalista e scrittore, è l’autore del libro 'Atlante delle micronazioni', un testo che censisce le micronazioni che si sono formate nel mondo e dal quale ho tratto molta ispirazione. Le micronazioni sono una realtà storica, passata e presente, svariati gli esempi anche in Italia oltre a San Marino e al Vaticano. Nate perché c’erano dei territori dimenticati dalla politica o reami sopravvissuti anacronisticamente al Medioevo, per necessità sociali ed economiche, per gioco o per altri mille motivi ancora, questi 'regni' rappresentano spesso la manifestazione di un sogno, di un delirio, una reazione per non arrendersi, che pone le proprie basi sull’indipendenza e l’intraprendenza. 'Dio salvi la Regina' è il nostro regno, la nostra bandiera, non aspira ad avere basi legali credibili ma rivendica essenzialmente una qualità: è un regno poetico. La poesia, a volte sottovalutata, è un elemento sostanziale della tessitura sociale. Io vivo a Roma e come in tante altre città italiane la bellezza è una parte fondamentale della mia giornata. Il popolo italiano ha creato formidabili 'reti di senso' e la poesia, a mio parere, è l’evocazione di una nostra profonda identità. Inoltre, parlare delle basi dello Stato, delle ragioni per cui stiamo insieme, ci toglie dall’impotenza e ci permette di affrontare una reale inquietudine sociale, diffusa dalla percezione comune dell’eccessiva ingiustizia. Questo film è una dichiarazione d’amore, non a un uomo, non a una donna, ma verso la nostra comunità".
    La sceneggiatrice e attrice Sibilla Barbieri


    Vai alla scheda completa del Film Dio salvi la Regina

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